Come riconosco se la meditazione è stata buona? Se provo pace interiore?

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Un abbonato al Come Meditare Coaching domanda:

“Ciao Claudio, una domanda: ho fatto su un sito all’anno scorso. Ho letto su un sito che per sentire se pratichiamo una buona pratica meditativa dobbiamo sentire una sorta di pace e benessere interiore, ma io sono un po’ perplesso in merito. Che ne pensi? Grazie mille, Daniele.”

questo video è stato estrapolato da una sessione del Come Meditare Coaching qui trovi maggiori informazioni su questo servizio di sostegno nel tempo: http://www.comemeditarecoaching.it

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La premessa personale

Innanzitutto, è importante fare una premessa: che cosa ne penso io è relativo, nel senso che fornisco il mio contributo col mio pensiero. Credo che questo principio possa valere per molte cose, forse per tutte, ma in particolare nell’ambito della meditazione, della mente e della spiritualità.

Accogliere le sensazioni senza giudizio

È utile fare un po’ come nella meditazione: accogli l’informazione, accogli le sensazioni senza giudicarle. Accogliendole così come sono, poi le gusti, le assapori e decidi se sono giuste o fino a che punto lo sono. Le parole sono sempre ingannevoli, quindi ci può essere una verità come ci può essere una finzione.

Filtrare e comprendere l’esperienza

Scegliere l’esperienza per ciascuno, filtrare e capire cosa c’è di vero e cosa può essere fuorviante è il modo migliore per raccogliere informazioni. Questo è il mio invito personale: farne l’uso che ritieni opportuno.

Il senso del benessere durante la meditazione

Se è vero che provare benessere mentre mediti è possibile, questo potrebbe significare che in quel momento sei a un buon livello di concentrazione, quiete, stabilità e centratura. È uno stato di contatto positivo con te stesso, la realtà e il mondo esterno.

L’inganno del benessere come unica misura

Il pericolo è pensare che meditiamo bene solo quando raggiungiamo questo stato. Questo è fuorviante: anche se non sperimenti un benessere intenso, la meditazione sta comunque dando i suoi frutti. Un albero non deve sempre fruttare per essere un buon albero; ha bisogno di fiorire, far cadere le foglie e attraversare momenti transitori.

La meditazione funziona anche nei momenti difficili

La meditazione funziona sempre, anche quando siamo agitati, perché aiuta a prendere consapevolezza e ad approfondire il nostro grado di consapevolezza. Essere consapevoli di essere in balia dei pensieri è già un segnale di progresso.

Percezione del corpo e consapevolezza emotiva

Grazie alla meditazione, ci si accorge di tensioni nel corpo o di piccoli segnali emotivi, come un leggero tremolio delle mani. Questo aumenta la consapevolezza dello stato emotivo e aiuta a sentirsi più centrati, anche senza raggiungere il benessere assoluto.

Quando il benessere non è l’unica prova

Non è corretto affermare: “medito bene solo quando sto in grazia di Dio”. Il benessere può essere un frutto della meditazione, ma non determina la qualità dell’esperienza. La semplice attenzione e lo sforzo di osservare se stessi rappresentano già un successo e favoriscono la consapevolezza.

Riflessione finale e rispetto delle esperienze altrui

Ognuno è sovrano delle proprie esperienze e può esprimere la propria opinione rispettando quella degli altri. È legittimo riconoscere uno stato di grazia come frutto della meditazione, ma non bisogna confonderlo con la misura esclusiva della pratica.

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10 risposte

  1. salve io ho un problema non riesco ad essere concentrata ed avere memoria nelle cose che faccio mi accade anche al lavoro che sbaglio perche nn mi concentro ce una meditazione che stimoli memoria e concentrazione

  2. Ciao Claudio, complimenti davvero, il tuo modo di esprimerti mi ha colpito molto, seguendo la tua meditazione mi sto davvero sentendo molto piu’ottimista con me stesso e con la realta’…affronto tutto con piu’serenita’e continuero’sempre a meditare seguendo tutti i tuoi suggerimenti, grazie ancora e apresto…

  3. Ciao claudio, complimenti per il tuo ottimo lavoro. ti esprimi in modo semplice e diretto ed è una cosa che a me piace molto.
    grazie a te sto iniziando questo percorso (ciò provato ieri ed oggi), è difficile.

    1. Ciao Bruno Jord, sono felice che stai iniziando, effettivamente ci vuole un poco di sforzo (ma lieve) non eccessivo, si tratta di metterci attenzione, ma è proprio con quella che guadagni “presenza” e diventi protagonista della tua vita. Buona pratica!

    1. la tua domanda mi fa pensare che potevo spiegarmi meglio… vabbè rimedio subito (almeno ci provo, in caso contrario fammi sapere):

      Come l’albero fa bene il suo lavoro anche quando è spoglio da frutti e foglie, così il meditatore può meditare anche se cause e circostanze lo spingono ad avere rami spogli.

      meditando come un albero vive il suo processo di vita, permette di avere fiducia nella propria pratica a prescindere dal momento, impermanente, in cui ci sono fiori e frutti.

      l’albero vive non per dare frutti, ma per vivere.

      avevo un melo in giardino che ha vissuto anni prima di dare u suoi primi frutti (era vecchio e dopo qualche anno è morto) mi spiegarono che i meli hanno bisogno di altri meli impollinatori nei paraggi per dare frutti..

      Io credo che quell’albero abbia vissoto bene, e gli ero affezionato.

  4. mah, io quando medito non mi chiedo poi se ho meditato bene o no.

    ogni volta che lo faccio è diverso ed accetto quello che viene; alcune volte sono più agitata e faccio più fatica a mettermi in contatto, altre volte invece riesco a prendere contatto con me stessa facilmente, e va bene così!!

    la cosa comunque che trovo importante è il cambiamento che ho notato un pò alla volta nel mio modo di essere, di reagire alle cose negative, mi sento più sicura di me stessa e meno emotiva (che è il mio più grande problema) è questo per me vuol dire che va bene così.

    ciao Alessandra

    1. ciao Alessandra, quando dici: “e va bene cos'” mi ricorda una qualità che sviluppano i meditatori, la cosiddetta “equanimità” ovvero la capacità di accogliere i fenomeni così come sono, senza respingerli o trattenerli. Mi piace molto il “e va bene così” la trovo una buona chiave per lo sviluppo della consapvolezza, grazie

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