Scopri:Meditazione per indaffarati vecchi schemi

“Claudio, Perché lo fai?” Già perché lo faccio? Chi me lo fa fare ad aiutare gli altri? Non sto meglio a casetta mia fronte mare ad accrescere solo il mio benessere mentale (ed economico)?

Che importa a me se il mondo intorno va a rotoli? Se tutti intorno fanno come nella canzone dei Pink Floyd: “corri coniglio corri, scava quella buca, scordati del sole, e quando, alla fine il lavoro è fatto, non rilassarti: è tempo di scavarne una nuova”.

Perché succede? Quale è la forma pensiero che ci condiziona e ci rende così indaffarati? Come la si vince? Perché lo faccio?

Visto che è stata forse la domanda che maggiormente ho ricevuto dal sondaggio non mi sono certo risparmiato: ho dato una risposta ricca, un vero è proprio podcast, in cui sviscero la “forma pensiero” che ci condiziona ad essere così indaffarati, e non mi sono trattenuto nell’esporre il mio pensiero diretto (dal momento che mi è stato chiesto, rispondo 🙂 ).

Non credo che questa mia risposta piacerà a tutti: l’Autorealizzazione richiede una assunzione di Responsabilità, non tutti sono pronti a sentirselo dire in modo così diretto come ho fatto in questo audio ;).

Come sai mi piace andare al nocciolo delle questioni senza troppi fronzoli. Forse in passato hai apprezzato questo modo: secondo me semplifica la vita.

Del resto non voglio che “La meditazione per indaffarati” sia per tutti, ma solo per chi, pur da indaffarato, ha voglia di sentirsi autonomo rispetto ai “Guru”.

Credo negli scambi alla pari, qui ti offro il mio parere e posso arricchirmi anche del tuo.

Sotto puoi lasciare il tuo commento e dire a me e agli altri, cosa ne pensi, se non sei d’accordo esprimi pure il tuo pensiero, basta farlo con toni rispettosi di tutti i lettori.

Se sei d’accordo dammi il tuo contributo (e sostegno verbale) dicendo in che modo la pensi tu.

Qui sotto trovi il podcast sia in forma audio che video. Visto che dura 38 minuti ti sconsiglio di startene piantato davanti al PC per tutto questo tempo, sarei felice se te lo scaricassi in mp3 e lo ascoltassi nei tempi morti: mentre ti sposti in macchina, autobus, treno, a piedi, oppure mentre fai qualcosa di pratico, come riordinare casa o la scrivania. Se proprio non puoi sotto trovi anche la versione video.

Scarica qui la versione audio (4 files):

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Oppure guarda il Video:

Image : freedigitalphotos.net – Worker by Bill Longshaw

se vuoi tornare a delle semplici istruzioni per fare la meditazione clicca su: come meditare

6 risposte

    1. Grazie Davide! Bella ed efficace la tua sintesi.

      La chiave è proprio questa: un atteggiamento attivo (proattivo) anzichè passivo con le cose che cadono dall’alto-

      Quando aspettiamo che le cose cadono dall’alto, siamo passivi e deleghiamo qualcuno (in alto – dove lo abbiamo posizionato noi) a darci la “pappa pronta”

      questa “pappa pronta” sono le vere “catene”.

      Riscattarsi da questo, spezzare le catene fa paura, ma è facilissimo: basta deciderlo e farlo!

      Il trucco, per vincere la paura è farlo sapendo che altri lo stanno facendo accanto a te.

      (a me tutto ciò ricorda molto matrix)

  1. Complimenti per aver sviscerato l’argomento in modo così completo e chiaro. Hai una mente molto bene organizzata,tutto al contrario della mia…che tende a sintetizzare troppo a scapito del dialogo.
    Recentemente ho frequentato un corso di meditazione tenuto da volontari, di diversi giorni, dove era prevista solo una offerta in contropartita e questo mi aveva attirato, non perché potevo evitare di pagare, ma perché’ mi dava l’impressione che una cosa nobile come la meditazione dovesse essere messa a disposizione di i tutti indipendentemente dalle possibilità’ economiche di ognuno.
    Premesso che ognuno e’ libero di fare ciò che vuole, e che la mia e’ solo la mia personale opinione, io sono del l’avviso che se una persona ha già di che sostenersi lui è e la sua famiglia, e desidera aiutare gli altri con il proprio sapere, anche se a lui è’ costato ottenerlo sia in termini di tempo e denaro, sarebbe ‘bello’ che ciò avvenisse concretizzando il verbo’donare’.
    Ti fa sentire un guru?
    Il tuo problema e’ non far sentire l’altro in debito di gratitudine? Sei tu che ti sentì in credito?
    Allora penso che se donare qualcosa provoca dei problemi psicologici o morali si dovrebbe lavorare sia se stessi.
    Scusa se non ho interpretato bene le questioni che tu poni e se mi sono permesso di dire delle banalità’ in fretta e senza
    Pensarci troppo.
    Ciao e grazie.
    Se farai un corso spero di esserci anche se io non mi considero un indaffarato, anche perche sono in pensione,ma uno che coglie tutte le più banali occasioni per non mettermi a meditare, quando invece ne avrei tanto bisogno.

    1. Ciao Angelo grazie per il tuo parere.

      Quello della libera donazione è una prassi molto in voga tra i meditatori, anche a me piace molto, proprio perchè permette a tutti di riscattarsi (se ce la fanno e vogliono)e allo stesso tempo permette anche a chi ha poco di potere partecipare liberamente offrendo in base al loro poco.

      Quando domandi “sei tu che ti senti in credito?” mi fai pensare a quello che potrebbe fare un buon meditatore: domandare a se stesso se non è lui a creare proprio quel meccanismo. In effetti trovo la tua è una domanda molto pertinente. A me piace molto l’approccio psicologico dell’Analisi Transazionale, in cui – mi perdoneranno i patiti se la faccio così semplice- se io mi “faccio vittima” suggerisco al mio interlocutore di “farsi carnefice”. Quindi ci potrebbe stare se io mi sento creditore induco te a sentirti debitore. Come evitare tutto ciò?

      Per risponderti credo che per uscire da questo meccanismo la cosa più semplice da fare è banalmente sentirsi alla pari. Nel Master di Counseling Professionale che ho fatto ribadivano l’importanza di farsi pagare proprio per agevolare il cliente al riscatto della propria autonomia individuale. (oltre al leggittimo riconoscimento del proprio tempo). Credo molto in questo approccio. Un counselor che lavorava con i barboni si faceva pagare una sigaretta ad incontro. Per un barbone una sigaretta è “tanto”. Ma prova a immedesimarti nel barbone: spesso emarginato dalla società che sente di potersi permettere un “servizio”: un professionista che lo ascolta con empatia e si mette al suo fianco con il quale c’è uno scambio, umano e professionale.

      quando dici:”Allora penso che se donare qualcosa provoca dei problemi psicologici o morali si dovrebbe lavorare sia se stessi” mi trovi pienamente daccordo. Conosco molti, moltissimi che donano apparentemente per donare. poi però quando hanno bisogno(non chiedono) e pretendono di essere contraccambiati. Ci stanno malissimo!

      Altro che banalità apprezzo molto il tuo parere e sare felicissimo se partecipassi anche tu al corso.
      grazie

  2. Certe “Forme pensiero” sono difficili da sradicare, ben vengano tutti quelli che lo fanno. Io ci provo da tempo.

    Bravo Claudio, coraggio continua così!

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