Come Meditare

Come Meditare

Innanzitutto mi congratulo per il desiderio di scoprire come imparare a meditare, la meditazione è una tecnica semplice e ricca di benefici, questa curiosità verso la meditazione potrebbe cambiare la tua vita in meglio per sempre!

meditazione come iniziare

Come iniziare a meditare da soli?

come-iniziare-a-meditareCome si fa a meditare?

Il metodo più semplice e veloce è ascoltare questa meditazione guidata gratis: clicca qui

Altrimenti qui trovi una guida passo passo su come meditare facilmente..

Il bello della meditazione guidata è che la ricevi nella tua casella email, la metti nel tuo telefono o dove vuoi e la ascolti mentre ti siedi a meditare: non devi sapere altro: basta farla.

Semplice no? Non c’è bisogno di fare altro che seguire le indicazioni che ricevi nell’audio mp3.

In questo modo non puoi sbagliarti e anche quando ti distrai la mia voce ti aiuterà a rientrare nel corretto stato meditativo.

È un sistema semplicissimo e garantito per come fare la meditazione da soli o come meditare a casa

 

meditazione come iniziare

Come si medita?

Ecco una breve guida su come meditare in 7 passi:

  1. Scegli un posto tranquillo
  2. Siediti (anche sulla sedia)
  3. Tieni la schiena ben dritta ma rilassata
  4. Rilassa il corpo
  5. Chiudi gli occhi (altrimenti vanno bene anche socchiusi)
  6. Osserva le sensazioni del corpo
  7. Segui il movimento del respiro e lascia andare i pensieri

qui trovi altri dettagli:

Scegli un posto tranquillo ed appartato

se puoi avvisa chi è in casa con te di lasciarti stare (se ce la fanno.. sii benevolo se non ci riescono) se vuoi saperne di più clicca su:  la scelta del luogo

Siediti su un cuscino o su una sedia,

come meditare

qualsiasi posizione in realtà è funzionale, normalmente stare seduti aiuta.

Non c’è bisogno di imitare i guru con le gambe annodate tra loro.

Lo so che all’inizio si può pensare che la posizione sia fondamentale ma per iniziare una sedia andrà più che bene o anche a gambe incrociate su un cuscino.

Ottimo prendere un cuscino su cui dormi ed arrotolarlo per renderlo un poco più spesso e metterlo sotto al sedere.

Se vuoi saperne di più sulla posizione in meditazione clicca qui: Scelta della posizione ma seguendo questa la lettura troverai altre indicazioni..

Tieni la colonna vertebrale dritta ma non rigida.

come si fa meditazioneForse l’indicazione migliore sulla posizione per iniziare a meditare è proprio questa.

Lascia la schiena dritta ma libera da sforzi.

Cerca di non abbandonarti troppo ad esempio allo schienale della sedia: perderesti la concentrazione facilmente in entrambi i casi.

Da una parte, se sei troppo rigido, ti ritrovi con il corpo e la mente troppo sotto stress; dall’altra, se sei troppo morbido, distrazione e sonnolenza rischiano di prevalere.

A me aiuta immaginare una corda attaccata sulla testa (dove c’è la vertigine) che ti tira in su e, sul sostegno di questa colonna fiera e verticale, abbandonare e rilassare il peso del corpo per cui ti ritroverai con:

Spalle rilassate e mento rilassato, leggermente indentro.

Saranno delle conseguenze naturali di questo nuovo equilibrio legato alla fierezza della colonna vertebrale e alla rilassatezza del corpo che si abbandona tranquillo al sostegno della colonna.

Mi raccomando se queste informazioni ti confondono, lasciale pure stare e segui direttamente la meditazione guidata gratis da 10 minuti che trovi cliccando qui.

Mani in grembo o sulle ginocchia.

Se non sai dove metterle, mettile semplicemente sulle cosce o sulle ginocchia, ti aiuteranno a scaricare le tensioni.

Tieni gli occhi socchiusi o chiusi.

Dipende da te, se sei a disagio con gli occhi chiusi puoi tenerli socchiusi guardando un punto non bene definito del pavimento davanti a te. Altrimenti chiudili pure.

Io preferisco tenerli chiusi perché mi aiuta ad essere più raccolto, tuttavia se tendo a distrarmi od a addormentarmi, allora li tengo socchiusi in modo che la luce mi aiuti a stare più sveglio e vigile.

Quindi puoi variare anche durante la meditazione.

Osserva il corpo: osservane le sensazioni.

Mentre stai seguendo queste tutte queste istruzioni stai già osservando il corpo ed in qualche modo stai già scoprendo come imparare a meditare di fatto, visto che stai orientando il pensiero al corpo!

Bene, ottimo!

Ora nota le sensazioni corporee: la sensazione del sostegno del cuscino o della sedia sotto il sedere, gli appoggi dei piedi la differenza di sensazioni dove hai i vestiti o dove la pelle è scoperta.

Osservare il corpo (o il respiro) è un’ ottima garanzia per meditare correttamente: se inseguissimo i pensieri saremmo di nuovo nel mondo della fantasia (dei pensieri appunto).

Riportando la nostra attenzione al corpo (e al respiro) ci garantiamo di stare in quello che sperimentiamo nel “qui ed ora” disinnescando il chiacchiericcio mentale in un attimo.

Se vuoi sapere di più su “cosa fare” materialmente e scoprire da te come meditare da soli clicca su cosa fare

Osserva il respiro.

Se il corpo è un ottimo ancoraggio (o gancio) al momento presente e permette di lasciare andare il proliferare incontrollato dei pensieri, lo è anche il respiro.

Forse anche di più!

Il respiro è un po’ la “via di uscita” dalle “pippe mentali”.

Se inseguissimo i pensieri lo faremmo con altri pensieri (poi ti faccio un esempio pratico), l’unica via d’uscita è cambiare “cosa osservare” e tornare al respiro.

Il respiro ha inoltre un ottimo potere calmante.

Se ti chiedi come meditare a casa semplicemente, la soluzione è proprio questa:

ogni volta che ti rendi conto di esserti perso nei pensieri, torna al respiro.

Puoi allenarti a tornare al respiro proprio con la meditazione guidata gratuita del calmo dimorare: clicca qui.

Visto il forte potere calmante del respiro se tendi a soffrire di ansie e attacchi di panico ti consiglio di leggere questo doppio articolo:
Meditare per curare l’ansia (prima parte) il problema: clicca qui per maggiori informazioni.
Meditare per curare l’ansia (seconda parte) la soluzione: clicca qui per saperne di più.

Lascia andare i pensieri.

Lasciare andare i pensieri è un attimo, peccato che tornano in un attimo! 🙂 meditazione come si fa

Il “lavoro” della meditazione non è tanto quello di stare senza pensieri: sarebbe impossibile, piuttosto quello di essere consapevoli di cosa c’è.

Puoi anche “sapere che stai pensando” e stai meditando bene.

I pensieri non sono dei nemici, sono degli ottimi servitori, peccato che spesso li lasciamo tiranneggiare.

Facciamoci pace, accettiamo che ci sono quando ci sono, basta accorgertene.

Usiamoli, cercando -quanto più possibile- di farci non farci usare da loro.

Orientiamo il pensiero deliberatamente al respiro.

É proprio questa azione di orientare -e quindi usare deliberatamente noi- il pensiero verso il respiro, ci permette di “usare” il pensiero puttosto che esserne “usati”.

Sembra una sottigliezza ma fa una differenza enorme!

La sensazione tuttavia potrebbe essere quella di dirti: “non riesco a meditare”, ma è anche questo un pensiero (per di più un pensiero giudicante): clicca qui se anche tu hai la sensazione di non riuscire a meditare.

Quello che emerge è un senso di prestazione “sto facendo bene o male” e non di pura osservazione di quello che c’è.

Quindi: mille volte mi accorgo che stavo pensando? Bene, benché può sembrare frustrante per mille volte hai disinnescato un proliferare automatico.

Se non te ne accorgessi neanche, staresti solo perdendo tempo seduto in preda ai pensieri che neanche ti hanno dato il tempo di accorgersi di loro.

Ma su questo tema ti caldeggio uno dei primi video che ho fatto su youtube molto apprezzato nonostante sia un disastro tecnico (una luce impossibile 🙂 ) clicca qui per vedere il video “non riesco a meditare”

Fine della meditazione e quanto tempo meditare.

Quando finisci di meditare prima di aprire gli occhi ed alzarti di corsa, cerca di farlo con attenzione.

In altre parole cerca di portare lo stesso livello di consapevolezza sviluppata durante la meditazione nella vita attiva ad occhi aperti.

In pratica è molto facile: finita la meditazione (tra poco ti dico quando fare finire una meditazione e come) apri gli occhi con dolcezza (se li avevi chiusi) e inizia a muoverti con dolcezza avendo cura di osservare le sensazioni derivante dal cambio di posizione.

Quanto tempo meditare? Quanto vuoi! Per iniziare ti consiglio di stare sui 10 minuti, poi talvolta fanne 15 o 20 o anche di più.

Nel mio corso di meditazione per indaffarati 7 minuti al giorno per una vita serena e consapevole, suggerisco di farle addirittura solo 7 a beneficio di alcune pratiche quotidiane che favoriscono una sempre maggiore consapevolezza a 360 gradi 24h su 24h. Per saperne di più sulla meditazione per indaffarati clicca qui.

Per regolarti puoi usare un timer od uno degli audio gratuiti a tempo che ho fatto apposta ma trovi i dettagli qui: il Tempo e la costanza

ovviamente ti ricordo che puoi scaricare ed usare la meditazione guidata gratuita da 10 minuti, così non ti sbagli e non ti distrai: clicca qui se non l’hai ancora scaricata.

Come usare la mente

L’approccio migliore alla meditazione è quello di abbandonarsi alla esperienza cercando di non rimanere agganciati al chiacchiericcio della mente grossolana.

Quelle che “tecnicamente” chiamo “pippe mentali” ( non volermene è un termine tecnico 🙂 )

Ovvero mettiamo un pochino di riposo una mente abituata e etichettare pensare, pregiudicare (o almeno ci proviamo a metterla a riposo: non si fa “domare” così facilmente).

Quindi paradossalmente -adesso sei qui per sapere come meditare correttamente- il rischio è che nasca in te un senso di “prestazione” che è opposto al tipo di esperienza che stai per fare.

Nessun problema, con la meditazione guidata questo è più difficile che accada, ti abbandoni all’audio è non c’è bisogno di “pensare”: “sto facendo bene o male?” quindi clicca qui per scaricare la meditazione guidata adesso: è gratis!

Ma se vuoi saperne di più su come iniziare a meditare con l’atteggiamento mentale giusto clicca qui: L’atteggiamento mentale – il mindset

Iniziare a meditare con un mantra?

Lo so, spesso pensiamo che meditare significa stare seduti e dire in continuazione “OM, OM, OM”, ma le indicazioni che ti ho dato sono già molto potenti senza bisogno di introdurre alcun mantra.

Semplificati la vita, cerca per un po’ di evitare di inserire anche un mantra, specie se vuoi fare la meditazione per principianti o non sai bene cosa significa meditare o ti chiedi come meditare a casa.

Ma se ci tieni proprio a usare un mantra qui trovi un articolo in cui ti svelo proprio come si fa a Meditare con un mantra.

A quel punto però è importante anche sapere Come scegliere un Mantra e lo scopri cliccando qui.

Ripeto il consiglio.. semplificati la vita e fai direttamente la meditazione guidata gratis

Come Meditare: dubbi e domande frequenti

Se hai dubbi o qualche domanda troverai, molte risposte già qui sotto altrimenti, puoi rivolgermi direttamente una domanda aggiungendola ai commenti in questa pagina ti risponderò gratuitamente.

Se vuoi fare un corso di meditazione ti consiglio questo qui: corso di MEDITAZIONE PER INDAFFARATI 7 minuti al giorno per una vita serena e consapevole.

Se invece vuoi fare un percorso seguito direttamente da me nel tempo (mese dopo mese) vedi se c’è disponibilità di posto cliccando qui: Come Meditare Coaching

Domande Frequenti, Dubbi e Trucchi su Come Meditare

I Benefici della Meditazione

Meditare fa bene a tutti i livelli: mentale, fisico e quotidiano.

La medicina la sperimenta i vari campi dalla terapia del dolore alla prevenzione e sostegno di alcune malattie.

La psicologia ne fa grande uso soprattutto (ma non solo) nella prevenzione dello stress, delle ansie e nel sostegno di stati depressivi.

Ma a mio avviso i benefici più potenti sono quelli meno visibili a “prima vista” ovvero quelli che meno ti aspettavi e riguardano proprio il nostro benessere quotidiano, ovvero una maggiore piacevolezza nel vivere giorno dopo giorno.

Scopri di più su questo argomento cliccando su: I Benefici della Meditazione: perchè meditare fa bene.

Come Meditare in caso di Ansia e Attacchi di Panico

Abbiamo detto che la mente è spesso in balia dei pensieri..

Ebbene i pensieri hanno una caratteristica…

Oltre ad appartenere al mondo della fantasia e non al mondo reale ci spingono a immaginare cose sul futuro e a ripensare a cose del passato.

Non ci permettono di stare nel presente.

Spesso addirittura partono da un episodio del passato che è stato doloroso e lo proiettano direttamente nel futuro (bypassando completamente il presente).

Creando delle vere e proprie preoccupazioni. E sottolineo pre-occupazioni..

Non possiamo risolvere un problema prima che si sia verificato ma possiamo risolverlo -ed a quel punto non è nemmeno più un problema- solo mentre si sta verificando, nel presente, nel “qui ed ora”.

Ovvero smettendo di Pre-Occuparci per finire semplicemente per occuparci di quello che c’è.

Ti faccio un esempio.

Prima di un esame sei preoccupato e se guardi i pensieri noterai che ti fanno dire cose del tipo “chissa come andrà?” (futuro) “e se mi mette un cattivo voto” (ipotesi sul futuro).

Poi ti siedi davanti all’esaminatore e l’ansia cresce, ma quando ti occupi di rispondere, in qualche modo (o inventando una risposta o rispondendo veramente) a quel punto non c’è ansia, non c’è pre-occupazione perche semplicemente ti stai occupando (e non pre-occupando) di rispondere: non c’è nemmeno un problema…

L’ansia è strettamente legata ad una proiezione del futuro, se scopri come meditare correttamente puoi anche debbellare o depotenziare in modo molto significativo le ansie.

La meditazione è un allenamento a stare nel presente, nel “qui ed ora” ed a occuparci del nostro presente anzichè preoccuparcene.

É sicuramente il sistema più potente per prevenire e curare le ansie!

Anzi ho preparato un doppio articolo in cui ti svelo nello specifico cosa puoi fare da subito, grazie alla meditazione, se tendi a soffrire di ansie (e di attacchi di panico):
Meditare per curare l’ansia (prima parte): clicca qui per saperne di più

e Clicca qui per sapere come fare a meditare per curare l’ansia (seconda parte) la soluzione.

Come si medita in caso di stress

Spesso diamo la causa della nostra vita stressante a elementi esterni a noi.

Questi elementi esistono, ma sono solo degli stimoli quelli che tecnicamente, per chi studia lo stress, vengono chiamati “stressor” che vuol dire appunto elemento che stimola una risposta stressante.

meditazione come fareMa le risposte stressanti possono essere anche positive!

Infatti ci sono due tipi di reazioni agli stimoli esterni:
lo stress positivo, chiamato eustress, e quello negativo, chiamato distress.

Benchè ci sono eventi che sono umanamente duri da digerire, per definizione gli eventi stessi sarebbero neutri, quello che cambia è la nostra risposta a questi stimoli.

Ti faccio un esempio semplice semplice.

Una musica molto ritmata e stimolante è piacevole la mattina per attivarti, ma la stessa identica musica potrebbe essere dura da sopportare la sera prima di dormire, in cui magari cerchi qualcosa di più rilassante e viceversa: una musica troppo rilassante la mattina potresti trovarla noiosa.

Quindi non c’è una regola assoluta: ognuno di noi è diverso dagli altri ed è diverso da sé stesso nel tempo.

Conta come ci sentiamo nel “qui ed ora”.

Certe volte siamo così stressati che ci basta una sciocchezza per mandarci su tutte le furie e talvolta invece ci scopriamo pieni di pazienza e capaci di gestire situazioni, altre volte apparentemente complicate, con tanta tranquillità, lucidità e saggezza.

La meditazione è, tra tutti, lo strumento migliore per accogliere ogni evento e notare come reagiamo ad esso, ci allontana dallo stress negativo e ci permette di ritrovare più velocemente uno stato di lucidità se non addirittura di quiete e tranquillità.

Non sto dicendo che smetti di stressarti, sto dicendo che ogni giorno lo diventi, tra alti e bassi, un po’ meno: e ti assicuro che non cosa da poco, anzi!

Lo stress (il distress) infatti, oltre ad incidere direttamente nel sistema cardio-circolatorio (attacchi di cuore ed ictus) ha una serie di caratteristiche negative.

(tende a generare una o più di questa caratteristiche: cattiva digestione, mancanza di concentrazione, insonnia, abuso di caffeina e alcol, e molto altro) tra cui un evidente indebolimento del nostro sistema immunitario.

Meditare per prevenire lo stress significa quindi prenderci cura anche del nostro benessere fisico oltre a quello mentale.

Il lavoro di cui vado più fiero in questo senso è un programma in 4 passi in cui favorisco lo sviluppo della presenza e delle qualità tipiche dello stato meditazione nell’arco delle 24 ore quotidiane meditando anche solo 7 minuti al giorno

a beneficio di altre semplici pratiche adottabili durante le nostre giornate più comuni, quelle in cui siamo indaffarati, ovvero distratti dalle nostre solite abitudini.

Se vuoi saperne di più clicca su: corso di meditazione per indaffarati 7 minuti al giorno per una vita serena e consapevole.

Come Meditare in caso di depressione

Molti psicologi usano la meditazione anche come supporto per chi soffre di depressione.

In effetti ha i suoi potenti benefici. Anche io la consiglio.

Tra i vari benefici della meditazione c’è una maggiore produzioni di alcuni neurotrasmettitori benefici (serotonina ed endorfina) ma soprattutto un maggiore sviluppo di Gaba che è uno stabilizzatore naturale dell’umore.

In effetti era evidente a tutti, anche prima di conferme scientifiche, quanto la meditazione aiuta a mantenere una certa centratura e sviluppa una maggiore stabilità emotiva.

Tuttavia con la parola “depressione” si intende sia un lieve stato di tristezza, sia una dose di depressione più massiccia e in questo secondo caso consiglio la meditazione non come “cura” unica, ma da accompagnarsi ad una importante sostegno psicoterapeutico.

Che tu stia attraversando un periodo “normale” di tristezza, sia che tu stia attraversando un periodo più duro, praticare la meditazione ti può essere di aiuto e di sostegno, assieme anche ad altri accorgimenti che trovi in questo articolo:

Clicca qui per scoprire come la meditazione ti può aiutare in stati di depressione e cosa consiglio.

Come Meditare in caso di insonnia o per favorire il sonno.

Meditare dicevamo aiuta a stabilizzare l’umore, quindi già praticare quotidianamente la meditazione aiuta a ritrovarsi a “dormire sogni più tranquilli” ma certe volte è davvero dura.

Inoltre ci si domanda “se e come meditare prima di dormire”, trovi le risposte a queste domande in questo articolo: Meditazione per Dormire.

Se vuoi garantirti una maggiore costanza meditativa nel tempo ti caldeggio l’esclusivo percorso del Come Meditare Coaching:

un programma in abbonamento mensile pensato per darti stimoli ed un rapporto diretto con me, mese dopo mese finché sentirai di averne bisogno (interrompi quando vuoi tu), in un percorso di sviluppo sempre maggiore.

Purtroppo, avendo a che fare anche con il mio tempo, non è sempre disponibile, talvolta devo limitarlo a chi è già cliente prima di aprirmi a nuovi clienti.

Se vuoi scoprire se c’è disponibilità o semplicemente per saperne di più clicca su ComeMeditareCoaching

Come Meditare evitando di scoraggiarsi

L’impressione di non riuscire a Meditare è assai comune dicevamo come è assai frequente che ad un certo punto i dubbi ti facciano desistere, ma ecco qui come meditare evitando di scoraggiarsi.

Come svuotare la mente

Purtroppo è molto comune avere una mente sempre piena offuscata da mille pensieri persistenti e incontrollati, una delle domande che ricevo più spesso dai miei clienti del ComeMeditareCoaching è proprio “Come svuotare la mente” o anche “come liberare la mente”.

come fare meditazioneIl problema è che spesso creiamo proprio un braccio di ferro cercando una soluzione mentale ad un problema mentale.

Ovvero un pensiero che vuole fare uscire dai pensieri. Un ennesimo inganno della mente grossolana.

Qui trovi delle risposte a questi inganni: Come Svuotare la Mente o anche Come liberare la mente cliccando qui.

Se sei soggetto a questo tipo di loop mentali ti caldeggio il mio corso di meditazione per indaffarati 7 minuti al giorno per una vita serena e consapevole clicca qui per saperne di più.

Quali sono le origini della meditazione

La meditazione è una tecnica antica probabilmente quanto è antico l’uomo, tuttavia alcune tradizioni millenarie la diffondono e la trasmettono in modo più chiaro di altre, se vuoi saperne di più, Clicca qui per le scoprire le origini della meditazione e il mondo delle idee da quello reale. (clicca qui per vedere cosa dice wikipedia sulla meditazione)

Come Meditare con vari tipi di meditazione

I tipi di meditazione

Esitono diversi tipi di meditazione, ad esempio potresti esere curioso di saperne di più su come meditare con la meditazione trascendentale oppure come iniziare a meditare con la vipassana (la meditazione di visione profonda) o ancora con un mantra ed altre meditazioni ancora.

Se vuoi avere una idea di alcuni diversi tipi di meditazione ci sono, clicca qui per approfondire: Tipi di meditazione

Come Meditare con la Meditazione Trascendentale

La meditazione trascendentale va molto di moda, in pochi sanno che è una moda che ha un suo costo econominco importante e che si basa prevalentemente sull’uso di un mantra.

Usare un mantra è cosa che possiamo fare tutti e anche io ti svelo gratuitamente come fare.

Invece la Meditazione Trascendentale è un marchio registrato e solo chi ne ha titolo la può insegnare in modo ufficiale. Questo ha fatto si che si aprissero molte polemiche sull’aspetto economico.

Io devo dire che alcuni amici che la praticano ne sono comunque soddisfatti Clicca qui per saperne di più sulla meditazione trascendentale e per fare Gratis la meditazione con un Mantra.

Come Meditare con la Meditazione Vipassana

La Meditazione Vipassana significa meditazione di visione profonda.

É la tecnica di meditazione a mio avviso più importante tra tutte perche è mirata prevalentemente allo sviluppo della consapevolezza.

Molte tecniche meditative sono volte a calmare la mente ed orientare il pensiero al “qui ed ora”, questo processo favorisce in effetti una certa “trascendenza” o apertura alla consapevolezza assai spontanea.

Ma non è affatto scontata!

La meditazione vipassana comincia anch’essa con il calmare la mente ma poi si focalizza proprio sulla consapevolezza.

Benché molti la chiamano in modo diverso (ad esempio sta diventando popolare con il nome di mindfulness) è di fatto, nella pratica (anche se con nomi diversi la tecnica è quella), l’unica meditazione che sviluppa questa attitudine, permettendoci di essere consapevoli direttamente di quello che sperimentiamo momento per momento.

Per saperne di più clicca su: Meditazione Vipassana: come funziona

la Meditazione Mindfulness

Mindfulness è una parola inglese che significa “mente presente” e può essere tradotta con Consapevolezza.

Si tratta della capacità di essere presenti pienamente a noi stessi momento per momento.

Ed è una delle facoltà e dei benefici tipici della meditazione vipassana.

Tuttavia un ex insegnante di meditazione vipassana, il famoso Jon Kabat-Zinn, ne ha fatto anche lui un proprio marchio registrato ed è molto in voga tra gli psicologi.

Dobbiamo anche a questo il recente interesse scientifico rispetto alla pratica di consapevolezza.

Quindi con Mindfulness intendiamo sia il concetto di consapevolezza, insito nella meditazione vipassana, sia il marchio registrato da Jon Kabat-Zinn il cui metodo si basa proprio sulla meditazione vipassana.

Per saperne di più sulla Meditazione Vipassana clicca qui: La meditazione Vipassana di consapevolezza come funziona

Come Meditare con meditazione dell’apertura del cuore: la “pratica di metta”

Tra tutte le pratiche meditative forse quella che trovo più significativa, dopo la meditazione vipassana, ovvero la meditazione di consapevolezza o mindfulness è La Meditazione dell’apertura del cuore: la pratica di Metta.

come fare meditazione da soliIn effetti sviluppare la consapevolezza aiuta a disinnescare le emozioni disturbanti come paura, tristezza, rabbia e quindi ad aprirci alla gioia e all’ amorevolezza, ma non è così scontato né automatico.

I pensieri automatici producono emozioni che ci chiudono il cuore come dentro ad una corazza, quindi ben venga il lavoro con la meditazione vipassana, ma c’è una pratica molto molto potente volta a fare accrescere proprio la gioia e la benevolenza dentro di noi.

É forse tra tutte la meditazione più bella e piacevole da fare, se vuoi saperne di più clicca su: la Meditazione dell’apertura del cuore: la pratica di Metta.

Come Meditare da Cristiano

Uno dei dubbi quando si fa la meditazione è che essendo in prima apparenza appartenente al mondo orientale non sia compatibile con chi è laico o Cristiano.

Ma le cose sono molto diverse.

Innanzitutto non è vero che la meditazione è prerogtiva del mondo orientale dentro la stessa tradizione cattolica scopriamo come alcune pratiche siano radicate nella nostra stessa cultura religiosa, specie tra i monaci mistici.

Ovvero coloro che cercano un contatto pratico con “l’Essenza divina”, basta pensare ai vari eremitaggi, alla coltivazione del silenzio interiore.

Inoltre pochi pensano che l’uso del Rosario è difatto anche una pratica meditativa.

Inoltre le tecniche meditative orientali in quanto tecniche, quindi pratiche, non necessitano di alcune conversione.

Una tecnica è un esercizio, una pratica, non c’è bisogno di aderire al buddismo per fare una meditazione vipassana ad esempio.

Basta fare la tecnica!

Conosco molti preti che caldeggiano la meditazione. Ma sei vuoi saperne di più clicca su: meditazione cristiana

Se hai domande su come meditare

Se hai domande aggiungila quì tra i Commenti: sarò felice di risponderti

Graziella

Ciao Claudio. Oltre a ringraziarti per il che ci dai nel campo della meditazione, vorrei chiederti perchè si perde la capacità di fare sogni lucidi. Fino all’età di circa 30 anni, inconsapevolmente, ovvero senza nessuna conoscenza nel campo della meditazione, facevo alcune volte sogni lucidi. Allora nessuno ci credeva quando lo raccontavo, ed io non avevo la più pallida idea di come succedesse.
Molti anni dopo, quando mia sorella ha iniziato le tecniche meditative, ho scoperto che era un dono prezioso che mi veniva fatto quello di avere sogni lucidi, e mi è dispiaciuto molto averne perso la capacità.
La mia domanda è questa: perchè quando ero inconsapevole e non praticante di meditazione, riuscivo ad avere sogni lucidi e ora che cerco di meditare non solo i sogni lucidi sono spariti, ma ho anche difficoltà a meditare?
Mi viene da pensare che il fardello emotivo che porto sulle spalle, nel tempo sia diventato troppo pesante. Sto cercando di seguire i tuoi suggerimenti e quelli di mia sorella, ma mi è davvero difficoltoso.

Claudio

Ciao Graziella la buona notizia è che hai una certa famigliarità quando dovessi rifarli li riconosci e già questo è ottimo: un grande vantaggio verso chi ci starebbe ma non capendo li riperde.
Quando deciderai di rifarli (ci vuole determinazione e costanza) ci riuscirai, calibrando la volontà con l’accoglienza. Il giorno in cui vorrai prendere questo impegno con te stessa comincia col prendere un diario dei sogni e fare test di realtà. La meditazione ti sarà di aiuto. Attenta: troppa volontà crea ansia e disturba il sonno, troppa poca non produce cambiamenti.
Sto pensando se avviare una classe di sogni lucidi o meno.. sono 2 anni che non ne faccio una.. vediamo ho già molte cose che bollono in pentola che non saprei, ma nel caso cerca di partecipare, ti sei messa nell’apposita mailing list?

massimo

Salve, in rif. alla meditaz. con supporto di mantra: a tuo parere come mai in alcune scuole vipassana si sconsiglia di usare questo supporto di meditaz e si sottolinea di preferirgli sempre il respiro…ho sentito delle spiegazioni ma non credo averle comprese bene.Grazie

Claudio

ciao Massmo forse ne faccio un video, ma visto che ci vorrà un po’ intanto ti rispondo.
Ovviamente bisognorebbe sentire chi lo afferma, tuttavia visto che anche io lo sconsiglierei ti do il mio parere.
Se da una parte il meditare con un mantra assomiglia ad una samatha, dal momento che il mantra è effettivamente un oggetto di focalizzazione che si usa in samatha, rispetto alla vipassana ha un difetto mentre al contrario il respiro ha un pregio.
Visto che in vipassana il focus passa dalla consapevolezza focalizzata, all’oggetto alla consapevolezza pura: il mantra ha una sua propria vibrazione o suggestiona che orienta “viziando” la meditazione verso il mantra e non verso una consapevolezza pura, mentre il respiro è naturale è lì in ogni istante e diventarne consapevoli significa entrare nell’esperienza di vivere.. vivere il qui ed ora. Quindi il mantra vizia il respiro favorisce la consapevolezza pura.
Questo il mio personalissimo parere

Antonio

Ciao, ho intenzione di intraprendere un percorso di crescita personale al fine di limitare i danni da stress da lavoro per lo più che mi porto da qualche anno.
Prima di intraprendere il percorso, sto facendo alcune ricerche in merito alle varie tecniche meditative esistenti e percorsi di tipo psicologico, non necessariamente individuale, tipo il training autogeno.
Tra queste tecniche di meditazione, mi hanno consigliato quelle di Osho.
Volevo sapere cosa ne pensi delle tecniche proposte da Osho ( che peraltro ne sono diverse).
Io sarei più orientato verso il training autogeno, o meditazioni tipo mindfulness o meditazione trascendentale.
Grazie anticipatamente

Claudio

Ciao Anonio intanto mi congratulo per il desiderio di fare un percorso di crescita personale.

Un supporto di un professionista rimane secondo me, sempre un supporto valido ed in certi casi imprescindibile.

Il training autogeno, per quanto calmante, lo trovo limitato (è un parere personale ma è questo che mi chiedi).

Osho, può essere valido, specie se hai difficoltà a rimanere fermo, ma tenderei a non caldeggiarlo più di tanto specie perchè è molto “Osho” nel senso che è molto legato alle sue credenze spirituali (validissime per carità).

Mindfulness è perfetta (ma sono di parte visto che insegno la vipassana da cui nasce la mindfulness).

La trascendentale pure può funzionare, sicuramente ha un effetto calmante, costa un po’, ma in genereale chi la fa ne è abbastanza contento.

Vipassana-Mindfulness per me è la migliore: non solo ha una parte “calmante” ma sviluppa la consapevolezza a tuttotondo.

Mi sento di consigliarti un corso che ho fatto sull’ansia e lo stress, qui trovi la pagina di presentazione, come in tutti i corsi che propongo c’è la garanzia soddisfatto o rimborsato:
https://www.comemeditare.it/ansia

Antonio

Grazie Claudio per la rapida risposta.
Sto valutando quale sia per me il miglior percorso da seguire.
Diciamo che la “via”di Osho l’avevo esclusa a priori, l’avevo introdotta solo perché una persona a me cara la consigliava fortemente.
Le opzioni più serie sono la Mindfulness o la M.T. o eventuali percorsi personalizzati.
Grazie ancora

Claudio

prego Antonio, se vuoi ancora il mio parere sulle due a confronto lo trovi qua:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale-o-vipassana/

ma se hai già una tua idea lascia perdere e segui il tuo istinto, vai nel link solo se hai dei dubbi o poca conoscenza di entrambe.

Un percorso seguito personalmente dal vivo sarebbe ideale, ottima scelta. Altrimenti online ho il piano di coaching in abbonamento mensile: https://www.comemeditare.it/proposta ma dal vivo è meglio 😉

Fiorenzo Ranucci

Buongiorno Claudio grazie per i tuoi preziosi suggerimenti su come meglio meditare. Ho da un po’ di tempo tralasciato di seguirti in quanto impegnato in alcuni percorsi di approfondimento sulla medicina energetica che insieme all’alimentazione naturale sono due dei campi che seguo e sempre più cerco di approfondire da alcuni anni. Mi sono avvicinato a te qualche anno fa acquistando uno dei tuoi corsi che non riesco più a trovare ed un tuo testo. Ti stimo ed apprezzo sia dal punto di vista professionale in qualità di esperto della Vipassana e sia da quello umano spirituale. Vorrei riprendere, tempo permettendo a seguirti. Ti chiedo anzitutto se ti è possibile ritrovare il corso che avevo acquistato e poi mi necessiterebbe una tua spiegazione sulle differenze tra le varie meditazioni in particolare con la trascendentale di Marahishi e la Mindilfuness. Per quanto riguarda i tuoi consigli sulle cinque regole base per rendere migliore la Meditazione che hai indicato, ti chiedo nel caso di una problematica fisica valgono ugualmente ed eventualmente come approcciare il disagio bio chimico fisico? Per ora ti ringrazio per l’attenzione e ti invio un mondo di luce per la tua benefica attività

Claudio

Per quanto riguarda le varie meditazioni qui trovi un articolo in cui parlo di varie tecniche:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/tipi-di-meditazione/
la vipassana e la la mindfulness si assomigliano e ne parlo qui:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-vipassana/mindfulness-vs-vipassana/
Qui confonto la vipassana con la meditazione trascendentale, ti consiglio questo articolo, credo che già solo questo soddisfi gran parte delle tue curiosità:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale-o-vipassana/

per quanto riguarda il disagio avrei bisogno di maggiori informazioni. Qual’è il problema? Il dolore? La non accettazione del problema (che blocca ogni possibile risoluzione)? O cosa? Se vuoi intervenire direttamente nella chimica userei la chimica, se vuoi agire energeticamente, benchè la meditazione fa il suo, credo che tu ne sappia più di me se ti occupi di queste cose.

Evidenzio solo il pericolo della “seconda feccia“: ovvero quel disagio (che alimenta il malessere)che nasce dalla non accettazione dello stato delle cose che non permette di prenderne atto pienamente. Intendo l’avere fretta ed ansia di cambiare “cio che c’è” in “ciò che idealmente vorremmo ci fosse”

Claudio

Ciao Eleonora, grazie dell’interessamento e congratulazioni per il desiderio di fare un percorso meditativo. Attualmente faccio solo corsi online, mi sto concentrando da molti mesi sulla realizzazione di un corso sull’aldilà e mi sta prendendo molte energie quindi non ho in programma corsi in presenza da qui a poco tempo. Comunque per essere avvisata ti invito a iscriverti alla mailing list apposita che trovi qui:
https://www.comemeditare.it/eventi/

Claudio

ciao Maurizio se ti riferisci al servizio in abbonamento chiamato Come Meditare Coaching il pagamento evverrà ogni 300 giorni e verrà rinnovato in maniera automatica. Normalmente suggerisco di fare almeno i primi 4 mesi ma c’è chi rimane anni (siamo in pochi però altrimenti faccio fatica a rispondere alle domande di tutti). Puoi disdirti quando vuoi anche nel periodo gratuito se previsto.
Tutti gli altri prodotti invece non sono in abbinamento, li paghi una volta sola e rimangono tuoi virtualmente “a vita”

Luca

Ciao Claudio,non ricordo in realtà se ti ho già posto questa domanda in passato: anche se non esiste una durata ideale, per un meditante relativamente esperto, con più di 500 ore di meditazione, quale credo sia la durata ideale di una sessione di pratica ?
Grazie ☺️

Claudio

ciao Luca, ad un esperto direi di non focalizzarsi molto sulla durata, ma di mettere comunque un timer e attenersi alla durata preipostata, per evitare di smettere “quando ti rompi” ma di andare in fondo ed attraversare anche quei momenti.
20 minuti, 30, 40, 60, anche 10 vanno sempre bene.
Ciò che comunque direi ad un esperto è, se non ha mai fatto un ritiro, di farlo

Beniamino.sordoni

Buon giorno Claudio, scusa se non è il luogo adatto per chiederti un parere, ma meditando secondo il metodo del mio maestro di meditazione, mi stò focalizzando sulla non mente.
Il problema che cosi’ facendo tendo a spegnere il cervello, con abbassamento graduale della mia vitalità. E semi sembra che la mia mente si ribelli a questo spegnimento.
Sai dirmi qualche cosa?
Un saluto
Beniamino Sordoni

Claudio

ciao Beniamino, inannzitutto è proprio il luogo adatto per pormi le domande e mi fa piacere.

La vera risposta che posso offrirti è: se hai un maestro segui con fiducia le sue indicazioni ed eventuali dubbi dipanali con lui: se dicessi cose diverse che fai?
Abbi fiducia nel tuo maestro altrimenti è meglio cambiarlo.

Il punto è questo: cosa significa meditare sulla “non mente”? come si fa? Cosa fai esattamente?
è una cosa molto sottile e delicata da fare e può essere molto destabilizzante.

Se il tuo maestro sa quello che sta chiedendoti, o è un incapace ad insegnare o è uno che sa che tu sei all’altezza di fare questo passo: abbi fiducia il lui ed in te stesso.

Certo chè è destabilizzante, se mediti sulla “non mente” la “mente che mente” non ci stà: è normale che accada solo che rishi di perdere tutti i tuoi punti di riferimento: è un bene?

dipende.. se sei pronto sì, altrimenti rischi di fare danni nel destrutturare una personalità specie se è fragile e non pronta. (Io tendo a non farlo o solo con pochissime persone)

Ma torniamo al punto: presumo che il tuo maestro ti conosca mentre io non ti conosco.
Perchè lo chiedi a me? Ti fidi sul serio del tuo maestro?

Ti consiglio di mostrare questa tua domanda (e la mia risposta) al tuo maestro e parlarne con franchezza ed apertamente, perchè anche il fatto che tu l’abbia chiesto a me o non a lui denota un tarlo nella fiducia che hai in lui: questo tarlo non ti aiuta.

Il migliore aiuto che posso offrirti quindi, non è dirti che è sbagliato o giusto meditare sul non sè: posso solo fare 2 cose per te:
1) dirti che è normale l’effetto destabilizzante che produce e soprattutto
2) levare quel tarlo e parlarne col tuo maestro.. Quest’ultimo è il “lavoro” più importante al momento perchè senza fiducia (in te e nel maestro) vai poco lontano.

Non temere di metterti a nudo davanti a lui condividendo i tuoi dubbi, osa!

S.

Ciao Claudio, sono un laureando magistrale in filosofia con due tesi di carattere buddhologico all’attivo, di cui una di tipo sperimentale. Mi piacerebbe vivere insegnando il Dharma e la meditazione, pur consapevole che la loro natura non sia economica e il loro scopo non sia quello di consentire l’arricchimento materiale. Tuttavia, bisogna pur svolgere un lavoro per mantenersi e il migliore sarebbe quello conforme in massimo grado alle proprie passioni.

Mi piacerebbe, dopo la laurea, iscrivermi al Master in “Studi orientalistici e interculturali” della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini, per approfondire le mie conoscenze in materia di pensiero “orientale”. Inoltre, vorrei conseguire il Master in “Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze”, promosso dall’Università La Sapienza di Roma. In tal modo, dopo cinque anni di studi filosofici e due Master, avrei un’ottima formazione, quanto meno di base.

Mi chiedo, però, se il lavoro di insegnante di mindfulness sia in grado di consentire il pieno sostentamento di una persona o se invece non debba essere un lavoro secondario da affiancare ad un altro meglio retribuito. Ti andrebbe di raccontare la tua esperienza sotto questo aspetto?

Claudio

ciao S. i monaci possono permettersi di fare una vita del genere noi laici abbiamo qualche difficoltà in più. Per me è stata una scommessa ed un azzardo poterci provare, avevo però 2 cose a mio favore, forse 3..

la 3a, che potresti avere anche tu, la capacità di potere rinunciare facilmente a tanti lussi ed ad una posizione sociale che la società “si aspetterebbe da te”, ovvero non ho problemi -più di tanto- a stringere la cinghia.

le altre due sono:
1) avevo una casa di proprietà e qualche, seppur minima, rendita passiva (ma avevo ed ho tutt’ora un figlio da mantenere ecco perchè dico “più di tanto”)
2) avevo un “piano B” compatibile con quello dell’insegnamento della meditazione (insegnare il Dharma è un po’ più delicato, ma è un’altro argomento) ero anche un counselor diplomato e potevo spostarmi lì.. anzi a dirla tutta quello era il mio “piano A” ma alla fine ha prevalso la meditazione su tutto.

Ho avuto anche la fortuna di incontrare un maestro di Dharma (Italo Cillo) che era anche insegnante di marketing online e mi ha dato molto (sia spiritualmente che nel marketing etico). Ma erano tempi in cui era strano pagare qualcuno online ed ad oggi ancora molti ritengono che dare dei soldi per imparare la meditazione sia strano e che dovrebbe essere gratis (dimentichi che in oriente la generosità è ampiamente diffusa, qui in occidente è più “karmicamente corretto” chiedere soldi.. ma anche questo è un’altro argomento).

Anche il mio maestro radice (Mario Thanavaro) che è stato un monaco theravada per 18 anni ha scelto, una volta smonacato, di insegnare meditazione e Dharma, faticando non poco. Da monaco ed abate era “coperto” anzi maneggiava i soldi che riceveva per i monasteri di cui era abate e diceva a se stesso “quanto costa alla comunità mantenerci in povertà”, ma da laico, senza un abito ha faticato parecchio tuttavia vive di quello.

Ad oggi, se non avessi figli credo che potrei viverci di sola “meditazione”, o meglio sopravviverci, facendo estrema fatica (faccio fatica anche con le altre entrate), ma sono felice della scelta di avere rinunciato a fare il produttore teatrale (in cui il solo stipendio giornaliero di uno dei miei attori corrispondeva a più di quello che percepisco in un mese). Non tornerei mai indietro.

Probabilmente ti consiglierei di provarci e mantenere anche un lavoro magari compatibile con l’altro e vedere, quando ti sarai avviato, se e come puoi rinunciare all’altra entrata.

Inutile dirti di avere un sostentamento corretto visto che conosci l’ottuplice sentiero, probabilmente avrai anche la vocazione ad assistere gli altri, quindi mi sento di ricordare quel saggio cinese che disse: “scegli un lavoro che ti piace e non lavorerai mai un solo giorno della tua vita”

Simona

Ciao Claudio, mi piace molto il restyling del tuo sito web. È più intuitivo, scorrevole e veloce nella lettura. Come sempre ciò che scrivi e tuoi video sono perle di saggezza. Trasmetti pace e serenità. Grazie.

Gianluca

Grazie Claudio. Sempre gentilissimo.
Quindi l’approccio mindfulness nella Vipassana dovrebbe essere quando siamo pienamente presenti ad ogni stimolo che arriva?
Se arriva un rumore, ne siamo coscienti, se sentiamo una porta sbattere ugualmente.
Quindi una continua consapevolezza.

Claudio

ciao Gianluca, ho notato che chi pratica la meditazione di consapevolezza imparandola tramite le scuole di mindfulness ha una maggiore propensione a etichettare per esempio
quando dici “rumore” hai già perso molti passaggi eccone alcuni:

1 una vibrazione ha toccato il tuo orecchio
2 era sgradevole e anziche “suono” lo hai già chiamato “rumore” come se la sgradevolezza fosse esterna, del suono, non interna, del tuo modo di percepirlo.
3 “porta” è una immagine preconcetta preesistente nella tua mente che hai appiccicato a quella esperienza “riconoscendola” più che “conoscendola”: stai proiettando il passato o l’ideale all’esperienza reale del momento

Non ti preoccupare è comune non scorgere questi passaggi, ma voglio aprire in te e in chi ci segue la possibilità di coglierli dando all’etichettare una effettiva utilità superficiale, allo stesso tempo, per andare a fondo bisogna essere in grado di aprirsi ad esplorare anche oltre le etichette.

c’è un mondo di accadimenti prima che la mente frettolosamente si sbrighi ad etichettare e archiviare smettendo di esplorare e raffinare la conoscenza

Gianluca

Grazie Claudio. Ho capito benissimo cosa intendi. Cioè se l’approccio è quello mindfulness dell’etichettare, che sia quantomeno un etichettare fatto dai vari stimoli che arrivano all’esperienza.

Claudio

quando sei consapevole di quello che ti succede stai meditando bene.

Non è quindi il respiro diverso dalla tua aspettativa idealizzata a cui credere (è solo un ideale ed appartiene al mondo delle fantasie) ma al fatto che ti stai accorgendo di esso: che è consapevolezza.

Di fatto è impossibile “non riuscire a meditare” vai quì e ti sarà più chiaro:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/non-riesco-a-meditare-ecco-come-con-la-tecnica-di-meditazione-vipassana/

Gianluca

Ciao Claudio,
hai parlato di Vipassana con approccio mindfulness per quanto riguarda l’etichettare.
Cosa intendi? Il fatto di esserè pienamente coscienti ad ogni stimolo?

Claudio

ciao, quando ti dicimentalmente “sto respirando” o “sta abbaiando un cane” o “mi ero distratto” stai etichettando.

Abbi pazienza se non rispondo subito, specie se mi scrivi nei fine settimana, ogni tanto anche io vado in vacanza o faccio dei ritiri in silenzio da tutto: mai stai tranquillo che appena posso rispondo

elsa flora

ciao sto cercando un corso di buddhismo però io sono prothestante, andrà bene lo stesso? comunque adesso lo cerco su internet perchè l’unico che ho trovato a chiavari è stato chiuso l’anno scorso. mammammia che posto di merda che è chiavari…è un unica famiglia con gli stessi parenti e i figli tutti imparentati… io ho sempre abitato a bologna e quindi mi sono iscritta ma ho frequentato pochissime volte al corso di yoga di jimmi dei ramana però era bellissimo…ad esempio mi potrebbe servire come meta per andare in bicicletta da qualche parte…vabbè adesso è inverno e vado a piedi, sigh, dal monte curlo…che però è un posto splendido…per ora mangio yoga cioè sono vegetariana, sai avevo scritto alla regina elisabetta e al papa e mi hanno detto di non preoccuparmi e di aggiungere il pollo e un pò di delikatessen…a marsiglia mangiavo la frutta sciroppata-il patè-e le chips con tre euro al giorno grazie alla chiesa e alla mendicanza, non so se si dice così, perchè mi hanno rubato i soldi della vacanza ma mi piaceva tantissimo stare lì e non più a chiavari. boh comunque non credo alla esistenza di dio e degli dei infatti ho la fede nella chiesa e nei santi, ciao da elsa, salute et amen.

Claudio

ciao Elsa puoi seguire un corso di buddhismo che te ne sveli i contenuti senza cercare di covertirti: io devo al buddhismo l’essermi riconcigliato con la mia religione matrice che è il cristianesimo (nel mio caso prevalentemente cattolico).
Se uno segue il senso profondo di ciascun insegnamento dovrebbe giungere alle stesse conclusioni.
Posso proporti il corso fatto da me (sono apprezzato per il modo semplice e diretto di svelare le cose) c’è una versione gratuita che contiene 3 e passa ore del corso completo a pagamento (che è di circa 4 ore)
qui puoi avere gratis, in piccole pillole, la parte gratuita del corso che è già abbastanza completa di per se:
http://www.comemeditare.it/buddismo-corso-gratis

se invece ti interessa completarlo velocemente e farlo tutto puoi scegliere la versione a pagamento (costa poco):
https://www.comemeditare.it/buddismo/

Martin

Caro Claudio,

Grazie alla meditazione e ad experts come te che ne divulgano l essenza con la praticità insegnata anche dal tuo ultimo libro, ho superato stati di ansia gravi e compromettenti che duravano ormai da decenni e resistevano a ai farmaci ed alle psicoterapie convenzionali.

Prima più di stile induista (Advaita Vedanta…almeno penso 😅), con l obiettivo di connettermi a ciò che di più profondo e sicuro trovassi dentro di me attraverso il respiro,
adesso principalmente Vipassana (anche se mi piace ancora oggi ogni tanto concedermi un bonus di Advaita, per me piu metafisico, visto che trovo siano complementari e non incompatibili come alcuni dicono)….
pratico quotidianamente da tre anni e da circa 1 anno ogni giorno è Vipassana.
Le mie paure sono diventate un libro aperto e piu vado avanti più questo libro si trasforma in una lettura piacevole ed intrigante 😊

Se da una parte sono riuscito a dissolvere l ansia nei momenti di solitudine e posso finalmente vivere con piacere la mia propria compagnia (stare da solo è stato il mio incubo per anni…)
dall altra, la mia sfida attuale sono i momenti di over-reaction quando mi trovo in situazioni di stress nel mezzo del caos sociale. Situazioni comuni e semplici come qualcuno che ti taglia la strada nel traffico….🥵

Quello che noto in questi casi è che il tempo che in casa mi permette di mettere a fuoco il qui e ora, manca in queste circostanze dove a volte l eccesso di @Sensazioni@ può scaturire in un attacco di panico mentre ad esempio stai parlando ad un pubblico o comunque una reazione di cui sai già che non sarai orgoglioso 😅
In quei momenti, diversamente da casa, non puoi stoppare tutto e prenderti un momento, soprattutto mentre dialoghi con persone in contatto visuale. Ti rendi conto di quello che ti succede dentro, ma allo stesso tempo devi continuare il “discorso” con chi ti sta davanti guardandoti negli occhi… e allora vado in overload e confusione 😂
Quando sei in macchina e il tale ti taglia la strada, la mia reazione di stizza è molto più rapida della mia presa di coscienza…che alla fine delude perché ancora una volta arriva tardi e quindi non è più concretamente utile

Mi rendo conto che si tratti di meccanismi e soluzioni che potrebbero essere lavorate in ambito cognitivo comportamentale ma sinceramente sono arrivato alla conclusione che là meditazione e la ter cogn comp siano più simili di quanto si possa pensare…😅 (mi permetto di parlare solo della mia esperienza che però include anni di psicanalisi, psicoterapia di esposizione, farmaci ormai smessi etc…)

Sono molto felice del mio percorso e ancor di più di poterlo dire con la serenità nel cuore dopo decenni di ansia patologica che ho perso tempo a combattere invece di abbracciare, sia perché ero troppo giovane che per la confusione con cui le cause e gli effetti mi dominavano a volte per ore che alimentavano altre ore cin sensi di colpa ed insicurezze

Bene,
Dopo questo sproloquio e sempre tu ne abbia tempo, ne approfitto per ringraziarti per quello che fai e per chiederti se hai un consiglio o un opinione su come applicare la Vipassana nei momenti diciamo piu’ busy del quotidiano in cui non ci troviamo nell ambiente protetto di casa ed i tempi di reazione richiesti sembrano irrealmente brevi 😁

Che tu sia Felice Claudio 🙏🏼

Ps.: e per felicità intendi la pace che ci permette di vedere la magia di ciò che già esiste intorno a noi

Claudio

ciao Martin , spero di riuscire a darti una risposta più esaustiva al momento dico che..

tecnicamente il modo lo conosci già: riporta la tua attenzione al qui ed ora (respiro, sensazioni alla pancia eccetera). “Ma non è possibile: è troppo veloce!” potresti rispondermi. Ma anche il pensiero è veloce, molto più della luce, basta riportare l’attenzione al respiro anche mentre sale la rabbia o l’ansia “da palcoscenico”. Non importa se credi che stai perdendo tempo: è l’ansia che te lo fa pensare. Invece “investire degli istanti per riportarti alle sensazioni scardinerà il loop di pensieri compulsivi che neanche sai di avere e che ti fanno crescere l’ansia.

Per quanto riguarda il bellissimo PS che hai scritto è proprio quello il punto, anzi quello è “il centro di gravità permanente” è la felicità che non cambia ne con gli alti ne coi bassi ovvero è la vera felicità. E benchè apparentemente meno raggiungibile quando siamo in preda a rabbia e turbamenti vari lo è: è accessibile sempre e comunque

tanta gioia quindi

Luca

Buongiorno Claudio,la mia è una curiosità da praticante ed Istruttore Mindfulness: quanto dura una tua sessione di meditazione?
Sto parlando della meditazione seduta principalmente….grazie

Claudio

ciao Luca, innanzitutto scusa per l’ attesa.

Non c’è un tempo sempre uguale a se stesso. Per me stesso dipende da quanto tempo ho 10,15,20,30 minuti, forse più spesso 20, ma anche 1 ora o più. Dipende. Normalmente preferisco fare più di una al giorno piuttosto che una sola lunga, ma anche qui dipende: potrebbe succedere che sento il bisogno di fare sessioni più lunghe ed in tal caso la “norma” se ne va a quel paese.

Da istruttore tendenzialmente non c’è una “norma”: dipende dal “qui ed ora”. Sento e pecepisco il mood che allo stesso tempo posso influenzare. Posso decidere tal volta di rispettare una percezione di stanchezza o di calcare un po’ la mano anche a seconda di chi ho davanti e dalla pratica che stiamo facendo o dall’argomento di riferimento. Una metta completa richiede dei passaggi che possono avere un loro tempo, ma posso ricreare una metta più semplice.

Un incontro dal vivo dura 1 ora e mezza ma in quel lasso di tempo posso proporre più di una pratica con anche un discorso di spiegazione/introduzione o “Dharma”.

Normalmente ad un conduttore suggerisco di farsi strumento e mettersi da parte. Ovvero benchè uno possa avere preparato un argomento, nel momento dell’incontro meno “io” c’è, più si diventa catalizzatori di un flusso che non è più “mio”, difatto è come se fossi uno strumento, come ad esempio un rubinetto, che non è l’acqua che ne scorre dentro.

Sentire quel flusso fa parte delle migliori esperienze, le peggiori sono quelle dove l'”io” si è reso più protagonista: io sono fico, io sono preparato, io insego a te (io sono ok tu non sei ok), io ho una scaletta e deve essere rigida (anche se la platea che ho davanti è diversa da quella per cui ho preparato la scaletta) eccetera.

Ti propongo una suggestione per capirci meglio: Gesù ha detto che quando delle persone sono riunite in nome suo Lui sarà lì. Da un punto di vista esoterico si tratta di permettere a “Lui” di esserci, tu sarai solo un catalizzatore: meno ego c’è più flusso “non tuo” si manifesterà. Cionondimeno sta a te fare da strumento di catalizzazione. Ricordandoci che il potenziale del risveglio è in chiunque (Buddhità).

Da un punto di vista psicologico si tratta di usare un approccio Rogersiano di rispetto del gruppo con empatia, accettazione incondizionata e autenticità (non temere di evidenziare aspetti delle propie difficoltà se possone essere di aiuto). Anche ricordare l’approccio dell’okkeità (io so che tu sei ok proprio come me) aiuta a “scendere” dal palco dell’ego.

Alla fine mentre aiutiamo gli altri ad “Ascoltare” non possiamo esimerci “dall’Ascoltare” noi stessi il “qui ed ora” nel suo fluire. Quindi non può esserci una “norma assoluta”.

Gianluca

Buonasera, devo ancora finirlo il libro ma mi piace per ora. Ho letto un po’ di libri di tich nath han e simili , più o meno il concetto e sempre lo stesso, non farsi dominare dai pensieri del passato e del futuro e vivere il presente ricordandoselo spesso con la meditazione… Sono rare le volte che la meditazione del respiro mi dia “serenità”.., spesso queste respirazioni mi mettono ansia e palpitazioni, non capisco perché. Non riesco a respirare molto bene con il naso (nonostante abbia fatto recentemente una rinosettoplastica e turbinati) , quindi limito l’aria che entra…forse e questo il problema che mi crea ansia e palpitazioni ?..
Di buono posso dire di ricordarmi spesso di fare qualche respirazione ed espirazione per tornare nel qui e ora , anche se spesso è la rabbia a controllare me e non io lei …
Comunque mi sembra un libro molto interessante e approfondito, un libro da riprendere spesso in mano.

Claudio

ciao Gianluca, il motivo per cui ti succede questo lo posso solo immaginare, ma non lo posso sapere. Nel mio immaginario -del tutto da verificare- credo che possa essere che fatichi a lasciarti andare all’esperienza qualunque questa sia. Rabbia, ansia, paure possono essere osservati e trascesci, ma se ci fai a braccio di ferro, quando emergono, non fai che aumentare l’avversione (leggasi rabbia) e la voglia di eliminarle oltre alla paura (potresti dire “oddio e adesso che mi sta capitando”). I pensieri sono subdoli e rientrano dalla finestra appena sei riuscito a metterli alla porta, ma questo vale per tutti anche per me.
dai una occhiata qui:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/ansia/meditando-mi-cresce-lansia/#more-30340

Claudio

ciao Carmine penso che è strano che ti affidi ad uno psichiatra per farti curare, vai da lui lo paghi e poi chiedi ad uno che non hai mai incontrato e che non fa il medico (e di farmaci ne sa poco) cosa ne pensa della cura del tuo psichiatra. Mi spiace Carmine non mi occupo di farmaci ma di meditazione, non posso sostituirmi al tuo psichiatra di fiducia e non sono in grado di rispondere alla tua domanda, non ne ho il titolo.

Alberto

La meditazione vipassana (” palestra per allenarsi a stare nel qui ed ora “) può portare ad uno stato di visione superiore (illuminazione) ?
Se sì… in che modo opera a tal fine?
Grazie 🙏

Aniello

Ciao Claudio sono Aniello ti ho incontrato “per caso” su you tube. Volevo chiederti osservare un pensiero durante la pratica, cosa vuol dire?cosa si osserva del pensiero senza identificarsi? Così come per le sensazioni fisiche o l’emozioni, cosa si osserva?
Grazie
Un caro saluto
P.s. in quale città svolgi i tuoi corsi

Claudio

ciao Aniello, quando osservi il respiro sai che stai respirando analogamente coi pensieri, le emozioni eccetera.
Ad esempio stai meditando e pensi che quando finisci vai a pranzo. Ti accorgi che stai pensando e sai che c’era questo pensiero, potresti vedere come questo pensiero genera in te brama, desiderio. Potresti vedere una specie di insofferenza per il fatto che stai meditando (che è il seme dell’avversione e dell’odio) potresti anche notare che i muscoli si sono tesi come per prepararti ad alzarti.
Ovviamente è solo un esempio a te potrebbero capitare cose diverse ma in questo esempio hai osservato il pensiero, le sensazioni dei muscoli, l’avversione, l’attaccamento eccetera.
Al momento (col covid) faccio online

Alessandro

Ciao Claudio,
ultimamente quando medito ho la sensazione di non lasciare lo spazio necessario affinché i pensieri sorgano spontaneamente. Mi sembra o di “scegliere” pensieri che ho in testa durante la giornata, o di “sopprimere” ciò che potrebbe sorgere ritornando immediatamente alla respirazione. Sono troppo razionale o sto rimanendo troppo in superficie?

Marcella

Ciao, pratico la meditazione (15 minuti al mattino) da circa un anno. Quando, per un motivo o l’altro, non lo faccio, mi accorgo della differenza con cui reagisco alle varie occasioni di stress quotidiano. La mia domanda è questa : talvolta, concentrandomi sul respiro, attraverso gli occhi chiusi , mi capita di vedere immagini molto colorate, quasi un caleidoscopio. Sono immagini astratte in movimento, che agganciano la mia attenzione.
Sono molto piacevoli da osservare. Ricordano un po’ le immagini di nebulose e galassie. Mi piacerebbe conoscere il tuo parere.
Grazie, per tutto il lavoro e il supporto che dai. Marcella

Mary

Ho trovato chiare e semplici le spiegazioni fornite. Altrettanto la meditazione. Volevo però chiedere qualora all’interno della meditazione di volesse inserire un pensiero o una frase di guarigione fisica o mentale quale il momento migliore?

angelo

Ciao. Ho letto molto sulla vipassana (e forse praticato poco) e mi sorge un pò di confusione riguardo al fatto che alcuni insegnanti (molto importanti) fanno interminabili elenchi di cose su cui appoggiare la meditazione (tipo i 7 fattori di risveglio se ci sono o no, le condizioni della mente..etc) rendendo la meditazione forse un pò artificiale ed altri che dicono genericamente di basarsi solo su quello che si sperimenta spontaneamente. Alcuni sottolineano l’importanza del “nimitta” ad esempio e sembra che senza che questo “segno mentale” la vipassana non possa neanche iniziare. Altri neanche lo citano. Io non l’ho mai sperimentato. Sono un pò perplesso

Daniele

Ciao Claudio, innanzi tutto ti ringrazio per quello che fai, perchè è grazie ai tuoi video che ho potuto provare e avvicinarmi alla meditazione.
Se possibile avrei due domande da porti:
1)Oltre alla sessione seduta e a quella camminata, come potrei portare la meditazione nella vita quotidiana?
2)Nella meditazione seduta, trovo piu’ difficolta’ nello stare con l’oggetto che in quella camminata. Questo perchè durante la seduta si presenta molto spesso il torpore, o comunque non chiarezza nella mente. Molti pensieri che mi distanziano dall’ osservazione del respiro. Cosa dovrei osservare in quei momenti? come potrei fare?

Spero di essermi fatto capire.
Veramente Grazie.

Selenia

Caro Claudio, hai parlato una volta del vedere i nostri meccanismi nel profondo…quando si va in profondità….col respiro vado giù e vedo le dinamiche…ma non ad un livello concettuale ..se puoi spiegarlo meglio…questo Vedere che non viene dalla mente…e quell’andare giu’ … Anni di Mediazione , ma forse qualche difficoltà a comprendere questa profondità …vedo le dinamiche ma a livello mentale
Grazie
Che tu sia felice che tutti gli esseri Siano felici

Roger

ciao Claudio! Puoi chiarire i passagi da meditazione del respiro alla Vipassana! partendo dalle differenze spiegandone le caratteristiche e arrivando alle modalita’ applicative, con i relativi risvolti applicativi in campo clinico .Non mi sono ancora molto chiari: approfitto della tua competenza e grande pazienza per entrare in consuetudine con argomento la cui applicazione non mi trova pronto in maniera agevole. Grazie della tua presenza! Roger augurantodi ogni bene!

Claudio

abbi pazienza Roger, preferirei non aggiungerti troppe nozioni, al momento sai già quano “la consapevolezza” sia preziosa e per quel che ti riguarda direi che basta così altrimenti rischi di spostare l’esperienza della presenza in concetti e ideali da seguire

Vito

1) Claudio puoi dirci in che modo la meditazione riesce a riportare calma nella mente?
2) E’ vero che chi pratica la meditazione riesce a controllare meglio le proprie emozioni negative?
Grazie.

Anna Morello

Salve Claudio ,ho fatto il ritiro dei 10 giorni di Vipassana,purtroppo non riesco a praticarla per due ore al giorno,vorrei sapere come mai a.volte.non sento nessuna sensazione nel.corpo?forse la mia mente è ancora molto grossolana?le sensazioni sottili non le avverto ..grazie

Gabriele

Ciao Claudio,
sono interessato al rapporto tra aspetto recettivo e aspetto riflessivo delle meditazioni. La vipassana mi pare di poter dire che ha entrambi questi aspetti: la recettivita’ negli stimoli che vengono dal corpo(caldo, freddo, pruriti, dolori), la riflessivita’ nella rappresentazione immaginativa di particolari del corpo. Un abbraccio

Claudio

ciao Gabriele, idem come paer altri: in attesa di un articolo specifico che estrarrò da questo video, intanto ti linko il video per intero in cui trovi anche la tua risposta ma credo che troverai tutto il video interessante perchè altri, con una formulazione diversa, hanno avanzato dubbi simili ai tuoi:
https://youtu.be/Ok4qkNJ1FgE

Roberto

Ciao Claudio, piu’ che porti una domanda specifica, volevo condividere con te questa mia esperienza: non appena comincio a meditare, mi viene istintivo cominciare ad organizzare mentalmente le mie giornate. All’inizio questo mi dava l’impressione che grazie alla meditazione stessi diventanto piu’ produttivo ed organizzato, poi pero’ ho capito che questo era abbastanza invalidante ai fini della meditazione, cioe’ ottenere concentrazione va bene, ma vorrei superare quest’ostacolo. Nelle varie letture/libri non mi e’ mai capitato di sentire nulla del genere!
Grazie di cuore.

Claudio

ciao Roberto in attesa di un articolo specifico che estrarrò da questo video, intanto ti linko il video per intero in cui trovi anche la tua risposta tuttavia credo che troverai tutto il video interessante perchè altri, con una formulazione diversa, hanno avanzato dubbi simili ai tuoi:
https://youtu.be/Ok4qkNJ1FgE

Gianluca

Ciao Claudio. Prima di tutto grazie per i tuoi splendidi libri. Dove i tuoi consigli pratici si uniscono alla conoscenza degli aspetti teorici. Io da ossessivo, sto trovando molto giovando dal tuo libro sul DOC.
In riguardo alla Vipassana, possiamo entrare in Vipassana dal semplice ma non facile stare con i passi durante la meditazione camminata? Cioè fare “diventare i passi” una samatha?
Un caro abbraccio.
Gianluca

Gianluca

Grazie Claudio per la tua risposta che ho trovato molto esaustiva nel tuo video. Poi attendo con tanto piacere il tuo articolo in riguardo al video.
Un abbraccio e grazie per quello che fai!

Giusi

Ciao Claudio
Quando medito sull’osservazione dei pensieri non riesco mai ad osservarli nel momento in cui sorgono, ma sempre quando sono appena terminati. Quando và bene e me ne accorgo. Allora li riacciuffo ed è come se riavvolgessi il nastro. So che è occorre tanta pratica prima di poter osservare i pensieri simultaneamente al loro sorgere. Ma sono diversi anno che medito e questa dinamica è rimasta inalterata.
Consigli di arrendermi a questo mio modo di osservare o provare ad insistere nel captarli al volo?
Grazie mille,
Hari Om
Giusi

Claudio

ciao Giusi, accorgersi dei pensieri è già un buon livello di consapevolezza, ma una volta che li hai scoperti, non inseguirli: non riavvolgere il nastro. Così come non vanno cacciati via (che è una forzatura) non vanno nemmeno trattenuti (che è un altra forzatura). Se quando divieni consapevole occupi la mente col vecchio pensiero come puoi accorgerti del nuovo quando sorge?
Stai con quello che c’è non inseguire i vecchi pensieri, non trattenerli e abbandona anche il desiderio di vederli sorgere per forza: accontentati di rimanere consapevole della loro presenza. Sviluppa e raffina la consapevolezza La consapevolezza si può raffinare solo stando con quello che c’è, non con gli ideali (pensieri preconcetti) ne riavvolgendo un pensiero che se ne stava andando.
è assai più facile scoprire un pensiero mentre esisteva e nel momento in cui lo oservi questo tende ad andarrsene, quindi non mi sorprende che dici che te ne accorgi quando era finito, per il semplice fatto che spesso l’accorgersi dei pensieri tende a indebolirli e a metterli sullo sfondo fino alla loro scomparsa.
Nota piuttosto come ti fa stare a livello di umore, di emozioni, la postura fisica e come stanno i muscoli in corrispondenza di quel pensiero.
Dopodichè rimani nello spazio vuoto tra un pensiero e l’altro fino a che non ti accorgi che altri pensieri avevano trovato spazio e così via

Claudio

ciao Carmine ormai hai abbastanza consapevolezza da capire che, stando a quel che mi dici, hai bisogno di fare un percorso serio con un professionista che sappia ascoltarti: uno psicoterapeuta che ti supporti. Non credere che fare domande su un blog possa sostituire un percorso umano, con un professionista che sa come sostenerti, per piacere prenditi cura di te e chiama un buon terapeuta dalle tue parti. Puoi andare anche “a caso” tanto il caso non esiste

Pamela

Salve, trovo opinioni contrastanti circa il fatto se una stessa meditazione per aver efficacia va fatta per un periodo di tempo o se per avere benefici si può fare anche una meditazione diversa ogni giorno.

Claudio

Salve Pamela, quindi se vai in palestra ogni giorno (meditare) è contrastante da ciascun singolo esercizio che fai in palestra? Andare in palestra da benefici a tutto tondo ciascun esercizio ne da di specifici. certo puoi andare in palestra e fare “solo” ciclette, vorrà dire che ti vuoi esercitare su quell’aspetto. Non capisco cosa non ti sia chiaro da come la metti capisco che è come se andare in palestra fosse in constrasto con la ciclette. Per piacere spiegami meglio se non dovessi avere capito il contrasto, perchè io non ne vedo alcuno.

pamela

Ok, ora penso di aver capito. Il mio pensiero era, ho bisogno di alleviare l’ansia, faccio una meditazione specifica per l’ansia e la ripeto per tot tempo. In questo modo arriverò ad alleviare l’ansia. Se faccio diverse meditazioni, ad esempio con tecniche diverse, e le alterno non avrò benefici. Non so se riesco a spiegare bene il mio pensiero. A quanto però mi ha risposto credo che voglia dire che la meditazione fa bene di per se, l’importante è praticarla, non è importante se un giorno ci si sofferma sul respiro, un altro su un mantra specifico o un altro ancora si ha voglia di altro.

Claudio

Non capisco chi ti ha detto di farne tante. Se hai un metodo formulato da un maestro con tante tecniche da seguire, ok. Ma se stai facendo da te: fermati ad una base se sei all’inizio, trova un maestro o un metodo e segui quelle indicazioni.

Un conto è se mi chiedi genericamente se diverse tecniche si possono fare contemporaneamente e portare comunque benefici e la risposta generica è si.

Se mi dici che vai “a caso” e ne fai prendendone un po’ di quà e un po’ di là, fai solo confusione e non fai che accrescere la compulsività e l’ansia.

Trasformi una tecnica utile e di grande sostegno per l’ansia e la compulsività come è la meditazione in una bulimia di tecniche random a supporto dell’ansia e della compulsività. Fermati a una o due suggerite dal tuo maestro o dal metodo che stai seguendo e approfondisci quelle. Non cercare con la mente compulsiva quella perfetta per te, immaginando che forse non va tanto bene quella che hai già fatto: sono tutti pensieri ansiogeni e compulsivi. Con la stessa mente che ti da ansia non troverai la risposta. Fermati a fare quella che ti dice un esperto, anche se con la mente credi che con “te non funziona”.

carmine

ho anche notato che giudicano tutti mio padre di più, mio fratello devo ancora vedere. vorrei se sapessi come, cambiarli e cambiare me se sono ange io così vorrei capire anche io come sono 😥

carmine

di me dicono che sono calmo, infatti di solito sono tranquillo, ma nell ultimo mese non sto letteralmente capendo nulla mi innervosisco per ogni cosa e non so che fare, a volte penso di andare da uno psicologo 😥

Claudio

accorgerti del nervosismo potrebbe essere una cosa buona, conosco molte persone nervose e “passive aggressive” che non sanno di esserlo. la consapevolezza trasforma. Non c’è una via per la pace la pace è l’unica via. Fai pace con quello che trovi in te mentre ti osservi, fosse anche nervosismo e rabbia

carmine

ho un padre pieno di rabbia e un fratello anche che si arrabbia spesso cosa posso fare ? (io non lo so come sono)
mia mamma invece è la persona più brava del mondo

Claudio

non puoi cambiare direttamente gli altri, ma puoi cambiare il tuo modo di stare al mondo e con loro questo necessariamente avrà effetti su chi ti sta intorno. Inoltre ognuno, da tua madre a tuo padre, hanno sia lati chiari che lati oscuri. Una cosa che ti può aiutare molto è praticare benevolenza: metta.
qui trovi una cosa simile gratis:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/risorse/la-meditazione-guidata-per-la-pace/
qui un corso completo su metta:
https://www.comemeditare.it/corsi/metta-presentazione/

carmine

vedo che tutti dicono che sentono il respiro per massimo 1 -2 respiri io nom sento nemmeno mezzo o lo sento sempre ma lo forzo di sentirlo boh non ci capisco più nulla e pure credo che a volte ho meditato bene ma ultimamente non mi va proprio

Claudio

Carmine credo che il tuo problema principale è che ti fai troppi problemi: rimani semplice, osserva senza giudicare o sviluppare aspettative

Claudio

se non ne hai abbastanza non riuscirai a osservare, se ne hai troppa finirai per agitarti. Se cerchi un “ideale di cosa sia giusto” finirai nel mondo dei concetti, e in te non ci sarà più osservazione ma ricerca di idee nel mondo delle idee e quasi certamente ti sentirai confuso. Osservare il respiro significa, come torno a ripetere, sapere che sai respirando e sentire il respiro nel corpo. Non ti accorgi che il corpo si gonfia e si sgonfia respirando? Allora sei morto.

carmine

ultimamente sono molto/troppo irascibile non mi riconosco più. ultimamente gli ultimi anni da quando medito ho notato che ero più calmo e non mi arrabbiavo ma ultimamente sono irascibile

Claudio

ciao Carmine “molto” è una constatazione (soggettiva), “troppo” un giudizio. Comunque sia, sposterei il focus dall’ irrascibilità al fatto che la noti e ti invito a continuare a osservarla.

Claudio

a parte che una osservazione non necessariamente esclude l’altra, poi dipende se sei in fase di samatha (concentrazione) o in vipassana (visione profonda).

carmine

vorrei leggere il potere di adesso di eckhart tolle, me lo consigli? Dopo di quello magari te ne consiglio anche uno che ho fatto io sull’ansia, ma meglio se cominci con il Potere di Adesso.

Claudio

buongiorno, ribadisco quanto ti ho detto solo ieri: quale parte del “stai con quello che c’è” non ti è chiaro, Carmine? Rasserenati ed accogli l’esperienza nel qui ed ora. punto.

Claudio

continuo a ripeterti: “stai con quello che c’è”.
Posso aggiungere: “fatti aiutare dal respiro a stare con quello che c’è se la mente vaga”; ma quello che conta rimane: “stai con quello che c’è”.

Claudio

quindi? dov’è il problema?
Se stai con quello che c’è nel qui ed ora e quello che c’è è assenza di prurito o sensazione, non c’è alcun problema. Il problema sorge quando te ne fai tu un problema cercando chissà quale situazione pensi dovrebbe emergere: sono ideali, pensieri, non è quello che c’è.
Da come mi scrivi mi viene da pensare che ti fai molti problemi, mentre il mio invito è di accogliere quello che c’è nel qui ed ora

Claudio

quando cerchi di capire se “è normale” una cosa, stai di nuovo cristallizzando e creando ideali standardizzati. L’esperienza nel “qui e ora” è fluida: lasciala fluire

Giuseppe

Mi è capitato di vedere gli arcangeli ed il loro regno, devo dire che dalla bellezza e beatitudine sia del luogo tutto in oro zecchino, così le figure che vedevo, sentivo nel mio corpo e soprattutto nel mio cuore una pace infinita. Tutto era incomensurabile di beatitudine che non volevo più ritornare indietro. Mi capitoò soltanto una volta dell’apertura del terzo occhio. Secondo lei è normale che non mi si è più avverato che immagini uguali o simili si prospettino ancora. Attendo un consiglio.

Claudio

Ciao Giuseppe, ogni esperienza meditativa è unica persino quando assomiglia a molte altre apparentemente noiose. Il mio caloroso consiglio è: “stai con quello che c’è”. Non andare alla ricerca di esperienze del passato, ma accogli ogni esperienza come un dono che ti si presenta nel qui ed ora fosse essa piacevole o spiacevole. Non è vero che le esperienze spiacevoli siano meno utili di quelle piacevoli. In ogni caso non andare a inseguire quel che è stato. Inoltre più cerchi di ottenere qualcosa di ideale del passato (o per come lo vorresti nel futuro), meno aderisci all’esperienza che si presenta nel qui ed ora e più ciò che vorresti si allontanerebbe come possibile nuovo quotidiano. La pace arriva a chi ha il cuore in pace, non a chi insegue freneticamente un preconcetto di pace o una esperienza passata. Ribadisco quindi: tieni nel cuore l’esperienze del passato perchè ti appartengono già, ma vivi ogni nuova esperienza come un dono. il Presente è un dono per questo si chiama “Presente”.

Claudio

ciao Carmine che domanda! Non so quanto tu ne sappia di narcisismo, se ne sai poco la mia risposta potrebbe risultarti strana e troppo tecnica ma a quel punto sarebbe una domanda inutile; se ne sai abbastanza allora immagino che tu conosca anche come funziona il sistema di diagnosi DSM.
La meditazione, o meglio la consapevolezza che ne deriva, è particolarmente di aiuto a livello delle nevrosi, moltissimi psicoterapeuti la consigliano ai loro pazienti. Quando parliamo di psicosi o, ad esempio di disturbo narcisista di personalità, allora parliamo di un soggetto egosintonico, ed in quanto tale, non sente il bisogno di meditare. Quindi a meno che non sia un terapeuta a indicargli questo strumento, conoscendone i benefici relativamente al soggetto, è altamente probabile che il narcisista non si metterebbe a meditare.
Ti invito, Carmine a pormi domande tecniche per aiutarti a capire come meditare laddove ci fossero dei dubbi, non so come possa esserti di aiuto sapere “che succede a” o “che succede se” sono tutte astrazioni e favoriscono il proliferare dei concetti e delle idee astratte e ti allontanano, questi discorsi, dalla pratica di presenza

Claudio

ciao Carmine, io non ne parlo da nessuna parte: dovresti chiederlo a colui che te ne ha parlato.
Per quanto mi riguarda ti invito a rimanere semplice e pratico.

Roberto

Ciao Claudio buongiorno.puoi dirmi come mai nonostante le ore di meditazione sono sempre incaxxato?Ed aggiungo che mi succede anche dopo un ora di meditazione e allora credo di essere super centrato ed invece poi basta niente che divento Hulk.Grazie

Claudio

Ciao Roberto posso azzardare una ipotesi basandomi sulla mia esperienza, ovviamento non posso sapere perchè sei arrabbiato tu.
Una volta dopo un ritiro di meditazione di diversi giorni nel silenzio ero in uno stato di grazia e di grande apertura e tranquillita, poi appena tornato nella normalità ero molto più irritabile e sensibile ai rumori.
Con la meditazione diveniamo più sensibili ed accoglienti rispetto i nostri stati d’animo, questo fa si che se ho un fastidio latente e soppresso o “tenuto a bada” meditando non lo sopprimo più e anzi si manifesta in modo più evidente. In altre parole ne divento più consapevole e smetto di soffocare la rabbia. Un po’ quando fai uscire del pus in una ferita di cui non ti eri preso cura prima, ciò che vedi non è piacevole.
Se rimani a meditare e attraversi questo fastidio, questa intolleranza e riesci a non smettere dicendoti cose del tipo “io non ci riesco mi sento un idiota a stare fermo così, mentre mi arrabbio” trovi una zona di te che rimane centrata. POtresti poterti dire: “so per esperienza che posso attraversare questa emotività” e solo questa consapevolezza, basata su esperienza vissuta, ti darà una tranquillità incredibile.
Il pus è sgradevole ma una volta che te ne prendi cura, dopo (dopo un po’ però) starai meglio.

Daniele

Ciao Claudio,
Come si comunica con l’inconscio nel momento di meditazione? Cerco di spiegarmi meglio: c’è un momento in cui ci si può trovare in una specie di tranche con l’obiettivo di non pensare, li in quel momento come possiamo comunicare con la nostra parte inconscia che ci governa per la maggior parte della giornata? Che messaggi possiamo trasmetterli per riprogrammarlo, farlo cessare?

Claudio

ciao Daniele la meditazione aiuta a integrare l’inconscio e a portarlo a coscienza, ma l’approccio che hai in mente potrebbe forviarti: non puoi modificare l’incoscio che rappresenta oltre il 90% con un 5% o poco più di conscio. La parte che vuole incidere sull’altra ti appartiene molto meno di quella che vorresti mutare.
Si tratta di darti tempo per sviluppare consapevolezza, la consapevolezza crea connessione tra gli emisferi e poco a poco fa emergere la tua vera essenza. Possono arrivare degli insight e piano piano integri le due parti.
Questo potrebbe voler dire che in parte effettivamente “aggiusti” delle cose nel tuo inconscio, in modo automatico (è la consapevolezza a trasformare non tanto un azione volontaria), ma potrebbe significare anche che sia la parte cosciente ad allinearsi con quella incoscia volendo più bene e rispettato meglio alcuni aspetti di te che nel frattempo possono essere stati messi in luce.
Eccoti un link ad un articolo sulla consapevolezza:
https://www.comemeditare.it/benessere-mentale/sapevi-che/consapevolezza/
ovviamente anche un percorso psicologico può smuovere le acque specie se si accompagna con una pratica meditativa costante nel tempo.

carmine

Buongiorno claudio, se mentre sto ripetendo un mantra viene un prurito, cosa faccio? rimango sul mantra , sul prurito o su entrambi o su quello che si sente di più?

Claudio

Buongiorno Carmine, dipende dalla tecnica che usi e dalle istruzioni che ti hanno dato con quella tecnica. Se ti dicono: “stai sul mantra” allora stai sul mantra; se ti dicono “esplora” allora esplori ciò che emerge.
Tendenzialmente col mantra potrebbero averti detto di dare poco retta al resto e rimanere focalizzato sul mantra, ma non è detto: segui le istruzioni che hai ricevuto e non confondere le tecniche se ti fanno fare tutte queste domande, altrimenti non ci capisci più nulla.
La meditazione è anche ricerca di semplicità e tendenzialmente rilassa: take it easy

carmine

mi sento come anestetizzato, non sento nulla senza emozioni, come se non guardassi in faccia la realtà, cosa mi consigli?

Claudio

di guardarla in faccia: la meditazione è proprio guardare la realtà senza mettere al testa sotto la sabbia e senza farsi accecare. Le emozioni vanno consapevolizzate e conosciute senza farsi accecare da esse, e allo stesso tempo standoci dentro

Carmy

Sono molto interessato a completare il corso che ho comprato sull’ansia stress e doc con quello delle 4 dimore sublimi.
Però prima di farlo oltre all’approccio che ho capito che deve essere disinteressato vorrei capire una cosa… Ma che cos’è questa consapevolezza che ricerchiamo? Consapevoli di cosa? Nelle.spiegazioni e video che ho potuto vedere c’è sempre qualcosa che non è chiaro al 100% di questa consapevolezza. Spero in una tua spiegazione chiara breve e diretta! Grazie

Carmy

Ciao Claudio grazie per la risposta e per i consigli. Ancora una domanda, che differenza c’è tra meditazione e training autogeno? È anche questa una forma di meditazione? La consigli nel mio caso?

Grazie

Claudio

ciao Carmy il training autogeno è un ottima tecnica per calmare la mente focalizzandoci sul corpo, facendo meditazione direi che hai in parte lo stesso effetto con qualcosa in più (la possibilità di sviluppare consapevoleza oltre a rilassarti) specie con samatha-vipassana. Direi quindi che se mediti il training autogeno diventa superfluo

Carmy

Ciao Claudio,

innanzitutto ti volevo ringraziare per questo corso che hai realizzato per l’ansia stress e DOC che ascolto e riascolto con attenzione ogni volta facendo attenzione a particolari diversi.

Ci sono delle volte che riesco a mettere in pratica i tuoi consigli ma altre volte che proprio non ce la faccio quando lo stimolo è forte. E li mi capita spesso di somatizzare il problema.

Quando capita infatti somatizzo allo stomaco ahimè anche con degli atti di conato. Il mio problema è che ultimamente faccio caso ai rumori di vita quotidiana dei miei vicini che non sarebbero degli schiamazzi musica o altro ma rumori di vita quotidiana. Questo problema già c’era ma si è amplificato durante il lockdown e purtroppo mi porto ancora gli strascichi. Abitando in un monolocale in pieno centro a bologna l’insonorizzazione degli appartamenti puoi ben immaginare che sia un pochino precaria. Ma per ora sono qui. La mia compagna si è trasferita qui con me da poco i progetti sarebbero quelli di trovare una nuova abitazione, speriamo, ma non è così semplice ovviamente. Ci vuole tempo fortuna e dedizione. Per adesso noto che lei non ha queste reazioni ai rumori del vicinato così avverse come le ho io anzi mi ha detto che non ci fa caso. Ma ovviamente ci sono ed è palese. Il mio problema è la somatizzazione a volte mi spavento un po’ quando sto male. Cosa mi potresti consigliare?

Un carso saluto e grazie

Claudio

Ciao Carmine sembra evidente che al di là della situazione esterna il vero problema è nella reazione interna.
Buddha parlava della “seconda freccia” qui trovi una descrizione: https://www.comemeditare.it/buddhismo/la-doppia-freccia-corso-buddismo/

Stai già lavorando bene, talvolta da quello che mi dici funziona e lo stai già verificando e altre volte purtroppo risubentra l’ansia di volere risolvere a tutti i costi. Nel corso parlo ampliamente di questa trappola e la conosci: in questo preciso momenti probabilmente ci stai cascando. Non esiste una pillolina che scaccia via con la meditazione ma il vero lavoro e risolverlo alla base: datti tempo e vedrai che andrà sempre meglio, mettendo in conto che in certi periodi l’ansia di cacciare via l’ansia torna a farti cadere in trappola.
Fai pace col fatto che ogni tanto ci puoi ricascare, altrimenti rinnovi l’ansia di cacciarla via alimentando la seconda freccia.
Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via

Claudio

ci sarebbe un corso che potrebbe aiutarti di metta o meglio ancora quello delle 4 dimore sublimi, ma non vorrei che lo prendessi come pillolina appunto, meglio che fai più pace nel tuo cuore piano piano con il corso che hai già prima di tutto.. e sei poi, con maggiore pace nel cuore, vuoi un aiuto per sviluppare ulteriore pace allora -e solo allora- ti consiglierei quei due corsi (specie il secondo). Se invece volessi acquistare questi corsi nell’ansia di volere cacciare questa tua reazione, beh sarebbe l’approccio sbagliato e butteresti via soldi e tempo.

Claudio

La risposta sarebbe: certo se hai paura ad esempio l’adrenalina potrebbe persino non farti sentire dolore.

Ma cosa c’entra con la meditazione? Ho l’impresione che ti fai troppe domande: stai con quello che emerge senza inseguire pensieri domande cognitive.

Claudio

Ciao Carmine dai tuoi interventi comincio a sospettare che il problema sia il modo in cui approcci le cose, inclusa la meditazione. La meditazione se approcciata nel modo giusto è di grande aiuto, ma siamo sicuri che l’approccio sia effettivamente quello giusto?
Facendomi un film tutto mio immagino una certa compulsività nel volere fare le “cose giuste”, sospetto una forma di approccio ossessivo compulsivo. Solo tu sai come sei realmente ma se ci fosse del vero nella mia immaginazione, ti consiglio di approcciare la meditazione come spiego in questo corso: https://www.comemeditare.it/ansia

carmine

Ciao Claudio, sto facendo delle sessioni di meditazione ma mi sento annebbiato troppo rilassato. diciamo che non vedo sento nulla come se dormissi quando medito

Claudio

Buongiorno Carmine trovi una immagine che spiega la meditazione proprio in questa pagina. L’immagine è questa: https://www.comemeditare.it/wp-content/uploads/come-iniziare-a-meditare.png.
Le risposte in audio-video che vedi sono per lo più risposte fatte e “rubate” dal come meditare coaching: http://www.comemeditarecoaching.it normalmente nel blog rispondo con email a meno che la domanda non sia troppo complessa da spiegare solo per iscritto e che non l’abbia già trattata: se vorrai abbonarti mi farà piacere sarà un modo per sostenere anche il blog gratuito

Paolo

Ciao Claudio ,

Esiste un accessibile audiocorso di Samatha , basato sulla focalizzazione.

Intendo qualcosa che possa funzionare anche per chi ha una mente “occidentale” , e al terzo termine indiano archivia il corso..

Grazie ,

Paolo

Claudio

ciao Paolo si c’è il corso di vipassana che è molto incentrato su samatha.

Ti ricordo, se non dovesse soddisfare le tue aspettative, che c’è la possibilità di richiedermi i soldi indietro. Non mi offendo se dovesse accadere, ma direi proprio che è un corso perfetto per capire Samatha (e andare anche oltre) specie per una mente occidentale come la nostra (leggi le recensioni), per questo ti esorto a provarlo:
https://www.comemeditare.it/vipassana

Claudio

Buongiorno Carmine, non so se ti sia chiaro cosa è vipassana.

Mettiamola così: Il retto sforzo è necessario ogni volta che tendi a distrarti.

Questa è la risposta “vera”. Poi dipende cosa intendi per vipassana.

Se intendi uno stato di Consapevolezza che emerge da uno stato di assorbimento allora non c’è distrazione e quindi non c’è bisogno di alcuno sforzo.

Se con “vipassana” intendi una etichetta del tipo “adesso faccio vipassana” e torni a distrarti allora il retto sforzo è necessario anche in vipassana.

Prendi in considerazione il corso di vipassana se vuoi approfondire: https://www.comemeditare.it/vipassana

Claudio

tra l’altro il retto sforzo benche inerente la meditazione, non è da usarsi solo durante la meditazione formale ma è utile cercare di essere presenti anche durante l’intera giornata

anna

ciao Claudio, da qualche tempo ho sempre malditesta/ stanchezza/ nervoso nel corpo e contemporaneamente ho avuto un diciamo risveglio spirituale. ho paura di avere risvegliato negativamente la kumdalini
consigli?

Claudio

Normalmente sconsiglio di fare attività che forziono il risveglo di certe energie ma invito a meditare sviluppando consapevolezza, con la consapevolezza se dovesse accadere qualcosa averrebbe su un terreno capace di sostenere le nuove energie.

Non so bene cosa ti stia succedendo se è quello che immagino ho due consigli per te di cui il primo è quello “vero” e col tempo risolutivo, il secondo invece è più delicato e legato a quello che immagino possa essere la circostanza e i suoi sintomi.

Il vero consiglio è: stai con quello che c’è fai tanta vipassana e metta e datti del tempo.

Parallelamente potresti verificare il tipo di energia che hai sviluppato e verifica che parta dal basso verso l’alto ed una volta in cima alla testa falla uscire come una fontana e -immagina di inaffiare come una fontana di energia- tutti gli esseri debilitati che hanno bisogno di buoni pensieri e buona energia. Non accumularla in testa ma falla sfociare. Ma attenzione perchè questo potrebbe sviluppare altra energia e se non riesci a farla uscire correttamente potrebbe peggiorare la situazione.

Vito

Claudio vorrei sapere se la meditazione “Metta” in che modo può realmente aprire il cuore e la mente agli altri. Mi spiego meglio: è come se (a differenza della Vipassana dove realmente
io avverto in modo fisico il beneficio che deriva dalla concentrazione sul respiro) avvertissi che nella Metta ci sia qualcosa di forzato ed innaturale. Nella Metta io ho difficoltà ad avvertire delle sensazioni fisiche come se il lavoro mentale fosse una sorta di auto-convincimento. Grazie.

Claudio

ciao Vito c’è del vero in ciò che dici, ma semplicemente perchè è un lavoro di tipo diverso. Non si tratta di stare con ciò che c’è ma di soffiare sulla brace dell’amore che è nel tuo cuore per farlo ardere di più. Tuttavia non si tratta nemmeno di “fare finta che”. C’è sicuramente uno stimolo a alimentare qualcosa e quindi un qualcosa di proattivo, di creativo, di stimolante ma basandosi su qualcosa che già esiste in te. In te esiste il seme dell’amore si tratta di allenarlo proattivamente: un po’ come andare in palestra.

Giambattista

Ciao Claudio ,ti volevo chiedere:
1)Se c’è una meditazione che consigli per “stimolare” la sensorialità e quindi sentirsi più parte di quello che senti coi tuoi sensi
2)Se con la pratica di metta di apertura del cuore è sbagliato o magari facile /“illusorio”indirizzare le proprie energie al cuore visto che è più facile da avvertire visto il battito
3)se è possibile sostenerti con una donazione senza comprare corsi ,visto il grande impegno che è presente anche solo nella creazione del sito e dei video YouTube ,oltre che alle numerosissime risposte qui nei commenti di cui ti ringrazio e che mi da gioia per la presenza di persone come te,
Ecco tutto, grazie in anticipo ,un bacio!

Claudio

Ciao Giovanbattista ecco le risposte:
1) sicuramente la meditazione Vipassana. Anche la meditazione col cibo può aiutare e in parte il body scan. Ma con Vipassana fai un lavoro più completo.
2) si ottimo indirizare l’attenzione sul cuore, ma più sulle sensazioni intorno al petto che non tanto sul battito in se. Quando ci sentiamo in sintonia con l’amorevolezza al petto potresti sentire una vibrazione o un calore o una luminescenza o cose simili (per ciascuno è diverso).
3) certo puoi sostenermi liberamente attraverso questo link: http://www.comemeditare.it/offerta
Grazie a te in anticipo 🙂
con metta

Giambattista

ti commento qua sotto solo per scusarmi del messaggio enorme e strabordante che ti ho inviato qualche mese fa, ahaha scusami davvero non volevo fare perdere del tempo a nessuno, e grazie per la pazienza e la risposta , un saluto e un abbraccio.
P.S.
medito tutti i giorni ,la meditazione ho scoperto essere anche un grande strumento per ascoltarsi quando ci si accorge di averne bisogno ,per vivere a pieno ciò che senti , e per mettere un po’ di ordine mentale rallentando i tempi, grazie e ciaoo

antonio

buongiorno claudio, ma con la meditazione si sente anche ad esempio il rumore del respiro, o se si sentono macchine che passano fuori? (anche con la finestra chiusa) oppure sento solo il respiro e se passano macchine o altri rumori non li sento proprio li escludo? ciao

Claudio

ciao Antonio, dipende dalla tecnica che usi.
Diciamo che se il focus è il respiro tutto il resto non va cacciato , ma semplicemente lasciato lì, a fare da sfondo, mentre la attenzione si focalizza sul respiro.
Quindi non dispderdi energia a cacciare nulla ma la usi per mettere attenzione sull’oggetto della tua meditazione (se la tecnica richiede un oggetto come il respiro: la meditazione che offro è così orientata)

Giambattista

Ciao Claudio,
innanzitutto voglio ringraziarti per l’aiuto che dai, sia rispondendo ai commenti che con le meditazioni gratuite ,o ai video su youtube ,che mi hanno aiutato tantissimo a migliorare il mio modo di meditare e che sono sempre davvero semplici e chiari anche grazie alla tua persona , a te , che nei video trasmetti sempre serenità e gentilezza.
Detto questo ti volevo porre qualche domanda:
Ho 19 anni e mi sono avvicinato alla meditazione circa 1 mese fa ,dopo la fine di un amore per me molto importante, non tanto perchè fosse il primo ,ma per la bellissima persona che ho incontrato e che ora ho perso, non vedo più.
Inizialmente utilizzavo la meditazione (una meditazione guidata di Scardovelli sul criticismo interiore e con la tua gratis) come ansiolitico momentaneo in vista dell’ultimo incontro con la ragazza, ma poi ho capito meglio cosa sia la meditazione ,anche grazie a tuoi video: ho capito che sarebbe dovuto divenire un allenamento per accettarmi ,volermi bene e far tornare la mente nella sua naturale dimora ,cioè la pace, e non un ansiolitico (da un mese a questa parte infatti la pratico quasi ogni giorno per la durata variabile da 10 fino anche a volte a 40 minuti, il tempo che sento giusto). I problemi che mi porto dietro sono principalmente 3, che poi fanno partire tutte le varie paure, come quella di non riuscire ad amare o a provare sentimenti ,emozioni e entusiasmo in generale, : i troppi pensieri che continuamente mi affollavano lapidariamente (ora sembra migliorare) la testa ,anche in momenti come mentre baciavo la mia ragazza,ero affollato da 1000 pensieri ,come una vocina fastidiosa che blatera e non riesci a cacciare, o a pensieri che mi volevano con motivazioni razionali sforzare di farmi piacere quella ragazza che già mi piaceva , l’ansia che mi opprimeva( ora anche questa sembra quasi sparita), mi faceva diventare apatico e mi sentivo con forza opprimere bocca dello stomaco e collo, e ultimo un senso di alienazione( in cui noto miglioramenti di giorno in giorno, piccoli ma felici) che mi faceva sentire proprio fisicamente ,materialemente, estraneo a tutto ciò che “vivevo”, come se tutto apparisse non reale. Questi problemi ,oltre che aver reso questi ultimi miei due anni circa privi di qualcosa ,grigi, chiusi, hanno rovinato la mia esperienza personale amorosa e nonostante ciò, nonostante tutti questi problemi che affrontavo o facendogli la guerra o con rassegnazione invece di farli vivere dentro di me e lasciarli passare come tu (e anche i video dello psicoterapeuta Raffaele Morelli che penso parli spesso con altre parole di pratiche meditative ,come quando dice di affidarsi al vuoto ,al buio dentro di noi e lasciar vivere tutto ciò che sentiamo) mi hai fatto capire, sono riuscito a provare qualcosa di grande per quella ragazza .Per l’aiuto che dai a tutti coloro che come me non stanno molto bene, ti ringrazio di cuore.
Le mie domande sono:
1)Quando passo un momento della giornata difficile, per esempio poco fa ho visto un nuovo post su instagram di quella ragazza e tutta d’un colpo è salita l’ansia e mi sono messo a piangere,per un momento ero tentato di evitare il pericolo di vedere nuove foto bloccando i suoi nuovi post, ma poi ho tolto il telefono ,mi sono messo seduto al buio completo e mi sono messo a meditare ,concentrandomi sul respiro ogni volta che un pensiero o un ricordo si affacciava, e ora ,finita la meditazione di 5/10 minuti sto decisamente meglio ,e appena finita ho guardato il suo post tranquillamente e ho riso di un post di un’altra persona in cui c’era una battuta (ho terminato anche ieri una meditazione sul dolore ,mentre stavo piangnedo ,durata circa 20 minuti, con un grande sorriso) ,ecco , la meditazione può essere in questi momenti un buon modo di guardare in faccia il dolore per affrontarlo e accoglierlo
o così lo evito e lo sopprimo(cosa che non volglio fare) ?
2)ho questo pensiero ,che sì cerco di accogliere e di lasciarlo passare ma magari una tua parola di esperienza ancora di più rafforzerebbe la meditazione di questo pensiero, ho paura che fare meditazione possa in qualche modo annullare le mie emozioni ,cioè farmi diventare un robottino che di fronte a ogni cosa non prova nulla, oppure che possa eliminare delle caratteristiche del mio carattere o della mia personalità, so già che è probabilmente una mia paura infondata ,ma magari sai dirmi qualcosa di più se ti è già capitato che qualcuno te lo chiedesse.
3)Come ho detto sto notando in me dei miglioramenti, con gli amici rido di più e molto, e sono risate sincere ,l’ansia a parte qualche debole, a volte un po’ più forte, e sporadica apparsa sembra scomparsa ,nei rapporti con tutti sono più sincero e soprattutto molto più spontaneo, durante la meditazione a volte mi sembra di pensare in modo limpido e capire cose in modo chiaro, penso meno ad alcuni miei problemi fisici e alle mie paure, continuo durante le giornate a sentirmi un po’ apatico ma a volte sento un calore al cuore e sento di volere bene, mi sento più fisicamente nel mondo,piano piano ,sai dirmi se sono segni di una buona meditazione?
4)Quando ho dei bei seppur dolorosi ricordi degli incontri con la ragazza con cui stavo e mi fanno stare giù oppure quando l’ansia sale, meditare è un buon metodo per affrontare questi problemi?
5)A volte ho la sensazione di stare troppo bene ,come se il mio corpo non ne fosse abituato e ne fosse stranito, come se dovesse abituarsi, potrebbe essere un momento di passaggio, di cambiamento e magari anche in questi momenti mi consigli di accettare e osservare la sensazione facendo qualche minuto di meditazione?
Mi scuso per la lunghezza del testo , non so se sono andato contro a qualche regola di lunghezza o prolissaggine visto che è la prima volta che ti scrivo e non ho visto appunto regole .
Grazie di tutto ,un saluto e un abbraccio
Giambattista

Claudio

ciao Gianbattistta:

1) focalizzarsi sul respiro porta pace. Focalizzarsi è come una macchina fotografica in cui metti a fuoco un elemento principale senza tagliare dallo sfondo il resto ma lasciando pure che passi sullo sfondo senza cacciare nulla. Non fai un photoshop per cancellare nulla dall’esperienza, solo il tuo focus è il respiro, nella fase di focalizzazione almeno (la meditazione di consapevolezza vipassana va poi oltre).

2) Gesù ci invitava ad essere NEL mondo senza essere DEL mondo. Non si tratta nè di essere chiuso alle emozioni nè di farti trascinare via. Non si tratta di mettere la testa dentro la sabbia a mo’ di struzzo ma al contrario di andare incontro all’esperienza emotiva per conoscerla e trascenderla. Il risultato è che una parte di te starà in preda delle emozioni come prima, ma contemporaneamente una parte di te respira e vede, testimonia l’esperienza in piena consapevolezza è una posizione molto serena in cui puoi veramente essere consapevole di quello che ti succede. Se non sei pienamente nell’esperienza ma ti isoli non sei consapevole ma neanche se ti fai trascinare dalle emozioni puoi esserne consapevole perche non sei presente ma solo passivo e trascinato via.

3) non cercare segni di un ideale meditativo ti perderesti l’esperienza del qui e ora per inseguire un ideale astratto

4) come ho detto osserva conosci realizza, non cacciare l’esperienza e non perdetici dentro. La sofferenza è un ottimo punto di partenza per conoscerci meglio. BUddha nel suo primo discorso da risvegliato l’ha definita “prima nobile verità”

5) si, osserva come tutto viene e va: momenti di piacere, come momenti di dolore. Nulla da cambiare ma tutto da comprendere e consapevolizzare. Osservare tutto è molto piacevole e ci alleggerisce l’anima scaldando il cuore

prego e ricambio l’abbraccio con calore
che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici

Giambattista

Grazie Claudio per la risposta ,a volte sembra non esserci via d’uscita ,a volte sì, cercherò di vivere quello che sento con gli occhi sereni e il busto dritto ,metaforicamente e letteralmente, e aspetterò che tutto faccia il suo corso.Grazie ancora ,un saluto

Gianluca

Grazie Claudio! Gentilissimo e fondamentali i tuoi consigli che completano il tuo fantastico libro sull’ansia e il doc! Un caro abbraccio e buona pratica a tutti noi!

Gianluca

Grazie Claudio per avermi risposto!
Seguirò semplicemente la voce guida:“Percepiscilo ovunque lo senti meglio nel corpo, individua un punto nel corpo in cui lo percepisci in modo più evidente”. Poi nel seguito della sessione di meditazione, porterò l’attenzione nell’addome.
Comunque come dici sempre, tutto il resto diventa inutile pensiero.
Per quanto riguarda invece la seconda meditazione, la Meditazione di Consapevolezza,
come dici nella voce guida: individuo un punto nel corpo dove percepisco più facilmente il respiro. Senza pensare alla meditazione successiva.
Infatti, paradossalmente alcuni maestri o insegnanti, fanno diventare la vipassana una marea di concetti che alla fine ostacolano la meditazione. Il qui e ora diventa un banco di prova di esercizio mentale, annullando la sua essenza, che è quella di essere solamente presenti a se stessi.
Un caro saluto.
Gianluca

Claudio

esatto rilassati nel qui ed ora, abbandonandotici senza cercare chissà quali prestazioni o iseguire preconcetti su “come si deve fare per farlo bene”.

Dimora ed esplora con curiosità quello che emerge nel qui ed ora e quando ti perdi e “non sai che fare” (che corrisponde anche a quando ti fai mille domande): torna al respiro.

Gianluca

Ciao Claudio,
ho già individuato il fatto che la mia domanda è sicuramente in stile “perfezionistico-ossessivo-compulsivo”, comunque ti rivolgo ugualmente la domanda. Ad un certo punto della Meditazione Calmante dici: “Percepiscilo ovunque lo senti meglio nel corpo, individua un punto nel corpo in cui lo percepisci in modo più evidente”

Poi in un altro punto dici di sentirlo nell’addome.
La mia domanda è questa: quindi se percepisco il respiro per esempio nelle narici, poi mi sposto verso l’addome?

Cioè se in una meditazione sento più vivido il respiro nelle narici e poi in un’altra lo sento più vivido nell’addome, è preferibile non cambiare tra una meditazione e l’altra?

Siccome mi è capitato di seguire istruzioni che dicono di percepire il respiro dove si percepisce meglio, vorrei capire se cambiare spesso possa non favorire le meditazioni.
Certo, sicuramente a lungo andare un meditante troverà un punto favorevole dove il respiro viene percepito meglio, ma specialmente all’inizio del percorso meditativo potrebbe esserci confusione.
Infatti alcuni lignaggi sono molto specifici: c’è chi dice di seguire nelle narici e altre tradizioni consigliano l’addome.
Altri ancora dicono che si può seguire il flusso senza focalizzarsi in un punto del corpo.
Quale è il tuo consiglio e punto di vista?
Un caro saluto

Gianluca

Ciao Claudio,
mi è capitato di leggere un libro di Bhikkhu Buddhadasa. Praticamente egli per i monaci non per i meditanti ordinari, dice che il praticante deve respirare intenzionalmente lunghi respiri per il primo passo, e dopo aver acquisito una visione sufficiente della natura e degli effetti del respiro lungo, si devono eseguire respiri brevi.

Ecco le istruzioni del Bhikkhu Buddhadasa:
Siamo giunti alla prima lezione, al primo passo, cioè la contemplazione del lungo respiro. Siamo in grado di
respirare a lungo ogni volta che ne abbiamo bisogno. Abbiamo imparato come allungare il respiro e come mantenerlo lungo. In questa prima
lezione studieremo esclusivamente il respiro lungo. Studiamo la natura di, tutti i fatti sui lunghi respiri. Quando un
respiro è lungo, quanto è piacevole? Quanto è naturale e ordinario? Quali tipi di calma e felicità sono coinvolti?
In che modo è diverso da un respiro corto? Ciò significa che ora studiamo solo il respiro lungo usando il metodo
sopra descritto, per scoprirne le proprietà, le qualità, l’influenza e il sapore. Studia solo il respiro lungo qui. Siediti e
indaga esclusivamente sul respiro lungo. Questa è la prima lezione, comprendere tutte le questioni legate al respiro lungo.

Tuttavia, ci sono quasi tutti gli altri maestri che dicono che il respiro dovrebbe essere naturale, piuttosto che controllato.
Proprio come consigli in modo preciso e chiaro tu nelle meditazioni.
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca il monaco si sta riferendo ad un discorso del Buddha sui 16 respiri in consapevolezza contenuto nell’ anapanasati sutta (discorso di consapevolezza del respiro).
Le indicazione del Buddha sono chiare e non mi sembra affatto che il monaco le stia travisando, semmai sta forzando un po’ la mano intenzionalmente.

Buddha dice che quando fai un respiro corto sai che lo stai facendo e se fai un respiro lungo, sai che stai facendo un respiro lungo, se non fai un respiro lungo sai che non lo stai facendo. Cronologicamente viene prima il respiro lungo e, probabilmente il monaco sta invitando a fare un passo alla volta (dei 16 contenuti)..
..della serie: stai facendo un respiro lungo o no? poi passi a quello successivo: stai facendo un respiro corto o no? eccetera. Anzi forse vuole che scopri intenzionalmente come funziona uno rispetto all’altro respiro;

è vero: Buddha non dice di cambiare il respiro ma di sapere come è.

Probabilmente il monaco sta suggerendo una forzatura della tecnica per volerne fare esperienza degli effetti di ciascun passo. Possiamo deviare intenzionalmente dalle “regole” principali se vogliamo sperimentare delle cose più particolari.

Se i libri ti risultano troppo tecnici e ti confondono ti suggerisco di cominciare con letture più basilari.

Gianluca

Grazie Claudio per la tua risposta in riguardo al respiro lungo o corto.
Infatti è proprio come scrivi tu: è un aspetto che consiglia ai monaci, non lo consiglia alle persone che a livello ordinario fanno meditazione.
Sicuramente è un aspetto della tecnica dei 16 passi e sono dei particolari per fare esperienza di come funziona un respiro lungo e poi uno corto.
Gianluca

mirko

claudio i pensieri mi stanno completamente consumando. per favore cosa posso fare, forse devo rilassarmi dimmi qualcosa per favore faccio quello che mi dirai. sento proprio che mi consumano i pensieri sono senza energia

Claudio

non è con la mente o con “cosa devo fare” che eliminerai i pensieri, piuttosto focalizzati sull’esperienza del respirare. Sii un tutt’uno con l’inspirazione e l’espirazione. Quando sorge un pensiero, lascialo fare non provare a cacciarlo via ma metti il tuo focus sul respiro e lascia che il pensioro rimanga sullo sfondo. Se dici “non lo voglio” il pensiero rimane in evidenza, inoltre anche “non lo voglio” o “non ci riesco” o “adesso lo chiedo a Claudio” o “a me succedono queste cose, perchè a me” sono altri pensieri, non crederci, non alimentarli, non reprimerli, cerca solo il respirare. Semplicemnte l’esperienza di respirare.
Ma sono anni che ti dico le stesse cose, falle, esercitati senza aspettative o aspettandoti dei risultati. Falle perchè ti aiutano, non perchè poi devi trovare chissà quale pace.
Respira sei vivo

mirko

mi vengono ricordi passati ed è come se fossi tornato li a 7 anni fa. non so davvero cosa fare forse è meglio che vado da uno psicologo. anche se so che ho sbagliato a fare qualcosa con la meditazione

Claudio

Mirko per te da anni se c’è qualcosa che non va è “colpa” della meditazione. Se vorrai fare un passo in più nella tua crescita ed hai veramente la voglia di andare a fare un percorso con un professionista come uno psicologo sicuramente te lo consiglio. Perchè dovreti continuare a meditare se credi che possa farti del male? io la posto tuo non lo farei. Poi, se è lo psicologo a consigliartela tanto di guadagnato.

mirko

non che mi faccia male.
partiamo dal fatto che la meditazione mi ha salvato. ora sono molto più calmo da 3-4 anni a questa parte rispetto a tanti anni fa che mi innervosivo ora riesco a mantenere di più la calma. però a volte capitano queste cose, ricordo che 2 anni fa mi è capitata la stessa cosa che la mente si fissò su una cosa fuori dal normale, infatti andai da uno psicologo e piano piano ni ripresi. adesso di nuovo mi è capitato che mi vengono ricordi malinconici passati e quando mi vengono è come se stessi a 10 anni fa. quello che vorrei sapere è il perché, se sbaglio a meditare alimentando o concentrandomi sui pensieri “inquinanti” e quindi aumentano, o che cos è. questo è tutto. buonasera.

Vittorio

Buonasera claudio ho visto dei video su YouTube su pian dei ciliegi che parlano di concentrazione errata. cos è in breve parole? se si sbaglia a concentrarsi puo essere dannoso in qualche modo?

Claudio

ciao Vittorio non so che cosa dicono gli altri, dovresti chiedere a loro cosa intendono.

Non mi spaventerei comunque dei “danni” relativamente allo sbagliare concentrazione, l’unico effetto collaterale che posso intravedere, oltre a non riuscire bene nella meditazione, può essere un lieve mal di testa nei rarissimi casi in cui ti sforzeresti troppo nella concentrazione come se guidassi un auto in mezzo alla nebbia piuttosto che focalizzandoti in quiete nel qui ed ora. Ma te ne accorgeresti,”danni” importanti non ne vedo, vai tranquillo.

Poi se uno ritiene “grave” prendere fischi per fiaschi e concentrarsi male al punto da non riuscire a meditare, a me non sembra grave, ma è una questione di giudizio personale. Rivolgiti a chi ha fatto il video per capire cosa intendono. Io posso rispondere per me, non per altri.

Claudio

ciao Vittorio, se vuoi consigli su come meditare poso aiutarti ma non posso entrare nella mente di altri, quindi non posso sapere per certezza cosa intendono. Posso dire la mia interpretazione, certo, ma “lascia il tempo che trova”: è sicuramente meglio rivolgersi a chi il video lo ha fatto per chiarimenti su di esso.
Per consigli su come meditare sono qui

Gianluca

Ciao Claudio,
ho ascoltato nel tuo video la spiegazione e la tua idea in riguardo alle posizioni in meditazione.
Ad un certo punto parli in riguardo ad una tecnica di Thich Nhat Hanh. Siccome ho letto e visto diverse cose di questo grande monaco zen, volevo sapere se questa tecnica di meditare alcuni minuti seduti, poi passare a sdraiati, camminare e in piedi; è una meditazione che ha praticato durante i ritiri, perchè non ho mai trovato nulla in riguardo. Siccome tu hai praticato anche in quella tradizione, mi piacerebbe sapere se l’hai svolta durante un ritiro.
A parte questo, ti volevo dire che sei veramente un grande. Nel senso che sai veramente entrare in rapporto cont tanti aspetti psicologici e portarli nella pratica.
Io che tendo ad essere ossessivo-compulsivo, trovo nelle tue parole tanta saggezza. Una saggezza fatta di pratica e capacità non comuni.
Un caro saluto.
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca, grazie per il supporto e i complimenti.

Non ricordo in quali occasioni e in che modo ho imparato questa modalita da TNH ma sicuramente non in un ritiro. Tuttavia se hai una tendenza ossessivo compulsivo, non te la consiglio: è troppo piena di “cose da fare” capisco che possano attirarti, ma è meglio “stare con le cose così come sono” evitando rituali del tipo “ora faccio questo, poi questo, eccetera”

tanta gioia a te e tutti gli esseri

Gianluca

Grazie Claudio per la tua risposta in riguardo a Thich Nhat Hanh.
Hai capito perfettamente le mie dinamiche ossessive che metto puntualmente in pratica anche durante la meditazione. infatti il tuo approccio verso la Pratica per chi ha problemi di ansia e ossessioni è veramente utilissimo.

Claudio

ciao Vittorio, faccio così tanti video, articoli e libri che non ricordo dove ne parlo, mi dispiace. hai guardato nella cronologia?
Che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici
Claudio

Selva

Buonasera ,
Ho scritto ieri ma non trovo più il mio messaggio sul sito…
Chiedevo ieri quanto chiedo oggi, ossia DOVE possa trovare le sue pratiche che nel suo libro “meditazione vipassana”, lei stesso esorta ad ascoltare ancora prima di incedere nella lettura del testo, acquistato da me in amazon.
Io vorrei poter procedere ma prima di leggere le appendici , cerco di ottenere indicazioni di quanto promesso in calce al suo libro.
Mi auguro ciò accada, perché altrimenti non capirei la tanta sicurezza nel dire di ascoltare prima di leggere.
Immagino ci sia un qualche disagio tecnico, visto che al mio chiedere, appare una scritta “oooops … La pagina non esiste”…
Con pazienza attendo una sua risposta che spero mi aiuti a camminare nei suoi suggerimenti, più agilmente di quanto possa fare ora, sennò andrò alle “appendici finali del testo”, ma con qualche punto interrogativo sul fatto che a mio vedere ciò che si scrive debba avere un risvolto esistente .
Molte grazie

Claudio

Buonasera Selva, in effetti ti avevo già risposto ieri nell’altro sito di meditazionevipassana.it, ma visto che non l’hai letta, mi chiedo se leggerai anche questa. Proverò a mandarti una email così riuscirai ad andare avanti col libro. Comunque ecco il contenuto della mia risposta:

ciao Selva grazie della segnalazione, abbiamo controllato ed il link scritto sul libro ti confermo che funziona regolarmente. Tuttavia ciò che digiti deve essere il link corretto, se sbagli a digitarlo appare la scritta che è apparsa a te.
Assicurati di digitarlo con Presenza e attenzione e vedrai che funziona se hai difficoltà scrivici su info@feliceadesso.it e scrivi cosa stai digitando in modo che possiamo controllare se effettivamente, come sembra, non stai digitando il link corretto.
Facci sapere, intanto congratulazioni per l’acquisto del libro
tanta gioia

Claudio

ciao Mirko, certo che ne parlo, ma si perde dentro tanti altri discorsi che faccio specifici sull’ansia, lo stress e l’atteggiamento compulsivo

Luigi

Ciao Claudio,

Ti seguo da qualche tempo sul canale youtube,
Volevo dirti che mi piace molto il tuo approccio e la cura che metti nella scelta delle parole che usi per comunicare i concetti che esponi in tutti i video che ho visto fino ad ora.
Ho percepito in te serietà e preparazione, per questo motivo ho deciso di comprare il corso di Vipassana. 😀

Domanda:

Quando medito, non sempre ma frequente, mi sento come cadere, diciamo come quando comincia a venire il colpo di sonno ondeggiando lievemente, in quel momento me ne rendo conto eppure non ho sonno.
Posso attribuirlo ad una buona riuscita della meditazione quando accade?

Ti ringrazio e a presto.

Claudio

ciao Luigi congratulazioni per l’acquisto del corso allora, vedrai che lo troverai estremamente chiaro.

Non è sintomo di una buona riuscita ma neanche del suo contrario. In ambito meditativo si dice che nel percorso di sviluppo della meditazione si affacia la sonnolenza (simboleggiata da un coniglietto) questa si affaccia proprio grazie al fatto che finalmente ti stai rilassando, tuttavia prima o poi dovrai lasciarla andare. La sonnolenza infatti non aiuta la consapevolezza.

Ricapitolando: ok si vede che finalmente ti stai rilassando. Al momento va bene così. Lavora comunque per lo sviluppo della Presenza. Metti e rinnova energia nella presenza, dopo comunque esserti focalizzato e quindi rilassato.

Buddha si è illuminato dopo avere scoperto l’equilibrio: “la via di mezzo”.

Claudio

non c’è nulla di errato nel fare dei tentativi. Noto che continui a dare responsabilità alla meditazione di quello che ti accade. La meditazione mette luce in quello che già c’è. Questo è il suo scopo più profondo. La pace che trovi meditando è già dentro di te così come l’agitazione.

Claudio

tranne rare eccezioni in meditazione lo scopo non è essere immobili ma consapevoli di quello che accade: atttenti osservatori ad esempio dei tic, senza ostacolare o favorire nessun fenomeno: pura osservazione e presenza

Claudio

ciao Vittorio, scusa se ti rispondo con questo ritardo ma ero ad un ritiro di vipassana. La lettura può portarti ad uno stato di coscienza tipo ipnosi, ma la meditazione direi che è diverso. Non c’è un lavorio della mente cognitiva come per la lettura piuttosto un assorbimento mentale

Claudio

beh si e no, ma più no che si..
Certo la lettura offre conoscenza e la conoscenza favorisce la consapevolezza..
tuttavia..
La consapevolezza è presenza nell’esperienza, non è perdersi nel cognitivo e la lettura è molto cognitiva.
Il fatto che ogni tanto ci facciamo assorbire dalla lettura ha più a che fare con una trance ipnotica che con una consapevolezza a tuttotondo

Gabriele Di Milia

Ciao Claudio,
Sono piuttosto confuso. Non capisco quali sono le meditazioni che offri. Io vorrei intraprendere un percorso serio di almeno una seduta settimanale. Avrei bisogno di capire meglio come si svolgono le sedute vipassana, durata, costi ecc.
Ti ringrazio
Gabriele

Claudio

ciao Gabriele, credo che tu abbia la voglia di fare degli incontri settimanali e li cerchi nei corsi singoli e completi quindi non a tempo, questo può generare confusione.

Come supporto nel tempo offro due soluzioni entrambe online, (al momento non prevedo incontri dal vivo anche se sto studiando se e come farli a Roma Restrizioni Covid permettendo):
1) un abbonamento mensile per chi è già deciso ad intraprendere un percorso nel tempo seguito da me
2) degli incontri settimanali in diretta online (su youtube ma non c’è bisogno di essere iscritti per parteciparvi, basta il link)

direi che essendo i secondi ad offerta libera potresti iniziare con quelli e poi se vorrai supportarmi maggiormente e allo stesso tempo fare un percorso più strutturato nel tempo potresti deciderti se e come abbonarti.

trovi dettagli sull’abbonamento al Come Meditare Coaching qui: https://www.comemeditare.it/proposta

mentre (ed è quello che ti consiglio per iniziare) trovi dettagli su come partecipare agli incontri settimanali qui: https://www.comemeditare.it/insieme

Claudio

il retto sforzo serve a ricordarci di essere presenti anoi stessi e a quello che ci accade. Se c’è un tic ok, ma non cercare il tic cerca quello che c’è nel qui ed ora sempre che tu sia presente e focalizzato nell’adesso grazie al retto sforzo

mirko

Ciao claudio vorrei acquistare il corso meditazione per l ansia.
mi puoi spiegare come si fa se mi arriva qualcosa a casa (perché ho visto che si deve mettere anche l indirizzo di spedizione) e inoltre cos è in pratica un video? o tante lezioni?

Katia

È normale che da quando ho iniziato a meditare durante il giorno sono più attenta a ciò che faccio ciò che il mio corpo mi trasmette, a volte sento la pelle più sensibile, sento il cuore che pulsa e il respiro senza pensarci? E in più mi capita di osservare le cose in un’altra prospettiva come se fossi estraniato dal mondo, come se fossi uno spettatore davanti a uno schermo…come se io fossi qui e tutto il resto mi passa davanti come una pellicola di un film..sto vivendo una strana sensazione ma molto bella…vedo le persone con altri occhi..

Claudio

ciao Mirko una persona consapevole sta con quello che c’è è consapevole di quello che c’è non di quello che idealmente immagina debba accadere. quella non è presenza è passato idealizzato e fantasioso.
Nel presente, con la consapevolezza si vedono i fenomeni mutare e mano a mano che sviluppiamo presenza abbandoniamo vecchi schemi e ne affiorano altri da osservare, comprendere e elaborare

Tiffany

Quando sono in preda a un evento, Come faccio a capire che è solo un pensiero passeggero dovuto all’impulso o è reale quindi fidarmi di quello che sento? Esempio se ho una discussione con qualcuno, e penso qualcosa ,cosa devo fare prima di parlare in modo sbagliato e capire se lo penso davvero o è una reazione è basta…scusa se sono così complicata…

Claudio

sii più semplice rimanendo con le cose così come sono o con il respiro, quando sei consapevole avrai pochi dubbi, rimani a stare con ciò che c’è senza perderti in questi pensieri e troverai chiarezza.

Katia

Ciao posso sapere la differenzavtra meditazione scientifica e vipassana? Vorrei che la meditazione mi accompagnasse nel mio cammino di vita per essere in pace con me è il mondo che mi circonda.grazie

Claudio

ciao Katia se come “meditazione scientifica” intendi la meditazione i cui benefici sono stati scientificamente dimostrati probabilmente non c’è nessuna differenza con la vipassana, in quanto gran parte delle ricerche scientifiche in campo meditativo, specie quelle effettuate negli ultimi anni si basano sulla meditazione di consapevolezza (mindfulness) che sono basate sulla vipassana. Ricerche meno recenti invece erano state condotte anche sulla meditazione trascendentale, ma è la consapevolezza intesa come mindulness-vipassana che sta interessando la ricerca scientifica degli ultimi anni:
https://www.comemeditare.it/meditazione/benefici-meditazione/i-benefici-della-meditazione-come-meditare-fa-bene/

Mirko

ciao claudio, ti spiego:

prima mi facevo una risata diciamo capivo di piu il black umor, i meme e tutte queste cose.

ora non so con i meme difficile che mi faccio una risata

Mirko

si Claudio però non so se è giusto o no, perché prima non mi arrabbiavo e ora mi arrabbio più spesso? la consapevolezza non dovrebbe far stare calmi le persone?

Claudio

ti calmerà se superi anche quella e ci riuscirai se porti la consapevolezza anche sulla tua rabbia, se cerchi di cacciarla via prima pensando che non sia giusta non funzionerà

Mirko

però quello che voglio dire io:
prima facevo un altro tipo di meditazione e non mi arrabbiavo subito come ora, ma avevo l’ansia.
Ora l’ansia è sparita con un altro tipo di meditazione ma mi arrabbio subito.
ecco tutto il discorso.

Claudio

si, ma a quel punto non stai più meditando con la sana presenza e consapevolezza, ma ti sei distratto ed il contare è diventanto un automatismo

francesco

Ciao claudio. Ogni volta che medito senza oggetto di meditazione mi passa la fame per molti giorni.ma dopo 4-5 giorni che medito con l oggetto di meditazione e mi sta quasi passando mi vengono dei pensieri che mi fanno rimeditare senza oggetto di meditazione. ma io sono convinto che la meditazione che mi fa male è quella senza oggetto di meditazione

Claudio

ciao Francesco mi pare nel leggerti che c’è molto attaccamento sugli effetti della meditazione: hai già delle idee precise sugli effetti che dovrebbe procurarti ogni sessione meditativa. Mediti sul serio quando ti apri a qualsiasi possibilità, altrimenti non stai veramente meditando ma stai fissandoti sugli effetti. Non stai nel qui ed ora ma hai già proiettato aspettative del passato nel futuro.

Mirko

Ciao Claudio forse ho sbagliato sessione ti scrivo qua riguardo quando vado per osservare il respiro e come ci fosse un peso e come se fosse bloccato.in più come citavo nel email sento di trattenere qualcosa,e questa cosa mi fa allontanare dalla meditazione fa un po’ paura non so quale consiglio pratico la Samantha e ho molto dolori e non riesco ad anvorarmi bene al respiro.

Claudio

ciao Mirko ti rispondo anche qui: Quando osservi ciò che ti succede va benissimo, anche se queste cose non ti dovessero piacere o fare paura. Nel corso che ho recentemente fatto sull’ansia dico anche che l’ansia stessa, persino se potrebbe sembrare che aumenti può essere osservata.
Questa osservazione che ci permette di immergerci in quello che c’è nel qui ed ora calma. Ma se hai ansia di fare passare l’ansia, non stai con quello che c’è ed il risultato che otterai è ulteriore ansia e paure che crescono.
insisto proprio su questo: qualsiasi cosa ti accada stacci. Persino il “non riuscire a starci” va bene se stai a questo fatto. A qualsiasi livello tu riesca a stare va bene, piano piano scoprira che in fondo è possibile stare anche con le paure e le ansie e questo ti darà una profonda calma.

Simone D'Ambrosio

Ciao, non so mai se sto mettendo il tipo di attenzione giusta, o qualità. Mi confondono anche i termini di osservare o fare attenzione al respiro, perché almeno per me hanno significati differenti. Vorrei mi spiegassi in che modo devo portare attenzione al respiro, che cosa si intende quindi per attenzione nella pratica, Grazie Mille, buona giornata

Claudio

Ciao Simone, più mettiamo dettagli, indicazione e speculiamo su cosa intendiamo per osservare o fare attenzione più ci allontaniamo dall’esperienza del respiro e tenderemo ad intellettualizzarla.
In soldoni, con semplicità ed in pratica, l’invito è respirare sapendo che stai respirando.

caterin

ciao mi potresti spiegare in che senso ci si deve abbandonare all’ espirazione ma nello stesso tempo mettere energia? è un controsenso o sbaglio?

Claudio

ciao, mettere l’energia dell’attenzione per abbandonarsi all’esperienza del respirare senza farsi distrarre dai pensieri.

Se non ci metti quell’energia ti perdi nei pensieri e ti fai trascinare via da essi.
Una volta che sei di nuovo attenta cosa fai? Non sostituisci il pensiero che se ne è appena andato con un altro pensiero, ma vivi pienamente l’esperienza del respirare.

trovi maggiori dettagli qui:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/9-errori-da-evitare-in-meditazione/
in particolare approfondisci la parte in cui parlo del “essere e non fare” e del “retto sforzo”

alfredo

Ciao Claudio mettere tutta l’energia al respiro ma nello stesso momento essere aperto a tutto quello che c’è puoi fare un video dove lo spieghi?

Claudio

ciao Alfredo, se fai questa domanda, focalizzati sul respiro. Al momento non ti preoccupare di altro che vivere l’esperienza del respirare.

Alessandra

Ciao Claudio, vorrei provare a meditare con un mantra.
Nella meditazione con il respiro finisco infatti o per perdere la concentrazione o per concentrarmi troppo sul respiro che allora diventa quasi affannoso.
Ho ascoltato il tuo video meditare con un mantra e vorrei chiederti se il significato del mantra Om Tare Tuttare Ture Soha può essere adatto per darmi la forza e la determinazione necessaria per affrontate un cambiamento importante nella mia vita, positivo ma molto faticoso da mettere in atto.
Grazie di cuore per l’attenzione.
Alessandra

Iacopo

Ciao Claudio, premesso che voglio acquistare il tuo metodo “meditazione per indaffarati”, vorrei anche fare un percorso approffondito con il tuo supporto.. Avendo già basi ed esperienze delle quali vorrei parlarti e non conoscendo ancora quale potrebbe essere il percorso che mi attende, vorrei prima contattarti in privato, per potere esporre e strutturare qualcosa di concreto e poter proseguire poi senza indugi. Ti ringrazio per l’ attenzione e per il lavoro che consapevolmente svolgi. Attendo una tua risposta, un caro saluto Iacopo

Claudio

ciao Iacopo, purtroppo privatamente riesco a seguire a stento i clienti a cui garantisco proprio il mio supporto. Tengo sempre del tempo libero per il blog per poere aiutare tutti in modo gratuito ma lo faccio pubblicamente proprio perchè rispondendo ad uno possono leggerlo anche in molti. Prova a dirmi di più e vediamo come possiamo fare. In che modo pensi che io possa aiutarti?

Luca

Buongiorno, pratico la meditazione mindfulness da diversi mesi, ero interessato a sapere per quanto riguarda la meditazione Vipassana, si presume dover appartenere ad un credo religioso, o si può praticare in maniera laica, o cmq seguendo una qualsiasi religione? Grazie…

Claudio

ciao La vipassana si può fare assulutamente in modo laico, la stessa mindfulnes si riferisce a questa antica tecnica. è una tecnica insegnata da Buddha, ma in quanto tecnica non richiede alcuna appartenenza religiosa specifica e si combina bene qualsiasi credo tu abbia già (persino agnostico o ateo). a me piace insegnarla in modo laico andando ad attingere qua e là dalle saggeze delle varie religioni o dall’approccio della psicologia moderna. Personalmente vedo molte similitudini quando si parla della ricerca di se stessi.

Ho fatto un corso laico sulla vipassana e puoi approfondirlo da qui: https://www.comemeditare.it/vipassana ma puoi anche vederne un anteprima gratuita da qui: https://meditazionevipassana.it/anteprima-gratis-scopri-la-vipassana/

mirko

Ciao Claudio, ho letto il tuo libro.
cosa intendi per “mettere tutta l’energia al respiro?
e se non lo sento e non sento nulla? a cosa do energia?

Gianluca

Gent.mo Claudio,
Grazie per tutto il tuo impegno e passione.Se mi permetti, ti faccio una domanda. Ho letto nel libro del Maestro Thanavaro “Meditare fa bene”, che “la meditazione di concentrazione, pacifica la mente, la rende calma e tranquilla. Molti maestri la ritengono più indicata per noi occidentali come pratica preliminare alla meditazione di consapevolezza”.

Praticamente mi ha spiegato che capita che gli Orientali facciano spesso Vipassana senza fare una vera e propria meditazione preliminare di Samatha.
Quindi, ho capito che almeno per gente molto concentrata o che vive magari in un monastero oppure fa un ritiro, si possa fare una meditazione Vipassana (Consapevolezza), senza l’ausilio della samatha. Chiaramente è una cosa anche molto soggettiva e legata allo sviluppo delle proprie capacità meditative,
Un caro saluto e grazie ancora di tutto!
Gianluca

Martino

Ciao, ho appena comprato l’ebook Come fare la meditazione Vipassana su Amazon. sul libro suggerisce di scaricare la meditazione 1 e 2 sul sito, su un indirizzo che non esiste. così ho scaricato la Meditazione_CalmoDimorare ma anche questa non riesco a caricarla su iTunes. le meditazioni sono disponibili altrove? su youtube? grazie

Claudio

ciao Martino, ti ringrazio della segnalazione ma ho controllato e tutto funziona perfettamente. Il link che trovi nel libro funziona e oggi è stato usato con successo da altri 3 lettori. Anche la meditazione del calmo dimorare funziona correttamente ed oggi è stata scaricata al momento da altre 5 persone.
Per itunes non so come aiutarti, io non lo uso e non sono un tecnico. Consiglio di usare un computer di casa piuttosto che un iphone, le cui limitazioni potrebbero non esserti di supporto se non sei un esperto.
Ho provato anche a scriverti in privato ma l’email che hai messo per il commento non risulta funzionante.

Claudio

Meditare normalmente non aumenta l’ansia, al contrario viene usata per gestire ansia e stress. Meditare ti fa stare essere più consapevole delle tue esigenze: quando hai fame sai di averla e mangi, cose col sonno eccetera.

Io non so cosa fai che chiami “meditare” ma ti esorto a smettere subito e andare da qualcuno, uno psicologo, che possa aiutarti sul serio, non usare la scusa di quella che chiami meditazione per evadere dai problemi, la meditazione non è questo.

Mirko sono serissimo: è venuto il momento che prendi seriamente in mano la tua vita e ti fai aiutare da un professionista che incontri a tu per tu e smetti di seguire questa cosa che tu chiami meditazione, lascia stare è evidente che non fa per te. Non puoi ritrovarti a non mangiare per via dell’ansia che quella che chiami “meditazione” avrebbe prodotto in te: se produce questi effetti perchè insisti a farla, vai a farti aiutare e lascia la “meditazione”!

Claudio

la meditazione ci rende meno reattivi e più consapevoli.

Più a contatto con le nostre emozioni ma meno in balia di esse.
Se dicessi “meno emotivi” darei una idea completamnte sbagliata benchè sarebbe giusta se con emotivi intendiamo qualcuno che si muove di pancia e d’istinto. Ma chi medita, nonostante non si lascia trascinare via dall’emotivo è pienamente a contatto con le proprie emozioni e non le nega o ne sfugge ma gli va incontro con coraggio e accoglienza.

Antonio

Ciao Claudio. Ho iniziato a praticare la meditazione Vipassana da qualche settimana e mi sto rendendo conto che a poco a poco sento delle energie. Volevo chiederti, i benefici di questa meditazione ovviamente si dovrebbero vedere nel lungo termine? Nel senso, l’utilità della meditazione si concretizza andando ogni giorno sempre più in profondità nell’osservazione della consapevolezza? E soprattutto, quand’è che si passa dall’osservazione del corpo a quella della mente? Ti ringrazio

Claudio

Ciao Antonio, non vorrei crearti aspettative rispetto ai benefici a lungo termine, ti invito a stare con quello che c’è.

Anche perchè sebbene più mediti e meglio stai, nel quotidiano e certamente nel corso di una sessione di meditazione, potresti non accorgertene. Te ne accorgi se ti ricordi di com’eri e come stavi prima di cominciare a meditare è nel paragone che i benefici si rendono evidenti. Anche se dovessi smettere potresti sorprenderti ad essere più nervoso ed ansioso.

Stai con quello che c’è non creare aspettative e coglierai dei frutti forse poco evidenti (se non in certi attimi estatici o di insight), ma molto pervasivi e profondi.

Si la meditazione è la palestra, l’allenamento, la “vera partita” è la vita di tutti i giorni (da qui ho realizzato il metodo di meditazione per indaffarati http://www.meditazioneperindaffarati.it ).

Non c’è una regola sul quando passar dal corpo alla mente, puoi anche rimanere solo sul corpo, dipende dalla tecnica che ti prepari a fare. Comunque spesso il passaggio da Samatha a vipassana avviene in modo assai spontaneo, una volta che la mente si è focalizzata. Tuttavia sarebbe improprio dire che corpo è samatha e vipassana è mente. Corpo e mente possono essere osservati anche in vipassana.

Certo se non ti è chiaro bene di cosa parlo con Samatha e vipassana, lascia perdere e serenamente focalizzati sul respiro nel corpo, è comunque molto funzionale come tecnica.

Se vuoi saperne di più ti suggerisco di approfondire la vipassana (valuta se fare il coro) http://www.meditazionevipassana.it ed anche il sutra di Buddha intitolato “Satipatthana” su come meditare col corpo e la mente, ma ti avviso non è semplicissimo se non hai già un po’ di esperienza con la vipassana. Nel senso che leggi il sutra, capisci abbastanza mentre leggi e quando hai finito ti potresti dire: “ma in soldoni come si fa?”

Comunque complimenti per il percorso che stai facendo e grazie a te per avermi scritto.

mirko

hai pienamente ragione claudio lo so. Mi consigli di stare occupato durante la giornata? di fare attivita sportiva o altro o leggere per distrarmi un po?

Claudio

è possibile che in parte tu lo faccia, anche adesso ho l’impressione che cerchi di etichettare mentalmente l’esperienza, ma ciò che apprezzo di te e che non ti arrendi, evidentemente in parte funziona, fai leva su questo

mirko

non mi arrendo perché la meditazione da quanto tempo la faccio mi ha sempre portato benefici. c’era un periodo che contavo tranquillamente i respiri e quando mi distraevo ritornavo da uno. ora quando conto i respiri non riesco piu come prima mi viene l ansia non so cosa mi è capitato cosa mi è successo credimi perciò ti mando sempre messaggi perché la meditazione mi ha salvato da una parte e dall altra no

Claudio

dipende se stai in samatha o in vipassana, ricordo di averti già dato risposte del genere in passato molto simile su altro, non era un tic, ma qualcos’altro.. qualcosa mi dice che ancora non hai capito cos’è la vipassana e come funziona.

Antonio

Ciao Claudio,
Ho trovato molto utile la tua guida per la meditazione sul “calmo dimorare”. Mi sto avvicinando alla pratica della meditazione e non avendo esperienza mi trovo davanti ad una cosa nuova che vorrei affrontare nel modo migliore. Volevo chiederti alcune cose relative alla pratica della meditazione, non so se hai il tempo per rispondere a questo commento ma mi farebbe piacere avere un tuo parere/consiglio in merito.
1) Per rendere efficace la meditazione, è necessario applicare la concentrazione sul respiro anche durante la vita quotidiana? Ovvero, la meditazione è un esercizio per lo svolgimento di qualsiasi attività della giornata?
2) un amico tempo fa mi consigliò di recitare con il mantra “nam myoho renge kyo”. Mi sono opportunamente documentato e ho scoperto che è legato al sutra del Loto, in particolare alla traduzione giapponese di Nichiren che ha rinnegato gli altri buddismi ritenendo quello del Loto l’unico vero buddismo. Ora, la recitazione di questo mantra ha senso solo se si “aderisce” a quel tipo di buddismo o è generalmente utile come forma di meditazione? e soprattutto, come si fa a regolare il respiro? Dopo tre o quattro ripetizioni devo riprendere fiato e “spezzo” il ciclo del mantra, non so se questa cosa è giusta o se ci sono soluzioni diverse… purtroppo mentre parlo non riesco a respirare 🙂
3) E’ possibile conciliare in Daimoku di Nichiren con la meditazione sul “calmo dimorare”? Si possono praticare entrambe? Purtroppo noto che in giro c’è tanto proselitismo verso questo o quell’altro buddismo, e ciò non so se è un bene, perchè determina una confusione nel capire ciò che è giusto o sbagliato, oppure se è meglio studiare e prendere un po’ da ogni scuola….
Intanto ti ringrazio per l’attenzione e la disponibilità 🙂
Un saluto e ancora grazie!

Claudio

ciao Antonio, benvenuto.

Alla domanda 1) personalmente insisto molto sul portare quanto più possibile la consapevolezza nel quotidiano ed è quello che insegno nel corso di meditazione per indaffarati.

per quanto riguarda il mantra di cui parli, sì puoi recitarlo pur non aderendo alla Soka Gakkai.

Buddha ha insegnato un modo di praticare e vivere mostrandolo per oltre 40 anni della sua vita (è “morto” a 80 anni). Alcuni buddisti (i Theravada) seguono ancora fedelmente quello stile di vita altri invece lo hanno rielaborato (in fondo Buddha stesso diceva di lasciare fluido l’insegnamento) mi sembra comunque difficile che un insegnamento recente rinneghi come buddista gli insegnamente del Buddha stesso. Il sutra del loto è un bellissimo sutra (sicuramente scritto da un grande illuminato, un Buddha) tuttavia postumo rispetto alla vita del Buddha storico, quella da cui è nato il cosidetto “buddhismo”.
Recitare un mantra è una forma di samatha. Puoi farle entrambe, cerca tuttavia di sapere prima cosa vuoi fare (se fare una, l’altra o entrambe) piuttosto che fare sempre a caso. Puoi anche decidere di fare “a caso” qualche volta, basta che sia sempre una decisione presa prima.
Non ti preoccupare dei respiri se ti focalizzi sul mantra lascia che sia il mantra a dominare, se invece vuoi sia il respiro non fare alcun mantra.
qui dettagli su come meditare con un mantra: https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-trascendentale/meditare-con-un-mantra/

Antonio

Ciao Claudio,

Intanto ti ringrazio molto per la risposta. Si, erano vari interrogativi che avevo da un po’ di tempo e mi sono rivolto a te perchè seguo i tuoi video su YouTube e i tuoi consigli utilissimi, basati sulla tua personale esperienza. Di conseguenza, ti dico anche che riflettendo bene e informandomi altrettanto bene (leggendo, cercando di capire, studiando anche) mi rendo conto che il buddismo di Nichiren, con tutto il rispetto per questo monaco e per chi fa parte della Soka Gakkai, non corrisponde storicamente alla dottrina di Shakyamuni. L’idea di meditare in ginocchio, a occhi spalancati davanti ad un testo in giapponese, con un rosario e ripetendo il “nam myoho renge kyo” come una radiolina modestamente non mi sembra un approccio realmente legato al Buddha. Mentre ascoltando Goenka e frequentando il tuo blog mi sono reso conto che la Vipassana, come anche il calmo dimorare, corrispondono alla vera meditazione delle origini che era tramandata oralmente tra i monaci ed oggi è a disposizione di tutti, ed effettivamente, con tutte le difficoltà di un neofita, mi porta ad una vera concentrazione: respiro, concentrazione sul qui e ora, sul corpo, etc. mentre il Daimoku mi sembrava più che altro una preghiera simile al rosario fine a se stessa o fine a… guadagnare tanti soldi, farmi la piscina e poi? Insomma, ho notato alcune contraddizioni. In più, mi confermi che il Sutra del Loto è posteriore a Shakyamuni, quindi parliamo davvero di qualcosa di successivo, modificato e non originale (tra l’altro ho anche letto che il Buddhismo giapponese aveva una connotazione di tipo militare, perchè usato come disciplina psicofisica per i Samurai e l’esercito, quindi lontanissimo dai presupposti originari).
Se posso, vorrei porti un’ultima domanda, un piccolo dubbio sulla meditazione. Quando medito, nella posizione ferma che bisogna tenere, può succedere (so che può far ridere) di avere che so… prurito alla gamba, o alla testa, o distrazioni corporee di questo tipo, insomma. Ecco, mi chiedevo, possiamo staccare le mani oppure per una questione di “energia” e concentrazione è meglio fare una piccola scelta di tipo “ascetico” e resistere alla tentazione e stare fermi? Ti ringrazio ancora!

Claudio

Nel Budddhismo ci sarebbe ampio spazio a dei miglioramenti, Buddha stesso invitava a non fissarsi su dottrine rigide e “zattere” che servono solo ad attraversare il fiume (e non da portarsi dietro).

Puoi muoverti, purchè tu lo faccia consapevolmente. Quindi evita di grattarti di istinto ma fallo pure con presenza mentale. Ti capiterà un giorno di decidere di rimanere ancora un po’ a vedere cosa accade e sperimentare come anche il prurito se ne andrà. Ma grattati pure, per il momento e lascia che tutto accada natuaralmente purchè in presenza ed in consapevolezza.

mirkock

che significa osservare il respiro per tutta la sua durata?io l espirazione non la sento proprio. se non la sento la mia attenzione dove va? sempre nel punto delle narici? e quando si dice attenzione al punto delle narici cosa si intende?

Claudio

Mirko, sono mesi che continui ad avere dubbi su ogni cosa. A cosa i servono questi dubbi? Che gioco stai facendo ogni volta che mi fai domande del genere? Sto per pubblicare un video sui dubbi appena disponibile guardalo, potrebbe esserti di aiuto.

Tiffany

Ciao Claudio , non riesco a capire se devo usare l’istinto o la mente, quando affronto una discussione devo essere me stessa, ma in meditazione bisogna osservare come ci fa stare una cosa quindi, io sono una sempre istintiva e agisco di petto ma a volte mi pento, ma a volte si dice che bisogna agire con il cuore, quindi la mente poi cambia la prospettiva…sono molto confusa, cosa dovrei ascoltare, istinto , impulso , il cuore o la mente, la ragione…cos’è quella cosa che ci permette di arrivare alla verità e alla pace con noi stessi

Claudio

cio che chiami cuore probabilmente non è realmente cuore ma è emotività, ti muovi di pancia reattivamente in preda alle emozioni non con consapevolezza o con il cuore aperto. Quando è presente la consapevolezza le azioni sono leggere e serene. Non darti fretta continua pazientemente a meditare e conoscerai per esperienza quel che a parole potrebbe non essere molto chiaro.

Mirko

in che senso ricentrarti in te . comunque mi sta capitando questo: faccio 2 tipi di meditazione perché sono convinto che uno dei due mi provoca pensieri compulsivi e l altro mi fa stare meglio. ma non riesco a capire quale dei due mi fa stare meglio e quindi mi ritrovo a cambiare tipo di meditazione ogni 4-5 giorni e non arriverò mai a nulla .

Claudio

ho proprio l’impressione che con te spreco parole, torni a dirmi sempre più o meno le stesse cose… mettiamola così:

..e se non dipendesse dal tipo di meditazione ma da come stai tu nel momento in cui la fai?

quando dico che tendi a dare la “colpa” fuori intendo che non guardi dentro: tu non la tecnica.

mirko

leggerò assolutamente il tuo libro. sto in una confusione totale. mi sento troppo strano. non capisco l attenzione su un solo punto tipo alle narici ma allo stesso tempo avendo un attenzione aperta a tutto quello che c è cioe ad accogliere quello che viene .

Claudio

ciao Mirko, vedo che riproponi sempre lo stesso dubbio. Ti ho già risposto altre volte, forse leggendo il libro ti si chiariranno meglio certi aspetti, anche se temo che il dubbio sia un ostacolo con cui hai famigliarità e potresti avere altri dubbi dopo.
Vedremo..
Comunque sia, provo a risponderti ancora una volta: il focus su un solo punto ti aiuta a ricentranti a rientrare in te, una volta fatto questo è più facile che la mente si espanda. Si chiamano: Samatha e Vipassana

mirko

nella mia zona non c è nessuno perciò ti contatto sempre a te.comunque dipende dalla meditazione che faccio. se faccio un tipo di meditazione mi passa la fame se ripeto un mantra mi viene la fame ma mi vengono pensieri cioe se vedo una cosa mi ricorda una cosa passata. Sono sicuro che è la meditazione sbagliata a farmi questo. ho sempre meditato tranquillamente e ho sempre contato i respiri tutto molto tranquillo.

Claudio

continui ad attribuire alla meditazione una qualità che non gli è del tutto propria. Il “vero” effetto della meditazione è la consapevolezza. Ovvero la capacità di stare con quello che c’è momento per momento, nel “qui ed ora”.

Se nel momento che mediti c’è fame, vedi fame. La noti al di fuori della distrazione del chiacchiericcio mentale.

Non è la meditazione a fartela venire, ma te la fa notare.
Così se non c’è fame o c’è ansia: lo noti.

La spia rossa nella macchina segnala un qualcosa nella macchina, non ne è la causa: è “solo” uno strumento di consapevolezza. Grazie alla spia puoi salvare la macchina dal fondere il motore, ad esempio, o dal rimanere senza benziana.

Ecco perchè è fondamentale la consapevolezza. Difficilmente una meditazione fatta bene ti fa venire fame -semmai il contrario visto che stai fermo e consumi meno energie anche a livello del cervello- ma non è neanche che te la fa passare in senso assoluto.

L’effetto che produce la meditazione- ed è il motivo per cui meditiamo- è sviluppare una maggiore sintonia e conoscezna con noi stessi.

Continui a preoccuparti di cosa “ti fa” o cosa “non ti fa” la meditazione, ma non è questo il punto. Non è dall’esterno che capitano le cose, ma tutto accade dentro, con la meditazione ne scopriamo i meccanismi.

mirko

ciao Claudio vorrei comprare il tuo corso di meditazione. credi che è un bene che lo compro? almeno capisco qualcosa in piu di meditazione ho troppa confusione. e inoltre questi pensieri non se ne vanno og i cosa che vedo un oggetto un odore mi ricorda unacosa passata

Claudio

Ciao Mirko, sicuramente il corso di Vipassana potrà aiutarti a capire meglio alcuni aspetti. Faresti bene a farlo. Allo stesso tempo quello che maggiormente ci vorrebbe per te, secondo il mio modesto parere, è qualcuno dal vivo. Guarda se nella tua zona c’è qualcuno che insegna vipassana o Mindfulness, e fai un bel percorso di meditazione di un paio di mesi almeno.

Corsi e libri da una parte possono portarti chiarezza, ma ho notato che tendi a dubitare di molte cose, quindi se da una parte delle istruzioni possono fare chiarezza dall’altro potrebbero diventare fonte di altri dubbi.

Ok quindi il corso di vipassana (non l’altro della meditazione per indaffarati), ma poi, appena questo periodo passa e si possono fare dei corsi dal vivo frequenta settimanalmente qualche maestro e fai un po’ di pratica con lui.

Fabio

Ciao Claudio, ho acquistato i tuoi corsi (meditazione Vipassana e meditazione per indaffarati) e mi sto trovando alla grande. Vorrei chiederti se è possibile in qualche modo imparare la meditazione delle 4 dimore sublimi, ho notato che c’è sul tuo sito a 47€ ma è stata una live già fatta. Da dove potrei imparare?, grazie.

Claudio

ciao Fabio esatto il corso delle 4 sublimi dimore è già acquistabile ed è la registrazione della live fatta il giorno della liberazione del 2020. Al momento devo ancora realizzre la pagina di presentazione del corso che si trovberà qui: https://www.comemeditare.it/corsi/4dimore-presentazione/ tuttavia credo che tu sappià già di cosa si tratta e non hai bisogno di alcuna presentazione quindi puoi già acquistarlo se è ciò che vuoi ed è un bel corso denso di insegnamenti preziosi: lo consiglio senz’altro!

Mirko

può essere che mi passa la fame perché faccio una meditazione sbagliata? perché se so che il motivo è perche ho problemi, allora vado da uno psicologo ma se è per una meditazione sbagliata e vado da uno psicologo non risolvo nulla

Claudio

una meditazione di consapevolezza non è sbagliata. La consapevolezza mette il luce quello che c’è: non è mai sbagliata. Se pensi di risolvere quel che ti succede eliminando (o cambiando o facendo solo) la meditazione sei fuori strada. Se ti accorgi che c’è qualcosa di profondo su cui lavorare, lavoraci sopra: prima lo farai meglio sarà il resto della tua vita. Rivolgiti ad un Terapeuta, con cui fare un bel percorso

mirko

ma io ho sempre meditato è sempre andato tutto bene.sembra che ogni tipo di meditazione mi faccia qualcosa. ad esempio se conto i respiri mi viene un pensiero ad ogni oggetto che vedo. se mi concentro sull area del respiro, io non sento nulla ma cerco di sentire l area, sembra che dopo mi sento troppo strano.

Claudio

continui a incolpare o dare i meriti alla meditazione che è solo uno strumento di consapevolezza. Ciò che accade a te rimane di tua competenza. Se mi dici che stai male al punto di non mangiare è utile farti aiutare da un professionista a prescindere dalla meditazione

mirko

sai qual è il mio problema? ad esempio ascolto una canzone che dice la parola cimitero e mi viene in mente un ricordo dovesono stato ad un cimitero. non sento la canzone.

mirko

claudio secondo me ho qualche problema. è come se stessero uscendo fuori tutto la roba che ho dentro. tipo ricordi passati emozioni e non sto nemmeno mangiando mi sta passando la fame. mi chiedo: è normale? ogni oggetto che vedo mi ricorda qualcosa di passato.

Claudio

ciao Mirko emerge nel qui ed ora quel che c’è nel qui ed ora. Indugiare nel passato non ci serve. Se ti sta passando la fame ed hai problemi è utile farsi aiutare da un professionista. La meditazione è un grandissimo supporto ma non è sostitutivo di una terapia Psicologica. Ti invito a valutare di recarti presso un Terapeuta con cui creare e fare un bel percorso personale.

Raffaele

Ciao Claudio, sto continuando a meditare, ho seguito il tuo consiglio e anche un po’ il mio cuore.
Volevo chiederti, sono sufficienti 20 min la sera? Prima che la mia relazione finisse meritavo anche 40 45 min. Ma ora la mente è completamente satura di immagini e meditare per molto tempo mi resta complicato…

Grazie come sempre

Mirko

io sbaglio proprio il modo di porre l attenzione. mi risulta difficile il fatto: attenzione aperta a tutto quello che c è ma in un solo punto? è un paradosso! o mi sbaglio?

Raffaele

Ciao Claudio, dopo 14 anni di relazione la m8a compagna mi ha lasciato dicendomi di nonnamarmi più. Vivo una fase quasi di lutto e meditare mi resta complicatissimo. Sto continuando a praticare 20 minuti la sera ma per un paio di giorni non sono riuscito e ho desistito. Non ti nascondo che tra le colpe che mi sono dato per la fine della relazione ho incluso anche il percorso spirituale, che lei non condivideva con me ma che tuttavia non disapprovava affatto, anzi ne era felice.

Hai consigli in merito alla pratica in questo periodo complicato? Mi resta complicato sedermi ad osservare tutto il dolore e i rimpianti e i sensi di colpa.

La tentazione onestamente è quella, dopo 3 anni di pratica, di abbandonare il sentiero. La vipassana avrebbe dovuto farmi vedere le cose più chiaramente e io non mi sono neppure accorto che la mia relazione stava andando in frantumi. Mi sa che la meditazione non fa per me. Un caro saluto

Claudio

Ciao Raffaele, non ho il potere di convincerti a fare qualcosa di cui non sei convinto, mi dispiace per il momento che stai attarversando, personalmente ritengo cha a maggior ragione, per quanto difficile ti possa sembrare, meditare ti possa essere di grande sostegno.

Tutto è impermanente, tutto viene, si sviluppa e poi finisce. Non abbiamo potere su questo ed anche questo momento cesserà. Praticare vipassana pensando che ci previene dalle leggi di natura non è praticare vipassana che al contrario ci permette di esere consapevoli testimoni delle leggi di natura.

Dal momento che stai prendendo la decisione di smettere non sarò io a oppormi, tuttavia visto che mi hai chiesto un consiglio eccolo.

La sofferenza è un ottimo strumento di comprensione della vita e dei suoi processi se rimaniamo centrati e consapevoli. Più c’è sofferenza più possiamo capire. Ma più c’è sofferenza e meno ne abbiamo voglia. Vorremmo smettere di vedere e attraversare quel dolore, vorremmo scappare via.

Lo capisco è umano, ma il mio consiglio non può essere altro che: stacci, guarda ad occhi pieni quel dolore, non fuggirne, abbraccialo.

Al contrario ti consiglio di praticare vipassana ed aggiungere semmai un’altra pratica spiegata mirabilmente in questo libro: nutri i tuoi demoni

Raffaele

Grazie infinite Claudio. La mia resistenza nei confronti della pratica è certamente una via di fuga dal dolore. Grazie per i consigli, proverò a stare con la sofferenza ed ad accoglierla. È un momento molto complicato. Confido nell’impermanenza. Questa sofferenza diverrà altro. È molto importante sapere di poter contare sul tuo prezioso aiuto. Grazie…

Claudio

se ti sembra così forse è proprio questa la direzione giusta da prendere per te: “rilassati nell’adesso” lasciare andare la voglia di controllare tutto ed abbandonarti all’esperienza del momento.

La voglia di controllare è viziata dagli schemi, dai pensieri, da elementi astratti e questo non ti rende libero ma “addormentato” se vuoi essere libero dovresti avere il coraggio di lasciare andare il bisogno di controllare tutto.

Ti assicuro che sei più passivo nel rimanere incastrato negli stessi preconcetti che aprirti all’adesso. Meditare non è un controllare con l’ego o con la mente, ma piuttosto un allenamento a smascherarne attivamente i meccanismi rimanendo imparziale osservatore.

Claudio

Ciao Mirko se dopo avere visto i miei video sul retto sforzo ancora non ti è chiaro, è inutile che ribadisca lo stesso concetto.

Dirti: “lo sforzo non è ‘faticoso’ è un costante e paziente richiamo alla presenza. è un modo di ricordarti di te” non ti servirà a nulla.

Quindi Mirko, ignora tutto quel che riguarda la parola sforzo perchè evidentemente ti mette fuori strada: dimenticati tutto quello che ti ho detto sullo sforzo e pratica la meditazione abbandonando l’idea di capirla intellettualmente – Pratica, sperimenta! Chi sperimenta “è” che cerca di essere non di conoscere o capire “come fare” intellettualmente.

Guarda piuttosto questo articolo con relativo video:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/meditare-non-e-fare/

Se poi ti senti confuso perchè non capisci: tranquillo, medita lo stesso e nota, mentre mediti tutte le volte che non capisci o che cerchi di capire perchè non è come ti “aspetti che debba essere” sperimenta com’è sentirsi incerti e confusi ed anche frustrati.

In questo modo torni ad essere a dispetto dei giochi mentali

mirko

anche se sento la sensazione della pancia che si alza e si abbassa faccio conflitto con i pensieri e forse li alimento. il fatto è che io ho sempre fatto queste meditazioni e le ho sempre fatte normalmente. ora non riesco a farle piu. cosa posso fare?

Claudio

noti che ti aspetti che le meditazione devono corrispondere a delle aspettative? Non lasci che la meditazione manifesti liberamente quello che c’è nell’adesso, la tua mente va al passato, non sta nell’esperienza. Tutto ciò riguarda il campo delle congetture nei preconcetti, ovvero dei pensieri.

i pensieri non sono di per se un ostacolo, a meno che non cominci a farci braccio di ferro o a perderdertici dentro e spesso si fanno entrambe le cose: volendoli eliminare -con la stessa mente che ha generato i pensieri, produci altri pensieri per eliminare quelli di prima- li alimenti.

Nell’adesso, noti che la mente è agitata? Ok continua a notarlo e torna pazientemente al respiro senza aggiungere altri pensieri (che non noti neanche tanto ti ci identifichi dentro) che ti fanno dire: “ma io non riesco più come prima..””come faccio?”.

Ci sono dei pensieri? Notali, permetti loro di eserci e di essere osservati. Non c’è bisogno di cacciarli via ne di perdertici dentro.

Ti ci perdi dentro quando ti dici che quell’esperienza che stai vivendo nel qui ed ora non va bene e dovrebbe esere diversa, lo dici tu: è un pensiero tuo che non vedì più perchè ci credi: ti ci identifichi, ti ci perdi dentro.

Permetti semplicemente a tutto ciò di esserci e torna a osservare tutto ciò, prima o poi, quando ci farai pace, tornerai alla pace. Poi la riperderai, poi ci tornerai..

Tutto viene e va e nell’adesso ogni esperienza è unica: stacci per quella che è senza volerla ricondurre a quella che vorresti che fosse.

Il pensiero non è un problema lo diventa quando non ti accorgi che lo alimenti tu.. lascialo essere e torna ad osservarlo: prima o poi si trasforma, osservane la mutazione come osserveresti nuvole nel cielo.

Finche aggiungi il pensiero “come faccio, non ci riesco” e gli dai retta -ovvero credi che sia la verità e non solo un pensiero- non ci riuscirai.

é solo un pensiero, non cacciarlo via, osservalo, prima o poi cesserà. Anche perche lo cacceresti via come? Con lo stesso identico pensiero: “questo non va bene devo eliminarlo”.. Ti accorgi del loop?

Claudio

la paura nasce da dei pensieri che vuoi continuare a nutrire, per questo ti rispondo allo steso modo: smetti di nutrire i pensieri e focalizzati sull’esperienza del respirare, vivi il tuo respiro e dai meno retta ai come e ai perchè.

La meditazione non è sbagliata se è meditazione. Se è prolifereare di “come fare” di “oddio e se mi succede che svengo” di ” e se si facesse in modo di verso” oppure “non capisco come” non è più stare col respiro e quindi non è più meditazione, ma semplice proliferare di pensieri mascherato da meditazione.

Capisco che tutti questi pensieri possano sorgere comunque, basta che non li alimenti cercando soluzioni mentali, ma torni a esperire il respiro 10, 100,1000 volte. Quindi ok che sorgano questi pensieri, ma ti prego non dargli retta cercando soluzioni con la mente, torna a vivere l’adesso: sperimenta il tuo respiro.

Abbandona il desiderio di “sapere come fare” e mettiti semplicemente a fare e come “fare” intendo osservare cosa succede in te mentre respiri, il movimento del tuo respiro. Torna a questo sperimentare ogni volta che ti accorgi che invece torna in te il desiderio di “sapere”

mirko

ciao claudio attenzione focalizzata, su questo faccio casino e non l ho mai capita da 5 anni. l attenzione focalizzata cosa significa, per favore te lo chiedo puoi fare un video su youtube doce spieghi cosa significa attenzione focalizzata

Claudio

leggi quello che ti ho già scritto, mi ripeterei: in realtà con te mi ripeto in continuazione è come se non accettassi le miei risposte e ne vorresti una diversa.

mirko

ho visto il tuo video del conteggio dei respiri. sei un grande. una domanda: ma nel momento del conteggio della fine dell espirazione col numero 1 ad esempio, non sono consapevole della pausa? visto che conto il respiro quando finisce l espirazione

Claudio

ahahah allora se hai visto il video tu saresti tra quelli a cui sconsiglio la tecnica del contare.. scherzi a parte davvero per te è meglio vivere l’esperienza del respiro anzichè contarli: pazienza se ti perdi.. succede a tutti.
Un mio allievo ricordava che per lui è stato liberatorio quando gli è stato detto di essere il respiro. è solo una suggestione se non ti è chiaro il significato non perderci tempo, viviti semplicemente l’esperienza del respirare

mirko

claudio mi faresti un video su youtube dove spieghi l’attenzione? e il retto sforzo dove va fatto al respiro? e l’attenzione se è solo al respiro o è un attenzione aperta a tutto quello che accade. e l’attenzione aperta ma focalizzata in un punto cosa significa? buona giornata

Claudio

ciao Mirko, normalmente faccio una sessione in diretta (che poi viene registrata) di domande e risposte per gli abbonati al come meditare coaching se sei interessato a questo tipo di servizio puoi valutarlo qui: http://www.comemeditarecoaching.it

per quanto riguarda la domanda ho l’impresione che ti stai infognando in concetti “da capire” a discapito dell’esperienza “da vivere” te lo sto ripetendo da un po’ ma vedo che insisti a “voler capire”: viviti l’esperienza del respirare senza sapere altre cose che accumuleresti in un mare di concetti e idee che si stanno sovraffollando.

Sperimenta il respiro: come viene viene. Ti distrai? ok viviti il fatto che ti sei distratto e torna al respiro.

Basta chiederti se fai bene o male: fai e basta. Mooooolto più semplicemente. Take it easy. Fai pace con la meditazione. La meditazione è una attività pratica che calma, la stai facendo molto teorica e complicata..

mirko

Claudio SOLO TU MI PUOI AIUTARE, al posto di andare da uno psicologo, io so che questi pensieri li creo io, io al posto di pagare lo psicologo pago te. per favore puoi capirmi 😪.
stamattina ho meditato. ho ripetuto il mantra so ham, ma ho come l impressione che quando lo ripeto è come se creassi conflitto. non so come ripeterlo sto mantra. Mi è successa la stessa cosa l’anno scorso e sono riuscito ad uscirmene, anche quest anno voglio farcela e vedere si non cascarci piú! 😪😪😪

Claudio

ciao Mirko premesso che uno psicologo fa il suo lavoro che in quanto tale è insostituibile. Io continuo a consigliare la meditazione del respiro se vuoi fare il mantra non ho molto da consigliarti in più di quello che già trovi in questo blog (tra cui di conoscere il mantra) ma è, secondo me, molto meglio il respiro, specie se vuoi fare un lavoro più “psicologico” a tal proposito è ancora più indicato, una volta famigliarizzato col respiro, passare a vipassana-mindfulness

mirko

sai perché ti chiedo del mantra? perché 3-4 mesi fa lo ripetevo senza alcun problema! ora non so quando lo ripeto creo conflitto con i pensieri, come se volessi, come dicesti tu, “controllare la mente con la mente”. perciò ti ho chiesto se col mantra si sente anche la sensazione del respiro.

mirko

claudio ma per caso la cosa sbagliata è che uso il mantra CONTROLLANDO la mente e le emozioni? puoi fare un video su come ripetere un mantra? credo che questo sia il problema. e non è la mia mente ma secondo me la realtá

mirko

io credo di sentire la sensazione del respiro anche controllando e non lasciandomi andare. boh confusione proprio. Col mantra invece non si sente nessuna sensazione quindi come si calma il corpo?oppure con un immagine o un suono?

Claudio

Mirko, mi scrivi in continuazione “che non riesci”, riesci a notare che c’è in te un pensiero ricorrente che dice “non ci riesco, io non riesco a meditare”? Notalo osservalo, osserva come ti fa stare e torna al respiro: tutto qua.

Tutto il resto è sovrastruttura mentale

mirko

ok. ma il tuo corso di vipassana quanto costa? comunque è normale che l inspirazione la sento di piu e l espirazione non la sento proprio?

Claudio

ciao Mirko, ho l’impressione che poni molti ostacoli davanti alla tua meditazione. Mi fai anche molte osservazioni e insisti su modi che ti sconsiglio. In altre parole è come se mi chiedessi di cambiare rimanendo nella tua posizione. Come puoi cambiare e rimanere lì allo stesso tempo? Se non vuoi aprirti al Presente sperimentandolo, non sarò certo io a obbligarti a farlo, sei liberissimo di proseguire a frapporre dubbi e congetture mentali mentre ti dico di sperimentare l’adesso.
Solo che se continui a dirmi le stesse cose posso solo ripetermi anche io a che serve?

mirko

faccio confusione troppo. ho letto talmente tante informazioni sulla meditazione che ogni cosa che faccio sembra contraddittoria. se mi abbandono come faccio a fare attenzione

Claudio

se fai attenzione alle sensazioni, a ciò che percepisci, tenderai a rilassarti, se vuoi controllare, no. ecco come fare attenzione: abbandonandoti ad essere presente del respiro e quando ti accorgi che ti sei perso torni a quello.

Se ti confondono le cose che hai letto privilegia solo una lettura: il potere di adesso di Tolle

mirko

claudio io quando faccio attenzione al respiro dall inizio alla fine è come se non mi osservassi. come se il respiro fosse un ostacolo per osservarmi, un intruso. se arriva un pensiero e torno al respiro mi sento come se questo pensiero non l avessi osservato, come se non ci fossi stato con il pensiero(quando si dice se viene un pensiero osserva il pensiero, ma se torno al respiro non lo osservo??) la stessa cosa con ad esempio l ansia o la paura : se arrivano ed io ritorno al respiro non sto con l’ansia o con la paura? riesci a capire cosa intendo claudio?

Claudio

Penso di capire molto bene cosa intendi, Mirko e direi che stai facendo molto bene.

Quando c’è ansia vuol dire che c’è qualche pensiero subdolo che ti sta trascindando via e il respiro è un buon alleato non per cacciarlo via, ma per tornare semplicemente all’adesso (i pensieri non ti fanno stare nell’adesso ma in un mondo di pensieri).

Quando sei nell’adesso il respiro va nello sfondo per aprirti all’esperinza, ok!

mirko

ciao claudio ho dovuto stoppare la meditazione. non sto meditando piú.Voglio capire se questi pensieri del passato ossessivi perché mi vengono. se è per una meditazione fatta male, oppure proprio perché la meditazione ti fa guardare dentro mi vengono questi pensieri.

mirko

ci proverò claudio. sono molto confuso perché non capisco chi dice l’attenzione alle narici poi dice ma anche a tutto quello che c è suoni eccetera. ma se l’attenzione è alle narici come si fa a portare l’attenzione anche ai suoni e altre cose?

Claudio

Come posso condensare un intero corso in poche righe..

Facciamo così, all’inizio focalizzati sul respiro e quasi solo su quello, piano piano, la tua attenzione sarà più viva e potrebbero emergere altre cose e non solo il respiro, senza perderti in esse autorizzati a osservarle.

Se tutto ciò non ti fosse chiaro tieni solo il respiro e lascia perdere il resto. Ma rilassato..

Se invece vuoi fare il corso di vipassana lo trovi qui: https://www.meditazionevipassana.it/corso

mirko

Attenzione a non usare questa pratica come un desiderio di controllo e sforzandoci a volere governare il presente. come faccio a sapere se sto governando il presente ?

Claudio

Semplice se vuoi sapere tutto come fare bene o male in teoria tendi a perderti l’esperienza (che nulla a che fare con la teoria) del momento presente.

Chiediti meno come fare a sapere e dimora nell’esperienza. Ora immagino che tu mi dica (magari con un altro nome ed un ennesima finta email): “ma come faccio a sapere come dimorare..”:

osserva come stai, cosa ti dici nella mente, scopri se invece che percepire le sensazioni corporee stai solo a cercare teorie sul “come fare” e nel caso te ne accorgi: ok ottimo lavoro, non cercare di cambiare lo stato delle cose semplicemente osserva tutte le tue dinamiche anche quelle mentali.

daniele

Buonasera Claudio, se l’oggetto di Meditazione è il respiro, l’attenzione va ai cambiamenti delle sensazioni del respiro, e se l oggetto di Meditazione è il mantra l’attenzione a quali cambiamenti va?

Claudio

io avrei detto semplicemente: “quando usi il respiro l’attenzione va al respiro, quando usi il mantra al mantra.

Ma se tu dici “l’attenzione va ai cambiamenti delle sensazioni del respiro! allora puoi usare i cambiare delle vibrazioni del mantra (se lo fai le prime volte ad alta voce ti sarà più chiaro anche quando lo farai silenziosamente dentro di te”.

Non ti fissare troppo sulle definizioni (chissà perchè ho l’impressione di avere già avuto a che fare con te): sperimenta prima di perderti nel perchè e nel come

Claudio

osserva attentamente la tua domanda e nota come ti fa stare pensare di volere sapere se stai alimentando l’ansia…

difatto ti stai pre-occupando di un problema che non c’è, ma è proprio questa pre-occupazione motivo di ansia.

Mi pare di averti già detto di lasciare perdere il volere sapere tutto a livello dei pensieri. Non è coi pensieri che risolvi un problema creato dai pensieri stessi: si tratta di spostare l’attenzione dai pensieri alle sensazioni, come il respirare. Occupati dell’esperienza lascia perdere il pre-occuparti.

caterina

Buongiorno Claudio volevo sapere come si fa la meditazione del conteggio dei respiri. basta contare semplicemente? o c è bisogno di un retto sforzo

Claudio

Ciao Caterina, ti ripeto quello che ho appena detto ad Alberto, proverò a fare un video ancora più dettagliato, tuttavia trovi già tutte le indicazioni necessarie qui: https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-col-sonno-e-la-tecnica-di-meditazione-del-contare/. Attenzione a non usare questa pratica come un desiderio di controllo e sforzandoci a volere governare il presente. Piuttoso è meglio lasciare fluire i respiri senza contarli e cercando di essere consapevoli di essi ogni volta che ci riusciamo.

Claudio

Buongiono.. Beh se conti i respiri la mente su cosa è focalizzata? Sui respiri, ovviamente!

Sto cercando tuttavia di comunicare che la tecnica del contare la consiglio raramente ed in poche occasioni da usare anche col contagocce.

Se poi, tu, Caterina e molti altri nomi usati qui siete sempre la stessa persona a maggior ragione sconsiglio l’uso di questa tecnica. anzi tenderei a “vietarla” perchè poco utile, anzi controproducente a chi vuole una tecnica per controllare ciò che li sembra gli sgugga di mano. meglio che ti sfugga piuttosto che alimentare una tendenza ossessiva compulsiva.

Fai una cosa: osserva il respiro e, semplicemente quando ti distrai, pazientemente accetta che ci si distrae facilmente (capita pressochè a tutti non solo a te) e torna pazientemente al respiro evitando di contarli

eduardo

Ciao claudio, sul fatto delle pause: se faccio attenzione solo ed esclusivamente alle pause tra i respiri? cosa puo succedere? è sbagliato?

eduardo

Ciao claudio quando medito e mi concentro sul respiro sulla pausa tra i due respiri mi inizia a battere il cuore piu veloce, è normale? sbaglio a fare qualcosa? puoi spegarmi meglio l’attenzione al respiro e alle pause tra un respiro e un altro?

Claudio

ciao Eduardo, non ti preoccupare se è normale o no: l’invito è stare con quello che c’è. Se è quello che succede osservalo: la consapevolezza non uccide, anzi, fa emergere quello che comunque c’era. Se osservare lo spazio tra u respiro e l’altro ti confonde, lascia perdere. Basta che sai che esiste uno spazio, e focalizzati solo sull’inizio, sviluppo e fine di ciascuna fase del respiro.

Se questa attenzione al respiro senti che fa cambiare qualcosa (esempio il battito cardiaco) questo video potrebbe aiutarti: https://youtu.be/6A2szH1XT_g

Veronica Girello

Ciao Claudio, mi chiamo Veronica e da non molto mi sono interessata e avvicinata alla meditazione. Cercando informazioni, ho scoperto il tuo blog e il tuo canale youtube che trovo densi di contenuti interessantissimi e di questo ti ringrazio.
Sarei interessata ai tuoi corsi on line di “Meditazione Vipassana” e “Meditazione per indaffarati”, vorrei chiederti però quale dei 2 mi consigli per iniziare.
Grazie in anticipo per un tuo consiglio e buona giornata.
Veronica

Claudio

ciao Veronica, complimenti a te per la spinta a volere approfondire! Tra i due cori consiglio sicuramente la meditazione per indaffarati, infatti è un corso più completo della vipassana. entrambi sono spiegati in modo semplice e ben si adattano anche a chi è agli inizi. Quindi il mio consiglio è di andare senza ulteriore undigio verso: http://www.meditazioneperindaffarati.it

Claudio

Buonasera Nicola.

Finchè ti fai questa domanda è prioritario il respiro, poi ti potrai abbandonare al resto.

Non puoi abbandonarti se prima non ti sei trovato e finchè siamo in balia dei pensieri siamo “persi” abbandonarci all’essere persi significa non fare nulla per ritrovarci.

Il respiro ci radica nell’adesso, grazie ad esso ci ritroviamo.
Quando, e solo quando e se ci ritroviamo possiamo aprirci ad altro, ma questo abbandono ha il sapore della liberazione, dell’espanzione.

è la differenza tra samatha e vipassana, tuttavia non c’è vipassana senza samatha. Cos’è più importante? Il respiro quando sei perso, abbandonarti quando ci sei. Nel dubbio è più importante il respiro, il resto potrebbe avvenire più spontaneamente.

Vipassana è più importante di Samatha ma non esiste senza Samatha.

Detta in altre parole: non esiste una cosa più importante in assoluto, ma una cosa più importante nell’adesso. Se sei perso, è più importante… e ricomincio da dove ho iniziato

Claudio

Buongiorno Davide, la tecnica di cui parli è una tecnica yogica che richiede una certa dose di concentrazione e sforzo: bisogna stare quanto più possibile con le palpebre aperte.

Questo fatto, benchè ci siano delle forti similitudini, mi fa dire che non è la stessa cosa. Soprattutto per quel che riguarda il tipo di sforzo richiesto e la qualità di “concentrazione” che in effetti non è sforzata, benechè comunque un “retto sforzo” sia necessario.

Per capire meglio cosa intendo per concentrazione clicca qui: https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/come-meditare-correttamente-5-concentrazione/

e qui per “retto sforzo”:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/come-meditare-correttamente-6-meditare-non-e-sforzarsi/

Inoltre in vipassana si fa effettivamente uso del respiro , ad esempio, per ancorarci all’adesso, ma a quel punto non la si chiama più vipassana ma Samatha.

Samatha è parte integrale della Vipassana ma è anche una tecnica a sè che esula da Vipassana.

Per capire meglio come funzionano le due ecco un’altro approfondimento: https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-vipassana-come-funziona/

Difatto lo stato meditativo di vipassana (ammesso che sia separabile da Samatha) è priva di un oggetto fisso di concentrazione, come il respiro o la candela, e l’attenzione viene espansa a tutta la sfera del percepibile (pensieri inclusi), ma Samatha è lì, pronta ad intervenire anche in Vipassana quando ci si rende conto di avere bisogno di ricentrarci perchè dispersi e trascinati via dai pensieri.

Se il video precedente non rendesse chiare le parole che ho appena usato allora questo video su come fare la meditazione vipassana potrà esserti di aiuto: https://www.comemeditare.it/meditazione/come-fare-la-meditazione-vipassana/

Raffaele

Ciao Claudio, che importanza riveste nel sentiero l’idea di liberazione? Di Nirvana? È normale dopo anni sentirsi ad un punto morto della pratica? Non ho potuto, per diverse ragioni, seguire il tuo consiglio di partecipare ad incontri e ritiri. Tuttavia continuerò a praticare, nonostante quel senso di scoperta, a tratti esaltante degli inizi sia un po’ svanito lasciando il posto ad una pratica che ora è più simile ad una specie di ginnastica mentale. Medito con uno scopo: ricongiungermi al tutto. Forse è proprio qui l’errore, nello scopo. Grazie come sempre. Che tu sia felice.

Claudio

Ciao Raffaele credo che ti sei dato da solo le risposte: in effetti l’idea di qualcosa da raggiungere fuori da noi e posta nel futuro non ci aiuta a ritrovarlo nel presente. Il mio maestro ricordava: “non cercare: trova!”.

Anche per rinnovare la pratica e dare un vigore importante hai già anticipato l’ovvia risposta: ti caldeggio un bel ritiro o di partecipare a qualche gruppo meglio se dal vivo. Altrimenti può comunque esserti di sostegno anche il come meditare coachin: http://www.comemeditarecoaching.it.

Buono comunque che nonostante senti un calo stai continuando a praticare.

Vedrai che se farai un bel ritiro o trovi un gruppo da cui andare nel tempo ne trarrai bei benefici

Domenico

Buongiorno Claudio,
mi è capitato casualmente di ascoltare una conferenza in cui si parlava di alchimia trasformativa, e si parlava di come questo processo fosse composto da varie fasi ed una di quelle iniziali fosse proprio l’ osservazione. L’ osservazione di noi stessi e di quello che ci capita secondo l’ alchimista è necessario per poter progredire come essere e riuscire a riconoscere i vari Io di cui è composta la nostra personalità, e quindi riuscire a creare un IO osservatore, quello finale e definitivo che debba poi guidarci nella vita…(ho cercato di spiegarla nel più breve possibile ed in base a quello che sono riuscito a capire :)..). Ovviamente ho trovato subito molte similitudini con la meditazione e quella vipassana nello specifico, lo scopo e i mezzi per raggiungerlo sembrano i medesimi. Volevo un tuo parere su questo argomento, se possibile, nel caso tu fossi mai venuto in contatto con queste realtà. Grazie sempre per la tua disponibilità e attenzione,
Ti saluto

Claudio

Buongiorno Domenico: si conosco molto bene anche l’approccio alchemico trasformativo e anche ì si tratta di sviluppare la presenza, il “ricordo di se” il “testimone” tutte cose che cerchiamo di sviluppare con la vipassana, in particolar modo con il mio approccio di meditazione per indaffarati dove si enfatizza ancora di più l’attenzione all’esperienza quotidiana piuttosto che i momenti di pratica formale seduti a gambe incrociate.

In particolare (e mi permetto di fare una leggera correzione semantica, sulla definizione che hai dato) in alchimia non si dice che i vari IO fanno parte della personalità quanto il contrario: è la personalità che è solo uno degli aspetti (per altro molto basso e limitato) del nostro vero “se”.

Il testimone, la presenza che si sviluppa con questo tipo di lavoro, fa si che ad esempio in caso di sofferenza (piombo) si crei quell’attrito, quel fuoco che permette la trasmutazione della sofferenza (piombo), in oro. Il testimone permette di trascendere la personalità e fare da ponte all’Anima che è un passo più vicina all’Uno di cui è espressione.

Volevi che ne parlassi un po’ e ti ho accontentato, ma chi ci legge e non sa nulla di tutto ciò, può prenderci per pazzi e, a mio avviso, avrebbe pure ragione 🙂

comunque si la meditazione di consapevolezza (vipassana-mindfulness) favorisce proprio questo processo.

Conosco un insegnante di questo approccio Alchemico trasformativo che prende spesso in giro la meditazione in generale. ed in effetti, se per meditazione si intende una pratica da timbrare il cartellino “perchè sono stato fermo a scaldare il cuscino per 20 minuti” non serve a nulla cio che conta veramente è sviluppare il “ricordo di se”. (che è alla base come ti dicevo del mio approccio in meditazione per indaffarati). Ma come vedi anche questa è semantica.

L’importante è capire che è la consapevolezza quotidiana che vogliamo esercitare e su questo non ci sono dubbi e tutte le “vere” scuole convergono.

Claudio

Buongiorno Giovanni, si l’attenzione va al mantra, ma attenzione a quando parli di mente a non confonderla con la testa.

Innanzitutto in oriente si parla di mente-cuore quindi potresti immaginarla al petto.

Tuttavia recita per la prima volta il mantra ad alta voce e percepiscine le vibrazioni e le senzazioni su tutto il corpo: ti sarà più facile quindi recuperare queste sensazioni corporee anche una volta che reciti il mantra mentalmente. Sensazioni corporee non “cervellotiche”.

Mattia

Il caffè influisce su I risultati della meditazione intendo in maniera negativa anche se presi in orari molto lontani ,intendo per il cortisolo ?

Claudio

ciao Mattia, il caffè influisce sulla meditazione: sì certamente.

Sul cortisolo? immagino di si, ma non sono un esperto di farmacologia per sapertelo dire con certezza.

Io bevo volentieri il caffè tuttavia Siddartha Gotama -passato alla storia come Buddha- indicava 5 linee guida, chiamati 5 precetti, per una condotta etica e funzionale al risveglio, uno di questi è quello di evitare sostanze che alterano lo stato della mente.

I praticanti di meditazione di matrice buddista, quindi, tendono a evitare il caffè, l’alcool ed altre sostanze. Benchè in molte forme di Buddismo è usato e tollerato il tè..

chissà perchè.. (forse perchè una antica leggenda di un importante saggio che ha portato la meditazione in oriente che non riuscendo a meditare si è tagliato le palbebre e da quelle sarebbe nata la pianta del tè)

Io consiglio, innanzitutto di non abusarne per questioni di salute, e poi di sperimentare come cambia la nostra attenzione o irritazione in presenza od in assenza del caffè.

Ognuno poi è maestro di se stesso ed ha modo di giudicare cosa è meglio per lui.

Quindi piuttosto che continuare a prenderlo meccanicamente o eliminarlo per “sentito dire” consiglio di sperimentare e trasformare l’uso del caffè in una occasione per sviluppare consapevolezza ed agire di conseguenza.

qui c’è un video apposta su questo argomento: https://youtu.be/P1cIUVotOFc

Claudio

ciao Marika, credo di si, ma no sono nè un fumatore, nè un medico o farmacista per poterlo dire con convinzione. Posso però affermare che la meditazione può acuire la sensibilità.

Fabio

Ciao Claudio, cosa ne pensi del kundalini yoga? Tu personalmente fai solo meditazione non associando nulla ad essa? La meditazione Può avere in qualche modo effetti benefici anche sul fisico? E un ultima curiosità, cosa ne pensi degli incensi durante la meditazione? Grazie.

Claudio

Ciao Fabio penso bene dello yoga ma trovi maggiore dettagli qui: //www.comemeditare.it/meditazione/meditazione-e-yoga/. Trovo la meditazione uno strumento molto fondamentale e utilissimo tendo a insistere sulla meditazione ma associo anche altre tecniche focalizzate sulla presenza e la consapevolezza (dal counseling, ai sogni lucidi, dal ricordo di se alla meditazione per indaffarati).

Credo che mente e fisico siano molto più connessi di quanto immaginiamo: uno influenza l’altro reciprocamente, tuttavia la mente è la “vera” motrice della realtà anche se, dovremmo poi intenderci sul significato della parola mente.

Sugli incensi in meditazione forse creo una video risposta.. In sintesi: mi piacciono gli incensi, creare un rituale per meditare può avere i suoi benefici, tuttavia tendo a non parlarne quasi mai perchè non vorrei che il rituale prendesse il sopravvento alla sostanza. Inoltre non vorrei che senza rituale uno smettesse di praticare magari perchè a corto di incensi :), o perchè poi fare il rituale diventa un impegno in più che sommato alla meditazione, diventa una buona scusa per non praticare..

ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=StJiMdn23t4

Raffaele

Ciao Claudio, ultimamente durante la pratica, i miei pensieri sono illogici, slegati dalla quotidianità per così dire, come se fossi in dormiveglia. Eppure non credo di essere preda del torpore, perché mi accorgo di essere portato fuori e torno con gentilezza al respiro, ecco però che dopo un attimo la mente torna a quelle immagini apparentemente senza senso. Mi sorprende il fatto che tali immagini non riguardino i miei impegni giornalieri e questa caratteristica dei pensieri mi fa temere di essere nel torpore senza accorgermene. Te cosa pensi in merito? È solo uno stato diverso e più vago della mente? Nel frattempo ho imparato a non giudicarmi e mi godo il percorso. Grazie di tutto.

Claudio

Ciao Raffaele, ottimo che ti godi il percorso è questa la chiave giusta (nonch’è la risposta alla tua domanda)!

Quello che tu descrivi mi capita quando medito in preda al sonno:

delle immagini mentali, diverse da quelle logiche del giorno, si affacciano alla mente con una creatività caleidoscopica quasi onirica..

Il fatto che tu sia consapevole non ne prescinde l’esperienza proprio per la tua conclusione: impariamo a stare nel percorso.

E se il percorso fosse la fase ipnagogica? Ovvero la fase di addormentamento in cui si manifestano immagine creative, talvolta anche realistiche,che possono addirittura sfocaire nelle “famose” allucinazioni ipnagogiche. (Dalì ed Edison sfruttavano appositamente quella fase per uscire dalle idee ordinarie e aprirsi ad una nuova dimensione della mente meno strutturata e più creativa)

Ebbene possiamo essere presenti e consapevoli anche di tutte le fasi del sonno incluso quella REM in cui sogniamo

ma anche quella di addormentamento (ipnagogica), quella di risveglio (ipnopompica), quella in cui sognamo (REM) in cui governiamo i nostri sogni (sogni lucidi) e persino in quella del sonno profondo dove sperimentiamo il vuoto assoluto: una specie di buio luminoso.

Possiamo passare dalla meditazione formale al sonno mantenendo la consapevolezza sempre presente come -probabilmente è accaduto- nel tuo caso.

Di tanto in tanto faccio delle classi in cui insegno anche queste cose nel percorso di “sogno consapevole” sui sogni lucidi e molto altro: //www.comemeditare.it/sognilucidi/

Tutto ok, quindi, se continui ad essere testimone del “percorso”

antonio

Ciao Claudio volevo sapere un informazione sulla meditazione con il mantra. ripetendo mentalmente so ham ci si deve mettere l’attenzione sulla “recitazione mentale”? ah e poi un altra cosa come ci si fa a concentrare e abbandonarsi nello stesso momento

Raffaele

Ciao Claudio, al mio terzo anno di pratica, la meditazione sembra divenuta stantia. Una routine. Anche le divagazioni della mente sembrano essere sempre le stesse, come in una specie di meccanicità. Inoltre ultimamente mi sono accorto che ho un maggiore assorbimento. Tuttavia la pratica sembra essersi appiattita. L’entusiasmo dei primi mesi svanito. È normale tutto ciò?

Claudio

ciao Raffaele da una parte si è normale. Se ti guardi indietro, pensando a quello che eri 3 anni fa, tuttavia troverai molte differenze. Ma sul quotidiano tutto può apparire “banalmente” normale.

Allo stesso tempo può esserti di sostegno frequentare qualche corso, intensivi di una giornata o ritiri: hanno una potenza rinnovativa. Se li avessi già fatti sai cosa intendo dire altrimenti sperimentali e vedrai come può rilanciare la tua pratica quotidiana.

Raffaele

Claudio io sono pieno di pensieri, prima durante e dopo la pratica. La mia mente è colma di immagini che si susseguono. Questo mi da l’impressione, anche dopo diversi anni, di non saper meditare. Nonostante credo di aver compreso che la pratica non ha lo scopo di “silenziare” la mente ma di osservarla nei suoi movimenti. È davvero così?

Claudio

ciao Raffaele, sarebbe come dici ma il rischio quando si usano le parole è quello di poterci fraintendere.

Vediamo se riesco a fare chiarezza..

Le immagini che si sussseguono possono essere osservate attivando il “testimone” o l'”osservatore” che è pro-attivo e non passivo (o reattivo) rispetto ai pensieri o le immagini.

Il rischio è quello di permettere ai pensieri di avere il sopravvento senza che noi ci sforziamo di attivare l’osservatore.

Un conto è osservarle senza cacciarle: sapendo che ci sono, come ci fanno stare sia d’umore che fisicamente;
Un’altro è autorizzarle a fare come gli pare ed a governare la nostra esistenza lasciandoci completamente passivi.

Nel primo caso autorizzi immagini e pensieri ad esserci, senza fare nulla per cacciarle, ma tu sei protagonista della tua vita presente a te stesso e comsapevole dei meccanismi che accadono in te, nel secondo tu sei perso nell’oblio di fantasie.

Il tuo sforzo non è quindi quello di cambiare la realtà ma è quello di ricordarti di te, di essere presente a quello che vivi e che pensi.

i pensieri non sono dei nemici: sono degli ottimi servitori ma pessimi padroni.

Spero di essere stato più chiaro: sii presente, non distrarti

Raffaele

Salve Claudio, volevo intanto ringraziarla per l’aiuto fondamentale che mi ha gentilmente dato nel corso di questi anni di pratica, un sostegno che mi ha permesso di proseguire nel percorso nei momenti nei quali i dubbi sebravano potermi allontanare dallo stesso. Avrei un’ulteriore e spero per un po’ di tempo almeno, ultima domanda: io iniziai a meditare a occhi chiusi e per due anni è stato così. Ora, da un anno a questa parte, ho iniziato a meditare ad occhi aperti/socchiusi dopo consiglio di un’insegnante di lignaggio shambala. Stamani ho meditato di nuovo ad occhi chiusi per la prima volta dopo un sacco di tempo e devo dire che c’è un maggiore senso di raccoglimento, di stare con se stessi. Tuttavia molti insegnanti ritengono che meditare ad occhi chiusi sia come ritirarsi nel fondo di una cavera buia, mentre meditare ad occhi aperti ci aiuterebbe ad accrescere la consapevolezza nella vita di ogni giorno che effettivamente viviamo ad occhi aperti. Scusami se sono stato prolisso. So che mediti ad occhi chiusi, tuttavia volevo chiederti: c’è un modo ideale o giusto di tenere gli occhi durante la meditazione? Se si medita ad occhi chiusi vanno tenuti chiusi per tutta la durata della sessione? Grazie ancora e buona giornata.

luca

Ciao Claudio ho seguito i tuoi corsi per circa un anno…poi per motivi vari non riesco più a seguirti.. Nonostante ciò cerco di portare a termine 2 sessioni di 30 minuti al giorno… Un sacco di ansie mi sono sparite… E la tua frase che porto sempre con me… È.. Stai con quello che c’è… Ho sviluppato una pazienza fino ad un anno fa impensabile e tutte le critiche che prima mi facevano arrabbiare ora creano un sorriso sulle mie labbra…. Ho una domanda da porti.. Durante le mie sessioni di meditazione noto che i pensieri sul passato sono rari… Quelli sul futuro sono molteplici… Ma mi accade spesso di fare innumerevoli fantasie… Senza senso pensieri immaginari… Un mix di sogni anche se son ben sveglio…. Premetto che sono visioni senza sfondo positivo o negativo… Apparentemente senza senso…
Ciao e grazie per il lavoro che svolgi

Claudio

ciao Luca, congratulazioni per la pazienza!

La domanda qual’è? non vedo domande.
Comunque anche a me succede di fantasticare più sul futuro che rimuginare sul passato.

Prego è un piacere!

michela

questa è la mia domanda: ad esempio se mi viene un prurito durante la meditazione, e mi viene la voglia di grattarmi, torno al respiro continuamente?
oppure osservo la sensazione che mi produce la voglia di grattarmi

Michela

io volevo sapere se bisogna tornare al respiro quando viene un prurito. cioè quando arriva la sensazione del prurito torno al respiro oppure osservo la sensazione?

pellegrino

ciao scusami. forse sbaglio a concentrarmi troppo sul respiro? in poche parole devo stare con quello che c è giusto? ad esempio il respiro, se arriva un prurito o un dolore osservo il dolore
e torno al respiro quando passa.
oppure se arriva un pensiero lo osservo , quando sparisce torno al respiro ovvero a quello che c è

Claudio

dipende da che tecnica usi tendenzialmente, in vipassana, è ok così come dici: stai con quello che c’è

per piacere Pellegrino usa indirizzi email tuoi e non di altri o che non conosci altrimenti mi rendo complice di un sistema di spam – penso di averti anche già detto queste cose quando usvi un’altro nome: nessuno vedrà il tuo indirizzo a parte me.

Claudio

se non fai attenzione al 99,99% non ne sei ne consapevole ne cosciente: ti ritrovi asorbito in un loop di pensieri e il respiro avviene senza che tu te ne renda conto.

Claudio

ciao, da un punto di vista esperienziale non c’è nessuna differenza se si è presenti nel respiro, mentre si respira.

La differenza è pura semantica, che, almeno per chi si approccia alla meditazione lascerei da parte: specie all’inizio.

troppa semantica rischia di offuscare la pratica e inficiare l’esperienza.. Ecco perchè ti invito a stare con il respiro a prescindere delle parole che puoi usare per definirne l’esperienza.

Spero di esserti stato di aiuto

Raffaele

Ciao Claudio, medito da più di due anni. Ultimamente, medito dalla mezzora ai quaranta minuti. Ogni tanto però mi assale il torpore, i pensieri sono simili a quelli tipici del dormiveglia.
Accetto il torpore come accetto tutto il resto, ma temo che a lungo andare possa divenire un grosso impedimento sulla Via. Che fare? Che consiglio puoi darmi? Grazie e buona giornata..

Claudio

ciao Raffaele, la sonnolenza o il sonno sono fasi che influenzano moltissimo la pratica. I tibetani rappresentano la mente naturale come un elefante da domare che prima insegue una scimmia: la nostra mente discorsiva, quella che mente..

poi piano piano la scimmia si calma e si mette dietro l’elefante. Nel frattempo sorge un’altro animaletto: il coniglio che rappresenta il torpore.

quindi è un contesto ben noto ai praticanti, bello che dici che lo accetti.

ecco degli accorgimenti tecnici che possono eserti di supporto:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-col-sonno-e-la-tecnica-di-meditazione-del-contare/

Luca

Ciao Claudio ho iniziato da alcuni giorni a meditare la mattina con il tuo audio meditazione del calmo dimorare. Una domanda tecnica forse un po’ stupida ma a cui non trovo risposta: come si respira? inspiro dalle narici ed espiro dalla bocca? inspiro ed espiro dal naso? solo dalla bocca?
Grazie

Claudio

ciao Luca, nessuna domanda è stupida, specie se ci aiuta a risolvere dei problemi. 🙂

Tu come respiri normalmente? Io normalmente solo col naso (poi in certi rari casi anche con la bocca). Osserva il respiro come respiri normalmente non c’è bisogno di cambiarlo: osservalo per quello che è.

Nello yoga ci sono delle tecniche varie che implicano anche diversi modi di respirare, ma anche in questo caso parliamo di casi rari e specifici. Forse questo ti potrebbe avere confuso.

In meditazione cerchiamo di stare con “quello che c’è”: specialmente in samatha-vipassana

Michela

Buona Sera. E a cosa serve la concentrazione? Non puo bastare solo la consapevolezza!?. Senza nessun oggetto di meditazione.
Che ruolo ha la concentrazione

Claudio

Ho il dubbio che possiamo non capirci su cosa intendiamo con “consapevolezza”.

Il punto è che se non sei concentrata (raccolta in te senza sforzo)non c’è consapevolezza.
Per concentrarci serve un oggetto su cui spostare la parte cognitiva altrimenti in balia dei pensieri.

La maggioranza delle meditazioni fa proprio questo.

La vipassana comincia sempre in questo modo, ma poi espande lo stato di consapevolezza.

Claudio

l’attenzione non è fissa sull’ essere concentrati, se è questo che intendi.

La consapevolezza è espansa, consapevole anche di essere centrati (più che concentrati) e di infinite altre cose: specie di quello che dallo sfondo emerge nell’evidenza del nostro campo esperienziale.

Tuttavia per centrarci porgiamo volontariamente la nostra attenzione su un oggetto contemplativo, come il respiro: non sulla concentrazione stessa

Claudio

Buongiorno Michela, sicuramente un po’ di pratica ti sarà di aiuto e col tempo troverai un equilibrio.

Tuttavia mi piace “istradarti” nella “giusta” direzione: attenzione alla parola “concentrazione”.

Si tratta di esercitare una rilassata attitudine di raccoglimento, non una concentrazione simile a quella di un pilota di formula1 che richiede molto sforzo.

Lo sforzo è equilibrato è “retto sforzo” come lo chiamava Buddha che di meditazione se ne intendeva.

è più un ricordarsi di tornare al respiro ogni volta che riesci, piuttosto che qualcosa che “ti fa sanguinare le tempie”.

Se vuoi saperne di più dai una occhiata qui: https://www.feliceadesso.com/2012/08/ComeSemplificarsiLaMeditazione.html

con una dose di raccoglimento (ovvero di Presenza) la consapevolezza emerge, senza indurre uno sforzo eccessivo in un naturale equilibrio.

Claudio

ciao Luca, tecnicamente si può fare, ed è corretto.

Solo non è quello che consiglio: ti lega tantissimo sia al respiro che al mantra e tantopiù al legame tra i due, temo potresti sviluppare un eccesso di sforzo concentrativo.

Sperimenta pure, tuttavia io ti consiglio di usare la meditazione gratuita del calmo dimorare

Gennaro

Buongiorno Claudio la meditazione mi rende “completamente” distratto. Dopo meditato mi risulta difficile anche parlare con qualcuno. Invece di concentrarmi mi da l effetto opposto.

Claudio

ciao Gennaro, quindi pensi di smettere?
So per esperienza, mia e di migliaia di persone, che la meditazione aiuta a concentrarti e -soprattutto- a renderti consapevole di quello che c’è.

io non sono al tuo posto e non so cosa ti accada realmente: se che se accadesse a me, questa apprente distrazione sarebbe soltanto una maggiore conspevolezza su uno stato distratto di cui prima non mi sarei accorto.

Ovvero scopro che in me c’è distrazione e ne divento più consapevole.

Tuttavia non posso affermare che questo valga anche per te, proprio perchè non sono al tuo posto, tuttavia ti invito ad insistere: prima o poi ti accorgerai di molte cose e ti ritroverai più centrato e focalizzato.

Di questo sono invece certo.

giuseppe

Ciao Claudio, comunque quando si osserva il respiro, tutte le altre cose, i rumori i suoni le sensazioni, si osservano nello stesso momento che si osserva il respiro?

Claudio

No?

🙂

1) se hai aspettative rispetto alla meditazione lasciale andare a beneficio di quello che avviene nel presente.

2) se hai aspettative rispetto alla meditazione lasciale andare a beneficio di quello che avviene nel presente.

3) se hai aspettative rispetto alla meditazione lasciale andare a beneficio di quello che avviene nel presente.

4) respiri certamente -a meno ce tu non sia morto- metti una mano sul petto ed uno sulla pancia e notane il movimento.

4bis) se preferisci usa le percezioni del corpo anzichè il respiro (dai una occhiata qui: meditazione body-scan)

5) abbandona virgole, concetti e preconcetti a beneficio di quello che avviene nel presente.

🙂

Luca

Ciao claudio molto bello questo sito spiega tutto quello che c’è da sapere sulla meditazione.
Però nonostante io abbia letto tutte le spiegazioni: quando medito la sensazione del respiro non la sento. Non sento nulla.

Giuseppe

Okay hai ragione claudio. Mi faccio troppe domande. Maa causa che mi faccio tutti sti problemi può essere che sto spesso a casa senza far nulla?

Giuseppe

Claudio spiegami solo l’attenzione al respiro, attiva o passiva cosa significa?.
Te lo dico perché molti su youtube dicono che ci si deve concentrare tutta l’attenzione alla punta del naso e richiede uno sforzo. Quindi devo sforzarmi?

Claudio

Giuseppe, ti ho risposto poco sotto (non so se ti facevi chiamare Giuseppe o come) sul retto sforzo.

Per il resto lo vedi da te che le risposte non ti soddisfano: hai costantemente bisogno di cercare altre risposte e vai anche a sentire video diveri che potrebbero crerti ancora più confusione.

Ad esempio, benchè non sia sbagliato il respiro sul naso, se ti dicessi che nel tuo caso è meglio osservare il respiro sulla pancia: non saresi soddisfatto. Immagino che te ne andresti a cercarti altre risposte sia da me che in giro.

Più parole uso con te, meno bene ti faccio.

Cercati un corso dal vivo nella tua zona ma soprattutto: datti alla pratica senza inseguire troppo i dettagli.

Giuseppe

Salve Claudio, ho visto su internet che l’attenzione al respiro può essere attiva o passiva. Cosa cambia? Come faccio a sapere se la mia attenzione è attiva o passiva?

Claudio

ciao Giuseppe, continui a farmi domande su domande, ma non ascolti le risposte: specie quelle che reputo salutari per te e che ti trasmetto con tutto il cuore: sei arrivato persino a scrivermi con altri nomi pur di avere risposte.

Ma vuoi risposte ad un bisogno di conoscere prettamente mentale, come se conoscere i segreti della meditazione richiedesse un controllo cognitivo.

Te lo dico ancora una volta (mi auguro l’ultima: me lo auguro specialmente per te): fai esperienza di meditazione: trova risposte interiori e focalizzati meno sul perchè e i percome fare la meditazione: ascolta cosa succede al tuo interno.

Pensi davvero che se ora rispondessi a questa tua ultima domanda non ce ne sarebbero altre che sorgono? Guarda “quanta sete” hai di conoscere i dettagli, osservati realizza i meccanismi piuttosto che attendere risposte che non ti soddisfano e che, mi pare, neanche ascolti

osservati, contemplati, realizza con il corpo più che con la mente: lascia andare il bisogno di conoscere concettualmente i dettagli della tecnica e esercitala: sperimentala su di te.

che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici

Claudio

ciao Michele se continui a meditare il respiro prima o poi trova il suo flusso naturale: è più facile che il respiro vada naturale che farsi controllare: alla lunga torna normale.

Altrimenti fai un bodyscan

Lara

Scusa claudio ma focalizzarsi sulla punta del naso non è concentrazione? Secondo me io non so bene cosa significhi concentrazione e attenzione. Focalizzarsi sulla punta del naso è attenzione o concentrazione?

Lara

Te hai detto: non necessariamente, tra le due preferisco la punta del naso, ma non è detto sia quello il punto.

Quindi per tutta la durata della meditazione la focalizzazione va sulla punta del naso e nello stesso momento sentiamo la sensazione del respiro?

Claudio

ciao Giuseppe, sono felice che finalmente usi il tuo vero nome, ti rispondo qui e vale anche per Lara (nei prossimi messaggi) e tutti i nomi che hai usato (spero che le email non corrispondano a qualcuno di esistente):

medita! fai la pratica e smetti di fare teoria sulla meditazione: non ti sevre sapere mille sfumature e dettagli trascurabili o dire che “non riesci”.

Medita medita medita e non farti domande sul come o cosa: davvero sono schemi mentali che non ti aiutano a fare pratica della meditazione.

Te lo ripeto con enfasi e con tutto il cuore: smettila di inseguire il “manuale perfetto di meditazione” e medita la meditazione va replicata, se pensi a come meditare smetti di meditare.

Butta nel secchio tutte queste inutili domande e dubbi sulla meditazione e medita: semplicemnte: credi di non riuscire? hai mille dubbi? Stai con tutto ciò continuando a meditare.

Luca

Ciao Claudio, su internet dicono che si può ripetere mentalmente quando inspiriamo dentro uno e quando espiriamo fuori uno, dentro due, fuori due fino a 10 e poi ripartire da 1. Io quando lo faccio mi viene il panico. Mi viene ansia e paura

Lara

Ciao Claudio
Ho letto su internet che quando porto l’attenzione al respiro mi devo focalizzare sulla punta del naso? O nello spazio tra le sopracciglia? Richiede un piccolo sforzo? Puoi darmi una spiegazione un po completa su questo argomento? Grazie tante

Simone

Ciao Claudio, tu hai detto
”- è un richiamo un “retto sforzo” ovvero il ricordarti di riportare l’attenzione al respiro (e-o al corpo).

Ricordatene il più possibile e dimora il più possibile con l’attenzione al respiro

Cosa intendi con retto sforzo?
Dimora il piú possibile con l’attenzione al respiro? Puoi spiegarmi piu dettagliatamente questa cosa?

Claudio

la schiena dritta e non rigida aiuta a stare in presenza e rilassare il resto del corpo: lo fai rilassare.

Spesso il fisico rilassato favorisce una mente rilassata e lucida e viceversa. Quando abbiamo dubbi sul dove porre la nostra attenzione poniamola sul corpo.

Se segui bene le istruzioni di questa pagina potresti favorire questo equilibrio. Tuttavia ti ricordo di concederti di stare con quello che emerge anche se questo volese dire stare con l’agitazione.

Solo se accogliamo l’agitazione possiamo calmarci: Fare guerra con l’agitazione ci agita ulteriormente.

Tornando all’abbandono: la schiena dritta ma non rigida ti aiuterà a mantenerti vigile mentre ti abbandoni, e poi -il resto del “lavoro”- è un richiamo un “retto sforzo” ovvero il ricordarti di riportare l’attenzione al respiro (e-o al corpo).

Ricordatene il più possibile e dimora il più possibile con l’attenzione al respiro, in modo raccolto, senza uno sforzo concentrativo, ma senza nemmeno indugiare nei pensieri: trova anche l’i un equilibrio: la ripetizione ti aiuterà a capire cosa fare (che è sempre diverso -sebbene simile- da esperienza ad esperienza)

Claudio

certo che puoi, tuttavia mi sento di consigliarti di farlo senza ripeterlo mentalmente: osserva senza bisogno di traformarlo in una sfilza di parole.

va benissimo se lo fai, intendiamoci, ma a lungo andare potrebbe risultare freddo, astratto e.. ci sarebbe dell’altro.. ma non vorrei confonderti..

.. vabbeh ormai ti ho incuriosito quindi te la lascio come domanda aperta (per favorire una indagine) chi che è che osserva e chi è osservato?

se ti confonde questa domanda torna pure a osservare: privilegia l’esperienza al “comando” concettuale

Claudio

Sara il fatto che tu ti accorga di “non riuscirci” vuole già dire che sei consapevole della presenza dei pensieri.

Il più delle volte ci lasciamo trasportare in balia dei pensieri senza nemmeno rendercene conto.

Insisti, senza avere troppa fretta o aspettative e vedrai che riuscirai a fare almeno mezzo respiro in consapevolezza. Sei sulla buona strada..

Gianluigi

Ciao Claudio, mi capita spesso che quando vedo degli oggetti, sento qualcosa, o qualsiasi altra cosa, mi viene in mente il passato. Cosa posso farci? La meditazione puo essermi d’aiuto?

Claudio

La meditazione può esserti sicuramente di aiuto, anche se, ti confesso, non mi è chiaro quale sia il probema.

Da una parte è “normale” avere pensieri sul passato e sul futuro, e ciò genera ripensmenti e turbolenze sul passato e pre-occupazioni ed ansie circa il futuro. La meditazione ci allena a smascherare questi meccanismi e a riportarci più facilmente al “qui ed ora”.

ED è nell’adesso che troviamo la pace

Matteo

Quindi se quando medito un pensiero non se ne va mai significa che lo sto inseguendo, mi sto preoccupando. Mi è capitato di avere lo stesso pensiero in una sessione di meditazione per molto tempo

Claudio

“mi sto preocupando” appunto!! 🙂

lascia andare i pensieri e le pre-occupazioni.

Se un pensiero, insiste, non è detto che lo stai inseguendo, magari insiste “di suo”, tu semplicemnte osservalo quando lo noti. Ad esempio puoi notare come ti fa stare a livello di sensazioni corporee, di emozioni e sentimenti.

Ed è un modo per recuperare lo sguardo interiore.

Non inseguire ne respingere: stai con quello che c’è, anche un pensiero insistente.

Lascia che sia, e quindi, lascia andare

Claudio

questa che hai appena detto è una classica pre-occupazione.

Non è con il pensiero cognitivo che controllerai te stesso. Perchè al contrario generi fantasie su fantasie (questo fanno i pensieri).

Cerca di stare nel qui ed ora. Occupati delle sensazioni corpore, del respiro e smetterai di pre-occuparti.

occupati non pre-occupati

Matteo

Quando osservo il respiro è come se stessi in uno stato di torpore. I pensieri non arrivano o veramente in rari casi. Cosa posso fare? Sapendo che medito da 3 anni e che nei primi anni di pensieri ne arrivavano moltissimi. Adesso non ne arriva nemmeno uno

Matteo

È come se la mente per fuggire dai pensieri si concentri da sola sul respiro. Come se non volesse che osservassi i pensieri. Come posso fare? Grazie in anticipo claudio

Claudio

l’intensità è quella che è nel qui ed ora: non ce ne è una “ideale”, ma si prende nota ad esempio se un respiro è lungo o corto o come è.

Giuseppe

Ciao claudio puoi fare un video dove spieghi in particolare l attenzione al respiro? Quanta attenzione devo metterci?
E come mai quando osservo il respiro o ripeto un mantra i pensieri non arrivano? Forse mi concentro troppo su di esso? Ho provato anche la scansione del corpo ed è lo stesso. Aspetto un tuo video grazie in anticipo

Claudio

ciao Giuseppe, non credo di fare un video, ma ti rispondo testualmente.

Quanta attenzione metterci? Beh non è tanto una questione di sforzo, non ti devi sforzare le meningi per rimanere concentrato sul respiro, piuttosto si tratta di ricordarsi quanto più possibile di ritornare al respiro ogni volta che ci rendiamo conto che ci eravamo distratti e di cercare di mantenere questa dolce attenzione al respiro quando ce l’abbiamo.

Idealmente i pensieri, quando siamo nel “qui ed ora” non trovano spazio, quindi perfetto, ma vedrai che prima o poi fanno capolino: niente male, il lavoro è quello di tornare all’adesso.

Nell’adesso ci occupiamo del presente coi pensieri ci pre-occupiamo per il futuro o piangiamo sul “latte versato” del passato: nel presente non c’è spazio per le fantasie dei pensieri, ma troviamo la pace dell’esperienza che ci viviamo.

La meditazione è un’allenamento a ritrovare e a dimorare nel presente.

David

Namastè Claudio ho scaricato la guida gratuita della Meditazione in 10 minuti, io è da 1 anno e 2 mesi che ho cominciato Yoga ed invece la meditazione in casa da solo da poco più di una settimana, so che la meditazione con il tempo fatta quotidianamente o almeno 2-3 volte ala settimana, rende “Liberi” per capirci, soprattutto dal Goblin come lo chiamo io in testa. Grazie di tutto per ora comunque, ti ho richiesto anche l’amicizia su Facebook, sempre se ti fa piacere, ci sentiamo. Buon proseguimento.

Claudio

ciao David, questo è il luogo in cui rispondo a tutti pubblicamente sulla meditazione, qui sei il benvenuto per qualsiasi domanda, privatamante sarei di aiuto solo a te e non a chi ci legge. Comunque accetetrò la tua amicizia appena andrò su facebook lo faccio

Michele De luca

Ciao Claudio,
Voglio provare a cambiare l’oggetto dell’attenzione focalizzandomi su un immagine:
come funziona? quali immagini vanno meglio? ha comunque benefici ai fini dello sviluppo della concentrazione?

Grazie in anticipo!!

Michele De luca

Ciao Claudio,

L’unico modo che conosco per meditare e quello di concentrarmi sul respiro e conteggiare lo stesso respiro.
Volevo chiederti: c’e qualche tecnica che sia in grado di aumentare la concentrazione? (soprattutto per lo studio)
Se si, potresti indicarmi qualche pagina o altro per imparare in autonomia?

Grazie in anticipo!!

alessio

ciao claudio io ho bisogno di un grosso aiuto vorrei praticare bene la meditazione soffro di doc vorrei capire cme tu mi puoi aiutare anche se conosci a palermo o in zona o se farai mai un ritiro nelle zone qui da solo nn riesco fai anche delle lezion i su internet nn so ai qualche video da solo nn riesco ho bisogno di qualche maestro

Claudio

ok Alessio, ti devo delle scuse, invito chi ha domande di meditazione a farle qui e così ho fatto con te, ma ho bisogno di capire meglio con te cosa è meglio per te.. ti contatto in privato..

Claudio

in generale si, e nell’articolo qui sopra trovi i link su come sceglierli e come usarli, ma net tuo caso Giuseppe lo sconsiglierei.

Immagino che ti senti frustrato ad usare il corpo o il respiro, ma non vorrei che il mantra diventi una inutile cantilena utile solo a mantenere il pensiero e a fargli solo da cornice.. UN po’ di frustrazione fa parte del gioco..

Sperimenta pure se vuoi per un po’ i mantra e verifica tu. Di mio, specie a te, consiglierei di focalizarti più sul corpo.

Claudio

beh intendo evitare ad esempio di parlare eccessivamente di una esperienza da fare con il cuore. Il cuore sente il cervello etichetta, spiega, ragiona, specula ma non sente.

Giuseppe

Si ho capito ma che ci posso fare con questi pensieri che non mi fanno mangiare il mandarino? Se mi concentro o mi osservo mentre mangio il mandarino è come se reprimessi i pensieri che non mi fanno mangiare il mandarino, e quindi mi provocano minore tranquillitá.

Claudio

quando parli di “reprimere” mi fai pensare che forse vuoi usare la mente per controllare se stessa. Non è questo tipo di lavoro, non c’è nesuna repressione ma un abbandono totale all’esperienza senza bisogno di usare la mente. Si tratta semmai di bypasarla o di metterla al servizio dell’esperienza.

HO l’impressione che forse pensi di poter controlare tutto coi pensieri e vuoi usare i pensieri per governare i pensieri… Così ti sforzi inutilmente. Abbandonati rilassandoti nell’esperienza.

Claudio

il respiro esiste le sensaioni esistono quando mangi senti il gusto del cibo?

Se tutto ciò esiste e tu non lo percepisci dov’è la tua attenzione? su ciò che esiste o ti lasci trasportare dal mondo delle idee, delle fantasie di ciò che non esiste se non nel mondo inventato dalla mente?

Quando mangi un mandarino cosa succede?

Dai una occhiata qui: https://www.comemeditare.it/comemeditare-consapevolezza/meditazione-sul-cibo-mangiare-un-mandarino-con-consapevolezza/

Giuseppe

Claudio, grazie dell articolo che hai fatto per me. Volevo chiederti: si può osservare il respiro mentre si osservano i pensieri? Oppure quando si osserva il respiro i pensieri normalmente non ce me devono essere?

Giuseppe

Buongiorno claudio,
Mi risulta difficile osservare il respiro, se tento di osservare il respiro è come se non riuscissi a lasciarmi andare. Quindi devo oeservare il respiro o lasciarmi andare?

Giuseppe

Buongiorno Claudio,
Quando medito e tento di osservare il respiro è come se non mi lasciassi andare perchè sono occupato a osservare il respiro. Quindi la mia domanda è devo osservare il respiro o lasciarmi andare?

Claudio

vedo che hai lasciato più volte la stessa domanda, mi fa pensare che è una cosa a cui tieni molto, mi ci è voluto un po’ ma ho preferito offrirti una risposta ben articolata e quindi ne ho fatto un vero e proprio articolo.

Mi piace pensare che ti sarà di aiuto, mi farai sapere

Giuseppe

Quando faccio meditazione e osservo il respiro è come se reprimessi i pensieri. La base principale della vipassana è osservare il respiro o lasciare andare? Devo lasciarmi andare o osservare il respiro?

Claudio

scusa, non ho capito, puoi riscrivere?

Se cerchi un corso specifico a Barletta, non saprei se invece la vuoi segnalare puoi aggiungerla qui

Federico Caruso

Salve da poco mi sono appassionato alla meditazione,e ho notato che la meditazione zen è più facile da praticare rispetto alla samatha ch’è più concettuale e astratta,quella zen la trovo più pratica.E’solo una mia impressione?Grazie

Federico

Claudio

ciao Federico, mi sembra che mi hai già fatto questa domanda e ti ho anche risposto..

Secondo me,più che una tua impressione è una tua esperienza e quindi fai bene a proseguire a fare la tenica che ti sembra più adeguata.

In fondo non c’è tutta questa differenza.

Da un mio punto di vista usare il respiro come ancoraggio della mente (l’ancoraggio è prerogativa della Samatha) è la cosa più semplice da fare ma siamo tutti diversi.

Non mi sento di dirti che la tua è solo impressione e che una cosa è meglio dell’altra in assoluto.

Siamo tutti diversi e ciascuno di noi cambia dalla mattina alla sera, quel che è giusto per me non è detto lo sia per te e quello che funziona la mattina non è deto che funzioni alla sera.

Solo tu sai il fatto tuo: continua, sperimenta, fai quello che ritieni più funzionale per te stesso.

che tu sia felice
Claudio

loredana grappasonni

Buongiorno Claudio,
vivo a Spoleto ed avrei piacere di poterla incontrare.
Cortesemente chiedo un appuntamento .
Saluti.
Loredana

Gianluca

Ciao Claudio, ho visto il video e hai scritto:
“Può essere comunque carino, se vuoi Marco, premesso che va bene come stai facendo, se ti va ogni tanto di sperimentare una cosa un po’ più rigida, quindi usare un ancoraggio che rimane quello, beh sperimenta…sperimenta o solo il naso o solo la pancia che sono due ancoraggi semplici e potenti tutti e due, oppure questo che ti ho detto, cioè di vedere dove lo senti prima e mantenere quello.
La domanda è questa: ma quello che si percepisce prima, può variare tra una sessione e l’altra?
Cioè intendi una cosa stabile nel tempo, oppure la sensazione che si nota per prima nella singola meditazione?
Gianluca

Claudio

sbaglio o me lo hai già chiesto? ogni sessione è nuova e lo sentirai in modo diverso.

Ma mi sembra che stai prendendo con molta disciplina, attenzione a non fissarti su questi aspetti, cerca di stare con quello che c’è.

magari sperimenta un paio di volte ma sentiti libero! altrimenti non è più una meditazione ma un esercizio faticoso e la tua attenzione rimane sul cognitivo con pensieri del tipo “ma faccio bene?”, “devo tornare al respiro”,”dove era il punto?”, “questa cosa la devo chiarire” e ti perdi l’esperienza del momento..

Gianluca

Grazie Claudio, sei veramente in gamba nel percepire anche le ansie del meditante. Mi sei di grande aiuto!
Sei veramente una persona molto gentile e preparata!

Claudio

prego Gianluca, una buona sessione di meditazione è gioiosa persino lo “sforzo” è gioioso. la stessa fatica, i dubbi, i fastidi, possono essere osservati con un occhio divertito.. in questo modo convivono sia gli aspetti “umani” sia una sorta di trannquilità leggera che osserva tutta questa “umanità”

Gianluca

Claudio, hai centrato in pieno la mia problematica, che poi prende la stessa strada anche nella meditazione.
La soluzione che diventa il problema. Credo di essere ossessivo compulsivo o magari “perfezionista”.
Quando qualcosa mi interessa molto, e la meditazione e tra queste, è come se la mia mente dovesse trovare ogni minimo aspetto da risolvere, non tollero nessun dubbio…mi crea una sofferenza che non auguro a nessuno…rimango a rimuginare per trovare la soluzione.
Spero di trovare aiuto anche nella meditazione. Mi piacerebbe parlarne anche con te, per quanto riguarda l’aspetto meditativo, ma come tu dici…bisogna praticare e fare…

Rob

Ciao Claudio, sono molto attratta dalla meditaZione, soprattutto per problemi di ansia. Nella mia città purtroppo nn c’è nessuno bravo da poter seguire, ma sn rimasta molto soddisfatta dal tuo sito. Ho provato a scaricare la meditaIone guidata gratis ma nn ho ricevuto email. Comunque per iniziare in caso quella sarebbe perfetta vero?? Grazieee

Claudio

ciao, si Roberta per iniziare quella sarebbe perfetta! in caso d’ansia qui, in questa stessa pagina trovi i link a degli articoli specifici sull’ansia.

che tu sia felice
Claudio

Fabio

Ciao qualche tempo fa ti ho chiesto visto che pratico meditazione trascendentale se potevo abbinarla alla tua per “indaffarati”perche mi interessa…in realta’ visto che laMT mi sembra piu una meditazione per rilassarsi che di consapevolezza t volevo chiedere con il corso che hai fatto ora di vipassana se credi possa alternare la MT con la vipassana stessa…lo so che bisognerebbe fare solo una tecnica..ma sono curioso per trovare poi quella che va bene a me.grazie

Claudio

ciao Fabio, sia la meditazione per indaffarati che la vipassana si integrano bene con la Meditazione Trascendentale.

La meditazione per indaffarati include la vipassana e si spinge agevolando la consapevolezza nel quotidiano ed è il percorso che suggerisco normalmente più di ogni altro. In questo suggerisco di fare 7 minuti di meditazione da seduti, quindi tu puoi usare quei 7 minuti (o tutti i minuti che vuoi) facendo la tua meditazione trascendentale proprio come rilassamento-ancoraggio, durante la giornata invece seguirai gli altri stimoli suggeriti nel corso.

Infatti, e passiamo alla Vipassana, in ogni vipassana che si rispetti c’è una fase (sicuramente la fase iniziale ma non solo) di rilassamento-ancoraggio chiamata “Samatha”. Nel corso di vipassana spiego bene la differenza tra le due e come si integrano assieme.

Tra le “Samatha” si può usare un mantra, e quindi ecco che puoi integrare la tua pratica con il mantra (come da indicazioni date dalla meditazione trascendentale)con la tecnica di visione profonda. é ovviamente utile sapere “cosa stai facendo” nel momento che usi una delle due e quando passi dall’una ad un altra e viceversa.

In altre parole, la risposta è sì! puoi integrarle! Anzi mi piace pensare (mi darai un feedback dopo anche tu) che ti sarà anche più chiaro il senso della pratica che stai già facendo, dopo avere fatto il corso di vipassana.

Fammi sapere..

Rosanna

Penso che sul tuo sito ci sia tutto ciò di cui uno ha bisogno per apprendere la tecnica della meditazione.
Mi sembra molto chiaro, come anche le tue esposizioni e i tuoi consigli.
I ritmi frenetici non sempre mi consentono di meditare quotidianamente, ma quando posso cerco di fate tesoro delle tue indicazioni.
grazie.

Lucia

Ciao, spero ti sia rimesso. Studio ciò che invii e anche altro sul tema. Non mi trovo con la tecniche di meditazione. Io medito (???) senza fare nulla di particolare, dove e quando mi viene, senza tempi fissati a priori. Ho provato con le tecniche classiche delle varie correnti di pensiero: un fiasco. Pongo attenzione a una molteplicità di cose semplicissime, bellissime: esperienze ordinarie, particolari presi per caso, apparenti banalità. Che bello, mi ci immergo, fine. Sono molto ricca.
Grazie, un abbraccio

Giovanni Nani

Il tuo sito, Claudio, è molto ricco e bello.

E’ davvero l’immagine di quello che sei, e si percepisce dai contenuti l’immensità della tua esperienza e delle tue conoscenze in materia.

Ho avuto il piacere di conoscerti dal vivo, di incontrarti piu’ volte, e di aver prova di questo, per questo motivo ti chiamo scherzosamente “GURU”, e in verità lo penso davvero! Sei una vera guida, ed è una ricchezza, un dono grande avere questo sito a disposizione per approcciarsi ed approfondire il complesso ed interessante mondo della meditazione.

Non siamo vicinissimi, ma col tuo lavorone sul web io mi sento li con te, per fortuna c’è http://www.comemeditare.it!

maria

Ciao Claudio esponi tutto con molta chiarezza e sicuramente sai di cosa parli. Ciò che manca nelle nostre realtà è un punto di riferimento, una persona che aiuti a scoprire la tecnica della meditazione. A volte non basta seguire sul web. Cmq in tutti gli altri casi i tuoi suggerimenti sono davvero utili. Grazie

Luigi Anguissola

Quello che hai scritto sulla meditazione è molto interessante perchè allarga il campo delle conoscenze.
Ammiro molto la tua passione per l’arte della meditazione. Io la uso molto per rilassarmi. Ho 84 anni ma
conduco ancora una società e mi concedo tutto quello che mi aiuta a stare bene in salute. Come ho detto
prima, la tua esposizione sulla meditazione aiuterà molto a fare una scelta su quella specifica che può
giovare al meditante. Raccomando che l’italiano, la ns. lingua, sia perfetta nella esposizione.
Per quanto riguarda i crampi di Nico, consigliali di mettere un sapone nella calza quando medita. Spesso funziona ma non sò perchè.

SIMONA

Il tuo sito è un ottimo strumento per chi come me ha poco tempo per riuscire aa stare con se stessi, personalmente ho avuto davvero dei benefici bel seguire i tuoi consigli,
Buona vita
SIMONA

Stefano

Mi sembra un’ottima pagina con tutte le prime informazioni per meditare esposte in modo chiaro e una buona navigabilità. L’unica cosa, se può essere utile, la peciotta arancione “scarica gratis” in alto e in alto a dx e in altri punti è un po’ ripetitiva, ma capisco la call-to-action. A me il tuo audio è servito molto anni fa. Grazie per il tuo grande lavoro e la tua dedizione ciao ciao

Luciano

Ciao Claudio,medito da anni e studio psicologia vorrei dirti da esperto nel settore che la pagina del tuo sito è ben descritta in ogni settore e molto comprensibile anche per il neofita.Grazie per tutto questo perchè mi fa molto piacere leggere i commenti delle altre persone e complimenti a te per la tua esperienza in ambito meditativo.Confermo tutto ciò che descrivi e concordo di non avere aspettative, la consapevolezza giungerà quando una persona meno se lo aspetta.Un abbraccio.

marina

Ciao Claudio ,la pagina di presentazione è buona con la spiegazione di quello che fai tu con meditare.it e poi sui vari tipi di meditazione da praticare ; per sapere tutte queste cose ci vuole tempo e dedizione e così l’elenco risulta chiaro ed esaustivo. Che dirti..ispiri fiducia e mostri cultura cuore presenza quindi va bene. Che altro vorresti sapere?

Piri

Ciao Claudio, complimenti per le belle spiegazioni semplici chiare e versatili! Mentre leggo sembra quasi di averti accanto! .
Ti auguro ogni bene

Mario Thanavaro

Ciao Claudio, complimenti per la tua presentazione. E’ molto articolata ed esaustiva. Sarà sicuramente di grande aiuto a molti. Ti auguro di non mollare! Ti auguro una Buona pratica/Buona vita! Con stima e affetto.
Mario Thanavaro

Claudio

Prezioso Maestro, grazie per le tue belle parole ed il tuo incoraggiamento, da parte tua questo incoraggiamento significa molto per me!

con gratitudine e metta
Claudio

Daniele

Ciao e complimenti , molto dettagliata . Penso che stai facendo un ottimo ” lavoro” . Stai imparando ad educare la ” mente” e questo è in sintonia con i tempi . Una mamma che vuole insegnare al piccolo a camminare , lo fa mettendosi un metro avanti a braccia aperte , perché sa che il desiderio di abbracciare la mamma farà il resto. Meditare sarà per l’uomo , ciò che camminare sarà per il piccolo. Questa è una buona cosa.

Alessio

Claudio ciao io sn di palermo solo nn riesco a meditare ho provato tranite internet o altro ma nn riesco ho bisogno di un vero è propio maestro qui in sicilia ho a palermo conosci qualcuno

Claudio

ciao Alessio, mi spiace non conosco nessuno direttamente a Palermo, prova a cercare “meditazione vipassana a Palermo” o “mindfulness a palermo”.

Ho provato a farlo io per te ma poi la scelta spetta a te. Infatti appare anche un centro tibetano che mi sembra essere serio ma poi ti deve piacere l’approccio tibetano. se vai sulla vipassana è più inizialmente approcciabile laicamente. Con mindfulness finisci per fare vipassana vera e propria (da li deriva) magari con qualche psicologo che la diffonde. Vedi tu..

Sono felice che vuoi farla dal vivo io rimango comunue a disposizione per un supporto online sia con i corsi a pagamento che con questo blog gratuito.

che tu sia felice

ps e se trovi e ti trovi bene condivisi la tua esperienza a beneficio di altri?

Angela

Ti faccio tanti auguri divero cuoreper l’intervento,e un grazie infinito per tutto il tuo lavoro, che tu sia benedetto ti mando un forte abbraccio e tranquillo andrà tutto bene…..…

Gmk

Ciao e complimenti per il sito ricco di risorse utili. Una domanda è questa: io medito gia da qualche tempo e di solito riesco a farlo (bene o male) ma mi capita di avere nelle prime ore del mattino presto un brusco risveglio agitato e sono in preda a mille pensieri (a raffica) e a stati d’animo molto travolgenti: cerco di meditare ma in questo stato mi riesce quasi impossibile tornare a stare sul respiro. C’e che resto in balia dei miei pensieri. Mi chidevo se quando capita questo possa fare qualcosa.

Raffaele

Ciao,sono Raffaele . Volevo chiederti se si puo meditare piu volte al giorno e soprattutto se è necessario tenere una posizione ben definita,oppure se si puo meditare mantenendo una posizione comoda ,ad esempio sedendosi e ovviamente con la schiena dritta . Ciao e grazie in anticipo x la risposta

Francesca

Salve.ho letto qualcosa sul mondo della meditazione e devo dire che ne sono rimasta affascinata! Non ho mai veramente cominciato per stanchezza,pigrizia ecc…però ora sta cambiando qualcosa! Sono al sesto mese di gravidanza e vorrei tanto cominciare a meditare per essere più serena e trasmettere questa serenenità e amore alla mia bambina e a chi mi sta intorno!! Come posso iniziare? Grazie

Claudio

ciao Francesca Complimenti: ottima scelta servira a te e al bambino specialmente adesso che è dentro la pancia ma poi, se continuerai, ti servirà a mantenerti più serenza negli alti e bassi della vita e nei momenti stressanti che una mamma attraversa naturalmente.

Comincia pure usando questa meditazione guidata gratis

Ti aiuterà ad attraversare meglio anche gli sbalzi d’umore che con gli scombussolamenti ormonali potresti avere e soprattutto a provare meno dolore durante il concepimento.

In tutti questi casi ti caldeggio di allenarti a rimanere focalizzata sul respiro e notare tutti i pensieri per tornare dolcemente al respiro.

Congratulazioni Francesca, tuo figlio è fortunato ad avere una mamma che si pone queste attenzioni!!

tanta gioia!!
Claudio

Claudia

Scusami tanto Claudio, ma ne approfitto per chiederti un altro paio di cose: esiste in tipo di meditazione per la sfiducia in se stessi? Oppure una meditazione dell’accettazione? Queste domande mi sono uscite fuori guardando il tuo video di come fare quando non si hanno pensieri positivi, e mi ha illuminato perchè giusto una settimana fa io ho cercato disperatamente di essere positiva (andando in contro al mio naturale pessimismo) ed è andata a finire in un gravoso malumore, soprattutto perchè ho flagellato la mia mente di “non voglio, non voglio…”. Cosa puoi consigliarmi?

Claudio

ciao Claudia ho paura che a forza di cercare meditazione “Per Cambiare” lo stato delle cose finisci per perdere il senso della meditazione che è di stare con quello che c’è.

Radica l’attenzione nell’adesso e vedrai che molte cose, piano piano, andranno al loro posto.
Sul pensiero positivo guarda qui:
http://www.comemeditare.it/meditazione/cosa-fare-quando-si-smette-di-avere-pensieri-positivi/
e qui:
http://www.feliceadesso.com/2014/01/pensiero-positivo.html

Claudia

Ciao di nuovo Claudio! Ti ringrazio per avermi consigliato quei video su come meditare per l’ansia, d’ora in avanti li seguirò, ma c’è un particolare che mi incuriosisce: hai detto che quando un’emisfero lavora, l’altro si puo’ dire più spento, ed è buffo perchè anche la mia psicologa mi ha detto qualcosa di simile rispetto al mio problema! Il punto è che a me le pippe mentali vengono soprattutto in presenza di altre persone, e in questi momenti non riesco davvero a concentrarmi sul mio respiro o sulle mie sensazioni. Cosa puoi consigliarmi per fra fronte a queste situazioni?

Claudio

Ciao Nadia, mi dispiace che ti senti delusa e che addirittura senti il bisogno di un sostegno per “prendere in mano la tua vita”.

Cosa succede, come stai e come pensi che possa esserti di aiuto?

Posso rimandarti a qualche risorsa gratuita a meno che non vuoi qualcosa di più mirato, nel caso prendi in esami questa eventualità (sempre che ricada in un lavoro che possiamo realmente fare assieme): http://www.claudiopadovani.it/incontri-di-crescita/

che tu sia felice
Claudio

giovanni

ciao Claudio, mi sono reso conto che la meditazione potrei trovare la pace che cerco da molto tempo. come si fa a scegliere una meditazione piuttosto che l’altra (es. vi passa a, mia, etc). Quale potrebbe essere un percorso da seguire per dare un segnale di inizio alla mia testa? ho già scaricato e ascoltato più volte la tua meditazione gratuita
ti ringrazio
giovanni

Claudio

ciao Giovanni, le meditazioni, mi piacciono un po’ tutte e vanno quasi sempre tutte bene. Sono davvero poche quelle che tendo a sconsigliare e quelle poche che sconsiglio talvolta possono persino andare ben per qualcuno.

Se ti trovi bene con me, io ti caldeggio la meditazione per indaffarati: http://www.meditazioneperindaffarati.it è un metodo che si basa ed include la vipassana e la samatha ed è incentrata sul renderla una abitudine di attenzione quotidina.

Lì suggerisco di fare anche solo 7 minuti tutti i giorni (purchè poi segui degli esercizi di consapevolezza quotidiana che trovi all’interno) ma, se te la senti, puoi anche fare tutti i giorni (quando puoi) la vipassana da 20 minuti che trovi all’interno.

Il percorso è strutturato con approfondimenti, meditazioni guidate e meditazioni “cogli l’attimo” ed è un corso completo dalla A alla Z.

Se il tuo scopo è invece quello di iniziare per essere seguito nel tempo da me, puoi iscriverti direttamente nel programma di abbonamento mensile pensato per darti stimoli e sostegno mese dopo mese, dentro trovi anche la meditazione per indaffarati e puoi interromper il programma quando vuoi (fin dal primo giorno).

si chiama Come Meditare Coaching e lo trovi qui: http://www.comemeditarecoaching.it

Arianna

Ciao ho guardato i tuoi video sull’ansia e ti ringrazio mi hai dato nuove nozioni di conoscenza,sono in un periodo dove non ho certezze lavorative e questo mi procura ansia insicurezza che tra l’altro detesto ma devo accettare perché hanno una loro funzione. Ci sono giorni più positivi e giorni meno….che fare con la mente che sappiamo mente….quando ti propone pensieri negativi e come dici tu pippe mentali che mi rendono insicura….come fare hai una tecnica per questo?

Arianna

Ti ringrazio no non ancora, ora scarico tutto sia la meditazione guidata, che il link che mi hai consigliato. Comunque ho già provato a fare meditazione due volte….Spero di imparare bene seguendo le tue indicazioni. Grazie mille Claudio.

Federica

Ciao Claudio,
conosci un modo per usare la meditazione per studiare meglio? Per studiare più concentrati? Oppure per studiare anche quando si è troppo stanchi per farlo?

Per ora medito qualche minuto tutte le sere, mi aiuta a tenere a bada i pensieri e medito quando devo andare da qualche parte a piedi con la meditazione camminata.
Un saluto, a presto

Claudio

ciao Federica, non so perchè ma ho ritrovato questo commento nello spam.. scusa il ritardo.. veniamo a noi..

meditare col calmo dimorare sicuramente ti aiuta, specie per ritrovare un minimo di vigore ed attenzione in più quando sei molto stanca e deconcentrata, anche fare la meditazione camminata, ti aiuta: bene quindi

eccoti un’altra pratica:
http://www.feliceadesso.com/2012/07/MeditazioneCampanaIndaffarati.html

e questa:
http://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/tecniche-di-rilassamento/

che tu sia felice

Pam

Ciao Claudio, grazie per i materiale che metti a disposizione gratuita, di grande qualità benchè nongli sia dato un valore monetario, ti seguo da tempo e la tua cortesia nello spiegarti allieta la ricerca e ti fa sentire incluso
Ho una domanda però … io ho una mente molto attiva, di quelle che borbottano continuamente e spesso ahimè me ne accorgo troppo tardi e mi son già avvelenata… quindi meditare mi ha permesso di zittirla per un pò, ma lei chiede conferme e veridicità per cui la domanda è la seguente: alla parola MEDITARE mi viene in mente il detto ‘MEDITATE GENTE, MEDITATE’ il cui significato è principalmente ‘PENSACI BENE’ ma se voglio MEDITARE SU CIO’ CHE MI FA SOFFRIRE per me significa che alla fine penso tutto il tempo a qualcosa che speravo meditando di dargli quello spazio per risolversi, finisco con il sentirmi ancora più frustrata perchè non sono proprio riuscita ne a realizzare ciò che desidero ne ad uscirne rilassata… invece se mi lascio andare e non penso a niente sono rilassata ma poi cmq frustrata perchè con relax ma passa il tempo per non realizzare ciò che desidero

insomma che significa MEDITARE SU QUALCOSA, come si fa a raggiungere i propri obiettivi? praticamente voglio dire

Christian

meditare su qualsiasi esperenza significa trovare in ogni avvenimento la sua verità e con essa l’insegnamento ricevuto. Ogni cosa che ci accade,sia essa concettualmente positiva o negativa ci modifica,ci reincarna in qualcosa di differente , non vedendo alla radice la verità di ogni avvenimento siamo solo passeggeri di questo viaggio. Meditando su ogni causa ed effetto generato da ogni avvenimento e vedendo in ogni errore o dolore provocato da altri come una madre che pur amandoci ha commesso sbagli ,possiamo usare tali errori come esempio ed insegnamento di crescita . Per imparare. l’errore è quasi necessario ma solo se lo vediamo nella verità del suo insegnamento

Sergio

Salve Claudio,
ho scopetrto da poco i tuoi video che seguo con molto interesse. (scusa se mi permetto di datri del tu)
Mi chiamo Sergio ho 60 anni e volevo rubarti una decina di minuti di tempo per raccontarti una mia esperienza e conoscere il tuo parere di maestro di Yoga.
Una trentacinquina di anni fa, circa nel mese di Novembre, ho fatto un’esperienza particolare.
All’epoca ero interessato ai tarocchi intesi come via iniziatica. Per studiarli e comprenderli, mi ritirai nella nostra casetta di campagna (di famiglia). Una piccola casetta immersa nel verde, completamente isolata, sensa strade vicino e in assoluto silenzio. Dopo tre/quattro giorni che ero assorto in lettura davanti al caminetto, è cominciata l’esperienza.
Improvvisamente, con la mente, ho cominciato a comprendere e vedere tante cose che prima non era nemmeno concepibile sognare. Ho cominciato a vedere il mondo come una enorme piovra che con i suoi tentacoli tiene la persone relegate a se. Ho visto che per fare questo usa il desiderio di possedere che fa percepire alle persone un mondo irreale.
Era come se fosse caduto un velo e vedessi la vera realtà e comprendendo che la vita vissuta fino a quel momento era stata vissuta con falsi valori basati sull’avere, possedere, apparire, una sorta di teatrino che coinvolge tutti, e in cui ogni essere umano è un attore calato così profondamente nella propria parte da essere inconsapevole di recitare una commedia inesistente.
Mentre ero assorto in questi pensieri sentivo fuori la pioggia che cadeva. Essendo una casa di campagna con il tetto privo di grondaia, l’acqua cadeva direttamente dal tetto sulla terra creando delle pozze di varie dimensioni. Il plin, plan, plon, dell’acqua che cadeva, creava una sinfonia perfetta e mi rendevo conto che nessun uomo avrebbe mai potuto scrivere, immaginare o concepire una musica così bella. Fra me e me mi chiedevo “chi sono confronto Mozart, Verdi, Rossini, Bach”.
All’alba, quando uscivo a raccogliere un po di legna per il fuoco, vedevo le foglie d’erba con addosso le gocce di rugiada e sentivo che quelle erano molto più prezioese delle perle che vendono gli orafi. Le perle uno le compra e le può ammirare tutti i giorni mentre quelle gocce di rugiada, ereno li, in quel momento e non ci sarebbero mai più state per l’eternità. Questo mi faceva piangere di gioia.
Solo il fatto di incrociare persone mai viste prima, totalmente assorte nel loro ruolo di impiegati, operai, casalinge ed altro, che mostravano una totale indifferenza per tutto e tutti, era per me una gioia immensa, perché l’attimo in cui le incrociavo era unico, sarebbe passato per non tornare mai più.
Ogni istante ero coscente di essere tutt’uno con la natura, parte del creato, in perfetta armonia con tutto e tutti tanto da amare anche gli alberi.
Il passato e il futuro erano svaniti, erano solo una illusione che l’uomo crea per attaccarsi a ricordi e speranze. Tutto basato sul materialismo.
Comprendevo che le mie miserie, le mie paure, i miei errori e le speranze non erano differenti da quelle degli altri e, cioò che portava me ad avere dei mancamenti e dei difetti allo stesso modo induceva tutte le persone del mondo ad averne.
Ho provato una gioia indescrivibile, una pace interiore che percepivo all’altezza della pancia mai provata prima.
Ero consapevole che avrei potuto lasciare il corpo per sempre, se solo avessi voluto.
Quando sono tornato a casa, i familiari e gli amici, dicevano che avevo il volto radioso e quando parlavo loro, era come se parlasse un vecchio saggio, erano tutti affascinati e impauriti allo stesso tempo. Quando cercavo di parlare loro della vera realtà, mi brillavano gli occhi. Non capivo perché cose talmente ovvie non fossero comprese nessuno.
Quasi tutti mi hanno fatto credere che in quei giorni avessi sbroccato di testa, ma in questi giorni, mi sono imbattuto in un tuo video che parlavi di Vipassana ed ho compreso che non era così.
Inconsdapevolmente potrei aver avuto una esperienza di Vipassana (solo, lontano dal mondo di tutti i giorni, concentrato su un libro).
Cercando su youtube, ho compreso cosa è Maya, e coloro che parlano di meditazione, non sembrano così distaccati da essa. Forse non hanno mai raggiunto uno stato di coscienza superiore?
E il mio… credi sia stato uno stato di coscienza superiore?
Grazie e scusami per il tempo che ho sottratto ai tuoi affetti e ai tuoi interessi. (spero che il tutto sia comprensibile)
Buona vita
Sergio

Claudio

ciao Sergio quello che descrivi è uno stato di totale assorbimento e presenza, una forma di “illuminazione momentanea” chiamiamola così.

Si la meditazione vipassana aiuta a creare quello stato di assorbimento e consapevolezza.

La consapevolezza è molto diversa dalla semplice concentrazione perchè non è “concentrata” ma è diffusa e omnipervasiva.
Hai avuto una esperienza che molti nella vita non riescono a cogliere.. In quei momenti vedi gli altri addormentati e ti accorgi di come tutti dormiamo e ci muoviamo nel mondo come dei morti viventi e non come esseri pienamente vivi.

Anche io il più delle volte dormo e mi muovo nel mondo come un morto vivente. La meditazione ci aiuta quindi a risvegliarci ad allenare quello stato di consapevolezza, di attenzione divisa, dove ogni particolare è magico e meraviglioso per come si svolge nel momento presente.

ben lo descrive questo spezzone del film “Paceful warrior” (la forza del campione) il film è completo e consiglio di vederlo tutto ma ho fatto in modo che cliccando ti appaia direttamente la scena in cui -in modo cinematografico- provano a rendere una esperienza di “presenza a 360°”: https://youtu.be/uCa6DEnmwew?t=30m49s

ho apprezzato molto il tuo commento e mi piacerebbe dedicare più tempo a questa esperienza magari ne faccio in futuro un articolo specifico, ma nel frattempo o voluto risponderti qui, pubblicamente anche a beneficio di ci ci legge

grazie per la tua bellissima testimonianza

Rossella Dellacasa

Ciao Claudio Grazie sempre per i consigli Sono tanti anni che medito nella tradizione del maestro Thich Nhat Hanh alternando l’ascolto del respiro / corpo e med. metta Ogni tanto faccio incursioni nella med.con mantra secondo le indicazioni del dott. Deepak Chopra Mi ascolto e scelgo che cosa mi risuona in quel momento Un abbraccio in tre respiri Rossella

Claudio

adoro THich Nhat Hanh, qualche incursione con Chopra le ho fatte anche io.. ma Apprezzo ancora di più l’abbraccio in tre respiri che ricambio in virtuale presenza

Claudio

lucia gloria

medito da più di 26 anni – per tanto tempo MT e poi meditazioni di Pranic Healing di master Choa Cok Sui e meditazioni di arhatic yoga – da un anno soffro di problemi agli occhi e ho sospeso tutte le meditazioni legate al P.H. – ora pratico solo medit.trascendentale convinta che non possa aggravare il mio problema – hai esperienza in merito? grazie! un abbraccio

Claudio

ciao Lucia, ho poca esperienza relative a quelle da te descritte, meditare con un mantra comunque non può farti del male, di questo sono convinto.

Tanto bene
Claudio

Emilio

Attraverso lo yoga ho appreso della meditazione e dell’importanza di tale “disciplina”. E’ vero che la meditazione è , alla luce dei principi cristiani della Bibbia, una pratica esoterica non ammessa?

Claudio

ciao Emilio, premesso che la Bibbia è ebraica e non crisitana eheheh, dubito altamente che “non ammetta” una pratica praticata da moltissimi nella chiesa.

La crisitanità stessa ha molte pratiche meditative, solo non sempre le chiama così: recitare il Rosario ad esempio,o come fanno diversi tipi di religiosi che coltivano il silenzio e chi addirittura lo fa in clausura (spesso frati, suore con approccio mistico).

Altri preti sono molto più espliciti, chiari ed invitano chiaramente all’uso della meditazione come strumento di autoconsapevoleza e di conoscenza del divino. Padre Anthony De Mello, Raimon Panikkar, anche in Italia ce ne sono molti e ci sono anche dei siti di meditazione cristiana.

Ma c’è una vechia diatriba, non solo interna cristiana, ma trasversale a tutte le religioni tra teoretici e mistici.

I primi parlano di concetti e sulle parole è facile ci siano malintesi, i secondi fanno esperienza del Trascendente e sull’esperienza si capiscono.

I mistici parlano la lingua dell’esperienza e si capiscono tra di loro a prescindere dalla loro fede religiosa di riferimento, i teorici possono arrivare, in caso di estremismo, ad un vero e proprio fanatismo anche all’interno della stessa fede.

Posso dire che il limone è aspro e posso dire che è dolce: chi conosce il sapore del limone concorda con me in entrambi i casi perchè ne ha fatto esperienza, ma chi parla solo del sapore del limone senza averne fatta esperienza non può che essere in disaccordo se qualcuno asserisce che è aspro mentre lui sostiene che è dolce e viceversa.

Non a caso San Francesco era un mistico e poteva parlare di pace con il feroce saladino in piena crociata rimanendo incolume.

chi vuole mantenere un popolo sotto controllo usa le parole per minacciare e mantenere la massa nell’ignoranza, inibendo l’autorealizzazione, chi fa esperienza del Trascendente è libero da qualsiasi parola e minaccia e non è controllabile da un potere temporale: San Francesco è stato molto scomodo a certi livelli ecclesiali del suo tempo.

Questo è successo e succede nella cristianità, come in tutte le religioni, specie -ma non solo, purtroppo- quelle che non coltivano una visione “non duale”.

La meditazione è una pratica, una tecnica che favorisce la comprensione di se stessi, degli altri, e delle cose così come sono e può portarci ancora oltre. è una tecnica che libera l’individuo dalle gabbie dottrinali e questo non piace a chi le gabbie le difende.

Buddha diceva che la dottrina è come una zattera che serve per attraversare il fiume: una volta nell’altra sponda non dobbiamo portarcela sulle spalle ma lasciarla lì: attaccarsi alla zattera significherebbe rimanerci incastrato come prima di attraversarlo.

quindi la pratica meditativa da alcuni cristiani è ammessa e caldeggiata, da altri è “messa al rogo”. Vorrei evitare di “mettere al rogo” chi “mette al rogo” e semplicemente meditare, credo che la vera libertà sia fare del bene a se e agli altri: che dovrebbe essere il principio primo di ogni religione 😉

che domandona!!

Gianluca

Ciao Claudio,
hai scritto anche:Un altro giorno potresti scegliere di non averne uno fisso, ma di spostare l’attenzione nel punto in cui lo senti in quel preciso momento.

Se ho capito bene, quindi nella seduta, posso anche scegliere di sentire dove il respiro si sposta, senza avere un punto preciso, ma seguendo dove si localizza: es. All’inizio potrebbe essere nell’addome e dopo qualche minuto seguirlo se fosse presente nelle narici?

Claudio

Gianluca, ho paura che a risponderti su questi particolari ti faccio focalizzare troppo su aspetti molto marginali e di poca importanza: mi sento di suggerirti di lasciare perdere questa dinamica..

fai un po’ la meditazione guidata audio che hai ricevuto gratis.. allenati con quella..

poi, quando vuoi fare da ste, senza guida, ok, semplicemente osserva il respiro..

Sentiti libero di osservarlo dove e come viene, senza stare troppo a pensare a dove “devi” sentirlo e se stai “facendo bene”.. (questi sono inutili pensieri)

ok? 😉

che tu sia felice

Gianluca

Che dirti Claudio…mi sa che queste che hai scritto, sono le parole migliori. Hai capito in pieno il problema.
Grazie! Spero di non farmi invadere come sempre dalla mia ossessione di perfezione.
Sei un grande!!!

Gianluca

Ciao Claudio, ti faccio una domanda sulle istruzioni della pratica. Prima si consiglia di sentire il corpo nelle sensazioni legate alla postura e al contatto sulla sedia o cuscino, poi so fanno alcuni respiri per sentire in quale punto il respiro è più vivido e successivamente seguire il flusso in quel punto.
Queste istruzioni vanno eseguite ogni volta? Oppure dopo che fai una prima seduta, vai sempre in quel punto del respiro che hai sentito più forte la prima volta?
Cioè, se dovessi avere un punto diverso in ogni seduta, perché in quella seduta è più vivido in quel punto, non si corre il “rischio” di non avere mai una parte del corpo come riferimento?
Cioè ogni volta bisogna osservare come se fosse la prima volta? Osservando le sensazioni del respiro in quel momento?
Grazie!
Gianluca

Gianluca

Ciao Claudio, ho letto che tu consideri un buon metodo, quello di concentrarsi sul respiro dove le sensazioni sono più intense nella singola seduta. Ma se volessi avere un punto di ancoraggio del respiro, diciamo ogni qualvolta mi voglio sintonizzare con esso nelle normali cose della vita, cosa consigli? Anche in questo caso, sarebbe meglio sentire dove è più vivido? Cioè se ora lo sento nell’addome, se quando mi rifocalizzo,per esempio tra un’ora, lo sento nelle narici, seguo questo altro punto? Così facendo, non si “rischia” di non avere mai un proprio punto, se chiaramente questo fosse importante da avere come riferimento? Semplificando, non sarebbe più “comodo” che ogni volta si debba porre in primo piano il respiro, uno vada direttamente sul punto che sceglie e non sul punto che sente?
Grazie!

valerio

Ho difficoltà a focalizzare mia attenzione sullo sguardo e a reggerlo esiste qualche esercizio in proposito? non sono molto abituato a seguirlo e questo mi rende un po’ difficile relazionarmi con gli altri in modo sereno e tranquillo
e di conseguenza tendo a distrarmi di piu’ non trovando questo importante riferimento

Claudio

incrociare gli sguardi significa entrare in intimo contatto con un altro essere -è una cosa che cambia da momento a momento- avrei difficoltà a dire che esiste una regola sempre valida.

Continua a meditare e stai con le cose così come sono: svilupperai maggiore sicurezza in te e l’approccio con lo sguardo rispetterà sia il tuo bisogno di guardare gli altri, sia quello di rispettare un bisogno di ritirarti rispetto al contatto con gli altri.

ti consiglio, se trovi qualcosa online, di approfondire le 4 fasi del contatto sano nella Gestalt

valerio

ok grazie ma per quanto riguarda la meditazione mi sembra di riuscire ad assimilarne meglio l’importanza della presenza attraverso ad esempio i tuoi video e le le letture per es ho letto “il potere di adesso” di eckart tolle, mentre se mi metto semplicemente ad osservare il mio respiro con la vipassana faccio fatica necessito di essere un po’ accompagnato forse nel meditare

valerio

Le Meditazioni Silenziose Segna Tempo
da questo non è stato visibile si sente solo il suono di una campana uguale e senza immagini tramite sia gogle chrome e sia firefox

Claudio

ciao Valerio queste meditazioni si chiamano “silenziose” e “segnatempo” non a caso..

Non sono delle meditazioni guidate, quando le hai trovate, se avessi letto la loro presentazione, forse non ti saresti meravigliato ;).

Leggendo qui ti sarà chiaro perchè sono “silenziose” e capire qual’è la loro funzione (“segna-tempo”):

http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/come-meditare-il-tempo-e-la-costanza/

grazie comunque della segnalazione

valerio

ciao potrei avere un consiglio su una cosa? ” quando mi trovo sugli autobus, quando ci penso mi sento frastornato dalla confusione emotivamente mi destabilizza un po’ … rumori autobus e tutti che parlano insieme un brusio a volte molto travolgente a livello emotivo… puo’ servire mettermi le cuffie o devo solo accettare?

Claudio

ciao Valerio: meditare significa stare con ciò che c’è nel “qui e ora”.

Questo “qui ed ora” è sempre diverso quindi una risposta alla tua domanda non può che essere: “dipende”

ti faccio un esempio.. Immagina che tu mi avessi chiesto se per vedere le cose come sono devo tenere gli occhi aperti o chiusi?

ed io ti avessi risposto “aperti”.

cosa accadrebbe? che probabilmente mi prenderesti alla lettera e ti sforzeresti di tenerli sempre aperti, anche quando il tuo corpo: proprio per vedere, ti chiede di chiuderli.

Non possiamo sempre tenere gli occhi aperti: ogni tanto chiudiamo le palpebre per proteggere o lubrificare l’occhio ed ogni tanto abbiamo bisogno di riposare l’occhio e tenmerli chiusi più a lungo.

Allo stesso modo se vuoi vedere le cose come sono con mente aperta dovresti accettare la realtà per quella che è anzichè isolartri da quella.

Ma se, accettando che in quel momento hai bisogno di isolarti dal resto per ritrovare te stesso: va bene metterti le cuffie!

Stare con ciò che c’è significa anche sapere come stai tu rispetto a quello che ti capita e decidere cosa è meglio per te.

valerio

Salve, mi sembra molto profondo e interessante. Prendere consapevolezza che ci si sta allontanando dal presente mi sembra molto utile, quello che mi chiedevo che ruolo puo’ avere la meditazione in un momento ad esempio in cui ci si puo’ annoiare… come puo’ interveniire in questo frangente? grazie spero a presto..

Claudio

Stando con quel che c’è in piena consapevolezza.

Appena raggiunta l’illuminazione quell’uomo conosciuto come Buddha (che era un uomo proprio come me e te e non un dio) ha insegnato 4 “semplici” nobili verità

1 esiste la sofferenza (come ad esempio lo è la noia)
2 esistono le cuase della sofferenza
3 esiste la cessazione della sofferenza
4 esiste un percorso che conduce alla cessazione della sofferenza.

con la consapevolezza piano piano conosci le cause della sofferenza che è un primo passo fondamentale per affrancarti anche dalla noia.

se ti sembra molto utile essere consapevole di quando ti allontani dal presente (per tornarci) ecco che stai già facendo bene

valerio

Sto provando a meditare ma la meditazione non mi da sensazioni e questo mi scombussola un po’
forse è perchè mi aspetto di provare delle sensazioni ed il fatto di aspettarle non le fa arrivare..
cque quando non provo sensazioni mi sento vuoto in quei momenti ed osservare il mio respiro non mi fa sentire piu’ vivo che mi puoi consigliare? grazie

Claudio

ciao Valerio, la meditazione serve a portare a consapevolezza ciò che c’è.. Le cose “così come sono”, non a cercare qualcosa che nel “qui ed ora” non esiste.

contrariamente a quanto credi tutto ciò ti farà sentire ancora più vivo.

Quando sei consapevole di quello che ti succede istante per istante: sei vermanete vivo.

Se sei consapevole di mangiare un mandarino e ne senti il sapore il mandarino è vivo e la tua esperienza è viva.

Esperire equivale a vivere.

se non sei consapevole di quello che mangi e t”butti giu” il mandarino distrattamente, senza consapevolezza: quel mandarino potrebbe essere cartone e non fa molta differenza.

ti consiglio questo:
http://www.comemeditare.it/comemeditare-consapevolezza/meditazione-sul-cibo-mangiare-un-mandarino-con-consapevolezza/

certi parlano di sensazioni particolari durante la meditazione: ok succedono, ma ogni meditazione è diversa: non aspettarti nulla se non di essere in contatto con quel che ti succede anche il semplice “nulla”

in questo spezzone di film vedi come in un rallentatore succedono molte cose mentre non sta succedendo “un bel niente”: https://www.youtube.com/watch?v=X0TbCB2GLjE

Gianluca

Grazie ancora Claudio per la puntualizzazione sul fluire del respiro. Siccome tu hai ricevuto anche insegnamenti da Thich Nath Han, ti posso chiedere se anche per lui è importante il flusso del respiro, e non ha come prescrizione un punto del corpo preciso come ancoraggio?
Grazie
Gianluca

Gianluca

Ciao Claudio, ho letto alcune cose sulla Consapevolezza del respiro, oltre a quelle che tu esponi con grande precisione (tra le più complete e chiare le tue). Ho comunque letto, che in fin dei conti, il Budda, prescrive di seguire il respiro nel suo andare e venire, se era lungo o profondo, etc. Insomma non aveva prescritto un area del corpo in particolare, ma consigliava il processo. Un pò come credo, consigli anche Thich Nath Han. In alcune cose che ho letto, va bene anche per te. Ed è quello che spesso faccio anche io.
Grazie!

Claudio

si Gianluca, va benissimo ed è vero che Buddha non dava come indicazione un punto preciso ma indicava di seguire il respiro in consapevolezza notando se era corto o lungo: cìè un suo discorso (sutta) che descrive la consapevolezza del respiro (sati= consapevolezza ana-pana= insiprazione ed espirazione) in 16 fasi: si tratta dell’anapanasati sutta.

Il punto preciso è un modo semplice per aiutare a trovare un punto di ancoraggio: è molto usato ad esempio nella meditazione mindfulness

Cinzia

Giorno Claudio, ho un grande problema, ho iniziato a meditare da un mesetto (senza maestro, guardando i tuoi video) e durante la meditazione ho pensieri molto negativi verso le persone, non è odio ma paura, paura di vederle morire, paura che possa succedere un incidente paura di perderle.
Questi pensieri sono molto forti che mi impediscono di meditare, ho paura che avendo questi pensieri si possano realizzare e la cosa mi innervosisce parecchio. cerco di concentrarmi sul respiro, ma non serve a nulla, vedo le immagini e smetto.
è normale? c’è qualcosa che posso fare?

Claudio

Ciao Cinzia, nel “qui ed ora” tutto è pace.

Quando hai pensieri catastrofici del genere, come tu stessa scrivi sono “pensieri” quindi immaginazioni e fantasie riguardo il futuro. Ovvero la tua mente non è nel presente ma in un futuro fantasioso e catastrofico.

Solo tu sai perchè accade forse non sei abituata a “fermarti” e quando ti fermi quello che prima emerge è quello che già cova dentro di te (queste paure).. Ma la mia è solo una immaginazione, ripeto: solo tu sai cosa.

Una cosa è certa: continuando a meditare concentrandoti specialmente sul respiro o sulle sensazioni del corpo aumenterai uno stato di pace e benessere e togli enegie alle ansie.

Questo non vuol dire che non esisteranno più se tendi ad averle ma saranno piano piano sempre più rare e meno imponenti.

A maggior ragione ti consiglio di meditare!!

Un unico consiglio se vedi che queste ansie con i tempo non calano: non smettere semplicemente di meditare facendo finta che “non esistano queste paure”: non sono legate alla meditazione che si limita a fartele notare.

Piuttosto, se vedi che insistono, affrontale: magari fatti aiutare da un professionista (uno psicologo o altro professionista delle relazioni di aiuto).

Ma se, al contrario,vedi che piano piano riesci a osservare queste paure e andarci oltre: allora perfetto!

Un po’ come nel film Monster & co: i mostri fanno paura finchè non li “tocchiamo per mano” non li tiriamo fuori dall’armadio portando la luce della nostra consapevolezza a quel punto si sciolgono come neve al sole.

cosa fare? Ha scaricato la meditazione guidata gratuita? Bene falla!

Dici: “i pensieri sono forti che mi impediscono di meditare” è una percezione che conosco bene anche io, allo stesso tempo posso dirti che è vero anche che: “la meditazione è tanto forte da potere riportare i pensieri alla loro natura”

I pensieri non sono nemici ( hai visto questo: “non riesco a meditare”? ecco come con la tecnica di meditazione Vipassana?)

qualcuno diceva: “I pensieri sono dei pessimi padroni, ma degli ottimi servitori” non permettere ai pensieri di padroneggiare il tuo essere: non lo sanno fare, ma osserva come funzionano: con la meditazione potrai riuscirci sempre di più: giorno dopo giorno

Luca

Grazie Claudio. Quindi se ho capito bene, in linea teorica, i sedici esercizi sarebbero la completa singola seduta meditativa? Chiaramente da sviluppare con molta PRATICA.

Claudio

si, ma puoi farne anche una serie alla volta.

Forse per iniziare va bene, poi magari, quando ti senti pronto, lo fai tutto assieme.

Per questo pensavo di fare (per me) una meditazione guidata ad hoc.. sull’anapanasati e le sue fasi complete. Un giorno forse ne faccio un articolo..

Luca

Ciao Claudio, ho letto alcune cose sulla meditazione del respiro, cioè l’Apanasanisutta, e se ho ben capito, si svolge in sedici esercizi. La mia domanda è questa: in teoria un mediante dovrebbe seguire queste istruzioni come una sequenza in un’unica sessione? Chiaramente parliamo di situazione ottimale e teorica.
Un caro saluto
Luca

Claudio

L’anapanasati è la meditazione sul respiro, e il satipatthanasutta è un sutra sui fondamentali della meditaione.

il mio maestru sulle fasi della meditazione mi suggeriva di leggerle prima e poi seguirle ad occhi chiusi andando a memoria.

Io ho sempre desiderato farmi un audio guida, ma alla fine non l’ho fatto perchè è difficile fare combaciare i tempi del respiro (che sono individuali e legati al momento) con le istruzioni registrate.

Quindi direi che rimangono valide le indicazioni del “mio” prezioso maestro

Luca

Ciao Claudio,
ti faccio una domanda sulla Meditazione del respiro:
ho letto che prevalentemente si consiglia di focalizzarsi in un punto, come l’addome, le narici o il petto.
La mia domanda è questa: se volessi, posso seguire solamente il processo del respirare, senza avere necessariamente un punto?
Solo l’entrare e uscire dell’aria, concentrandomi nel suo flusso?
Grazie Claudio per il tuo splendido lavoro.
Luca

Claudio

Ciao, si Luca, spesso faccio anche io come te.

Avere un punto preciso tra quelli che hai detto, oltre a singoli benefici, ti da la possibilità di essere più precisamente “ancorato”.

In altre parole se sei più distratto, il respiro ti riporta ad essere focalizzato e se conosci un punto preciso non ti disperdi a capire “dove” cercare il respiro.

ma se riesci a non disperderti ritornando semplicemente al fluire del respiro – senza un punto preciso: va bene lo stesso.

prego 🙂

Luca

Grazie Claudio per la tua gentilezza, conoscenza e disponibilità.
Le tue “istruzioni” sono sempre molto chiare e precise.
Tendi a rendere naturale, quello che in fin dei conti naturale è, come spesso appunto ricordi nelle tue spiegazioni.
Luca

Stefano

Ciao Claudio, innanzitutto grazie per il tuo gran lavoro sul Web, rappresenti una risorsa luminosa in un vasto mare non sempre chiaro e limpido! Ho iniziato a meditare da pochissimo, ed ecco la mia domanda più impellente: io ho notato la mia tendenza ha “sgridare” i miei pensieri ogni volta che mi distraggono durante la meditazione… capisco che li dovrei semplicemente osservare per come sono arrivati, poi ritornare all’attenzione sul respiro: e a volte succede in modo spontaneo; ma più spesso, invece, mi rivolgo al pensiero stesso, dicendo: “No! sei un sogno a occhi aperti, una fantasia sul futuro, qualcosa che non esiste qui adesso e, francamente, sei anche un po’ ridicolo” (sopratutto pensieri ansiosi su qualcosa che dovrò fare o dire a qualcuno). Come è meglio affrontare queste situazioni? Grazie!! Stefano

Fabrizio

Mantra, respiro ecc… (la famosa ancora…) Visto che sono in fase iniziale, cerco di meditare quando posso o appena posso, e soprattutto di essere nel qui e adesso anche se mi rendo conto sempre di non esserci.. Benedetta consapevolezza… Quello che faccio fatica a comprendere è la sera ho un po’ più tempo, faccio la meditazione per indaffarati a volte guidata a volte non, o 10′ di musica o timer, nei quali sono concentrato sul respiro, e cerco di liberare la mente, una volta riuscito, tento di continuare rimanendo semplicemente in relax e in ascolto di tutto, valutando sia cosa mi passa per la mente, sia suoni rumori esterni ecc. del quì e ora e cerco di capire che sensazioni mi danno (un po come gli stimoli della strada)? Questa fase mi è meno chiara… Soprattutto su come filtrare i pensieri… Perchè è vero che son nuvole che vanno e vengono, però a volte sono nuvole indotte… Più che casuali e passeggere…Quindi non so se e come valutarli o se devo riconcentrarmi sul respiro ecc… Difficile da spierare…?

Claudio

ciao Fabrizio, osserva o “ascolta” senza bisogno di aggiungere o sottrarre alcunchè dalla esperienza che vivi.

I pensieri sorgono, si sviluppano e svaniscono: osservali senza nè trattenerli, nè respingerli.

Quando “non sai che fare” semplicemente torna al respiro.

“benedetta consapevoleza” 🙂 mi diverte come espressione.. rende l’idea… “benedetta consapevolezza” 😀

Daniele

Grazie claudio, potrei aprire un quesito sulla meditazione con mantra ?
Nello specifico vorrei sapere , per proseguire con l’ intera domanda, se conosci una forma di meditazione esoterica , quella riconducibile ai trattati di h.p.b.
Grazie ciao intanto daniele

Claudio

Ciao Daniele, no mi dispiace: se non avessi curiosato in internet non avrei neanche capito che ti riferivi ad Helena Petrovna Blavatsky

Daniele

Grazie ,
Questo aspetto renderebbe più obiettiva la tua opinione in merito .
Questa signora h.p.b scrisse
Oltre 20 trattati , a cavallo tra l’800 e il 900 , ovviamente come
Canalizzatrice o medium se preferisci, sulla genesi , sulle energie che muovono tutta la creazione.
Ovviamente la meditazione è il portale d’accesso a queste energie o forze .
Queste energie , sono dotate di logos , quindi sono in un certo senso entitá, come del resto l’anima ,alla quale cerchiamo di connetterci possiede un logos pure lei, è viva in un certo senso.
Fino qua penso che convieni con ciò che ho scritto (almeno credo).
I miei dubbi sono casomai sul prosegui di queste scuole di esoterismo.Ma non voglio andare oltre, se hai piacere ti espongo , ció che non mi appartiene di questa scienza esoterica , e a quel punto, chiederti in quale altro percorso
Meditativo Proseguire .grazie ciao

Claudio

Mi incuriosisce il fatto che vuoi da me, e proprio da me, un parere rispetto ad un uso della meditazione lontano dall’uso che ne faccio io.

Ma visto che ci tieni ad una mia indicazione ti offro proprio la mia 🙂

Io uso la meditazione come tecnica di consapevolezza.

Non posso negare che quando si scoprono le “cose così come sono” (che è il frutto della consapevolezza) alcuni scoprono delle verità ad altri poco evidenti.

C’è chi usa la meditazione per ottenere difatto dei poteri”

Buddha stesso metteva in guardia dalla ricerca dei poteri.

Lo chiamavano il “conoscitore dei mondi” perchè era in grado di andare anche in “reami” apparentemente non visibili.

Ma secondo questa filosofia sarebbero anch’essi dei reami legati alla legge karmica di causa ed effetto.

Esistenze destinate alla fine proprio come la nostra dimensione umana.

A me non interessa: sono più orientato alla comprensione profonda della realtà per uscire dalla ruota dei condizionamenti, non per spostarmi all’interno di essa.

quindi il mio consiglio è: studia con attenzione la ruota del tempo (o la ruota della vita).

Studiala con accurata attenzione: in essa ci sono ben descritti degli stati anche psicologici in cui possiamo ritrovarci in questa stessa vita.

Se ti piace l’esoterismo, sono convinto che apprezzerai anche questa rappresentazione della vita.

che tu sia felice e libero dalla sofferenza

Gianluca

Grazie Claudio, come appunto scrivi: “è meglio scegliere un punto di ancoraggio ad ogni sessione e mantenere quello per tutta la durata di meditazione.”
Ti chiedo solo una puntualizzazione: 1)durante la meditazione, se perdo quel punto che ho scelto all’inizio, e ne sento un’altro, è meglio rimanere con quello iniziale?
2) Il punto che sento più vivido durante una sessione, potrebbe cambiare in un’altra?

Cioè il punto dove la sensazione è più intensa, è oscillante, non è una cosa fissa?
Oppure è una sensazione legata alla sensibilità biologica? Una persona è sensibile nel naso, un’altra nell’addome e un’altra nel petto per sempre?
Grazie
Gianluca

Claudio

mi hai fatto 2 domande, ti do 3 risposte delle quali la più importante è la 3
1) ti ho già risposto: mantieni quello iniziale (se parliamo di ancoraggio)
2) certo: siamo diversi in ogni istante anche se i condizionamenti ci spingono a rifare quasi sempre le stesse cose

ma soprattutto:
3) sii leggero! Non ti fissare su questi tecnicismi.

STAI SEMPLICEMENTE CON CIO’ CHE C’E’, senza domandarti “devo fare così o cosa? Claudio dice questo, Tizio quest’altro, io cosa devo fare?”

semplificati la vita: non dare troppo peso a questi aspetti, fai la meditazione guidata gratis e segui quelle indicazioni.

Quando l’avrai fatta tua, fai pure senza.

Gianluca

Grazie Claudio per i tuoi preziosi suggerimenti e spiegazioni sul metodo.
Ti faccio, se mi permetti, un’ulteriore domanda per l’altro dubbio che avevo in riguardo; se ho capito bene, quando scrivi”:Un altro giorno potresti scegliere di non averne uno fisso, ma di spostare l’attenzione nel punto in cui lo senti in quel preciso momento.”; significa che posso iniziare una sessione di meditazione, percependo meglio le sensazioni nell’addome, poi nella stessa sessione, posso passare nel punto in cui in quel momento si sente più vivido? Cioè seguire nell’unica seduta, il respiro dove le sensazioni sono più evidenti momento per momento?
Grazie!
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca, è meglio scegliere un punto di ancoraggio ad ogni sessione e mantenere quello per tutta la durata di meditazione.

cos’è l’ancoraggio: è una samatha (scopri cosa è qua: http://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/la-meditazione-samatha-del-calmo-dimorare/) e serve sia per fermare la mente all’inizio della sessione, sia più avanti, quando sei in vipassana per rifermarti qualora la tua mente vagasse tropo.

tradotto in pratica:
1. prima scegli il tuo punto di ancoraggio
2. ti ricentri mantenendo l’ancoraggio
3. quindi esplori le sensazioni che emergono (vipassana)
da notare che in questa fase di esplorazione può succedere che emerge una sensazione legata al respiro anche altrove e va benissimo, ma perche sei in esplorazione
4. ogni volta che invece ti accorgi di esserti distratto torni al punto di ancoraggio definito all’inizio

questo è quello che ti suggerisco di fare, è un buon modo: ma non è una regola “fissa”

Gianluca

Ciao Claudio, grazie per gli splendidi consigli e insegnamenti sul metodo per meditare. Se non ti dispiace, vorrei chiederti alcune puntualizzazioni.
Tu scrivi di cominciare a sentire il respiro, dal punto in cui si sente meglio. Chiaramente, ti stai riferendo alla singola seduta?
Anche Kornfield scrive: Ora porta l’attenzione a percepire le sensazioni che ti dà il respiro. Fai alcuni respiri profondi per sentire in che punto percepisci il respiro con più facilità. A questo punto lascia che il respiro fluisca spontaneo.

Questo è quello che scrive Rosenberg: Avendo lavorato nel corso degli anni con un certo numero di studenti, penso che i meditanti debbano seguire il respiro dove gli sembra più vivido e tranquillo, dove è più probabile che catturi la loro attenzione. Nessuna di queste aree rimarrà sempre, in ogni seduta, la più vivida.Ma è importante non continuare a passare da una all’altra, alimentando una mente già agitata.Fissate la vostra attenzione sul naso, sul torace o sull’addome, e rimanete lì con una certa costanza. Via via che la pratica matura, può non essere più necessario delimitare con esattezza la vostra attenzione.Potete stare con il respiro mentre emerge e scompare in tutto il corpo.

Cioè, mi sembra di capire, che il punto può cambiare nella singola meditazione, ma sarebbe preferibile tenere come riferimento l’area dove lo sentiamo meglio all’inizio della stessa in quella seduta.

Cordiali saluti e grazie
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca: la tua osservazione è acuta e puntuale.

Si mi riferisco alla singola seduta, tuttavia non esistono regole fisse anche se quello che dici è in generale un buono strumento.

Ad esempio posso scegliere deliberatamente di usare, come zona di ancoraggio al respiro, non un ponto che emerge di più ma l’addome per otterenere un bon livello di rilassamento (ottimo nei casi di ansia).

Oppure la zona tra il labbro superiore e la punta del naso per raffinare le percezioni sensoriali (si nota una sottile differenza di temperatura tra l’aria che entra e che esce).

Come vedi posso usare l’ancoraggio al respiro in modo sempre diverso. anzi posso anche scegliere di usare altro come ancoraggio e non il respiro.

Nelle mie indicazioni cerco di essere il più semplice possibile: ho notato che un eccesso di informazioni, specie per chi comincia, può produrre più confusione che essere di sostegno

Prego e grazie a te del contributo

che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici
Claudio

antonella

ciao Claudio vorrei chiederti una cosa è vero che con la meditazione si arriva percipire oltre ?…insomma non ho piu mia mamma e sono disperata mi hanno detto che farei bene a fare meditazione…che tipo di meditazione fai? che differenza c’è tra questa e quella zen?
grazie

Claudio

Ciao Antonella, con la meditazione si arriva a “percepire oltre”.

Io consiglio la meditazione per stare con le “cose così come sono” ovvero come tecnica di consapevolezza.
Non mi è chiaro che cosa ti aspetti con “percepire oltre” se vuoi uno strumento per contattare “L’al di la’” io non ti posso aiutare.

Posso consigliarti di contattare tua madre “nell’al di qua” ascoltando il tuo cuore dove lei vive ancora dentro e grazie a te (e a tutti quelli che l’hanno conosciuta).

Io mi riferisco culturalmente alla meditazione vipassana di consapevolezza e quela zen, benche derivi dalla stessa matrice d insegnamenti buddisti, si differenzia un po’ specie se focalizzata sulla postura.

ma sono solo questioni tecniche: la scuola zen è un ottima scuola.

L’unica cosa che mi sento di dire è che meditare ti aiuta sicuramente e ti mette a contatto con te stessa.

che tu sia felice

alex

buonasera.. vorrei farti una domanda…lo scopo della meditazione non è collegarsi con il proprio se divino?
esistono tecniche per potersi collegare?
ti ringrazio anticipatamente…

Claudio

La meditazione può connetterti al “proprio se divino”, ma non funziona come una “fantasia guidata”.

La meditazione “pura” è una tecnica di consapevolezza: ti riconnette con lo stato naturale delle cose, con le cose “così come sono”, ti fa essere Presente nel “quì ed ora”.
ed è nel “qui ed ora” che ti “connetti col divino”.

Per questo puoi usare la meditazione gratuita di comemeditare.it
buonasera Alex che tu sia felice

alex

cosa intendi per fantasia guidata?
diciamo che ho bisogno di risposte…ho bisogno di leggermi dentro per una scelta…
come potrei leggere dentro di me senza le illusione della mia mente?

Claudio

leggere dentro significa leggere quello che c’è, non metterci tu qualcosa: quello che ci metti è illusione, fantasia.

Puoi usare la fantasia per “ottenere” qualcosa, ma è diverso dalla medtazione: è una tecnica che rientra tra le tecniche immaginative.

Io qui consiglio innanzitutto di imparare a stare con ciò che c’è, a sviluppare la consapevolezza.

alex

un po fuori tema… un giorno dissi alla sciamana che mi segue… mi piacerebbe quando finisco questo ciclo sulla terra visitare ogni stella …. e ogni pianeta…
lei mi rispose… pensa che ci sono persone che riescono a farlo da vive in meditazione….
la mia domanda è se è possibile secondo te in meditazione visitare l universo… e che tecniche o che tipo di meditazione per poterlo fare???
ti ringrazio anticipatamente..x la tua disponibilita e per offrirci il tuo sapere

Claudio

Secondo me è possibile, ma non sono io a poterti aiutare per questo: il mio lavoro è incentrato sul portare alla luce della consapevolezza quello che ci accade “qui ed ora” non “altrove” per cui non mi sono mai focalizzato su questo tipo di esperienze.

marco

Ciao claudio sono Marco di brescia è un po’ che ti seguo e apprezzo io sono sulla strada da un po’ del miglioramento personale e ogni tanto ho come delle illuminazioni su come sono e quello che mi manca o ho di troppo quello che ti chiedo è come faccio a convincermi di mollare le aspettative nel mio lavoro ? hai esercizi a riguardo sono identificato nel risultato pena l’autocritica e la frustrazionee l’essere bloccato per paura di non ottenere il risultato voluto pensato aspettato mi spiego cosa intendo ?

Claudio

Ciao Marco, felice di vederti qui :), Le aspettative appartengono al passato e vengono proiettate nel futuro, con la meditazione ci alleniamo a stare nel presente.

Quando meditiamo, inoltre ci alleniamo ad osservare che è molto molto diverso da “giudicare”. Quando giudichiamo ci sono di nuovo schemi passati e idee preconcette.

Ti invito ad usare queste intuizioni al positivo, ad esempio intuisci che il bicchiere è mezzo vuoto (o 3/4 vuoto) puoi vedere la stessa cosa come è (senza fare finta che è diversa) in positivo: è mezzo vuoto ma è anche mezzo pieno (o è 1/4 pieno e posso riempirlo di più), ma anche questa analisi, falla dopo avere meditato mentre mediti osserva se nasce un pensiero un concetto, uno schema e nota come ti fa stare

che tu sia felice

marco

quelli che mi dici è che sto ancora giudicando ??? giusto e non osservando per quello che è ? quella del bicchiere in questo contesto scusami ma non la capisco la capisco come principio ma nel contesto no puoi spiegarti meglio ?? grazie

Claudio

Quello che sto dicendo non è che stai giudicando in senso assoluto (solo tu puoi saperlo)dico di osservare come funzionano certi mecanismi: quando osservi tutto va bene anche la tua parte giudicante, quando giudichi provi repulsione e vuoi modificare le cose “così come sono” anzichè osservarle.

nel bicchiere a metà puoi vedere ciò che manca (tu hai parlato di “quello che mi manca”)essendo a metà il bicchiere L’intuizione è giusta e stai osservando il fenomeno per quello che è (ad esempio appunto vedi che il bicchiere è a meta)solo che ci spruzzi un poco di giudizio dal momento che parli di quello che manca al bicchiere anzichè quello che c’è (ci sono entrambe le realta: sia il mezzo pieno che il mezzo vuoto)

come fare a mollare le aspettative? Osserva.

Allenati ad osservare: persino le aspettative puoi osservarle.

nota come ti fanno stare e scopri anche come funzionano. Potrebbero essere anche utili oltre che disfunzionali.

In un unica parola la soluzione è: osserva nel qui ed ora come funzioni.

Gianluca

Ciao Claudio.. dunque la mia piu che una domanda su qualcosa e’ un parere :
sono diventato zen dipendente.. sento che sto facendo un viaggio affascinante dentro me stesso ma non so dove mi portera’, se sto scavando troppo e se tutto cio’ sia un bene o un male .. ho paura a volte ma non posso farne a meno, la ricerca della verità e’ diventata il mio principale interesse.
Sto impazzendo ? o cosa mi succede ? grazie

Claudio

Bulimia di informazioni? Tranquillo quando stai con le percezioni ed osservi quello che stai vivendo momento per momento tutto andra bene. Questa tua è una classica Pre-occupazioni anteponi il futuro: stai con quello che c’è ora e vedrai che è tutto ok.

che tu sia felice (scusa se ti rispondo con ritardo: non so perchè mi ero perso questa domanda)

Dario

Ciao Claudio complimenti per il sito e per il tuo lavoro.
Ti scrivo perchè sto cercando un chiarmento.
Pratico Vipassana da poco piu di un anno, un pratica regolare una due volte al giorno .
Mi è sempre stato detto e ho sempre letto che uno dei punti diciamo fondamentale è la non identificazione con pensieri ed emozioni osservare come questi appaiono cosa suscitano in noi il loro permanere e il loro scomparire poichè di fatto noi non siamo i nostri pensieri ne le nostre emozioni.
Alcuni giorni fa però leggendo mi sono imbattuto( premetto che non sono Buddista ) in una frase del buddha che dice :
“Tutto quello che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato.
La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. ”
Mi è venuto così spontaneo chiedermi se questo non fosse in conflitto che l’assunto iniziale : noi non siamo i nostri pensieri.
Ho forse frainteso io : il Buddha voleva farci intendere che diveniamo ciò che pensiamo se ci identifichiamo con questi pensieri ?
Spero di esser riuscito a esprimere il mio dubbio al riguardo.
Grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità.
Ciao

Claudio

Ciao Dario è esatto.

Indagare rispetto alla teoria è la cosa migliore che un praticante possa fare per scoprire come funzionano “le cose così come sono”.

L’atteggiamento è quindi quello dell’accogliere le cose teoriche che ci vengono dette per verificarle peronalmente e capire come si traducono nella pratica ovvero nel nostro vissuto quotidiano.

Che vuol dire che tu non sei i pensieri? è vero? fino a dove è vero? quando in vece non lo è? Sono tutte domande la cui risposta sta già prendendo forma in te.

Dario

Ciao Claudio grazie per la risposta e l’incoraggiamento.
Continuerò così indagando e sperimentando
ciò che mi si presenta momento dopo momento.
Grazie ancora.

Marco

Buongiorno Claudio,

recentissimamente ho letto il libro “The Buddhist Way to Peace of Mind” (ho scoperto avere anche un suo sito internet che ti indico nel caso non lo conoscessi:
http://www.dhamma.com/the-buddhist-way-to-peace-of-mind/ ).
Devo dire che la lettura di questo libro ha generato in me molte perplessità circa la meditazione Vipassana, con mio grande dispiacere.
Il motivo è che su questo libro si legge, ad esempio, che se ritengo che dal mio corpo fisico possano derivarmi talora esperienze piacevoli talora esperienze dolorose allora non ho ancora compreso la verità, cioè che dal corpo fisico non può derivarmi altro che dolore (dice espressamente così).
Oppure si legge che praticando Vipassana potrò raggiungere quel livello di comprensione della realtà che mi farà capire che io non sono il mio corpo fisico, che io non sono la mia mente, che a dirla tutta non esiste proprio quell’io col quale mi identifico… e così proverò sollievo, perché tutto ciò che accadrà al mio corpo fisico e alla mia mente non accadrà a me, bensì a quel “flusso”, a quel “processo”, con il quale erroneamente mi identificavo.
E allora vivrò tutto con equanimità (è il termine giusto?). Un bel tramonto, un buon profumo, un buon sapore, una piacevole melodia, la brezza marina li vivrò consapevole che in realtà non stanno accadendo a me, tanto quanto un brutto panorama, uno sgradevole odore, un cattivo sapore, un rumore fastidioso, il vento gelido invernale.
Ma tutto ciò non è appiattente? Mi chiedo se sono disposto a non soffrire più per le cose spiacevoli della vita al costo di non godere più per quelle piacevoli, in virtù di una equanimità, di un distacco, di una corretta interpretazione della realtà, che mi evita di identificarmi col mio corpo fisico e con la mia mente ma così facendo mi priva anche delle belle esperienze fisiche e mentali che possono capitarmi nella vita.
Quasi quasi mi tengo il dolore per poter godere del piacere quando mi accadesse di incontrarlo.
Insomma come avrai capito sono confuso.
Mi aiuteresti per piacere a fare chiarezza?
Porta veramente “lì” la Vipassana se praticata fino alle sue ultime conseguenze?
Quando tempo fa avevo letto il libro di William Hart “Un’arte di vivere – La meditazione Vipassana come insegnata da S.N. Goenka” ne avevo tratto una impressione completamente diversa e positiva, purtroppo quel libro non dava indicazioni pratiche su come meditare.
Proprio per questo ero contento di essere capitato qualche mese fa “per caso” sul tuo sito; ho scaricato l’mp3 con la meditazione samatha e la sto praticando.
Ma ora questo “benedetto” libro “The Buddhist Way to Peace of Mind” mi genera confusione…

Help!

Marco

Claudio

Tranquillo Marco, quello che descrive in quel libro è solo una descrizione: parole.

A parole è facile interpretare le cose in un modo diverso dalle intenzioni di chi le ha scritte.

Con la Vipassana impari a stare con le cose così come sono e anche a gustartele di più.

Come mangiare un mandarino in presenza te lo godi di più anziche a non gustarlo.

Un distacco in qualche modo c’è ma in presenza. Tu sei presente mentre mangi un mandarino come mai lo saresti stato senza presenza a quel punto poteva essere cartone.

Quello con cui smetti di identificarti è quel “io” che alcuni chiamano corpo di dolore. Insomma smetti di identificarti con le pippe mentali.

I concetti di “non se” sono molto astratti lasciali perdere e guarda come ti fa stare la vipassana: immagino bene.

se così continua con fiducia, non ti capiterà nulla che non abbia a che fare con una maggiore presenza nella vita anche se con una leggerezza legata ad una forma di non attaccamento: ma la Presenza sarà il cardine.

Presente nella vita

Marco

Grazie mille Claudio per la tua risposta.
In effetti meditare mi fa stare bene e dopo le tue parole mi riconfermo nella mia intenzione di continuare.
Mi impegnerò di più nel fare e di meno nel teorizzare (meno pippe mentali).
Grazie per tutto il lavoro che porti avanti con un entusiasmo che contagia chi ti segue.
Marco

Gianluca

Ciao Claudio
Approfitto del Blog per chiederti un altro dubbio che ho riscontrato durante la meditazione.
Dopo un anno che medito, credo di sentirmi una persona diversa, credo di esser diventato piu solitario, ho tagliato i ponti con tante persone che improvvisamente ho ritenuto amicizie inutili e superficiali, sto apprezzando di piu la solitudine in generale, e sono diventato piu esigente nella scelta delle compagnie,
Oltre questo mi sento piu intransigente verso chi non mi porta il dovuto rispetto, diventando anche antipatico e piu spietato nelle risposte.
Ho sempre sentito parlare di meditazione come pratica per favorire compassione, ed empatia ma.. sto sperimentando invece altre cose, e’ normale? puo essere’ una fase di evoluzione per approdare a qualcosa, o sono diventato semplicemente piu arrabbiato? Non vorrei essere io a sbagliare qualcosa.
Grazie per l’eventuale risposta. Ciao

Claudio

Ciao Gianluca, da una parte va bene se c’è una maggiore selezione delle amicizie in effetti dopo un po’ si tende a privileggiare chi è più in “contatto con se stesso”.

Ma questo non vuol dire isolarsi, anzi… (dedichi più tempo a chi senti più affino ma dispensi amorevolezza in modo equanime anche a ti senti più distante da te)

Puoi essere più sensibile a cosa succede intorno a te, ma in equilibrio con quello che succede dentro di te.

Da un certo punto di vista non c’è differenza (se non nella tua mente) tra dentro e fuori: puoi capire i difetti dell’altro solo se conosci gli stessi difetti in te.

“Dovuto rispetto” di chi? di un Ego che è tuo e che si scontra con gli ego degli altri: osserva come funziona il tuo ego, come difendi tutto cio che è “tuo”.

Un buon esercizio è vedere quante volte usi le parole “io” e “mio”. Quando familiarizzi di più con il tuo ego e su come lo difendi, potrai capire meglio come agiscono gli altri e da questo parte la compassione (prima da te stesso)

Mi piacerebbe che tu vedessi il video contenuto in questo articolo: http://www.comemeditare.it/meditazione/la-meditazione-per-sviluppare-la-pace-il-video-sulla-pace-interiore-ed-esteriore/

se conosci la pratica di metta: inseriscila per un periodo nelle tue meditazioni

che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici

Claudio

i pensieri sono solo pensieri, finchè si limitano a quelli, ti invito comunque a parlarne a qualche professionista. Spesso negli istituti scolastici ci sono dei consultori: informati e vacci a fare due chiacchiere, vedrai che potrai trarne grandi benefici

Francesca

Ciao
..
Sono francesca..volevo un consiglio…sono più di una settimana..che soffro di ansia…ho paura di uccidere le mie persone più care…e ogni volta che mi viene in mente questo pensiero negativo mi agito di brutto..comincio a tremare,battito accelerato…la meditazione mi può aiutare ????

Claudio

ciao Francesca: si la meditazione ti può aiutare, specie se mediti osservando il respiro a livello addominale. Io ti consiglio di non limitarti alla sola meditazione, se vedi che il problema persiste, ma cerca anche un appoggio di qualche professionista nelle relazioni di sostegno ed aiuto.

che tu sia felice
Claudio

Gianluca

Ciao Claudio, grazie per avermi risposto su Youtube, non conoscevo questo blog, come da te consigliatomi, ripropongo il mio quesito qui, in modo tale che tutti possano beneficiarne.
Dunque , io ho letto in diversi blog , che la meditazione puo far emergere traumi repressi, e che meditare da soli puo essere pericoloso..
Io pratico da circa un anno la meditazione zazen , che si basa sul respiro consapevole. Ho frequentato per circa 6 mesi un gruppo condotto da un monaco zen, ma non mi sentivo in empatia con lui, ne mi sentivo di fronte a una guida illuminata.. Le mie domande sono tre, si puo meditare da soli senza pericoli ? Come riconoscere un vero maestro illuminato ?

Claudio

Ciao Gianluca hai fatto bene a postare la domanda qui: questo è il luogo in cui “ragioniamo” assieme..

Pericoli con la meditazione di consapevolezza ne vedo davvero pochi, anzi di per se oserei dire quasi nessuno.

Il punto e che a volta si fa affidamento alla sola meditazione quando i problemi personali richiedono maggiore supporto, magari da parte di amorevoli professionisti nelle relazioni di aiuto.

Non credo che sia questo il tuo caso.

Puoi meditare da solo, io lo faccio spesso, ma avere un maestro di riferimento ti può essere di grande supporto. Come sceglierlo? segui il tuo cuore e “lui” apparentemente troverà te o te lo ritroverai davanti.

Io tendo ad essere più un agevolatore di tecniche ma puoi trovare dei bei maestri spirituali magari, meglio, se in carne ed ossa.

Certo meglio una guida online di qualcuno di cui ti fidi piuttosto che uno in carne ed ossa che non ti ispira (non cercarne uno “illuminato” piuttosto uno che favorisce che tu ti illumini)

che tu sia felice
Claudio

stefano

ciao claudio, ho appena trovato il tuo sito e scaricato l’mp3 che domani provero’ ad applicare (stasera partecipo ad una “presentazione” della meditazione trascendentale). precisando che sono totalamente estraneo all’argomento cui mi avvicino con grande curiosità, per ora ti scrivo queste poche righe per farti i complimenti per l’ottima accoglienza che offrono le tue parole e per la sensazione di grande passione e onestà che fai trasparire. quindi: complimenti!!!

marco

ciao claudio,
ho scaricato la meditazione guidata gratuita del “calmo dimorare” (e anche le meditazioni silenziose) e ho iniziato a praticare con grande contentezza.
ricevo regolarmente la tua newsletter, che leggo sempre con molto interesse.
tempo fa ho letto un libro sulla meditazione vipassana e mi sembra che la tua meditazione del “calmo dimorare” (che mi piace tantissimo) si possa riferire fondamentalmente alla tecnica di anapanasati (consapevolezza del respiro), mi sbaglio?
e così giungo alla domanda che vorrei farti: per quanto tempo è bene praticare anapanasati (soprattutto a quale livello occorre saperla praticare) prima di poter pensare di passare a tecniche successive? se vuoi, in altri termini, per quanto tempo mi consigli di impratichirmi con il “calmo dimorare” prima di pensare di affrontare un cammino come quello che proponi con la tua “meditazione per indaffarati”?
ti ringrazio in anticipo per la risposta e per il grande lavoro di divulgazione che stai facendo.
grazie!
marco

Claudio

ciao Marco, esatto la meditazione del calmo dimorare è tecnicamente una forma di Meditazione Samatha (la meditazione del calmo dimorare o di concentrazione) e nello specifico è proprio una anapanasati (consapevolezza del respiro) ed è parte fondamentale e iniziale di una Meditazione Vipassana di cui ne diventa cornice e ancoraggio (scoprine di più qui: Meditazione Vipassana: come funziona).

La meditazione Per indaffarati è un percorso che trasforma le 24 ore della tua gionrata in una “meditazione Vipassana” che dura tutto il giorno: meditando soli 7 minuti al giorno e cogliendo quanti più momenti di consapevolezza durante le tue normali attività quotidiane.

Puoi iniziare anche subito, basta andare su: http://www.meditazioneperindaffarati.it/

emanuele

ciao claudio, vedendo casualmente i tuoi video su you tube li ho trovati molto interessati e cosi ho dato un’occhiata alla tua pagina web.
Io ho scaricato il contenuto mp3 per poter iniziare a meditare ( tecnica che mi ha sempre affascinato ma che non ho mai avuto modo di poterla praticare con giusta dedizione)
ho seguito alla lettera tutto quello che dicevi nell’audio e mentre meditavo ho sentito un formicolio che partiva dal viso e si estendeva lungo il mio petto sentendo anche una leggera pressione. Volevo chiederti se ti fosse mai capitato una cosa simile e se potevi darmi spiegazioni.
Grazie

Claudio

Ciao Emanuele, il campo di esperienze che viviamo quando siamo nel “qui ed ora” è molto vario, la risposta che ti offro è la stessa che ho dato a Giusy (la leggi proprio prima della tua domanda): ovvero di non spaventarti o cercare risposte o spiegazioni: sono solo “etichette” che non ci aiutano a guardare con piacevolezza cosa ci accade momento per momento.

Quello che posso dirti è che spesso ho dei formicolii anche quando non medito ma il più delle volte sono distratto e me ne accorgo di più quano sono in presenza, in meditazione.

Se poi questi dovessero essere legati ad una postura troppo rigida, puoi sempre modificarla (in consapevolezza) e lasciarli andare

giusy

Ciao, io sto praticando la meditazione da circa solo un mese, ma ultimamente quando sono rilassata vedo chiaramente per un istante delle immagini per nulla brutti (tipo un cielo stellato o un volo di uccelli) ma mi spavento talmente tanto che mi ci vuole un pò per riprendermi… e spesso non riesco più a rilassarmi. Perchè succede questo? Non sono sogni… io sono sveglia, rilassata ma cosciente… grazie

Claudio

Ciao Giusy, ci sono 2 aspetti diversi in quello che dici:

1) Le immagini che ti appaiono chiaramente
2) La paura che ne consegue

corrispondono anche a 2 momenti e atteggiamenti mentali diversi.

Ora immagino che tu vorresti essere tranquillizzata sul primo aspetto e non sul secondo e conoscerne “il perchè”, tuttavia per essere tranquillizata posso parlarti sel secondo aspetto: laddove subentra la paura. Anche perchè “i perchè” succedono delle cose dentro di te non li posso conoscere, inoltre “trovare per forza un perchè” non sempre ci è di aiuto (ti consiglio di leggere questo mio articolo: Perché i “perché” non aiutano a capire perché)

Il secondo aspetto riguarda la “paura”.. ebbene questa sorge probabilmente proprio perchè ti sei detta qualcosa del tipo “che mi sta succedendo? Cos’è questa roba strana? è pericolosa? PERCHE’ accade?”… ebbene questo è un pensiero che ti proietta nel futuro anzichè permetterti di goderti “il panorama” delle cose che emergono nel “qui ed ora”.

Nella pura presenza c’è pace ed i pensieri non trovano uno spazio troppo fertile. Come dico sempre possiamo comunque riconoscere un pensiero quando sorge per poi, dolcemente, lasciarlo andare.

Anche quello “che mi sta sucedendo, che sta per succedermi?” è un pensiero che puoi lasciare andare: non è reale, solo un pensiero.

Francy

Ciao Claudio, innanzitutto grazie mille per i consigli.
C’è una cosa che mi risulta difficilissima nella pratica: lasciare che il respiro fluisca libero e senza condizionamento.
In pratica appena mi focalizzo sul respiro o sui movimenti della pancia o del naso che ne derivano smetto di lasciar libero il respiro e lo controllo. Non riesco ad evitarlo, tranne in rarissimi casi.

Come fare a risolvere?

Claudio

Se ti ordinassi: “sentiti libera!” cosa succederebbe in te? Semplice che falliresti per forza: se seguissi il mio ordine non saresti libera, se non lo seguissi non saresti libera lo stesso…

Respirare liberamente non necessiata una volonta che controlla ma l’assenza di un controllo.
“Osservare” è molto diverso da “controllare”

al di là di queste parole (che sono solo “parole”) continua a meditare senza preoccuparti del respiro e vedrai che prima o poi respirerai naturalmente: visto che è appunto naturale. Se credi di non riuscirci, va bene lo stesso, abbanona la volontà di cambiare quello che ti sucede e sii clemente con te stessa.

Non c’è nulla da “risolvere” solo da osservare

Osserva ad esempio le sensazioni che il respiro produce vicino le narici: tra la punta del naso ed il labbro superiore… nota la differenza di temperatura tra l’aria che entra e quella che esce..

che tu sia felice Francy

nico

Ciao Claudio, molto spesso mi perdo nella comprensione della meditazione. Il Budda dice vi insegno una cosa sola, la sofferenza e la liberazione della sofferenza, sono due cose, ma in realtà è una sola perche è con la sofferenza che ci si può liberare dalla sofferenza.
Da quello che ho capito, anche in centri di meditazione, in asia o in europa, si dorme per terra, si mangia seduti per terra ci si medita per terra in una posizione che per noi è molto scomoda, i maestri dicono che ci deve essere sofferenza, anche se io ne ho da vendere e non ho bisogno di aggiungerne.
Dunque bisogna soffrire, quando si medita si cerca la calma, la maggior parte, penso io, che medita è perche soffre e dunque in generale agitata, e quando si medita questa agitazione non se ne và anzi si amplia, questo cosa vuol dire, vuol dire che in questo caso, visto che non si trova la calma, uno non può meditare perche è solo con la mente calma che si possono avere intuizioni profonde? Ma allora se io stò bene e sono calmo, forse non sono nemmeno interessato a passare ore su un cuscino, e proprio perche stò male e cerco di uscirne da questa sofferenza se stessi bene e fossi felice non credo che mi metterei a meditare, visto che tutto va bene, si lo so è un benessere poco profondo, il Budda dice anche che è meglio vivere solo un giorno in piena consapevolezza che vivere 100 anni senza. Ti dico tutto questo perche io quando medito ho tantissima energia e sono agitato, vuol dire che non so o non serve a niente continuare a meditare?, però i maestri dicono anche che è meglio soffrire e restare in meditazione con la sofferenza per potersene liberare, non capisco, calma….. sofferenza….., sono confuso.
Grazie e scusa se sono stato un pò lungo.

Claudio

Nico è tutto molto semplice: medita e stai con ciò che c’è

non c’è bisogno di aggiungere alcuna sofferenza o alcun piacere: basta quello che c’è.

Ho l’impressione che ti arrovelli su capire cosa devi fare.. ebbene non devi fare nulla: basta osservare
La consapevolezza non è cercare di capire intellettualmente qualcosa o volere cambiare lo stato delle cose: è semplice osservazione di ciò che sperimenti nel qui ed ora

nico

Ciao Claudio, quando medito ho molta energia, il corpo é rilassato ma sento molta energia sopratutto sul lato destro della testa, come posso fare per farla circolare. Grazie

Claudio

Il punto non è tanto di modificare ciò che c’è, ma di accogliere quello che sperimentiamo per quello che è.

Se ti può essere di aiuto puoi dire a te stesso: “adesso è così e va bene così!”

Mary

Una piacevole scoperta su youtube. Ascolto volentieri i tuoi video, mi sono di aiuto per la mia meditazione, per vivere in modo più sereno possibile nonostante le difficoltà che si hanno nel quotidiano…..
Grazie Claudio. Un abbraccio Mary

nico

Ciao Claudio, mi chiedevo come funziona il pensiero positivo o negativo. Come sai c’è la meditazione Metta, pensiero di benevolenza, la domanda è: i maestri di meditazione vipassana dicono che non siamo i nostri pensieri è la mente che semplicemente pensa, ma allora se è così perche fare la Metta, in questo caso ci si identifica con il pensiero, da quando sono nato mi hanno sempre detto ma guarda quei bambini in africa e vedi che riuscirai a valorare quello che hai, cioè paragonandomi a qualcuno che stà peggio per sentirmi meglio, mi capita che penso ad un amico e vedo che ha problemi con la sua donna allora mi dà una certa soddisfazione, la cosa non mi piace affatto, e poi mi dico che non sono i pensieri, come dicono i maestri, ma allora perche dovrebbe funzionare solamente in una direzione quando si fà la Metta? Se ci si crede nel bene allora ci si deve credere anche nel male.

Claudio

Metta non è una vera e propria meditazione ma è una pratica di benevolenza.

Con la meditazione tradizionale sviluppi la presenza e osservi i pensieri (o le sensazioni in generale)

Con la pratica di metta orienti il pensiero a favore della apertura del cuore

Due tecniche diverse con obiettivi diversi

Luca

Ciao Cluaudio, ti ho scritto già altre volte, è da un pò che medito (7/8 mesi) ma ho ancora dubbi e incertezze riguardo la tecnica vipassana. In pratica io non ho ben capito quale deve essere l’atteggiamento mentale.
Ad esempio, vedo immagini di persone che meditano ed hanno un volto rilassato ed alcune volte anche disteso e sorridente. Ma se io medito con questo atteggiamento la mente dopo pochi istanti se ne va per “fatti suoi” e difficilmente riesco a stare sul respiro ed acorgermi che la mente vaga.
Invece se mi pongo con un atteggiamento serio, concentrato, determinato ed anche con un minimo di sforzo nella concentrazione riesco a seguire il respiro piu facilmente e per piu tempo e riesco ad accorgermi piu facilmente quando sorgono delle distrazioni e la mente inizia a vagare.
Cioe, il mio dubbio che è quello che poi noto nella pratica è che se si sta rilassati e beati mentre si esercita diventa quasi impossibile porre ATTENZIONE a tutto quello che emerge. Diversamente mi capita che comunque per rimanere vigile e attento a quello che emerge e seguire il respiro devo fare anche un certo sforzo di concentrazione.
Cosa ti senti di dirmi e consigliarmi in merito a ciò?
Grazie.

Claudio

ci vuole quello che i meditanti chiamano “retto sforzo”.

Ci vuole lo sforzo necessario a non indugiare e farsi trascinare dai pensieri, ma abbastanza leggero da non trasformarsi in un “dovere” o in un impegno difficile da mantenere.

Si tratta di accogliere con dolcezza il campo esperienziale .

se ci fosse troppo sforzo non ci sarebbe più accoglienza, se non ce ne fosse per nulla perderemmo l’attenzione alle esperienze che stiamo vivendo nel qui ed ora

Matteo

Ciao,volevo sapere se nelle meditazioni attive di Osho la musica é fondamentale o è solo diciamo un aggiunta in più alla pratica non essenziale?Grazie mille,complimenti.

Matteo

Ciao,volevo chiederti se nelle meditazioni attive di Osho la musica é fondamentale,o se hanno effetto diciamo anche senza musica? Grazie mille, complimenti.

Claudio

la musica è sicuramente un buon mezzo di riferimento per passare da una fase ad un altra. In generale penso che la consapevolezza non abbia per forza bisogno di musica, anzi..

Claudio

ciao Ines qui c’è una spiegazione di come puoi trovare il tuo mantra personale e qualche esempio di mantra:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/meditazione-trascendentale_come-scegliere-un-mantra/

Il mantra è molto in voga nella meditazione trascendentale, se fosse quella la tua spinta nella ricerca forse ti possono interessare anche questi articoli correlati:

come meditare con un mantra: http://www.comemeditare.it/meditazione-trascendentale/meditare-con-un-mantra/
meditazione trascendentale: http://www.comemeditare.it/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale/
Meditazione Trascendentale: risposte a Federica: http://www.comemeditare.it/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale-risposte-a-federica/

Antonio

Ciao Claudio ti volevo semplicemente fare i complimenti perchè è raro trovare una persona come te che spiega per bene cosa fare e come farlo nel migliore nei modi. Oggi ho incominciato la mia prima meditazione e credo proprio di continuare grazie mille.
Complimenti ancora

Richie

Ciao Claudio ti scrivo per avere un consiglio sulla pratica della mindfulness .
Ho notato negli ultimi giorni che quando sposto l’attenzione ai pensieri che noto durante la pratica sopratutto nel momento di pausa tra l’espirazione e l’inspirazione il flusso del respiro nel momento in cui “identifico” il pensiero rimanenedo per un attimo con questo rallenta … a me non sembra di trattenere il respiro o di modificarne il flusso volontariamente ma pensi che potrebbe essere così invece?
Grazie mille per il tuo tempo.

Claudio

ciao Richie: se anche fosse? Stai semplicemente con quello che c’è cercando di non alterare le cose: se il tuo respiro cambia naturalmente che problema c’è? osserva tranquillamente come tutto cambia

Andrea

Cia, mi chiamo Andrea. Sono molto contento del sito e della traccia audio scaricata, sento già molte buone vibrazioni dopo la prima meditazione, ti ringrazio dal profondo per l’aiuto che mi hai dato, ti faccio tanti auguri 🙂

roberto

Grazie davvero . Seguirò il tuo consiglio e un altra cosa : Credi sia “normale” che mi trovi a osservare pensieri molto spesso cioè ogni massimo due inspirazioni e espirazioni mi trovo a veder sorgere un pensiero … Con il tempo la capacita di prestare attenzione alla sensazione del respiro aumenta o é proprio questa la normale attività della pratica. Grazie ancora . Ciao

Claudio

ciao Roberto, la strada è quella giusta, forse è utile che ti dica un dettaglio:

Una volta che osservi il pensiero spesso il pensiero si effievolisce in modo naturale non la fa più da padrone come quando occupava tutto lo spazio della tua mente.

Non c’è bisogno né di trattenerlo, né di respingerlo: basta osservarlo.

se a esempio una volta notato “cosa ti dice” il pensiero, puoi notare “come ti fa stare” specie a livello corporeo e così torni naturalmente al corpo ed al qui ed ora, registrando anche gli effetti che un pensiero produce in te sotto forma di sensazioni, emozioni e sentimenti.

roberto

Ciao Claudio complimenti per il tuo fantastico lavoro.
Ti scrivo per un problema o meglio un dubbio
Da alcuni mesi mi sono avvicinato da autodidatta al mondo della meditazione nello specifico del metodo mindfulness.
Adesso ho un dubbio Pero durante la pratica porto l attenzione al respiro e quando sono distratto da un pensiero o un emozione li noto portando su di loro la mia attenzione.
Con i pensieri accade pero che quando io mi accorgo di essere di distratto nel notargli li ripeta notando e osservando di fatto la ripetizione del pensiero iniziale . Mi chiedevo quindi se fosse un metodo corretto poiché mi risulta molto difficile spostare l attenzione sul pensiero stesso senza ripeterlo per focalizzarlo . Spero di essere star chiaro e di non aver fatto una domanda sciocca . Grazie e buona giornata

Richie

Grazie mille per la risposta e per il tempo dedicatomi cercherò di sperimentare i tuoi consigli nelle prossime pratiche .
Grazie ancora !!!

Claudio

le sensazioni sono come le spie: segnalano qualcosa che succede in noi. Da quelle puoi scoprire se è partita una sequenza di pensieri e che tipo di pensieri.

Ma puoi scoprire mille altre cose.

Le sensazioni sono corporee ed il corpo vive sempre nel “qui ed ora” i pensieri hanno il potere di portarci nel passato o nel futuro.

Ma sono fantasie: la nostra vità è solo nel Presente.

Guarda cosa succede nel tuo corpo: scopri anche se ci sono dei pensieri,e dopo averli osservati, -senza ne trattenerli ne cacciarli- torna pure al corpo.

Richie

Ciao Claudio i penseri piu ricorrenti nelle pratiche di questi giorni sono stai proprio riguardo la pratica stessa dapprima riguardo all’imminenza della sensazione di nausea e tensione che però ancora non c’era del tipo “speriamo che non ritorni ” … quando poi le sensazioni si sono ripresentate nel loro malessere a distogliermi dal respiro ho notato pensieri come ” che cos’è? come mai? ” … ” perchè non mi passa ? e se non mi passa ? ” … ” così non va bene ” .
Ho però avuto l’impressione che volgendo l’attenzione al pensiero che si sviluppava piuttosto che alla sensazione questa si sia affievolita prima rispetto alle prime volte che si presentava .
Quindi mi consigli di osservare si i pensieri ma di continuare anche con l’osservazione dell’effetto per capire da che pensiero puo essre o puo generare fino a che qst magari non diventa troppo invadente allora ritornare al respiro .
Spero di aver capito !!! grazie ancora !!!!

Alessia

Caro Claudio,

oggi, casualmente, ho trovato il tuo sito e ho scovato proprio quello che è adatto a me in questo momento.
Da un po’ di tempo desidero meditare, ma non ho mai trovato una pratica che mi piaccia.
Oggi ho scaricato il tuo file e questa tecnica mi è piaciuta molto.

Mi sono sentita un po’ strana durante l’ascolto, probabilmente perchè non sono abituata a concentrarmi sul qui ed ora ed è la prima volta che medito realmente.
Ho avuto la sensazione di andare oltre e subito mi ha agitata un pochino, ma poi mi ha incuriosita e penso che inizierò a praticare questo tipo di meditazione….

Ti ringrazio molto per questo file e per gli argomenti che tratti!

Un caro saluto, Alessia

Richie

Grazie Claudio per la tua risposta.
Stamani le sensazioni era piu lievi ma sempre presenti .
Effettivamente hai ragione preso e, anche un po”spaventato”da queste sensazioni ho dato subito attenzione all’effetto e su quello mi sono concentrato tralasciando e forse forzando via anche il pensiero che era sicuramente presente.
Cercherò da ora di seguire il tuo consiglio e di portare l’osservazione al pensiero come di norma!!!
Ciao e grazie mille di nuovo.

Claudio

non vorrei essere frainteso: monitorare le sensazioni è proprio il lavoro giusto. Ma se c’è una ansia o una paura vuol dire che c’è un pensiero: scovalo! cosa ti dici?

Richie

Ciao Claudio ricollegandomi al messaggio di prima stamani avendo a disposizione tempo libero ho deciso di praticare anche prima di pranzo dopo circa un quarto d’ora ho dovuto interrompere oltre ai soliti sintomi che ti ho descritto in precedenza mi ha preso un sensazione di ansia e agitazione e malessere a livello fisico dislocata in tutto il corpo una sensazione difficile da descrivere che non riuscivo a seguire e che mi ha fatto fermare ! Dopo poco che ho terminato e mi sono alzato stavo già meglio .
E’ il caso di insistere ( come vorrei ) o rallentare un po e da cosa puo dipendere stavo cercando anche notizie simili su libri che ho letto sulla meditazione di consapevolezza del respiro non ho trovato casi simili.
ciao e grazie di nuovo per il tempo e la disponibilità.

Claudio

ciao Richie, ci sono due cose che mi colpiscono:

1) una attenzione alle sensazioni coorporee molto attenta che ti consiglio di portare avanti: la stai facendo veramente bene

2) l’assenza nelle tue affermazioni di pensieri o “frasi che ti dici da solo” che secondo me sono invece presenti. L’ansia ad esempio è probabilmente legata a una frase-pensiero del tipo “che mi sta succedendo? Mi farà male?” e se smetti non è la meditazione che ti fa smettere ma un pensiero.. Un pensiero del tipo: “Secondo me è pericoloso, meglio smettere”.

Spesso le sensazioni corporee sono la manifestazione di qualcosa che succede in noi: indaga su cosa sta succedendo in te da quelle sensazioni, verifica se ti “stai dicendo qualcosa” quando scoprirai i tuoi pensieri, senza cacciarli o trattenerli, ma osservendoli e lasciandoli andare, verai che piano piano troverai delle trasformazioni.

Non c’è nulla di pericoloso nel meditare, ne nelle tue sensazioni, ditro quelle può esserci qualcosa che è comunque meglio conoscere che ignorare. Ad esempio se ho mal dischiena è meglio che io lo sappia anziche fare finta di nulla: altrimenti il mal dischiena peggiorerà.

Fai bene a spostare l’attenzione sulle sensazioni se hanno un particolare rilievo, purchè siano sensazioni corporee, attento a evidenziare i pensieri: “sgamali” come si dice da queste parti: mettili a nudo: portali a consapevolezza: sono loro le causee delle ansie.

Sono i pensieri che invece di farti vivere nel “qui ed ora” ti portano ad esempio nel futuro (esempio: “cosa mi starà per succedere?”)

continua con fiducia

Richie

Bungiorno Claudio ancora complimenti per il tuo lavoro e il tuo impegno.
Ti riscrivo con un nuovo dubbio :
da circa una settimana durante la meditazione dopo alcuni minuti comincio ad avvertire un senso di nausea e fastidio allo stomaco e una strana sensazione come una sorta di impulso dall’interno della nuca .
Negli ultimi giorni questa sensazione si è un pò affievolita ma permane comunque per gran parte della meditazione . Avendo quindi difficolta a rimanere consapevole sul respiro cerco di utilizzare queste sensazioni come il focus della mia attenzione ma alle volte è proprio difficle.
Queste sensazioni comunque mi lasciano dopo poco che è terminata la sessione .
Quindi volevo sapere se periodi con questi avvenimenti possono essere normali durante la meditazione …. se puo essere d’aiuto pratico regolarmente due volte al giorno per 20 minuti mattina appena sveglio e a sera prima di cena .
Grazie mille di nuovo.

Fabio

Grazie mille per il consiglio e per la lettura consigliatami
Penso che la mente di fatto non possa vedere se stessa perche
essendo legata all’esperienza questa esiste solo e soltanto in funzione di qualcosa di tangibile di materiale che si puo provare … ma si puo osservare la natura della mente del nostro io … che si esprime qiuindi attraverso il pensiero e le emozioni … osservando con consapevolezza pensieri ed emozioni vediamo come questi spariscano dal campo della nostra consapevolezza portando via con se anche il concetto di mente lasciando quindi di fatto solo quello che è l’esperienza vera poiche se osservassimo senza consapevolezza osserveremmo le cose attraverso il filtro della nostra mente quindi in maniera distorta da cio che la nostra mente ha accumulato. quindi quando mi dici che siamo quel processo intendi che siamo un in continuo cambiamento ? non essendo quindi la nostra mente il nostro io o nostri pensieri siamo qualcosa in costante cambiamento attimo per attimo ? spero di essere riuscito a spiegare quello che volevo dire senza intrecciarmi .
Grazie ancora di tutto

Claudio

tutto è impermanente
insoddisfacente (nel senso che i sensi non vengono mai soddidfatti definitivamente)
e non sè

diceva il Buddha e invitava aindgare per scoprire da se come sono vere queste parole anzichè prenderle per buone: questa è una indagine preziosa per te, ti assicuro che scoprire se la mente puo osservare se stessa o meno ed i perchè non hanno mlta importanza rispetto al resto. complimenti

Fabio

Può essere che partendo dal presupposto che non siamo i nostri pensieri ne le nostre emozioni quando io osservo il mio pensiero o le mie emozioni di fatto sto osservando non la “mia mente” ma il suo processo creativo frutto di esperienze e del vissuto quotidiano ????
quindi la mente non puo osservare se stessa ma bensi il processo del suo pensiero da cui scaturiscono pensieri immagini ed emozioni !!!

Claudio

Caro Fabio stai ponendoti delle domande molto molto importanti: complimenti.

Rispondere a queste domande con delle fredde parole sarebbe per me sminuire il processo che stai sperimentando.

Continua ad indagare. stai già “realizzando”.

Un aiutino te lo do solo enfatizzando che noi potremmo essere proprio quel “processo”.

Ogni volta che vuoi definire un processo in evoluzione è come fare una foto a qualcosa che si sta muovendo: la foto non rappresenta più il fluire della realtà ma solo un attimo che ormai appartiene al passato e non corrisponde più al presente. La definizione è approssimativa la percezione è più nel presente: avere entrame contemporaneamente aiuta..

guarda questo articolo che ho scritto tempo fa:
http://www.feliceadesso.com/2012/08/fenomenologiacapirelarealtaperche.html

Fabio

Ciao Claudio eccomi con un nuovo dubbio :
durante la meditazione come di consueto osservo il respiro ma quando la mia attenzione si sposta sui pensieri i quali dopo poco abbandonano il campo della consapevolezza
pensieri che però sono frutto della mente ( correggimi se sbaglio )
com’è possibile quindi che la mente osservi se stessa ?
Spero di esser riuscito a spiegare questo dubbio.
Ciao e grazie ancora per il tuo aiuto.

Matt

Quando lavoro al PC, ho continui pensieri che mi rallentano il lavoro, mi chiedevo se la meditazione può aiutarmi a tenere la mente libera da questi pensieri continui.
Grazie

Claudio

Ciao Angus, anche per te rispondo come per Patrizia:
Consiglio: La meditazione.

L’ansia deriva da prospettare qualcosa che è nel futuro (anche imminente) anzichè stare con quello che c’è realmente nel qui ed ora. La meditazione è una palestra per allenarti a stare nel qui ed ora.

può interessarti questo:
http://www.feliceadesso.com/2013/06/curare-lansia-con-la-meditazione.html
e questo:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/comemeditare-i-benefici-della-meditazione-in-quanto-tempo-risolve-problemi-come-lansia/

Fabio

Grazie mille della risposta continuerò a osservare per scoprire a
nche se credo che il”rumore”dell’aria che passa ci sia sempre e che certe volte magari essendo ancora nuovo della pratica tendo a infatizzare il respiro e quindi il”rumore” risulrti piu pronunciato.
Grazie mille ancora.
Ciao

Fabio

Ciao Claudio complimenti per il sito e per il tuo lavoro
premetto che sono un neofita della meditazione e magari questa domanda potra sembrarti scontata
ma da alcuni giorni ho un dubbio e dopo aver guardato i tuoi video ho pensato di scriverti…
è normale che quando osservo il respiro nel naso questo si faccia piu “rumuroso” in termini proprio del normale passaggio dell aria nella fase dell’espirazione o sono io che inconsciamente lo forzo…o è solo che portando la mia attenzione del momento al respiro mi accorgo di un suono che c’è sempre ma a cui non presto attenzione …? dico questo perchè generalmnete non mi accorgo del suono del respiro se non quando lo osservo … e ora che ci porto la mia attenzione mi è venuto questo dubbio … Grazie mille Ciao

Claudio

ciao Fabio, potrebbero essere giuste tutte e due le ipotesi forse anche un mix delle due. Sta a te, con l’attenzione scoprirlo. Consiglio di osservare il respiro nel suo fluire naturale senza alterarlo. Se hai difficoltà inizia pure con 2 respiri profondi e poi lascia che sia il corpo a respirare come vuole e tu osserva e basta.
Prego mille
Claudio

Mary

Ciao Claudio, complimenti per questa tua missione, dai consigli e aiuti le persone nel proprio benessere… Ti fa onore….

Ho bisogno di avere più lucidità per quanto riguarda le attività del cervello….Onde beta – Alpha – theta – e delta…

Sai dirmi qualcosa?
Grazie
Un cordiale saluto
Mary

Claudio

Ciao Mary la prima volta che ho studiato queste onde era quando studiai i cicli del sonno: ti consiglio di partire proprio da lì: cerca su google “cicli del sonno”

Richie

Ciao Claudio
rieccomi con un altra domanda che potrà sembrarti banale ma che ultimamente diciamo mi si assilla un pò …
negl’ultimi tempi ho allungato i tempi dedicati alla mia pratica
ho notato cosi una cosa che non succedeva prima e cioè che focalizzando l’attenzione sul respiro a livello dell’addome dopo un pò quando l’inspirazione si fa piu lunga comincio a provare diversi dolori a livello proprio fisico nell’addome …ora il mio dubbio è questo : questi dolori possono essre determinati da un troppo “sforzo” nel respirare facendomi quindi trovare in una situazione non piu di totale osservazione del respiro o potrebbe essere come dici te solo una “pippa mentale” … spero di essere riuscito a spiegare il mio dubbio …grazie mille ancora per il tuo tempo e il tuo aiuto !!! Ciao

Claudio

da quello che scrivi mi viene da pensare che tu sforzi il respiro.

Puoi succedere che all’iniziono i rpimi respiri siano un po’ “voluti”.

Tuttavia il nostro lavoro è quelo di osservare la realtà, osservare il respiro, senza volerlo alterare.

Respirare è una cosa molto naturale, basta osservarlo nel suo normale fluire.

Con lo spirito dell’osservazione possiamo osservare anche eventuali dolorini: si tratta di prendere atto dell’esistente nel qui ed ora, non di alterare il qui ed ora.

spero di esserti stato utile

Luca

Ciao Claudio, grazie per la risposta. Bè diciamo che forse la mia inesperienza legata al sentire (anzi leggere) tante cose
mi ha portato a esprimermi male. Magari ho usato parole solo perche le ho lette da qualche parte o sentite.
Comunuque pero quello che ho notato nella mia esperienza è che l”esercizio di oosservare su un solo oggetto come il respiro è un po piu faticoso rispetto all’ osservare e cercare di sentire ogni cosa a 360 gradi. Comunque seguiro il tuo consiglio per il momento e meditero sul respiro.
Grazie.

Luca

Ciao Claudio, come va tutto ok? … spero di si. Volevo scriverti riguardo a delle cose che ho notato nella mia espperienza di meditazione e volevo qualche consiglio. Sono 8 mesi che mi sono avvicinato al mondo della meditazione e 2 mesi circa che medito tutte le mattina una 30ina di minuti.
In questi due mesi ho notato alcune cose riguardo l’atteggiamento mentale. In pratica ho notato che mentre sono in esercizio meditativo se mi pongo con un atteggiamento mentale di osservazione totale, nel senso che con “gli occhi della mente” osservo tutto intorno a me, le parti del mio corpo, le cose intorno a me, ma anche i pensieri che mi passano per la mente ed il respiro, riesco ad essere piu rilassato mentalmente e di conseguenza queste cose che osservo riesco a vederle in modo DISTACCATO… come se mi disidentificassi da loro. In pratica con questo atteggiamento mentale riesco ad osservare tutto in modo distaccato.
Invece se mi pongo con un atteggiamento mentale di voler osservare un solo oggetto come ad esempio solo il respiro, oppure qualsiai altro oggetto diventa un pò piu difficile il lavoro (o esercizio). Diciamo come se diventasse un esercizio di concentrazione su quell’oggetto e non riesco ad osservare poi le cose in modo distaccato. Non so, ad esempio, osservo il respiro poi magari la mente inizia a pensare quello che succede e che mi accorgo di questa cosa però non risco a farlo in maniera distaccata quindi poi ritorno sul respiro. Mi accorgo che la mente si distrae ritorno sul respiro ma non mi riesce farlo in modo distaccato. Magari sarà solo una questione di pratica ed esercizio. Oppure sarà solo un fatto mio mentale… pero ho notato questa cosa.

Volevo un tuo parere su questa cosa o un tuo consiglio su come procedere.

Grazie.

Claudio

ciao Luca, è difficile rispondere così a questa domanda, inoltre credo che la parola “distaccato” potrebbe farci fraintendere.

Si dice che dobbiamo “essere nel mondo senza essere del mondo” ma nel mondo ci devi essere.

Buddha diceva di meditare su un ogetto da dentro di esso. Ad esempio: mediti sul respiro da dentro il respiro.

Osservare produce una forma di apparente “distacco” ma non è una separazione dal vissuto, al contrario è un modo di esserci ancora più dentro. Non è un “rifiuto” del vissutto, ma una integrazione totale con lo stesso. Spesso agiamo di intinto senza sapere bene cosa facciamo, osservando ne siamo più consapevoli. Quindi osservando possiamo essere più pienamente nll’esperienza e vederla per quella che è effettivamente, senza fuggirle.

Quando parli della osservazione ti chiedo di domandare a te stesso: dove sei tu? Sei dentro l’esperienza o ne sei separato?

Se hai anche solo dei dubbi, nel riponderti, ti consiglio di tornare a meditare sul respiro: ti sembrerà forse più “fatico”, forse un poco “frustrante”, ma vedrai che svilupperà quella infinita pazienza che permette di accogliere ogni fenomeno, ed avere allora una forma di “distacco”, non intesa come separazione ma come non attaccamento.

alessandro

ciao senti avrei bisogno di un consiglio! io ho 54 anni e da parecchi anni mi rosicchio le unghie, vorrei sapere che tipo di meditazione praticare! non ce la faccio piu! arrivo a farmi sanguinare le mani quasi! tra l’altro da una decina d’anni assumo la serotonina anche se in bassa dose 50 mg x ch’ soffro di depressione!! io sto bene generalmente ma ho questo problema anche estetico che mi affligge! grazie anticipatamente ciao!

Claudio

qualsiasi meditazione va bene specie quelle di consapevolezza come la vipassana.

Infatti si tratta di mettere dello spazio di consapevolezza prima di rosicchiarti le unghie e scoprire piano piano cosa succede in te. Ovviamente la meditazione ti servirà effettivamente anche per il resto.

Puoi benissimo iniziare con quella che trovi in alto a destra

Claudio

la consapevolezza non è fissare un fenomeno e lasciarlo congelato ma essere presenti e consapevoli nel fluire degli eventi.

Non ho dato indicazioni sul meditare con una immagine al momento. Ma qualora usassi una immagine come oggetto di meditazione, come col respiro, torna all’immagine quando ti accorgi di esserti distratto.

Non viene “mai” male perchè lo scopo non è fissare una immagine quanto piuttosto,essere presenti anche mentre la perdiamo

Mario

Buonasera Claudio,
complimenti per il sito e grazie per i consigli che offri generosamente. Complimenti anche per la chiarezza espositiva, dote fondamentale di chi fa counselling.
Avrei una domanda, anzi più di una: qual’è il procedimento migliore per visualizzare correttamente durante una meditazione, e come posso accorgermi se la visualizzazione è stata ben eseguita? Te lo chiedo perché, per me, non è facile tenere il focus per più di qualche secondo senza , magari vedere l’immagine modificarsi. E’ corretto comunque?
Ho notato inoltre che durante la meditazione la mia percezione dello scorrere del tempo è, per così dire, alterata, ovvero a me sembra di aver meditato ( visualizzato) pochi minuti e invece riaprendo gli occhi scopro che è trascorsa mezz’ora. E’ normale?
Grazie, in ogni caso

Richie

Ciao Claudio complimeti per il sito e per il tuo lavoro ho visto negl’ultimi giorni molti dei tuoi video.
Vorrei farti alcune domande :
mi sono avvicinato da diversi alla meditazione perchè ho iniziato a soffrire di attacchi di panico cosi consigliato dal mio dottore ho letto diversi libri sulla mindfullnes di diversi autori e ho portato avanti un medititazione (per come l’avevo capita) composta di un parte di visualizzazione del corpo e i suoi vari punti – concentrazione sul respiro – poi visualizzazione di pensieri- riconoscimento delle emozioni che da questi derivano – alternati sampre da momenti di ritorno alla meditazione sul respiro – detto in parole povere e veloci.
Il mio dubbio è questo nei momenti in cui mi concentro sul respiro ho l’abitutine di “reperti mentalmente” nella fase di inspirazione e di inspirazione : sto inspirando o sto espirando a volte anche contando . Alcuni giorni fa ho però incontrato un altro ragazzo che fa meditazione da piu anni e scambiandoci impressioni e approcci mi ha detto che ripetersi queste cose era assolutamente sbagliato e che dovevo solo sentire il respiro.
Mi sembrava però che questo mia forma di meditazione mi avesse aiutato lo stesso negl’ultimi tempi a controllare le mie emozioni .
Onestamente ci ho provato ma senza un “appiglio” non riesco a tenere questa concentrazione.
Sto quindi sbagliando ? cosa dovrei fare ?
Inoltre questo ripetremi mentalmente sto inspirando o sto espirando lo faccio anche quando sento che gl attacchi si manifetsano nei momenti piu disparati lasciandomi l’impressione di rimanere senza fiato …la cosa mi aiuta molto …. ma sbaglio anche qui ? dovrei annche in questi casi focalizzarmi solo sul respiro o sensazioni corpore ?
Spero di essermi spiegato.
Grazie per avermi dedicato del tempo.
Ciao

Claudio

stai facendo bene tranquillo, anche se il tuo amico ha anche le sue ragioni per dire quello che ha detto.

Continua come ti riesce bene specie sul corpo e sul respiro.

Anche contare può essere di aiuto specie nei momenti di distrazione meno quando senti l’ansia crescere, a quel punto meglio il respiro.

Molto efficace nel tuo caso, può essere di focalizzarsi sul respiro specie a livello della pacia: nota come si gonfia e si sgonfia.

Prego Ciao

Flavio

Caro Claudio,
mi chiamo Flavio, ho 49 anni, sono sposato da 25 anni ed ho un figlio di 24.
Mi sono avvicinato alla Yoga a 19 anni per poi praticare la Meditazione Vipassana ogni mattina da circa 8 anni.
Attualmente sono Responsabile Acquisti in un Laboratorio di Analisi ma i ritmi di lavoro stanno diventando insopportabili: lavoro 12 al giorno e spesso lavoro a casa fino alle 02.00.
Mi piacerebbe mettermi in contatto con Lei per scambiare le nostre esperienze e per ricevere qualche consiglio per trovare il modo di ridurre gli impegni lavorativi a far diventare la meditazione una seconda occupazione,

Ringraziando anticipatamente La saluto con affetto.
Flavio

Claudio

Caro Flavio, oggi il mio calendario riporta questa frase di Gandhi:

“La vita non è aspettare che passi la tempesta… ma imparare a ballare sotto la pioggia.”

Io prima ho imparato a ballare sotto la pioggia e poi, dopo anni, ho anche deciso di cambiare vita. ma è stato secondario: cambiando il modo di vivermi “la tempesta” potevo benissimo continuare a fare il Produttore teatrale, ma con ritrovato piacere e Presenza Mentale.

Con la “meditazione per Indaffarati” punto proprio a condividere degli strumenti semplici da applicare per portare la pace e la consapevolezza nell’arco dell’intera giornata.

ricambio di cuore il saluto con stima e affetto

Flavio

Caro Luca,
in effetti quando penso alla mia giornata lavorativa mi vedo che stessi facendo rafting in una tumultuosa rapida: seguo la corrente stando attento a non mettermi di traverso.
Il fine settimana lo trascorro invece con papà, alla casa di riposo; visto che è da anni che non mi riconosce a causa dell’Alzheimer cerco di farlo sorridere stuzzicandolo un po’.

Buon week end & arrivederci a presto.

Luca

Ciao volevo chiedere se leggere la sera un libro in modo consapevole (perche a volte capita anche di leggere e pensare ad altro), quindi prestando attenzione alla lettura ed anche al respiro (se si riesce) e quando ci accorgiamo che qualche pensiero ci passa per la testa riportiamo attenzione alla lettura, può essere una forma di meditazione e può essere un esercizio per sviluppare consapevolezza.
Grazie.

Claudio

si e no, Luca…

si perchè:
Qualsiasi cosa fai in consapevolezza è una forma di meditazione, tuttavia come unico esercizio meditativo te lo sconsiglio.

no perchè:
Il cognitivo alimenta il mondo dei concetti, delle idee, delle fantasie anche se sono in grado di creare delle sensazioni che puoi percepire nel corpo, ti possono portare altrove rispetto al “qui ed ora”

Continua pure a leggere in consapevolezza: è ottimo! Anzi più cose fai in consapevolezza e meglio è!

Ma se vuoi allenare la consapevolezza,facendo esercizio, focalizzati direttamente sulle sensazioni a livello del corpo o al respiro.

In altre parole:
Fai tutto quello che riesci in consapevolezza (ottimo quello che fai col libro) e tieni un esercizio quotidiano (anche breve) in cui mediti tradizionalmente, come allenamento.

Antonio

Ciao ho 24 anni e sono stato sempre un ragazzo molto nervoso fin da piccolo ma da circa 7 mesi mi sono venuti gli attacchi di panico e l’ansia, ho notato che tutto quello che prima mi poteva dare felicità o stare bene ora mi fa l’effetto contrario per esempio uscire a divertirmi con i miei amici (non riesco neanche a bere una birra che mi agita subito) non riesco ad uscire con nuove ragazze e ho sempre paura di stare male ed ho sempre seghe mentali.Ho iniziato a prendere delle gocciole per riuscire a guariti ma hanno fatto il giusto! ora non le prendo quasi più perché non sono tanto per i farmaci,non riesco più a sta tranquillo ed ho notato che quando qualche mio amico mi parla di cose brutte vado nel panico quando prima non mi facevano ne caldo ne freddo!
Mi hanno consigliato fare meditazione perché è molto utile ! e da qualche giorno ho provato ma vedo che mi fa poco anche quando inizio mi sento tutto ansioso poi dopo riesco un po a rilassarmi ma nel giro di poco mi entrato mille pensieri per la testa e mi perdo! Sapresti aiutarmi darmi qualche consiglio perché così non riesco a fare più nulla ! Grazie per l’interesse e scusami per lo sfogo ! ciao aspetto una tua risposta !

Claudio

ciao Antonio, si la meditazione va molto bene per gli attacchi di ansia e di panico, specie se accompagnati da un percorso che mi pare tustia già facendo.

Anche ai meditatori più esperti capita di avere dei pensieri: questo è normale. Il lavoro consiste nell’accorgersene e tornare al qui e adesso, ovvero al corpo e al respiro.

ad esempio supponiamo che mi accorgo che ero in balia dei pensieri, ottimo, ho l’occasione per tornare alle sensazioni del corpo.

Posso domandarmi come sta il mio corpo adesso mentre c’erano i pensieri? Quali sensazioni (freddo, clado, contrazioni, percezioni, pressioni, eccetera) quali emozioni?

E poi torni al respiro.

In realtà non c’è nessuna prestazione o risultato da ottenere se non quello di osservare tutto quel che ti succede: quando ti accorgi che non osservi più perchè eri in balia dei pensieri torna ad osservare specie il corpo ed il respiro a livello della pancia

Fabrizio

Ciao Claudio

ho letto e sto leggendo con interesse il tuo sito. Penso sia una risorsa importante nel web, per fare cultura e dare indicazioni pratiche sulla pratica meditativa (scusate il gioco di parole).

Io di base sono un “marzialista”, ho frequentato diverse palestre di diversi stili marziali (quasi sempre cinesi o giapponesi) e ahimè non sono mai riuscito a trovarne una dove si potesse instaurare una pratica continua sul discorso “meditazione”. Vuoi per motivi diversi (impronta più sportiva o semplicemente scelte diverse da parte dell’istruttore) alla fine ho raccimolato in quasi una decina d’anni, un insieme di nozioni un pò sparse e qualche base pratica di cui sono più o meno certo.

Il tuo sito è stato importante nel chiarirmi molti dubbi “pratici” (come porsi nella posizione di meditazione, come tenere le mani, etc), me ne rimangono però altri di tipo più “teorico”.

Su un libro di Chi Kung cinese (per chi non lo sapesse Chi Kung è il cosìdetto lavoro sull’energia complementare a diverse arti marziali, se è necessario e vorrai citerò anche titolo e autore) c’è una parte dedicata al Nei Dan (il lavoro interno) e un capitolo molto dettagliato riferito alla meditazione (sia da un punto di vista pratico che teorico).

In tal capitolo si viene messi di fronte all’eventualità (rara ma pur sempre presente) che una pratica medidativa condotta nel modo sbagliato, possa portare a problemi di natura varia, anche duratura, nel corso degli anni.

L’autore in modo particolare si concentra sul discorso della respirazione diaframmatica usata come “mantice” per carburare “Chi”, o energia, nel basso ventre, che dopo molto molto tempo (si parla di anni) potrebbe portare il basso ventre, letteralmente a “traboccare” di energia, al punto che questo “chi/energia” accumulata, andrà indirizzato con la mente attraverso i vari punti meridiani del corpo per fargli compiere un percorso particolare. Un mancato controllo mentale dell’energia attraverso i vari punti del corpo potrebbe portare a una dispersione o deviazione del flusso (che l’autore chiama se non erro “Grande circolazione”) al punto da impedire una corretta circolazione del “chi/energia” causando anche gravi problemi di salute.

La cosa che chiedo a te (e scusami per l’eccessiva prolissità della mia premessa, ma dovevo porre la questione in maniera dettagliata) ci sono rischi a lungo termine di trovarsi, meditanto, in una situazione simile e non saper che fare di fronte a una situazione del genere?

Un saluto

Fabrizio

Claudio

Ciao Fabrizio, in tanti anni di meditazione non mi è mai successo di avere un eccesso di “qi”.

In generale il problema è una diffusa mancanza di “qi”, mi piacerebbe molto avere questo problema, se mai dovesse capitarmi nella vita. Comunque è un approccio culturale che conosco solo marginalmente e quindi non so esattamente cosa potesse intendere l’autore di queel libro.

Quello che posso dirti e di stare nel “qui ed ora” e di usare la meditazione per sviluppare la consapevolezza: la consapevolezza non è MAI troppa!

Quando hai consapevolezza sai anche quello che ti sta accadendo e trovi anche le soluzioni più adeguate per risolvere eventuali problemi.

I molti studi scientifici sulla meditazione hanno (e stanno) scoprendo benefici incredibili e nessuna controindicazione, se ti va dai una occhiata a questo articolo: http://www.comemeditare.it/meditazione/benefici-meditazione/i-benefici-della-meditazione-come-meditare-fa-bene/

Un caro saluto
Claudio

Luca

Ciao Claudio, io sono Luca e sono capitato qui sul tuo sito facendo un pò
di ricerche su internet e sono contento di averti trovato.
Essendo un neofita della meditazione ogni consiglio o diritta anche piccola può essere di grande aiuto.
Sono circa 4-5 mesi che mi sono avvicianto alla meditazione cercando di praticarla in maniera costante ma sono abbastanza confuso perche non sono riuscito ancora a capire fino in fondo cosa significa meditare e se riesco a praticare nella maniera giusta.
In realtà questa mia confusione probabilmente nasce dal fatto che preso dalla “foga” di capire leggo ogni giorno una marea di cose su internet legate alla meditazione e, visto che ci sono una infinità di tecniche, più leggo e più mi confondo le idee perche ogni volta leggo cose differenti.
Anche se alla fine probabilmente tutte queste tecniche avranno un minimo comune denominatore.
In ogni caso quella che ho iniziato a praticare è stata la tecnica vipassana, forse perchè credo che sia la più semplice (almeno da un punto di vista teorico) visto che richiede di ascoltare il proprio respiro ed osservare le cose cosi come sono.
Da un punto di vista pratico mi sono accorto che poi non è cosi semplice.

Comunque volevo raccontare la mia breve esperienza e magari sentire qualche tuo parere in merito.
Quando medito la maggior parte delle volte mi accorgo di essere teso e mi accorgo che il mio respiro è bloccato e non è fluido, regolare e profondo. Per cui a intervalli cerco di fare dei sospiri profondi per
vedere se ho ancora il respiro bloccato e se vedo che non riesco a rilassarmi e noto che ho ancora il respiro non fluido e regolare allora cambio posizione e passo da seduto a disteso sul letto.
Una volta passato sul letto disteso IL PIU DELLE VOLTE (MA NON SEMPRE) il respiro di sblocca e diventa fluido regolare e profondo e cosi vado in uno stato di rilassamento spaventoso. Entro in uno stato di rilassamento cosi profondo dal quale non vorrei piu uscire. E’ una sensazione difficile da descrivere la si deve provare,
la mente non pensa a nulla ogni tanto affiora qualche pensiero che io osservo e lascio andare. Sto con me stesso e basta, come se non ci fosse nulla intorno a me ed ascolto il mio respiro che entra ed esce.
Sembra di stare in un’altra dimensione. E’ un qualcosa di indescrivibile.
Comunque alcune volte quando ne ho voglia riesco anche a restare seduto senza dover per forza distendermi sul letto.

Ora volevo sapere questo stato di rilassamento profondo cosa è, se è normale ed è una forma di meditazione e se il fatto di cambiare posizione è come se volessi cambiare lo stato delle cose e non rimanere in ascolto con le cose così come sono e cioè non essere rilassato ma teso in quel momento. E in tal caso se devo portare qualche accorgimento perchè sto sbagliando in qualcosa o posso continuare cosi.

Grazie per la tua disponibilità.

Claudio

Ciao Luca, direi che stai facendo bene. Sia a cercare la calma (del respiro) sia a stare con con le cose così come sono, non tanto perchè queste cose sono entrambe “giuste”, ma perchè quando le fai ci metti la tua consapevolezza.

Ovvero sai quello che c’è e quello che sta succedendo in te. ad esempio immagino tu possa riconoscere una vocina che ti dice: “ok adesso questo non lo voglio” e magari è associata ad una forma di repulsione. Oppure tu ti dica: “ok voglio vedere le cose così come sono e non c’è bisogno di cambiarle: sperimento come è accoglierle”.

La vipassana funziona proprio così: all’inizio è necessario fare una tecnica (samatha) di rilassamento-concentrazione-raccoglimento solo dopo un minimo di centratura può partire la vipassana (di visione profonda delle cose così come sono) vera e propria.

Quando la mente vaga molto meglio tornare a Samatha.

Insomma ok vai bene così.

Una nota sulla confusione: ascoltare molte voci all’inizio è normale, dopo un po’ è meglio se ne scegli una principale: perchè se è vero che c’è un minimo comune denominatore ognuno parla “lingue diverse” e potresti non riconoscere questo “comune denominatore”. Una volta scelta la tua strada maestra, a quel punto, sentendoti più sicuro, puoi tornare a divagare sapendo che se qualche strada secondaria ti confonde puoi tornare alla tua autostrada maestra

Nico

Ciao Claudio, ci sono meditanti che soffrono di torpore e si addormentano, io questa esperienza non l’ho mai avuta, al contrario, io direi che soffro di agitazione, ho sempre tantissima energia nel corpo e sopratutto in testa, ho l’imprssione, durante la meditazione, di camminare in salita con un peso nel corpo, e chiaro che é molto stancante, mi potresti dare una dritta per potere sopportare questa situazione senza che durante la seduta mi senta esausto. Grazie

Claudio

verifica se hai una postura rigida e verifia anche se c’è in te un senso di prestazione. Qualcosa che ti fa dire “devo farla bene” piuttosto che: “ok, ero in balia dei pensieri ma adesso me ne sono accorto e con infinita pazienza torno alle sensazioni”. C’è una mella differenza di attenzione tra le due

Adriano

Ciao Claudio,
volevo sapere se hai avuto qualche esperienza diretta di Kundalini.
Se si, mi piacerebbe condividere la mia esperienza con te affinchè tu possa darmi dei suggerimenti in merito. Sono all’inizio di questo “percorso” e non ho un maestro, o comunque qualcuno che possa consigliermi. Non sono riuscito a trovare nessuno, in carne ed ossa, che abbia fatto questa esperienza, ovvero che abbia avuto il risveglio di Kundalini.

Grazie

Claudio

Mi spiace, non sono un esperto di apertura dei chakra, mi occupo più della consapevolezza.

Un compagno di corso mi ha raccontato la sua esperienza e finchè una insegnante di yoga esperta non gli ha spiegato che si trattava dell’apertura della kundalini era molto preoccupato.

Vedo che sai che cosa ti sta succedendo: questo potrebbe già darti tranquillità: se vuoi qualcuno con cui parlarne, che giustamente ne abbia esperienza diretta, ti consiglio di cercare tra gli insegnanti di yoga: quelli più esperti.

Se hai problemi fammi sapere: vedo se posso fare qualcosa

Nico

Ciao Claudio,eccomi di nuovo qui con una domanda.Tutto é impermanente,insodisfacente,e non sé, e la consapevolezza, é impermanente o permanente?, si dice che é come uno specchio che non fà altro di riflettere quello che gli passa davanti senza esserne macchiata, e che é sempre uguale dalla nascita alla morte, che non invecchia, di conseguenza mi viene a pensare che allora qualcosa c’é che é permanente o sbaglio. Grazie

Claudio

eheheh qui la faccenda si fà molto raffinata…

Qualsiasi cosa dica merita una indagine approfondita e non va presa alla lettera (questo vale in generala e specialmente quando le faccende si fanno così raffinate)

tutto è impermanente. se esistesse qualcosa che non lo è, sarebbe la stessa impermanenza! .. forse.. ma è un sofismo.

Quando parli di consapevolezz parli di una esperienza della Coscienza.

L’esperienza di per se è neutra, come dici tu fa semplicemente da specchio riflettendo il fluire dei fenomeni.

Chi osserva-registra questa esperienza è una Coscienza che non esiste in Sè ma è anchessa mutabile continuamente e quindi impermanente

immagino il fumetto sulla testa tua e di chi legge “mumble-mumble” almeno nella mia accadrebbe questo dei bei “mumble mumble”

La strada che stai sviluppando è nella direzione giusta, cerca di indagare oltre che con la teoria anche con l’esperienza diretta delle cose, è proprio quella che ci permette di capire la Realtà al di la delle parole che usiamo per descriverla.

Come sai cerco di essere un po’ più terra-terra queste cose sotili preferisco lasciartele approfondire altrove.

Forse la chiave Buddista è quella che meglio potrebbe rispondere più esplicitatamente alla tua domanda.

se vuoi saperne di più ti suggerisco di cercare e approfondire: “i 5 aggregati” per scoprire come funziona una coscienza rispetto agli stimoli esterni e come si forma l’idea di un “sè”

e di cercare ed approfondire un concetto, forse non di immediata comprensione, ma meritevole di approfondimento ed indagine: il concetto del “non sé” o “anatta”

se invece preferisci il mio approccio più “terra terra”..

…ecco come uso la chiave psicologica per qualcosa di vagamente simile a come funziona la nostra percezione della realtà (secondo me è spiegata meglio nei 5 aggregati” ma forse questa chiave te li rende più comprensibili):
http://www.feliceadesso.com/2013/03/diventa-padrone-delle-tue-emozioni.html

..ed ecco come descrivo il processo fenomenologico:
http://www.feliceadesso.com/2012/08/fenomenologiacapirelarealtaperche.html

Buona indagine 🙂

pietro

caro Claudio,
come altri che ti scrivono ho trovato il tuo sito per caso. avevo provato a meditare spesso in precedenza sempre pensando che meditare volesse dire estraniarsi completamente dal mondo aspettando che accadesse qualcosa di magico che mi aiutasse a risolvere i problemi di tutti i giorni.
alla fine mi sono sempre stufato presto continuando tuttavia a fare i miei esercizi yoga piu che altro per migliorare il fisico e fondamentamentalmente il mio diventava un bello stretching prima e dopo l’allenamento sportivo.
grazie al tuo metodo da un mese pratico 20 minuti tutti i giorni (prima non li trovavo e ora li trovo sempre) ma soprattutto se nel corso della giornata mi trovo confuso, con mille cose da fare senza sapere da dove iniziare (io dico come sbucciare un fico d’india che nn sai mai da che parte prenderlo), riesco a fermarmi per pochi minuti e concentrandomi sulla respirazione torno ad essere focalizzato.
continuo ad avere gli stessi impegni e problemi di sempre e di tutti, ma non mi sento piu sopraffatto.
una delle cose che mi ha davvero colpito (e che io uso come ancora) e’ forse la piu banale di tutte ma a cui nn avevo mai pensato e cioe’ la consapevolezza che nella mia vita da quando sono nato l’unica cosa costante e’ la respirazione, un filo continuo ed ininterrotto.
con tutto questo volevo solo ringraziarti e farti i complimenti.
ciao
pietro

Claudio

ciao Pietro, io mi complimento con te.

Sono davvero felice che da “aspettare” che qualcosa accadesse da fuori, hai trasformato la tua vita in qualche cosa che pur avendo il “sapore di sempre” ti da la facoltà di stare con la tua vita di tutti i giorni con maggiore presenza mentale, al punto di permetterti di sapere “come sbucciare un fico d’india”.

La vera illuminazione o trasformazione avviene cessando di aspettare qualcosa dall’esterno, in una visione dualistica, ma cominciando ad accettare quello che siamo e dall’interno.

Mi piace pensare che anche il mio contributo possa essere stato di aiuto per te ed altri e mi incoraggia ad andare avanti.
Grazie quindi del tuo commento e della condivisione dei tuoi successi.

ciao
Claudio

Simone

Ciao Claudio,
cosa pensi delle meditazioni per fare viaggi astrali? sono cose effettivamente funzionanti? mi pare di capire che le meditazioni di cui parli siano volutamente “con i piedi per terra”, ma trovo molto interessante approfondire anche questo tipo di meditazione fuori dal corpo.

Hai qualche suggerimento sul come entrare in questo mondo?

Inoltre, ti volevo chiedere se sai dirmi con quale criterio scegliere il proprio mantra per meditazioni tipo la trascendentale.

Grazie di tutto.

Claudio

ciao Simone,
si esatto, la mia parte pratica mi spinge a rimanere con i piedi per terra, tuttavia ricordo con interesse un incontro sull’argomento con i coniugi Giraudoux avvenuto ormai nei primi anni ’90.

Mi sono sembrati seri e molto convincenti le loro esperienze, quindi ti consiglio di informarti su di loro: digita “giraudoux viaggi astrali” sui motori di ricerca e troverai sicuramente il loro sito

sul modo in cui in meditazione trascendentale si scelgono i criteri posso dirti che favoriscono una natura speculativa, da una parte, ma anche una forte motivazione dall’altra: paghi profumatamente un loro insegnante che con una cerimonia ti da il mantra in modo segreto e che custodisci segreto.

Se vuoi recitare un mantra, in internet trovi sicuramente uno che fa per te (sono in sanscrito io ritengo utile che tu ne conosca il significato). Se, invece, vuoi approcciare speficatamente la meditazione trascendentale, devi rivolgerti ad un maestro riconosciuto (credo che ci sia anche il copiright)come ti dicevo sarà anche per l’importante transazione economica ma è un approccio di cui ho sentito ben parlare.

Io quelle volte che ho meditato usando mantra ne ho tratto un gran beneficio

prego 🙂

Pietro

Ciao Claudio! sono una persona molto spesso nervosa e non riesco a fare una giornata senza arrabbiarmi o prendermi male, quindi , ho deciso di scaricare il tutorial della meditazione per provare a vedere se questo riuscirà a calmarmi e soprattutto a capire cosa c’ è doetro tutta questa frustrazione!

Daniela

Ciao Claudio, ho gradito e fatto la meditazione del sole è stato un viaggio interessante grazie, ora vorrei acquistare la meditazione per indaffarati ma essendo io poco tecnologica ti chiedo se il pacchetto è un qualcosa che scarico sul mio computer o in che modo mi arriva,scusami ma è la prima volta che acquisto in questo modo quindi non so come funziona,grazie della pazienza!

Daniela

Caro Claudio ciao, ho ricevuto la tua meditazione guidata grazie. Io medito da circa un mese e mezzo……pochissimo lo so ma lo faccio tutti i giorni. Per ora sto facendo solo meditazioni guidate perche’ non so fare da sola.Mentre faccio queste meditazioni oltre ai miei pensieri molesti mi giungono immagini che non appartengono alla mia vita sembrano ricordi di altre persone e questo mi accade anche nel dormiveglia, deduco che la mia tecnica non vada bene perche meditando vado in una condizione che forse non è quella giusta,hai qualche consiglio da darmi?Felice di questo incontro.

Claudio

ciao Daniela, si ho qualche consiglio da indagare non da prendere alla lettera:

e se quello che dici fosse vero al contrario? (o anche al contrario)
se quando dici che c’è un modo “giusto” ed uno “sbagliato” fosse un “giudizio” o un “pre-giudizio” di “qualcun altro”?
se quando dici che le immagini “non appartengono alla tua vita” fossero invece prodotte dalla tua mente?

La tecnica la stai facendo bene quando e quante più volte ti accorgi che immagini e pensieri ti hanno distratta e torni ad esserne consapevole. La stai facendo male quando non te ne accorgi e lasci che il fluire dei pensieri sia il solo protagonista della tua vita.

Questo accade ma la tecnica serve per tornare ad “OSSERVARE” semplicemente osservare senza giudizi, preconcetti, aspettative, prestazioni (faccio bene o faccio male), e senza etichette o senza “perchè?”.

pura osservazione nel “qui ed ora”

va bene tutto: pensieri, immagini che sembrano di altri, eccetera eccetera, basta che li osservi
Qu

Gianmarco

Ciao Claudio, ho 15 anni ma sono molto affascinato dalla meditazione. Ultimamente mi sto interessando anche del Buddhismo e dei suoi insegnamenti. Sento il bisogno di fermarmi un momento e di vedere e sentire le cose così come sono.
Secondo me non c’è un età minima per cominciare a meditare, non credo che sia troppo presto, anche perchè sono un ragazzo che ha sempre mostrato più anni di quelli effettivi, spesso qualcuno mi dice che sono troppo “vecchio” per la mia età e per le cose che dico.
In sintesi, per te c’è un limite d’età? Posso cominciare fin da adesso?
Ti auguro molta felicità

Claudio

certo che puoi cominciare: non c’è un limite per iniziare. Normalmente è una esigenza sentita di più da chi ha già un po’ di anni di vita alle spalle, ma prima inizi e meglio è!

un caro saluto

norberto

Ciao Claudio, sono Norberto. Sto provando ad eseguire da circa una settimana la meditazione guidata che ho scaricato dal tuo sito. Ho notato, però, che ho difficoltà nel passare dalla fase iniziale di rilassamento delle varie parti del corpo alla fase di consapevolezza del respiro: è come se il fisico il cervello si assopisse e non riuscisse ad avere la dovuta lucidità ed energia per svolgere la consapevolezza, che in ogni caso mi sembra che richieda un minimo di forza mentale. Ecco allora la domanda: potrei saltare gli esercizi di rilassamento? oppure se essi sono necessari, sbaglio io nell’eseguirli e vi è un altra modalità per praticarli? Ti ringrazio per la tua risposta e ti auguro felicità. Norberto

Claudio

no non la saltare: serve a radicare la mente rispetto alla vita frenetica. Va bene lo stesso: vai avanti.

indaga che significa “avere la DOVUTA lucidità e energia”: Stai con le cose “così come sono”? o le vuoi incanalare in una aspettativa? Stai vivendo nel “qui ed ora” o stai obbligando il fluire dell’esperienza in un idea proveninte dal passato, preconcetta?

i pensieri vanno e vengono: non si tratta di cacciarli ne trattenerli ma osservarli nel presente. Non cercare la “prestazione”, non c’è nulla “da fare” semplicemente osserva. Vedrai potrebbe essere più “leggero” come atteggiamento

che tu sia felice Norberto e che tutti gli esseri siano felici

Alex

Ciao Claudio,
questo è il secondo commento che scrivo qua su “come meditare” e per la seconda volta ti ringrazio per il tuo lavoro.

Iniziare a meditare è stata una bella svolta per la mia vita. E’ più di un anno che medito ma è diventata una vera e abitudine quotidiana da qualche mese a questa parte. I benefici sono veramente tanti e, inutile dirlo, penso che la meditazione mi accompagnerà per tutta la vita.

Torniamo a noi, documentandomi su internet sono nate un paio di curiosità.

Mi ha incuriosito la pratica della meditazione dinamica. Di cosa si tratta e quali sono i pro e i contro rispetto alle meditazioni “statiche”?

Cosa mi sai dire rispetto ai suoni binaurali? Può essere utile accompagnare una seduta di meditazione con questi suoni?

Mi farebbe piacere sapere cosa mi sai dire e cosa ne pensi al riguardo. Ciao e grazie ancora!

Claudio

ciao trovi la risposta sulla meditazione dinamica qui:
http://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-dinamica-osho-tecnica-meditazione/

sui suoni ne so poco per darti delle indicazioni, ma io tendo a meditare senza troppe “interferenze” o “appoggi” esterni: prediligo il “conosci te stesso”.

Se ho modo proverò a fare un video sui vantaggi e svantaggi dell’andare “random” sulla rete, quando è utile e come è utile

Nico

Ciao Claudio e grazie per tutte le tue sagge informazioni, grazie anche per la video ” Come so se medito nel modo giusto?” che ho guardato con molto interesse. La mia domanda è semplice: e poi?,
voglio dire, so che stò meditando sono consapevole delle cose qui e ora, e poi cosa?, il semplice fatto di sapere che respiro o qualsiasi altra sensazione e esserne consapevole cosa c’è dietro questo sapere o esserne consapevoli?
Con amicizia e simpatia
Nico

Claudio

Vediamo l’alternativa… Se sei consapevole di quello che stai facendo: esempio stai mangiando un mandarino, ti stai vivendo pienamente il mandarino, ovvero STAI VIVENDO. Se non sai quello che stai facendo non stai vivendo. Viviamo solo in un flusso costante di “qui ed ora” solo quando stai in questa dimensione “vivi” altrimenti vivi nel mondo dei pensieri fatto di futuro e di passato, fatto di “pippe mentali”.

In altre parole vivi.

altro esempio pratico:

ad uno schiaffo “Tizio” reagisce sempre con un altro schiaffo: è più forte di lui, parte in automatico. Un giorno “Tizio” riceve lo schiaffo, e per un attimo sente il dolore alla guancia, la pancia che si tende e la rabbia che sale, si accorge di tutto questo e not anche che la mano sta per partire. In quel momento “Tizio” è libero: non è costretto a rispondere allo schiaffo con un altro schiaffo e può scegliere di fare qualsiasi cosa: anche di dare quello schiaffo, ma è LUI a deciderlo in piena libertà.

claudio

Ciao Claudio, una mia amica medita recitando un mantra,nam myoho renge kyo, e vuole convincermi a provare …io non so niente su questo tipo di meditazione.tu cosa ne pensi???

Claudio

come meditazione in se non ho nulla da eccepire, l’organizzazione che c’è dietro è molto controversa. è una organizzazione molto strutturata e alla ricerca di adepti (a me piacciono poco le strutture) che si ritiene buddista ma l’associazione di tutte le forme di buddismo non la riconosce. Tra i suoi intenti c’è la voglia nobilissima di sviluppare la pace del mondo.

Meditano per ottenere qualcosa. a me piace meditare per sviluppare la consapevolezza. Insomma tu segui il tuo cuore, il mio personale parere è una grossa forma di diffidenza e di stima per la costanza allo stesso tempo. Io per me non li seguo

Dalida

Ciao Claudio, grazie per il tuo sito, ti scrivo perché ho un problema. Tutte le volte che inizio a meditare seguendo la tua meditazione, tempo 5 minuti e mi addormento. Non importa se sono seduta o sdraiata, mi addormento e mi risveglio a fine meditazione.
Vorrei seguire le tue parole ma mi rilasso cosí tanto che cado in un sonno profondo e quando mi risveglio ho solo voglia di coricarmi a letto.
Che cosa posso fare?
Grazie per i tuoi preziosi consigli 🙂

Claudio

Ciao Dalida, cosa puoi fare? eheheh dormire!!

Voglio dire è possibile che hai molto bisogno di riposo e in fondo per un po’ e ogni tanto va anche bene.

Certo questo non è esattamente meditare, ma rilassarsi…

Cosa puoi fare:

A) finchè capita un poco va bene, non fare nulla ed accogli questa cosa: ci sono dei monaci che piompono da sonno per anni.

B) dopo un po’, se continua il sonno però è meglio cambiare qualcosa… ecco degli esempi:

1) cambia orario: se mediti dopo i pasti o prima di coricarti sarai piu preda del sonno, meglio prima dei pasti o a inizio giornata.

2) cambia guida, segui un’altra meditazione guidata o fai senza magari con un ororlogio: puoi usare le meditazioni segna-tempo. Oltre a 3 campane a inizio-fine hanno il suono di un “toc”,un tocco di legno ogni 5 minuti, che ti richiama l’attenzione.

3) inizia facendo meditazioni più brevi

4) fai la meditazione camminata

5) trova tu una idea che permetta di cambiare qualcosa.

Roberto

Ciao Claudio posso farti una domanda?
per prima cosa voglio specificare che io soffro di attacchi d’ansia da circa 2 anni grazie ai tuoi consigli sto imparando ad uscire dalle ” pippe mentali” …
però alcune volte mi sorgono dei dubbi leggendo altri articoli, volevo scriverti il mio schema mentale che adotto…
sto lavorando e mi accorgo di essere in preda a pensieri giramenti di testa e confusione allora mi dico che sto pensando e subito dopo mi concentro sul respiro o sulle cose che sto facendo come metodo va bene ?
perchè leggendo in altri post o letto che bisogna immedesimarsi nel pensiero e accoglierlo …. a me sembra piu efficace la prima…
Aspetto un tuo consiglio..

Claudio

si: è proprio così. Va benissimo. Tanto più che mi dici che stai vedendo che funziona.

Quando dico che possiamo accogliere il pensiero non dico di immmedesimarsi, ma di accoglierlo come una parte di noi (il pensiero è un nostro strumento) è poi utile LASCIARLO ANDARE e tornare al respiro: comunque!

Quindi se questa cosa ti sembra contraddittoria e le mie parole possono confonderti tranquillo: tornare al respiro specie a livello della pancia (anche alle sensazioni del corpo) è ottimo!!

Va benissimo quello che stai facendo, Roberto: vai avanti così!!

Nives

Ciao Claudio,
Mi sono imbattuta sul tuo sito casualmente perché cercavo di capire se il mio percorso di meditazione appena iniziato stesse effettivamente servendo a qualcosa, in quanto mi ero sorpresa a chiedermi: ma a cosa devo mirare durante e alla fine di una meditazione? Il tuo sito mi é venuto in aiuto e anche le risposte che hai dato tramite video a persone con il mio stesso dubbio mi hanno lenito la sensazione di inutilità.
Già che c’ero ho scaricato la tua lezione di meditazione e debbo dire: venti minuti spesi benissimo! Sono riuscita a fare ciò che da sola non sono riuscita: non accorgermi del passare del tempo, entrare in contatto con il mio corpo, non sentirmi in colpa per il sopraggiungere dei pensieri nel corso della meditazione.
Pertanto grazie! 🙂
Brevemente: ho iniziato un corso di meditazione la scorsa settimana ed é stato molto interessante, fermo restando che mi sia risultata molto piu semplice ed efficace la parte dove si poteva meditare suonando la campana tibetana. Ahimè la parte di meditazione “inattiva” non é stata il mio forte invece! Ma credo sia normale per una mente prettamente occidentale riuscire ad estraniarsi dai pensieri facendo materialmente qualcosa. Ad ogni modo non demordo e riproverò seguendo il tuo consiglio di dedicare almeno dieci minuti al giorno a meditare.
Grazie ancora! 🙂

Alex

Ciao Claudio, piacere, Alex :).
Ti scrivo perchè avrei un paio di cose da chiederti ma prima ci tenevo a ringraziarti perchè grazie a te ho conosciuto la meditazione.

Tempo fa ho passato un periodo della mia vita emotivamente intenso e burrascoso. Per colmare i miei disagi interiori, ho dovuto fare ricorso alla psicoanalisi e ai farmaci.
Ora questo brutto periodo è finito, non seguo più sedute psicoanalitiche e non prendo più alcun farmaco; ora medito e basta :). Grazie alla meditazione riesco a conoscere ogni giorno me stesso e a gustarmi di più la mia vita.
Quindi, grazie ancora.

Arrivo al dunque: quasi sempre, quando medito, sento che le gambe mi si addormentano e incomincio ad avvertire un fastidioso formicolio. Questo piccolo disagio spesso mi deconcentra e, quando finisco di meditare e mi alzo, devo sempre aspettare un paio di minuti che le gambe si “sveglino” prima di riprendere le mie normali attività. Ecco: è normale questo disagio? Posso continuare a meditare anche con i formicolii, oppure possono nascere dei problemi?
Un altra cosa che ti volevo chiedere è come devo comportarmi quando sento le orecchie che fischiano. Questo perchè quando mi iniziano a fischiare non smettono più a meno che sono preso dal respiro o da qualche pensiero e quindi non penso più al fischio.
Infine…più volte, quando medito, sento che ho una postura fastidiosa e spesso bisogno di aggiustarmi, di mettere dritta la schiena, spalle e braccia in simmetria. Quando mi aggiusto sento le vertebre (quasi tutte) scrocchiare sincronicamente e quando faccio dei respiri addominali profondi, sento dei leggeri dolori sulla schiena appena sopra la zona lombare.
E’ utile aggiustare spesso la postura e sentire questi dolorini mentre si respira? Come devo comportarmi rispetto a questi disagi?
Grazie e buon proseguimento.

Claudio

ciao Alex piacere mio 🙂

complimenti per il tuo percorso e grazie per la bella testimonianza, mi ha riempito il cuore..

dunque dunque, in sintesi: non c’è bisogno di soffrire, agitarti troppo non serve ma stare immobili a soffrire equivale ad agitarti troppo. muoviti pure basta che lo fai con consapevolezza

rispetto ai disagi ti rimando a questo articolo specifico:
http://www.comemeditare.it/meditazione/disturbo-e-meditazione/

mentre ti scrivo ancora non è disponibile ma tra poche ore sul blog uscira un altro articolo con un bellissimo video che ti consiglio: l’articolo si chiama: La meditazione per sviluppare la pace?
Buona pratica

dimenticavo di dirti “prego”: io ho solo offerto dei semini.. poi c’è chi come te, fa il vero lavoro vero e propio e li fa crescere, io ne sono contento e plaudo al lavoro che hai fatto su di te (anche mettendoti in gioco con dei professionisti quando ne avevi bisogno) e che stai facendo ancora con la meditazione

namaste (un saluto rispettoso)
Claudio

maurizio

Ciao Claudio,
come tanti, per caso, sono giunto nel tuo sito. Mi sono scaricato il video e mi sono iscritto alla newsletter.
Son giunto qua perche’ non sono sereno, perchè non riesco ad esser felice come vorrei. Ansie e paure mi travolgono.
Ho letto molti articoli del tuo sito, ma pero’ non riesco ad individuare un percorso da seguire.
Ci sono tanti spunti, ma per chi è inesperto, è facile il rischio di perdersi tra le varie tecniche e le varie metodologie consigliate.
Potresti cortesemente aiutarmi a trovare un percorso chiaro da seguire come principiante.
Ho letto tanto di Osho, Tolle, Morelli, Dalai lama, ecc ecc Ho appreso i concetti ma non riesco, proprio non ci riesco, a tradurli in pratica. E questo mi scoraggia, Perchè sono certo della correttezza dell’approccio.
Spero di poter ricevere un tuo aiuto.
Grazie
Maurizio

Claudio

Ciao Maurizio, sono felice di dirti cosa ne penso che in sintesi è: lascia andare per un po’ le teorie e datti di più alla pratica.

Le coincidenze non esistono e sei capitato quì un motivo c’è. Questo mi spinge ad informarti che io ho un mio sistema e tengo un corso che però ti sconsiglio di seguire (http://www.meditazioneperindaffarati.it). Non è che non ti voglia come allievo, anzi ne sarei felice, ma l’impressione che ho e che, benchè cerco nel mio approccio di essere il più semplice e pratico che posso uso sempre la parole per esprimermi e la parola, se non tradotta in pratica, finirebbe per diventare un ennesimo concetto astratto.

Buddha diceva: non fissarti sul mio dito che indivca la luna ma fai l’esperienza tu stesso della luna e, anzichè guardare al dito, alza gli occhi e guarda la luna.

Prendi una meditazione, quella gratuita mia va benissimo, anzi se la fai per conto tuo focalizzati soprattutto sul respiro, cerca di percepirlo soprattutto a livello della pancia. Falla tutti i giorni, almeno una volta al giorno. se salti un giorno pazienza, ricomincia il giorno dopo.

“se non è zuppa è panbagnato” si dice. Solo se hai mangiato da quel piatto puoi dire: poco importa come la chiami il sapore è simile. Mangiare significa farne esperienza.

L’alternativa è leggere Osho che parla di panbagnato, il Dalai Lama che parla di Zuppa, quell’altro parla di Ribbollita; potresti nobn capirci più nulla ma stanno parlando della stessa identica esperienza.

Immagina di chiedere che sapore ha il mango a chi l’ha mangiato, ti darebbero tutte descrizioni diverse a parole, apparentemente in contrasto, ma se assapori il mango alla fine, capisci cosa tutti intendessero dire.

Da quello che mi dici in questo momento hai la testa piena di concetti che seppur utili e saggi, hanno poi bisogno di essere compresi con la pratica. Da qui il mio consiglio, lascia andare per un po’ (solo per un po’) i vari approcci, scegliti una meditazione (meglio un approccio che ha a che fare con il respiro) e datti più alla pratica, una pratica quotidiana.

Se riesci a infilare, durante la giornata tre respiri in consapevolezza ogni volta che riesci, specie quando senti che le ansie cominciano a sorgere, poi fai bingo!

maurizio

Ciao Claudio,
grazie. Grazie per la correttezza e integrità morale in ciò che mi hai scritto.
E’ vero….mi sto “ribollendo” il cervello con tutte queste letture. E la mia avidità di lettura è tale che già ho preso il libro di De Mello che hai citato nel sito.
E via ancora concetti, esperienze (degli altri), consigli, ecc ecc.
Farò come dici tu. Stop alle letture e mi prenderò l’impegno a meditare almeno 10 minuti una volta al giorno. E se poi trovo ulteriore tempo potrò meditare estemporaneamente.
Grazie ancora…..per adesso! 🙂

Nico

Ciao Claudio,quando si ha una sensazione come la paura, cosa bisogna fare, continuare il bodyscan, andare sul respiro oppure restare sulla paura? e come si resta sulla paura? mica è una sedia, una cosa concreta, e poi sò che c’è la paura e la riconosco come paura ma questa mica se ne và, non capisco?, si osserva, si sà, si sente, e ci si aspetta (parola chiave) un cambiamento, come può essere diversamente, siamo degli esseri umani.Con Amicizia Nico

Nico

Ciao Claudio, sono molto confuso e ti spiego il perche: la vipassana mi sono accorto che non é una sola tecnica di meditazione, alcuni la insegnano come Goenka altri diversamente e ho visto almeno una decina di modi diversi. Perfavore mi potresti spiegare il tuo modo, meditazione di 1ora, si comincia per calmarsi e restare sul respiro(addome o narici), dopo si fa il bodyscan e dopo? Per essere sincero mi piacerebbe conoscere nel dettaglio la pratica Goenka ma visto che faccio uso di ansiolitici, soprattutto per poter dormire la notte, non c’è modo di poter fare un corso con Vipassana Goenka e sul web non ho trovato nessuna iformazione per spiegare passo per passo la tecnica, questa cosa mi dispiace tanto visto che a casa potrei comunque praticare la meditazione. Mi potresti dare delle idee, oppure consigli. Molte Grazie

Claudio

la tecnica Vipassana è una tecnica. La tecnica ha uno scopo, scopo che da il nome alla tecnica stessa: farti fare una ESPERIENZA: l’esperienza di “visione profonda”.

Se continui a cercare tecniche in giro cercando di capire quale “è la tecnica giusta” rischi di smettere di fare la cosa essenziale: l’esperienza. Per carità cerca pure tutte le tecniche che vuoi purchè vivi l’esperienza.

Se ti senti confuso, puoi sospendere la ricerca di tecniche e farne UNA: segui una sola meditazione e falla ogni giorno per diversi giorni.

Scrivi un diario di come sei stato, quali sensazioni e, se vuoi anche le difficoltà. è possibile che tu abbia delle aspettative, osservale e nota come cercano di non farti vivere l’esperienza, che è sempre nuova, libera ed unica, volendola indirizzare incanalandola nei binari stretti limitati e preordinati dell’aspettativa stessa.

Insomma, fermati e medita: semplicemente. Fai esperienza e lascia andare le teorie, gli schemi, le strutture: non sono altro che strumenti. Assapora la pietanza e gustane l’aroma, osserva i colori, lascia stare la forchetta e il coltello, quelle servono solo per agevolarti nel mangiare, non è in se l’esperienza, solo lo strumento per accedere ad essa.

Se continui a cercare coltelli e non ti siedi a tavola a mangiare non fai esperienze stai nella mente e nel mondo vago delle idee

quindi: medita, medita, medita, porta l’attenzione al corpo e al respiro anche durante tutta la giornata

Nico

Ciao Claudio e grazie per le informazioni utili che dai, cosa ne pensi della tecnica Goenka, 3 giorni sul respiro e poi il bodyscan, mi sembra diverso da altre tecniche, normalmente si và dove c’è la sensazione mentre invece con la tecnica Goenka si continua a fare il Bodyscan e non dargli più importanza a una o all’altra sensazione, e quando c’è una forte sensazione nel corpo in questo caso la mente lo sa ma continua ugualmente con il Bodyscan, un po’ come un bambino capriccioso se si và sempre da lui questo continua a fare i capricci mentre invece se si è coscienti che stà facendo i capricci ma non si dà più importanza che agli altri bambini, questo lo capisce che non serve fare i capricci e si calma, questo è per quando riguarda la pressione forte che ho sul lato destro della testa e che stò provando con diversi modi di capirlo, certo che non è facile. Tu cosa ne pensi?

Claudio

Ciao Nico, Goenka è un grande maestro di vipassana, ho apprezzato molto diversi suoi insegnamenti.

Il Bodyscan è una ottima meditazione propedeutica alla vipassana, si te la consiglio caldamente (nelle mie meditazioni facciò sempre un riferimento al corpo: sarebbe un “bodyscan sintetizzato 🙂 )

Nico

Ciao Claudio, grazie per la tua risposta che cercherò di mettere in pratica, poi ti farò sapere. Sai vivo in Francia a Montpellier e qui purtroppo non ci sono centri Vipassana così colgo l’occasione per chiederti un’altra cosa, poiché hai molta più esperienza di me. Mi è sempre stato detto che il pensiero di mia madre non è mia madre ho un pensiero d’acqua non vuol dire che sono bagnato, cioè che il pensiero è giusto un pensiero, ok fino a qui ci siamo, quando ho dei bei pensieri e ci s’identifica al pensiero la cosa è piacevole ma quando i pensieri sono brutti, allora la cosa fa piuttosto male e quando i pensieri sono ricorrenti, non ne parliamo proprio e sofferenza pura, adesso chi decide che questo pensiero è brutto e allora si mette da parte e invece quando è bello, si accetta, quando si hanno pensieri di Metta allora tutto ok, e quando si hanno pensieri con malizia, allora non va bene, io pensavo che belli o brutti non facesse nessuna differenza e che non ci s’identifica né con uno né con l’altro. E troppo semplice se no, questo è brutto via, questo è bello allora lo tengo. Non so se afferri il concetto, devo dire che anch’io ho difficoltà a seguirmi dunque se non hai capito, non fa niente. Ciao e grazie

Claudio

Infatti Nico non funziona così: non è che quando un pensiero è brutto lo elimini o quando è bello lo tieni.

Rispetto al brutto o bello il lavoro che puoi fare è su tutte le sensazioni, pensieri inclusi di vedere come ti fa stare senza giudicare, ne emergeranno 3 diverse sensazioni: neutra, piacevole spiacevole. Queste sono gli effetti di 3 veleni: lo spiacevole crea repulsione, rabbia. Il piacevole, eccitazione, brama e attaccamento. Il neutro distacco, ignoranza menefreghismo. Come vedi “non se ne salva uno”. Non si tratta di cambiare o eliminare o filtrare, ma di osservare come ci fa stare. Questo nella fase della vipasssana

quello che fai normalmente col pensiero è qualcosa di sottilmente diverso.

quando ti accorgi di esserne in balia, riporti il pensiero al’oggetto di attenzione (ad esempio il respiro).

In sintesi non si tratta di filtrare i pensieri ma di spostare la nostra posizione rispetto ad essi: dall’esserne in balia a esserne protagonisti. Tu orienti il pensiero anzichè esserne trascinato via dal loro proliferare incondizionato.

La pratica di metta è n pochino diversa da una meditazione tradizionale (infatti spesso viene definita solamente “pratica”) ma anche in questo caso orienti il pensiero da protagonista.

Ci sono anche delle meditazione in cui orienti il pensiero a cose “spiacevoli” come la decadenza del corpo. Ma te la sconsiglio se sei all’inizio.

in sintesi una vipassana è fatta dprima di una altra meditazione la samatha. Questa prima orienta i pensieri ad un oggetto di attenzione e successivamente , diventando vipassana, osserva ogni sensazione prodotta dai sensi e dalla mente “registrando” senza filtri o giudizi, come ci fa stare: solo consapevolezza, pura consapevolezza.

se vuoi guarda questo articolo:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/come-meditare-non-riesco-a-fermare-i-pensieri/

Nico

Ciao Claudio, mi chiamo Nico e vivo all’estero, volevo chiederti come fare per liberarmi di una sensazione spiacevole, sopratutto quando medito, seguo la meditazione vipassana da 4 anni e da ca. 3 anni mi è parsa questa sensazione, adesso ti spiego, la parte destra della testa direi intorno alla tempia incomincio ad avere una leggera pressione e poi con il passare del tempo che medito si fa sempre più forte fino al punto, questo di sera, diventa insopportabile, la sento come una palla con un’energia fortissima con dei raggi che vanno fino al lato destro del viso e tutto sembra molto teso e duro. Di conseguenza, puoi immaginarti, è difficilissimo concentrarsi sul respiro, il respiro a confronto è un granellino di sabbia e praticamente impercettibile. Ho cercato, malgrado tutto, di forzarmi a restare sul respiro ma questo non fa altro che intensificare questa spiacevole sensazione, se rimango sulla sensazione mi rendo conto che cambia a volte diminuisce per poi riprendersi, un po’ come le onde del mare, si ritirano e ritornano a schiantarsi sulle rocce. A presto

Claudio

Ciao Nico in effetti fai bene, quando emerge questa sensazione a spostare l’attenzione su questa sensazione. Anzi se riesci prova ad “attraversarla”. Mi spiego meglio. Dici “come faccio per liberarmi… spiacevole”. Più ci fai a braccio di ferro più si intensifica e rimane lì.

Ovviamente non posso parlare per te e per la tua esperienza posso raccontarti di alcune mie ad esempio del crampo al piede. Spesso ne soffro. La mia tendenza e non volerlo e irrigidirmi “per contenerlo”. In effetti quando faccio così non succede nulla e il dolore non diminuisce. Un giorno (e da allora il più delle volte faccio così) mi sono permesso di osservare il dolore senza contrastarlo. Non mi sono irrigidito ed il dolore si espandeva. Esatto mi faceva più male e la sensazione era acnhe che stava peggiorando. Un crampo è già molto doloroso e quando si espande, apparentemente senza freni fa anche paura. Lasciandolo espandersi per un momento sembra esplodere e poi… puff i muscoli hanno smesso di accavallarsi e tutto è ritornato tranquillo.

Il mio consiglio tuttavia è di spostare si l’attenzione dal respiro alla sensazione, ma di tornare a sentire fluire per bene l’aria. Al limite immagina di portare il respiro proprio in quel punto.

Fammi sapere

Buona esperienza
ciao
Claudio

federico

ciao claudio!! avevo una piccola domanda da farti.
recentemente su un articolo in rete, ho letto di una certa arte che riguarda i rapporti interpersonali, chiamata “arte del distacco”.
chiedendo anticipatamente perdono se tale dubbio è pertinente all’argomento della meditazione, volevo appunto sapere se quest’arte del distacco ha qualche legame con la meditazione, e se si quale..
ti ringrazio anticipatamente della risposta!!!! 🙂

Claudio

ciao Federico non conosco questa arte, a meno che non si tratta del processo di separazione-individuazione della Mahler. Ovvero le fasi che intercorre tra un bambino e la madre che si ripropongono nella interazione tra le coppie adulte. Ma anche in questo caso con la meditazione ha in comune solo il minimo comune denominatore della “consapevolezza”. Insomma non so se con quella arte si intenda quello ma c’entra poco con la meditazione in senso stretto

Claudio

Ciao Daniele, grazie per la fiducia, al momento sto dedicando ogni residuo di tempo al mio primo corso online di meditazione ( http://www.meditazioneperindaffarati.it ) in cui offro anche la mia assistenza telefonica, per cui, almeno al momento non riuscirei a seguire anche nuovi clienti di counseling. Sarei felice di proporti dei colleghi con cui puoi iniziare intanto a fare un primo incontro (anche via skype) gratuitamente e poi, se ritenete opportuno, potreste proseguire. che ne pensi? nel caso ti contatto in privato e ti do i contatti 🙂

Simone

Claudio,mi è venuto un dubbio:
ma quando meditiamo,bisogna sempre stare in uno stato di veglia,come si dice solitamente,e quindi attenti a quello che sentiamo o comunque accade attorno e dentro di noi,oppure dobbiamo stare in uno stato di abbandono totale come quando si dorme,ovviamente evitando di addormentarci del tutto?
Grazie

Claudio

“bisogna” stare con cio che c’è mettendoci un poco di “sforzo” (non eccessivo, ma lieve) nel cercare di non abbandonarsi del tutto e recuperare ogni volta che ci riusciamo la posizioni di chi osserva.

In poche parole se ti addormenti non succede nulla solo che hai smesso di meditare :).

Per rispondere in modo ancora più chiaro: entrambi gli stati che descrivi sono stati osservabili durante la meditazione. Se stai con ciò che è ogni meditazione è diversa come esperienza dalla precedente.

Semplicemente perche la nostra vita in quel momento è unica! Satre con cio chè c’è significa rinoscore l’unicità di quel momento unico e irripetibile.

Ogni tanto sarai più vigile altre volte più asonnato: va bene tutto, corrisponde alla nostra vita

La meditazione significa adoperarsi con un minimo sforzo lieve a repurerare l’osservazion e ridiventare protagonisti in prima persona di cio che ci succede.

Bello no 🙂 Anche semplice 😉

Simone

Infatti il mio dubbio era proprio questo xchè avevo sentito parlare delle diverse fasi possibili della meditazione,nella quale si può riuscire a entrare nelle onde alpha,tetha e infine delta,ma mi sfuggiva appunto come potesse essere che posso entrare in uno stato profondo di sonno,se devo rimanere vigile.
Ad ogni modo non ho molte difficoltà nella meditazione,anche se penso che mi fermo alle onde beta:),+ che altro ho difficoltà a capire come fanno quelli che la utilizzano come stile di vita,e quindi cercano di rimanere (a meno che non sia necessario ovviamente) senza pensieri in testa.
E’ difficile abituarsi a tutto quel silenzio;credo ci si annoi parecchio:),ma probabilmente è anche quella questione di abitudine,anche xchè solitamente si tende a crearli apposta i pensieri,o xlo- delle musichette,in modo da tenere la mente occupata e non annoiarsi appunto!

Claudio

Vivere Pienamente il momento presente non è mai noioso, anzi!

Ti annoi quando non sai come “ammazare il tempo”.

Quando sei nel presente sei semplicemente in una dimensione, l’unica in cui viviamo veramente, priva del concetto del tempo (esatto il tempo è solo un concetto)

Ricorda un momento in cui eri totalmente preso dall’esperienza che stavi vivendo, il tempo in quei casi scorre veloce!

Nicola

Ciao Claudio, complimenti per il sito. Ho provato la tua meditazione guidata trovandola piacevole e ben realizzata.
Mi sono avvicinato a questa pratica da poco più di due mesi ed ho le idee un po’ confuse a causa delle numerose tecniche reperibili qua e là sulla rete. Mi sono soffermato sul tuo sito perché risponde ai miei canoni di chiarezza e semplicità. In questi tempi di tuttologia e grande abbondanza di nozioni avere un porto sicuro nel quale approdare non è cosa facile. Per me la meditazione rappresenta questo porto dello spirito, un luogo in cui ripararsi dal mare in tempesta dei pensieri.
Fino ad oggi ho praticato la meditazione trascendentale con la seguente tecnica:
-Occhi chiusi e silenzio mentale per un minuto
-Recitazione mentale del mantra per 20 minuti (La gestione dei pensieri è tale e quale a come la descrivi tu)
-qualche minuto di silenzio mentale poi dischiudo lentamente gli occhi.
Secondo la tua esperienza, questo tipo di meditazione è efficace? Che differenza c’è con una meditazione guidata? Ed infine, è bene soffermarsi per molto tempo su una meditazione guidata o è necessario sviluppare la capacita di farla in completa autonomia?

Cordialmente Nicola.

Claudio

Ciao Nicola, mi fa piacere che hai colto del mio sito proprio il mio obiettivo: spiegare con semplicità come meditare evitando paroloni complicati, religiosi o new ages.

Quello che fai mi sembra efficace: la tua esperienza come è? Questo è quello che conta di più. Non c’è una grossa differenza se non nell’uso del mantra. Io prediligo, specie all’inizio, una maggior focalizzazione su ciò che emerge, dal “silenzio” o dal brusio delle cose dentro e fuori di noi.

Il mantra è un ottima tecnica specie per le “vibrazioni” che percepisci nel corpo che per le suggestioni che suggeriscono il significato delle parole che usi. Per questo lo trovo molto personale: le parole che uso per me potrebbero non piacere a te e viceversa. Se per te va bene continua pure con questa tecnica il procedimento è buono.

Fare in autonomia è, secondo me, quanto di meglio possiamo fare per noi stessi. Questo non vuol dire “cacciare via” gli strumenti che funzionano: significa usarli fintanto che servono e riusarli ogni tanto quando sentiamo di averne bisogno.

Se ad esempio fai tua la mia meditazione guidata puoi farla senza la mia voce magari mentre stai seduto in autobus o in fila ad aspettare. Col mantra risulteresti parecchio “strano” 🙂

a proposito la tecnica che personalmente trovo più “potente” la tecnica “per eccellenza” è, sempre secondo la mia esperienza: la vipassana: ovvero la meditazione di visione profonda. Qulla che hai scaricato guidata da me è una vipassana.

A me piace spaziare da una tecnica all’altra ma effettivamente potrbbe confonderti. Il mio consiglio è scegliti un punto di riferimento stabile, segui quello ed integra pure, ma dando priorità ad una strada: in questo modo, in caso di messaggi apparentemente contraddittori sai quale seguire prioritariamente. Quando poi avrai acquisito una maggiore comprensione ti sarà più facile abbinare cio che prima ti sembrava contraddittorio. Io faccio così: ho più di un maestro ma uno solo è il “mio” maestro. (a proposito se sei di Roma te lo consiglio si chiama Thanavaro lo trovi su google, se non sei di Roma te lo consiglio lo stesso fa ritiri in tutta Italia)

Normalmente il maestro lo riconosci: ti si palesa davanti in modo chiaro. Evita quelli che si proclamano grandi ed usano paroloni, scegli quelli che sanno sedersi affianco a te e ti offrono le tecniche per permettere a te di fare la stessa loro esperienza, senza indottirnamenti da prendere per buono concettualmente e basta.

Io almeno è quello che voglio offrire, da compagno di viaggio, non da guru, sia gratuitamente con questo blog, sia offrendo un corso completo più avanzato a chi lo volesse.

Prima di spendere soldi (non spenderli nemmeno con me in questa fase) vedi se tra le risorse gratuite che trovi qui ti aiutano a delinearti una strada e poi vedi cosa succede, magari ti si palesa il tuo maestro fisicamente davanti a te, o magari ero proprio io a farti da compagno di viaggio: chissà.

Vedi, fai chiarezza, scegli un percorso, poi integri.Forse in cuor tuo sai già da chi andare: ascolta il tuo cuore. Questo è quello che faccio io e questo è quello che mi sento di suggerirti.

Che tu sia felice, Nicola e che tutti gli esseri siano felici

Gio

Ciao Claudio io ti volevo chiedere se meditare aiuta chi soffre di attacchi di panico e volevo anche sapere che differenza c’è tra lo yoga e la meditazione.

E’ possibile scriverti in privato?

Claudio

Ciao Gio, si la meditazione è un ottimo strumento per prevenire gli attacchi di panico.

Lo yoga si focalizza di più su delle figure da fare con il corpo, la meditazione osserva di più i processi mentali. Ma sono entrambe valide per focalizzare l’attenzione sul qui e adesso.

Purtroppo faccio molta fatica a rispondere a tutti in privato 🙁

Spero di avere risposto alle tue domande 🙂

Simone

Ciao Claudio,ti volevo chiedere una cosa che non ho ancora capito sulla meditazione; e nello specifico sulle ‘famose’ onde alpha che si dovrebbero poter raggiungere con essa.
Si dice che una volta raggiunto questo stato la mente può avere importanti intuizioni ed interrogarsi x trovare soluzioni a quesiti,e quindi vagliando le varie ipotesi può creare soluzioni ai problemi.
Ma io non ho capito: questo vuol dire che allora nello stato alfa si possono avere dei pensieri?

Claudio

Quando siamo nella veglia possiamo scegliere consciamente cosa pensare, quando siamo nel sonno, lo fa l’inconscio. Nella fase intermedia possiamo orientare meglio il nostro subconscio.

Siamo più a contatto con un abbassamento delle oscillazioni cerebrali e più vicini alla zona inconscia ma siamo ancora potenzialmente consci. Più riesci a essere consapevole in quella fase e più riesci ad integrarti con la fase successiva. Sei più a contatto con la tua zona d’ “ombra”.

In adolescenza avevo fatto degli studi per orientare la mente concentrandoci e allennandoci a stare in quella fase.

Ora che medito francamente mi piace vivere l’esperienza nel suo fluire anzichè etichettarne il processo. Ovvero preferisco “percepire” anziche stare lì a dirmi “adesso staro nella fase alpha o…” Per questo mi piace distinguere tra “pura consapevolezza” e tecniche per “cambiare lo stato delle cose”

Nel primo caso sei a contatto con la realtà nel secondo te la perdi per volerla condizionare.

Claudio

ciao Maurizio, portala con te nel cuore.

Ogni volta che siamo in lutto (lasciarsi è una forma di lutto) la cosa migliore che possiamo fare è portare e recuperare momenti di vissuto assieme nutriente per te dentro al tuo cuore.

a parole sembra facile ma il lutto va comunque elaborato: possono volerci mesi

che tu sia felice
Claudio

Leonardo Giorda

Ciao Claudio. La mia domanda è questa. Ormai come sai pratico vipassana abbastanza regolarmente da circa 2 anni. Mi chiedevo cosa si può fare per portare quella consapevolezza che si ha nella pratica anche nel quotidiano? Come mi consigli di proseguire nella ricerca? Hai Libri o corsi da consigliarmi? Oppure io pratico intorno ai 20 minuti al giorno. È importante quanto tempo si pratica o anche pochi minuti hanno valore? Grazie

Riccardo

Ciao Claudio,
anche io ho trovato il tuo sito per caso navigando in cerca di sollievo a tutti i problemi che mi affliggono.
Era tanto che volevo meditare ed avevo provato altri sistemi, sempre trovati via web.
Per la prima volta, grazie al tutorial che ho scaricato ed anche alle istruzioni dettagliate che ho trovato su questo sito, sono riuscito a provare sollievo.
Lungi da me dire di “saper meditare”… credo che sia un percorso di autoapprendimento praticamente infinito… ma penso di aver trovato un buon punto di inizio grazie al quale la mia costanza e la mia perseveranza (sperando di averle…:-) mi potranno portare verso una consapevolezza che era quello che mi auspicavo.
Grazie di tutto e spero che questo sia solo l’inizio di un dialogo costruttivo.
A presto

Claudio

sono molto felice Riccardo che tu sia riuscito a trovare sollievo. Come hai detto giustamente è un percorso infinito, ogni tanto riperderai questo “sollevo”, ma lo ritroverai, il bello di questo percorso e che piano piano questo sollievo sarà più la tua dimora abituale.

federico

ciao claudio! sono federico, forse credo tu abbia letto la mia mail dunque, emm,…niente volevo sapere un pò appunto dopo quanto tempo si iniziano a vedere i risultati concreti della meditazione, e poi se il problema che ti ho detto io e possibile superarlo con questa tecnica..

Francesca

ciao claudio, sono Francesca. Mi sono trovata casualmente in questo sito… anzi..direi che lui ha trovato me.. già, perché è incredibile cosa accade quando impariamo ad osservare la realtà in modo oggettivo, accettandola semplicemente e facendosi trascinare dalla vita. Era da un po’ che ti cercavo e finalmente ti ho trovato.. e già.. perché ho proprio bisogno di qualcuno che mi aiuti in questo percorso.. ti ringrazio per i piccoli ma grandi consigli che ho ricevuto leggendo il tuo blog. mi piacerebbe potermi confrontare con te..dove posso scriverti? a presto.

Claudio

Ciao Francesca benvenuta su comemeditare.it! Se vuoi rimanere in contatto con me basta compilare il modulo in alto a destra, riceverai una mia email (con relativo indirizzo) e una meditazione guidata. Se non vuoi la meditazione guidata nella stessa barra a destra, ma in basso, trovi un altro “box” in cui puoi ricevere la email di conferma di adesione alla newslettere. Ovviamente sei completamente tutelata nella privacy e puoi cancellarti con un semplice click.Sono felice che “ci siamo trovati”. è una sensazione piacevole che ho provato quando incontrai il mio maestro e che continuo a provare anche per tutti i compagni di percorso che incontro. è bello sapere che non sono il solo a praticare queesto cammino di consapevolezza e benessere. Benvenuta e che tu sia felice

Claudio

Ne approfitto per ricordare che la Meditazione puoi farla da subito scaricandoti gratis la meditazione guidata in mp3.

è secondo me il modo più veloce per iniziare. Visto che la meditazione è una pratica è meglio farla (praticarla) anzzichè riempirsi di troppe teorie.

Certo anche le teorie sulla meditazione possono essere utili ma le più utili sono quelle che ti aiutano a metterle in pratica…

Ricapitolando scarica (e falla) la meditazione guidata audio gratis che trovi compilando il form in alto a destra e…

Buona meditazione! 🙂

Claudio

La meditazione.
L’ansia deriva da prospettare qualcosa che è nel futuro (anche imminente) anzichè stare con quello che c’è realmente nel qui ed ora. La meditazione è una palestra per allenarti a stare nel qui ed ora.

può interessarti questo:
http://www.feliceadesso.com/2013/06/curare-lansia-con-la-meditazione.html
e questo:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/comemeditare-i-benefici-della-meditazione-in-quanto-tempo-risolve-problemi-come-lansia/

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Graziella

Ciao Claudio. Oltre a ringraziarti per il che ci dai nel campo della meditazione, vorrei chiederti perchè si perde la capacità di fare sogni lucidi. Fino all’età di circa 30 anni, inconsapevolmente, ovvero senza nessuna conoscenza nel campo della meditazione, facevo alcune volte sogni lucidi. Allora nessuno ci credeva quando lo raccontavo, ed io non avevo la più pallida idea di come succedesse.
Molti anni dopo, quando mia sorella ha iniziato le tecniche meditative, ho scoperto che era un dono prezioso che mi veniva fatto quello di avere sogni lucidi, e mi è dispiaciuto molto averne perso la capacità.
La mia domanda è questa: perchè quando ero inconsapevole e non praticante di meditazione, riuscivo ad avere sogni lucidi e ora che cerco di meditare non solo i sogni lucidi sono spariti, ma ho anche difficoltà a meditare?
Mi viene da pensare che il fardello emotivo che porto sulle spalle, nel tempo sia diventato troppo pesante. Sto cercando di seguire i tuoi suggerimenti e quelli di mia sorella, ma mi è davvero difficoltoso.

Claudio

Ciao Graziella la buona notizia è che hai una certa famigliarità quando dovessi rifarli li riconosci e già questo è ottimo: un grande vantaggio verso chi ci starebbe ma non capendo li riperde.
Quando deciderai di rifarli (ci vuole determinazione e costanza) ci riuscirai, calibrando la volontà con l’accoglienza. Il giorno in cui vorrai prendere questo impegno con te stessa comincia col prendere un diario dei sogni e fare test di realtà. La meditazione ti sarà di aiuto. Attenta: troppa volontà crea ansia e disturba il sonno, troppa poca non produce cambiamenti.
Sto pensando se avviare una classe di sogni lucidi o meno.. sono 2 anni che non ne faccio una.. vediamo ho già molte cose che bollono in pentola che non saprei, ma nel caso cerca di partecipare, ti sei messa nell’apposita mailing list?

massimo

Salve, in rif. alla meditaz. con supporto di mantra: a tuo parere come mai in alcune scuole vipassana si sconsiglia di usare questo supporto di meditaz e si sottolinea di preferirgli sempre il respiro…ho sentito delle spiegazioni ma non credo averle comprese bene.Grazie

Claudio

ciao Massmo forse ne faccio un video, ma visto che ci vorrà un po’ intanto ti rispondo.
Ovviamente bisognorebbe sentire chi lo afferma, tuttavia visto che anche io lo sconsiglierei ti do il mio parere.
Se da una parte il meditare con un mantra assomiglia ad una samatha, dal momento che il mantra è effettivamente un oggetto di focalizzazione che si usa in samatha, rispetto alla vipassana ha un difetto mentre al contrario il respiro ha un pregio.
Visto che in vipassana il focus passa dalla consapevolezza focalizzata, all’oggetto alla consapevolezza pura: il mantra ha una sua propria vibrazione o suggestiona che orienta “viziando” la meditazione verso il mantra e non verso una consapevolezza pura, mentre il respiro è naturale è lì in ogni istante e diventarne consapevoli significa entrare nell’esperienza di vivere.. vivere il qui ed ora. Quindi il mantra vizia il respiro favorisce la consapevolezza pura.
Questo il mio personalissimo parere

Antonio

Ciao, ho intenzione di intraprendere un percorso di crescita personale al fine di limitare i danni da stress da lavoro per lo più che mi porto da qualche anno.
Prima di intraprendere il percorso, sto facendo alcune ricerche in merito alle varie tecniche meditative esistenti e percorsi di tipo psicologico, non necessariamente individuale, tipo il training autogeno.
Tra queste tecniche di meditazione, mi hanno consigliato quelle di Osho.
Volevo sapere cosa ne pensi delle tecniche proposte da Osho ( che peraltro ne sono diverse).
Io sarei più orientato verso il training autogeno, o meditazioni tipo mindfulness o meditazione trascendentale.
Grazie anticipatamente

Claudio

Ciao Anonio intanto mi congratulo per il desiderio di fare un percorso di crescita personale.

Un supporto di un professionista rimane secondo me, sempre un supporto valido ed in certi casi imprescindibile.

Il training autogeno, per quanto calmante, lo trovo limitato (è un parere personale ma è questo che mi chiedi).

Osho, può essere valido, specie se hai difficoltà a rimanere fermo, ma tenderei a non caldeggiarlo più di tanto specie perchè è molto “Osho” nel senso che è molto legato alle sue credenze spirituali (validissime per carità).

Mindfulness è perfetta (ma sono di parte visto che insegno la vipassana da cui nasce la mindfulness).

La trascendentale pure può funzionare, sicuramente ha un effetto calmante, costa un po’, ma in genereale chi la fa ne è abbastanza contento.

Vipassana-Mindfulness per me è la migliore: non solo ha una parte “calmante” ma sviluppa la consapevolezza a tuttotondo.

Mi sento di consigliarti un corso che ho fatto sull’ansia e lo stress, qui trovi la pagina di presentazione, come in tutti i corsi che propongo c’è la garanzia soddisfatto o rimborsato:
https://www.comemeditare.it/ansia

Antonio

Grazie Claudio per la rapida risposta.
Sto valutando quale sia per me il miglior percorso da seguire.
Diciamo che la “via”di Osho l’avevo esclusa a priori, l’avevo introdotta solo perché una persona a me cara la consigliava fortemente.
Le opzioni più serie sono la Mindfulness o la M.T. o eventuali percorsi personalizzati.
Grazie ancora

Claudio

prego Antonio, se vuoi ancora il mio parere sulle due a confronto lo trovi qua:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale-o-vipassana/

ma se hai già una tua idea lascia perdere e segui il tuo istinto, vai nel link solo se hai dei dubbi o poca conoscenza di entrambe.

Un percorso seguito personalmente dal vivo sarebbe ideale, ottima scelta. Altrimenti online ho il piano di coaching in abbonamento mensile: https://www.comemeditare.it/proposta ma dal vivo è meglio 😉

Fiorenzo Ranucci

Buongiorno Claudio grazie per i tuoi preziosi suggerimenti su come meglio meditare. Ho da un po’ di tempo tralasciato di seguirti in quanto impegnato in alcuni percorsi di approfondimento sulla medicina energetica che insieme all’alimentazione naturale sono due dei campi che seguo e sempre più cerco di approfondire da alcuni anni. Mi sono avvicinato a te qualche anno fa acquistando uno dei tuoi corsi che non riesco più a trovare ed un tuo testo. Ti stimo ed apprezzo sia dal punto di vista professionale in qualità di esperto della Vipassana e sia da quello umano spirituale. Vorrei riprendere, tempo permettendo a seguirti. Ti chiedo anzitutto se ti è possibile ritrovare il corso che avevo acquistato e poi mi necessiterebbe una tua spiegazione sulle differenze tra le varie meditazioni in particolare con la trascendentale di Marahishi e la Mindilfuness. Per quanto riguarda i tuoi consigli sulle cinque regole base per rendere migliore la Meditazione che hai indicato, ti chiedo nel caso di una problematica fisica valgono ugualmente ed eventualmente come approcciare il disagio bio chimico fisico? Per ora ti ringrazio per l’attenzione e ti invio un mondo di luce per la tua benefica attività

Claudio

Per quanto riguarda le varie meditazioni qui trovi un articolo in cui parlo di varie tecniche:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/tipi-di-meditazione/
la vipassana e la la mindfulness si assomigliano e ne parlo qui:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-vipassana/mindfulness-vs-vipassana/
Qui confonto la vipassana con la meditazione trascendentale, ti consiglio questo articolo, credo che già solo questo soddisfi gran parte delle tue curiosità:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale-o-vipassana/

per quanto riguarda il disagio avrei bisogno di maggiori informazioni. Qual’è il problema? Il dolore? La non accettazione del problema (che blocca ogni possibile risoluzione)? O cosa? Se vuoi intervenire direttamente nella chimica userei la chimica, se vuoi agire energeticamente, benchè la meditazione fa il suo, credo che tu ne sappia più di me se ti occupi di queste cose.

Evidenzio solo il pericolo della “seconda feccia“: ovvero quel disagio (che alimenta il malessere)che nasce dalla non accettazione dello stato delle cose che non permette di prenderne atto pienamente. Intendo l’avere fretta ed ansia di cambiare “cio che c’è” in “ciò che idealmente vorremmo ci fosse”

Claudio

Ciao Eleonora, grazie dell’interessamento e congratulazioni per il desiderio di fare un percorso meditativo. Attualmente faccio solo corsi online, mi sto concentrando da molti mesi sulla realizzazione di un corso sull’aldilà e mi sta prendendo molte energie quindi non ho in programma corsi in presenza da qui a poco tempo. Comunque per essere avvisata ti invito a iscriverti alla mailing list apposita che trovi qui:
https://www.comemeditare.it/eventi/

Claudio

ciao Maurizio se ti riferisci al servizio in abbonamento chiamato Come Meditare Coaching il pagamento evverrà ogni 300 giorni e verrà rinnovato in maniera automatica. Normalmente suggerisco di fare almeno i primi 4 mesi ma c’è chi rimane anni (siamo in pochi però altrimenti faccio fatica a rispondere alle domande di tutti). Puoi disdirti quando vuoi anche nel periodo gratuito se previsto.
Tutti gli altri prodotti invece non sono in abbinamento, li paghi una volta sola e rimangono tuoi virtualmente “a vita”

Luca

Ciao Claudio,non ricordo in realtà se ti ho già posto questa domanda in passato: anche se non esiste una durata ideale, per un meditante relativamente esperto, con più di 500 ore di meditazione, quale credo sia la durata ideale di una sessione di pratica ?
Grazie ☺️

Claudio

ciao Luca, ad un esperto direi di non focalizzarsi molto sulla durata, ma di mettere comunque un timer e attenersi alla durata preipostata, per evitare di smettere “quando ti rompi” ma di andare in fondo ed attraversare anche quei momenti.
20 minuti, 30, 40, 60, anche 10 vanno sempre bene.
Ciò che comunque direi ad un esperto è, se non ha mai fatto un ritiro, di farlo

Beniamino.sordoni

Buon giorno Claudio, scusa se non è il luogo adatto per chiederti un parere, ma meditando secondo il metodo del mio maestro di meditazione, mi stò focalizzando sulla non mente.
Il problema che cosi’ facendo tendo a spegnere il cervello, con abbassamento graduale della mia vitalità. E semi sembra che la mia mente si ribelli a questo spegnimento.
Sai dirmi qualche cosa?
Un saluto
Beniamino Sordoni

Claudio

ciao Beniamino, inannzitutto è proprio il luogo adatto per pormi le domande e mi fa piacere.

La vera risposta che posso offrirti è: se hai un maestro segui con fiducia le sue indicazioni ed eventuali dubbi dipanali con lui: se dicessi cose diverse che fai?
Abbi fiducia nel tuo maestro altrimenti è meglio cambiarlo.

Il punto è questo: cosa significa meditare sulla “non mente”? come si fa? Cosa fai esattamente?
è una cosa molto sottile e delicata da fare e può essere molto destabilizzante.

Se il tuo maestro sa quello che sta chiedendoti, o è un incapace ad insegnare o è uno che sa che tu sei all’altezza di fare questo passo: abbi fiducia il lui ed in te stesso.

Certo chè è destabilizzante, se mediti sulla “non mente” la “mente che mente” non ci stà: è normale che accada solo che rishi di perdere tutti i tuoi punti di riferimento: è un bene?

dipende.. se sei pronto sì, altrimenti rischi di fare danni nel destrutturare una personalità specie se è fragile e non pronta. (Io tendo a non farlo o solo con pochissime persone)

Ma torniamo al punto: presumo che il tuo maestro ti conosca mentre io non ti conosco.
Perchè lo chiedi a me? Ti fidi sul serio del tuo maestro?

Ti consiglio di mostrare questa tua domanda (e la mia risposta) al tuo maestro e parlarne con franchezza ed apertamente, perchè anche il fatto che tu l’abbia chiesto a me o non a lui denota un tarlo nella fiducia che hai in lui: questo tarlo non ti aiuta.

Il migliore aiuto che posso offrirti quindi, non è dirti che è sbagliato o giusto meditare sul non sè: posso solo fare 2 cose per te:
1) dirti che è normale l’effetto destabilizzante che produce e soprattutto
2) levare quel tarlo e parlarne col tuo maestro.. Quest’ultimo è il “lavoro” più importante al momento perchè senza fiducia (in te e nel maestro) vai poco lontano.

Non temere di metterti a nudo davanti a lui condividendo i tuoi dubbi, osa!

S.

Ciao Claudio, sono un laureando magistrale in filosofia con due tesi di carattere buddhologico all’attivo, di cui una di tipo sperimentale. Mi piacerebbe vivere insegnando il Dharma e la meditazione, pur consapevole che la loro natura non sia economica e il loro scopo non sia quello di consentire l’arricchimento materiale. Tuttavia, bisogna pur svolgere un lavoro per mantenersi e il migliore sarebbe quello conforme in massimo grado alle proprie passioni.

Mi piacerebbe, dopo la laurea, iscrivermi al Master in “Studi orientalistici e interculturali” della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini, per approfondire le mie conoscenze in materia di pensiero “orientale”. Inoltre, vorrei conseguire il Master in “Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze”, promosso dall’Università La Sapienza di Roma. In tal modo, dopo cinque anni di studi filosofici e due Master, avrei un’ottima formazione, quanto meno di base.

Mi chiedo, però, se il lavoro di insegnante di mindfulness sia in grado di consentire il pieno sostentamento di una persona o se invece non debba essere un lavoro secondario da affiancare ad un altro meglio retribuito. Ti andrebbe di raccontare la tua esperienza sotto questo aspetto?

Claudio

ciao S. i monaci possono permettersi di fare una vita del genere noi laici abbiamo qualche difficoltà in più. Per me è stata una scommessa ed un azzardo poterci provare, avevo però 2 cose a mio favore, forse 3..

la 3a, che potresti avere anche tu, la capacità di potere rinunciare facilmente a tanti lussi ed ad una posizione sociale che la società “si aspetterebbe da te”, ovvero non ho problemi -più di tanto- a stringere la cinghia.

le altre due sono:
1) avevo una casa di proprietà e qualche, seppur minima, rendita passiva (ma avevo ed ho tutt’ora un figlio da mantenere ecco perchè dico “più di tanto”)
2) avevo un “piano B” compatibile con quello dell’insegnamento della meditazione (insegnare il Dharma è un po’ più delicato, ma è un’altro argomento) ero anche un counselor diplomato e potevo spostarmi lì.. anzi a dirla tutta quello era il mio “piano A” ma alla fine ha prevalso la meditazione su tutto.

Ho avuto anche la fortuna di incontrare un maestro di Dharma (Italo Cillo) che era anche insegnante di marketing online e mi ha dato molto (sia spiritualmente che nel marketing etico). Ma erano tempi in cui era strano pagare qualcuno online ed ad oggi ancora molti ritengono che dare dei soldi per imparare la meditazione sia strano e che dovrebbe essere gratis (dimentichi che in oriente la generosità è ampiamente diffusa, qui in occidente è più “karmicamente corretto” chiedere soldi.. ma anche questo è un’altro argomento).

Anche il mio maestro radice (Mario Thanavaro) che è stato un monaco theravada per 18 anni ha scelto, una volta smonacato, di insegnare meditazione e Dharma, faticando non poco. Da monaco ed abate era “coperto” anzi maneggiava i soldi che riceveva per i monasteri di cui era abate e diceva a se stesso “quanto costa alla comunità mantenerci in povertà”, ma da laico, senza un abito ha faticato parecchio tuttavia vive di quello.

Ad oggi, se non avessi figli credo che potrei viverci di sola “meditazione”, o meglio sopravviverci, facendo estrema fatica (faccio fatica anche con le altre entrate), ma sono felice della scelta di avere rinunciato a fare il produttore teatrale (in cui il solo stipendio giornaliero di uno dei miei attori corrispondeva a più di quello che percepisco in un mese). Non tornerei mai indietro.

Probabilmente ti consiglierei di provarci e mantenere anche un lavoro magari compatibile con l’altro e vedere, quando ti sarai avviato, se e come puoi rinunciare all’altra entrata.

Inutile dirti di avere un sostentamento corretto visto che conosci l’ottuplice sentiero, probabilmente avrai anche la vocazione ad assistere gli altri, quindi mi sento di ricordare quel saggio cinese che disse: “scegli un lavoro che ti piace e non lavorerai mai un solo giorno della tua vita”

Simona

Ciao Claudio, mi piace molto il restyling del tuo sito web. È più intuitivo, scorrevole e veloce nella lettura. Come sempre ciò che scrivi e tuoi video sono perle di saggezza. Trasmetti pace e serenità. Grazie.

Gianluca

Grazie Claudio. Sempre gentilissimo.
Quindi l’approccio mindfulness nella Vipassana dovrebbe essere quando siamo pienamente presenti ad ogni stimolo che arriva?
Se arriva un rumore, ne siamo coscienti, se sentiamo una porta sbattere ugualmente.
Quindi una continua consapevolezza.

Claudio

ciao Gianluca, ho notato che chi pratica la meditazione di consapevolezza imparandola tramite le scuole di mindfulness ha una maggiore propensione a etichettare per esempio
quando dici “rumore” hai già perso molti passaggi eccone alcuni:

1 una vibrazione ha toccato il tuo orecchio
2 era sgradevole e anziche “suono” lo hai già chiamato “rumore” come se la sgradevolezza fosse esterna, del suono, non interna, del tuo modo di percepirlo.
3 “porta” è una immagine preconcetta preesistente nella tua mente che hai appiccicato a quella esperienza “riconoscendola” più che “conoscendola”: stai proiettando il passato o l’ideale all’esperienza reale del momento

Non ti preoccupare è comune non scorgere questi passaggi, ma voglio aprire in te e in chi ci segue la possibilità di coglierli dando all’etichettare una effettiva utilità superficiale, allo stesso tempo, per andare a fondo bisogna essere in grado di aprirsi ad esplorare anche oltre le etichette.

c’è un mondo di accadimenti prima che la mente frettolosamente si sbrighi ad etichettare e archiviare smettendo di esplorare e raffinare la conoscenza

Gianluca

Grazie Claudio. Ho capito benissimo cosa intendi. Cioè se l’approccio è quello mindfulness dell’etichettare, che sia quantomeno un etichettare fatto dai vari stimoli che arrivano all’esperienza.

Claudio

quando sei consapevole di quello che ti succede stai meditando bene.

Non è quindi il respiro diverso dalla tua aspettativa idealizzata a cui credere (è solo un ideale ed appartiene al mondo delle fantasie) ma al fatto che ti stai accorgendo di esso: che è consapevolezza.

Di fatto è impossibile “non riuscire a meditare” vai quì e ti sarà più chiaro:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/non-riesco-a-meditare-ecco-come-con-la-tecnica-di-meditazione-vipassana/

Gianluca

Ciao Claudio,
hai parlato di Vipassana con approccio mindfulness per quanto riguarda l’etichettare.
Cosa intendi? Il fatto di esserè pienamente coscienti ad ogni stimolo?

Claudio

ciao, quando ti dicimentalmente “sto respirando” o “sta abbaiando un cane” o “mi ero distratto” stai etichettando.

Abbi pazienza se non rispondo subito, specie se mi scrivi nei fine settimana, ogni tanto anche io vado in vacanza o faccio dei ritiri in silenzio da tutto: mai stai tranquillo che appena posso rispondo

elsa flora

ciao sto cercando un corso di buddhismo però io sono prothestante, andrà bene lo stesso? comunque adesso lo cerco su internet perchè l’unico che ho trovato a chiavari è stato chiuso l’anno scorso. mammammia che posto di merda che è chiavari…è un unica famiglia con gli stessi parenti e i figli tutti imparentati… io ho sempre abitato a bologna e quindi mi sono iscritta ma ho frequentato pochissime volte al corso di yoga di jimmi dei ramana però era bellissimo…ad esempio mi potrebbe servire come meta per andare in bicicletta da qualche parte…vabbè adesso è inverno e vado a piedi, sigh, dal monte curlo…che però è un posto splendido…per ora mangio yoga cioè sono vegetariana, sai avevo scritto alla regina elisabetta e al papa e mi hanno detto di non preoccuparmi e di aggiungere il pollo e un pò di delikatessen…a marsiglia mangiavo la frutta sciroppata-il patè-e le chips con tre euro al giorno grazie alla chiesa e alla mendicanza, non so se si dice così, perchè mi hanno rubato i soldi della vacanza ma mi piaceva tantissimo stare lì e non più a chiavari. boh comunque non credo alla esistenza di dio e degli dei infatti ho la fede nella chiesa e nei santi, ciao da elsa, salute et amen.

Claudio

ciao Elsa puoi seguire un corso di buddhismo che te ne sveli i contenuti senza cercare di covertirti: io devo al buddhismo l’essermi riconcigliato con la mia religione matrice che è il cristianesimo (nel mio caso prevalentemente cattolico).
Se uno segue il senso profondo di ciascun insegnamento dovrebbe giungere alle stesse conclusioni.
Posso proporti il corso fatto da me (sono apprezzato per il modo semplice e diretto di svelare le cose) c’è una versione gratuita che contiene 3 e passa ore del corso completo a pagamento (che è di circa 4 ore)
qui puoi avere gratis, in piccole pillole, la parte gratuita del corso che è già abbastanza completa di per se:
http://www.comemeditare.it/buddismo-corso-gratis

se invece ti interessa completarlo velocemente e farlo tutto puoi scegliere la versione a pagamento (costa poco):
https://www.comemeditare.it/buddismo/

Martin

Caro Claudio,

Grazie alla meditazione e ad experts come te che ne divulgano l essenza con la praticità insegnata anche dal tuo ultimo libro, ho superato stati di ansia gravi e compromettenti che duravano ormai da decenni e resistevano a ai farmaci ed alle psicoterapie convenzionali.

Prima più di stile induista (Advaita Vedanta…almeno penso 😅), con l obiettivo di connettermi a ciò che di più profondo e sicuro trovassi dentro di me attraverso il respiro,
adesso principalmente Vipassana (anche se mi piace ancora oggi ogni tanto concedermi un bonus di Advaita, per me piu metafisico, visto che trovo siano complementari e non incompatibili come alcuni dicono)….
pratico quotidianamente da tre anni e da circa 1 anno ogni giorno è Vipassana.
Le mie paure sono diventate un libro aperto e piu vado avanti più questo libro si trasforma in una lettura piacevole ed intrigante 😊

Se da una parte sono riuscito a dissolvere l ansia nei momenti di solitudine e posso finalmente vivere con piacere la mia propria compagnia (stare da solo è stato il mio incubo per anni…)
dall altra, la mia sfida attuale sono i momenti di over-reaction quando mi trovo in situazioni di stress nel mezzo del caos sociale. Situazioni comuni e semplici come qualcuno che ti taglia la strada nel traffico….🥵

Quello che noto in questi casi è che il tempo che in casa mi permette di mettere a fuoco il qui e ora, manca in queste circostanze dove a volte l eccesso di @Sensazioni@ può scaturire in un attacco di panico mentre ad esempio stai parlando ad un pubblico o comunque una reazione di cui sai già che non sarai orgoglioso 😅
In quei momenti, diversamente da casa, non puoi stoppare tutto e prenderti un momento, soprattutto mentre dialoghi con persone in contatto visuale. Ti rendi conto di quello che ti succede dentro, ma allo stesso tempo devi continuare il “discorso” con chi ti sta davanti guardandoti negli occhi… e allora vado in overload e confusione 😂
Quando sei in macchina e il tale ti taglia la strada, la mia reazione di stizza è molto più rapida della mia presa di coscienza…che alla fine delude perché ancora una volta arriva tardi e quindi non è più concretamente utile

Mi rendo conto che si tratti di meccanismi e soluzioni che potrebbero essere lavorate in ambito cognitivo comportamentale ma sinceramente sono arrivato alla conclusione che là meditazione e la ter cogn comp siano più simili di quanto si possa pensare…😅 (mi permetto di parlare solo della mia esperienza che però include anni di psicanalisi, psicoterapia di esposizione, farmaci ormai smessi etc…)

Sono molto felice del mio percorso e ancor di più di poterlo dire con la serenità nel cuore dopo decenni di ansia patologica che ho perso tempo a combattere invece di abbracciare, sia perché ero troppo giovane che per la confusione con cui le cause e gli effetti mi dominavano a volte per ore che alimentavano altre ore cin sensi di colpa ed insicurezze

Bene,
Dopo questo sproloquio e sempre tu ne abbia tempo, ne approfitto per ringraziarti per quello che fai e per chiederti se hai un consiglio o un opinione su come applicare la Vipassana nei momenti diciamo piu’ busy del quotidiano in cui non ci troviamo nell ambiente protetto di casa ed i tempi di reazione richiesti sembrano irrealmente brevi 😁

Che tu sia Felice Claudio 🙏🏼

Ps.: e per felicità intendi la pace che ci permette di vedere la magia di ciò che già esiste intorno a noi

Claudio

ciao Martin , spero di riuscire a darti una risposta più esaustiva al momento dico che..

tecnicamente il modo lo conosci già: riporta la tua attenzione al qui ed ora (respiro, sensazioni alla pancia eccetera). “Ma non è possibile: è troppo veloce!” potresti rispondermi. Ma anche il pensiero è veloce, molto più della luce, basta riportare l’attenzione al respiro anche mentre sale la rabbia o l’ansia “da palcoscenico”. Non importa se credi che stai perdendo tempo: è l’ansia che te lo fa pensare. Invece “investire degli istanti per riportarti alle sensazioni scardinerà il loop di pensieri compulsivi che neanche sai di avere e che ti fanno crescere l’ansia.

Per quanto riguarda il bellissimo PS che hai scritto è proprio quello il punto, anzi quello è “il centro di gravità permanente” è la felicità che non cambia ne con gli alti ne coi bassi ovvero è la vera felicità. E benchè apparentemente meno raggiungibile quando siamo in preda a rabbia e turbamenti vari lo è: è accessibile sempre e comunque

tanta gioia quindi

Luca

Buongiorno Claudio,la mia è una curiosità da praticante ed Istruttore Mindfulness: quanto dura una tua sessione di meditazione?
Sto parlando della meditazione seduta principalmente….grazie

Claudio

ciao Luca, innanzitutto scusa per l’ attesa.

Non c’è un tempo sempre uguale a se stesso. Per me stesso dipende da quanto tempo ho 10,15,20,30 minuti, forse più spesso 20, ma anche 1 ora o più. Dipende. Normalmente preferisco fare più di una al giorno piuttosto che una sola lunga, ma anche qui dipende: potrebbe succedere che sento il bisogno di fare sessioni più lunghe ed in tal caso la “norma” se ne va a quel paese.

Da istruttore tendenzialmente non c’è una “norma”: dipende dal “qui ed ora”. Sento e pecepisco il mood che allo stesso tempo posso influenzare. Posso decidere tal volta di rispettare una percezione di stanchezza o di calcare un po’ la mano anche a seconda di chi ho davanti e dalla pratica che stiamo facendo o dall’argomento di riferimento. Una metta completa richiede dei passaggi che possono avere un loro tempo, ma posso ricreare una metta più semplice.

Un incontro dal vivo dura 1 ora e mezza ma in quel lasso di tempo posso proporre più di una pratica con anche un discorso di spiegazione/introduzione o “Dharma”.

Normalmente ad un conduttore suggerisco di farsi strumento e mettersi da parte. Ovvero benchè uno possa avere preparato un argomento, nel momento dell’incontro meno “io” c’è, più si diventa catalizzatori di un flusso che non è più “mio”, difatto è come se fossi uno strumento, come ad esempio un rubinetto, che non è l’acqua che ne scorre dentro.

Sentire quel flusso fa parte delle migliori esperienze, le peggiori sono quelle dove l'”io” si è reso più protagonista: io sono fico, io sono preparato, io insego a te (io sono ok tu non sei ok), io ho una scaletta e deve essere rigida (anche se la platea che ho davanti è diversa da quella per cui ho preparato la scaletta) eccetera.

Ti propongo una suggestione per capirci meglio: Gesù ha detto che quando delle persone sono riunite in nome suo Lui sarà lì. Da un punto di vista esoterico si tratta di permettere a “Lui” di esserci, tu sarai solo un catalizzatore: meno ego c’è più flusso “non tuo” si manifesterà. Cionondimeno sta a te fare da strumento di catalizzazione. Ricordandoci che il potenziale del risveglio è in chiunque (Buddhità).

Da un punto di vista psicologico si tratta di usare un approccio Rogersiano di rispetto del gruppo con empatia, accettazione incondizionata e autenticità (non temere di evidenziare aspetti delle propie difficoltà se possone essere di aiuto). Anche ricordare l’approccio dell’okkeità (io so che tu sei ok proprio come me) aiuta a “scendere” dal palco dell’ego.

Alla fine mentre aiutiamo gli altri ad “Ascoltare” non possiamo esimerci “dall’Ascoltare” noi stessi il “qui ed ora” nel suo fluire. Quindi non può esserci una “norma assoluta”.

Gianluca

Buonasera, devo ancora finirlo il libro ma mi piace per ora. Ho letto un po’ di libri di tich nath han e simili , più o meno il concetto e sempre lo stesso, non farsi dominare dai pensieri del passato e del futuro e vivere il presente ricordandoselo spesso con la meditazione… Sono rare le volte che la meditazione del respiro mi dia “serenità”.., spesso queste respirazioni mi mettono ansia e palpitazioni, non capisco perché. Non riesco a respirare molto bene con il naso (nonostante abbia fatto recentemente una rinosettoplastica e turbinati) , quindi limito l’aria che entra…forse e questo il problema che mi crea ansia e palpitazioni ?..
Di buono posso dire di ricordarmi spesso di fare qualche respirazione ed espirazione per tornare nel qui e ora , anche se spesso è la rabbia a controllare me e non io lei …
Comunque mi sembra un libro molto interessante e approfondito, un libro da riprendere spesso in mano.

Claudio

ciao Gianluca, il motivo per cui ti succede questo lo posso solo immaginare, ma non lo posso sapere. Nel mio immaginario -del tutto da verificare- credo che possa essere che fatichi a lasciarti andare all’esperienza qualunque questa sia. Rabbia, ansia, paure possono essere osservati e trascesci, ma se ci fai a braccio di ferro, quando emergono, non fai che aumentare l’avversione (leggasi rabbia) e la voglia di eliminarle oltre alla paura (potresti dire “oddio e adesso che mi sta capitando”). I pensieri sono subdoli e rientrano dalla finestra appena sei riuscito a metterli alla porta, ma questo vale per tutti anche per me.
dai una occhiata qui:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/ansia/meditando-mi-cresce-lansia/#more-30340

Claudio

ciao Carmine penso che è strano che ti affidi ad uno psichiatra per farti curare, vai da lui lo paghi e poi chiedi ad uno che non hai mai incontrato e che non fa il medico (e di farmaci ne sa poco) cosa ne pensa della cura del tuo psichiatra. Mi spiace Carmine non mi occupo di farmaci ma di meditazione, non posso sostituirmi al tuo psichiatra di fiducia e non sono in grado di rispondere alla tua domanda, non ne ho il titolo.

Alberto

La meditazione vipassana (” palestra per allenarsi a stare nel qui ed ora “) può portare ad uno stato di visione superiore (illuminazione) ?
Se sì… in che modo opera a tal fine?
Grazie 🙏

Aniello

Ciao Claudio sono Aniello ti ho incontrato “per caso” su you tube. Volevo chiederti osservare un pensiero durante la pratica, cosa vuol dire?cosa si osserva del pensiero senza identificarsi? Così come per le sensazioni fisiche o l’emozioni, cosa si osserva?
Grazie
Un caro saluto
P.s. in quale città svolgi i tuoi corsi

Claudio

ciao Aniello, quando osservi il respiro sai che stai respirando analogamente coi pensieri, le emozioni eccetera.
Ad esempio stai meditando e pensi che quando finisci vai a pranzo. Ti accorgi che stai pensando e sai che c’era questo pensiero, potresti vedere come questo pensiero genera in te brama, desiderio. Potresti vedere una specie di insofferenza per il fatto che stai meditando (che è il seme dell’avversione e dell’odio) potresti anche notare che i muscoli si sono tesi come per prepararti ad alzarti.
Ovviamente è solo un esempio a te potrebbero capitare cose diverse ma in questo esempio hai osservato il pensiero, le sensazioni dei muscoli, l’avversione, l’attaccamento eccetera.
Al momento (col covid) faccio online

Alessandro

Ciao Claudio,
ultimamente quando medito ho la sensazione di non lasciare lo spazio necessario affinché i pensieri sorgano spontaneamente. Mi sembra o di “scegliere” pensieri che ho in testa durante la giornata, o di “sopprimere” ciò che potrebbe sorgere ritornando immediatamente alla respirazione. Sono troppo razionale o sto rimanendo troppo in superficie?

Marcella

Ciao, pratico la meditazione (15 minuti al mattino) da circa un anno. Quando, per un motivo o l’altro, non lo faccio, mi accorgo della differenza con cui reagisco alle varie occasioni di stress quotidiano. La mia domanda è questa : talvolta, concentrandomi sul respiro, attraverso gli occhi chiusi , mi capita di vedere immagini molto colorate, quasi un caleidoscopio. Sono immagini astratte in movimento, che agganciano la mia attenzione.
Sono molto piacevoli da osservare. Ricordano un po’ le immagini di nebulose e galassie. Mi piacerebbe conoscere il tuo parere.
Grazie, per tutto il lavoro e il supporto che dai. Marcella

Mary

Ho trovato chiare e semplici le spiegazioni fornite. Altrettanto la meditazione. Volevo però chiedere qualora all’interno della meditazione di volesse inserire un pensiero o una frase di guarigione fisica o mentale quale il momento migliore?

angelo

Ciao. Ho letto molto sulla vipassana (e forse praticato poco) e mi sorge un pò di confusione riguardo al fatto che alcuni insegnanti (molto importanti) fanno interminabili elenchi di cose su cui appoggiare la meditazione (tipo i 7 fattori di risveglio se ci sono o no, le condizioni della mente..etc) rendendo la meditazione forse un pò artificiale ed altri che dicono genericamente di basarsi solo su quello che si sperimenta spontaneamente. Alcuni sottolineano l’importanza del “nimitta” ad esempio e sembra che senza che questo “segno mentale” la vipassana non possa neanche iniziare. Altri neanche lo citano. Io non l’ho mai sperimentato. Sono un pò perplesso

Daniele

Ciao Claudio, innanzi tutto ti ringrazio per quello che fai, perchè è grazie ai tuoi video che ho potuto provare e avvicinarmi alla meditazione.
Se possibile avrei due domande da porti:
1)Oltre alla sessione seduta e a quella camminata, come potrei portare la meditazione nella vita quotidiana?
2)Nella meditazione seduta, trovo piu’ difficolta’ nello stare con l’oggetto che in quella camminata. Questo perchè durante la seduta si presenta molto spesso il torpore, o comunque non chiarezza nella mente. Molti pensieri che mi distanziano dall’ osservazione del respiro. Cosa dovrei osservare in quei momenti? come potrei fare?

Spero di essermi fatto capire.
Veramente Grazie.

Selenia

Caro Claudio, hai parlato una volta del vedere i nostri meccanismi nel profondo…quando si va in profondità….col respiro vado giù e vedo le dinamiche…ma non ad un livello concettuale ..se puoi spiegarlo meglio…questo Vedere che non viene dalla mente…e quell’andare giu’ … Anni di Mediazione , ma forse qualche difficoltà a comprendere questa profondità …vedo le dinamiche ma a livello mentale
Grazie
Che tu sia felice che tutti gli esseri Siano felici

Roger

ciao Claudio! Puoi chiarire i passagi da meditazione del respiro alla Vipassana! partendo dalle differenze spiegandone le caratteristiche e arrivando alle modalita’ applicative, con i relativi risvolti applicativi in campo clinico .Non mi sono ancora molto chiari: approfitto della tua competenza e grande pazienza per entrare in consuetudine con argomento la cui applicazione non mi trova pronto in maniera agevole. Grazie della tua presenza! Roger augurantodi ogni bene!

Claudio

abbi pazienza Roger, preferirei non aggiungerti troppe nozioni, al momento sai già quano “la consapevolezza” sia preziosa e per quel che ti riguarda direi che basta così altrimenti rischi di spostare l’esperienza della presenza in concetti e ideali da seguire

Vito

1) Claudio puoi dirci in che modo la meditazione riesce a riportare calma nella mente?
2) E’ vero che chi pratica la meditazione riesce a controllare meglio le proprie emozioni negative?
Grazie.

Anna Morello

Salve Claudio ,ho fatto il ritiro dei 10 giorni di Vipassana,purtroppo non riesco a praticarla per due ore al giorno,vorrei sapere come mai a.volte.non sento nessuna sensazione nel.corpo?forse la mia mente è ancora molto grossolana?le sensazioni sottili non le avverto ..grazie

Gabriele

Ciao Claudio,
sono interessato al rapporto tra aspetto recettivo e aspetto riflessivo delle meditazioni. La vipassana mi pare di poter dire che ha entrambi questi aspetti: la recettivita’ negli stimoli che vengono dal corpo(caldo, freddo, pruriti, dolori), la riflessivita’ nella rappresentazione immaginativa di particolari del corpo. Un abbraccio

Claudio

ciao Gabriele, idem come paer altri: in attesa di un articolo specifico che estrarrò da questo video, intanto ti linko il video per intero in cui trovi anche la tua risposta ma credo che troverai tutto il video interessante perchè altri, con una formulazione diversa, hanno avanzato dubbi simili ai tuoi:
https://youtu.be/Ok4qkNJ1FgE

Roberto

Ciao Claudio, piu’ che porti una domanda specifica, volevo condividere con te questa mia esperienza: non appena comincio a meditare, mi viene istintivo cominciare ad organizzare mentalmente le mie giornate. All’inizio questo mi dava l’impressione che grazie alla meditazione stessi diventanto piu’ produttivo ed organizzato, poi pero’ ho capito che questo era abbastanza invalidante ai fini della meditazione, cioe’ ottenere concentrazione va bene, ma vorrei superare quest’ostacolo. Nelle varie letture/libri non mi e’ mai capitato di sentire nulla del genere!
Grazie di cuore.

Claudio

ciao Roberto in attesa di un articolo specifico che estrarrò da questo video, intanto ti linko il video per intero in cui trovi anche la tua risposta tuttavia credo che troverai tutto il video interessante perchè altri, con una formulazione diversa, hanno avanzato dubbi simili ai tuoi:
https://youtu.be/Ok4qkNJ1FgE

Gianluca

Ciao Claudio. Prima di tutto grazie per i tuoi splendidi libri. Dove i tuoi consigli pratici si uniscono alla conoscenza degli aspetti teorici. Io da ossessivo, sto trovando molto giovando dal tuo libro sul DOC.
In riguardo alla Vipassana, possiamo entrare in Vipassana dal semplice ma non facile stare con i passi durante la meditazione camminata? Cioè fare “diventare i passi” una samatha?
Un caro abbraccio.
Gianluca

Gianluca

Grazie Claudio per la tua risposta che ho trovato molto esaustiva nel tuo video. Poi attendo con tanto piacere il tuo articolo in riguardo al video.
Un abbraccio e grazie per quello che fai!

Giusi

Ciao Claudio
Quando medito sull’osservazione dei pensieri non riesco mai ad osservarli nel momento in cui sorgono, ma sempre quando sono appena terminati. Quando và bene e me ne accorgo. Allora li riacciuffo ed è come se riavvolgessi il nastro. So che è occorre tanta pratica prima di poter osservare i pensieri simultaneamente al loro sorgere. Ma sono diversi anno che medito e questa dinamica è rimasta inalterata.
Consigli di arrendermi a questo mio modo di osservare o provare ad insistere nel captarli al volo?
Grazie mille,
Hari Om
Giusi

Claudio

ciao Giusi, accorgersi dei pensieri è già un buon livello di consapevolezza, ma una volta che li hai scoperti, non inseguirli: non riavvolgere il nastro. Così come non vanno cacciati via (che è una forzatura) non vanno nemmeno trattenuti (che è un altra forzatura). Se quando divieni consapevole occupi la mente col vecchio pensiero come puoi accorgerti del nuovo quando sorge?
Stai con quello che c’è non inseguire i vecchi pensieri, non trattenerli e abbandona anche il desiderio di vederli sorgere per forza: accontentati di rimanere consapevole della loro presenza. Sviluppa e raffina la consapevolezza La consapevolezza si può raffinare solo stando con quello che c’è, non con gli ideali (pensieri preconcetti) ne riavvolgendo un pensiero che se ne stava andando.
è assai più facile scoprire un pensiero mentre esisteva e nel momento in cui lo oservi questo tende ad andarrsene, quindi non mi sorprende che dici che te ne accorgi quando era finito, per il semplice fatto che spesso l’accorgersi dei pensieri tende a indebolirli e a metterli sullo sfondo fino alla loro scomparsa.
Nota piuttosto come ti fa stare a livello di umore, di emozioni, la postura fisica e come stanno i muscoli in corrispondenza di quel pensiero.
Dopodichè rimani nello spazio vuoto tra un pensiero e l’altro fino a che non ti accorgi che altri pensieri avevano trovato spazio e così via

Claudio

ciao Carmine ormai hai abbastanza consapevolezza da capire che, stando a quel che mi dici, hai bisogno di fare un percorso serio con un professionista che sappia ascoltarti: uno psicoterapeuta che ti supporti. Non credere che fare domande su un blog possa sostituire un percorso umano, con un professionista che sa come sostenerti, per piacere prenditi cura di te e chiama un buon terapeuta dalle tue parti. Puoi andare anche “a caso” tanto il caso non esiste

Pamela

Salve, trovo opinioni contrastanti circa il fatto se una stessa meditazione per aver efficacia va fatta per un periodo di tempo o se per avere benefici si può fare anche una meditazione diversa ogni giorno.

Claudio

Salve Pamela, quindi se vai in palestra ogni giorno (meditare) è contrastante da ciascun singolo esercizio che fai in palestra? Andare in palestra da benefici a tutto tondo ciascun esercizio ne da di specifici. certo puoi andare in palestra e fare “solo” ciclette, vorrà dire che ti vuoi esercitare su quell’aspetto. Non capisco cosa non ti sia chiaro da come la metti capisco che è come se andare in palestra fosse in constrasto con la ciclette. Per piacere spiegami meglio se non dovessi avere capito il contrasto, perchè io non ne vedo alcuno.

pamela

Ok, ora penso di aver capito. Il mio pensiero era, ho bisogno di alleviare l’ansia, faccio una meditazione specifica per l’ansia e la ripeto per tot tempo. In questo modo arriverò ad alleviare l’ansia. Se faccio diverse meditazioni, ad esempio con tecniche diverse, e le alterno non avrò benefici. Non so se riesco a spiegare bene il mio pensiero. A quanto però mi ha risposto credo che voglia dire che la meditazione fa bene di per se, l’importante è praticarla, non è importante se un giorno ci si sofferma sul respiro, un altro su un mantra specifico o un altro ancora si ha voglia di altro.

Claudio

Non capisco chi ti ha detto di farne tante. Se hai un metodo formulato da un maestro con tante tecniche da seguire, ok. Ma se stai facendo da te: fermati ad una base se sei all’inizio, trova un maestro o un metodo e segui quelle indicazioni.

Un conto è se mi chiedi genericamente se diverse tecniche si possono fare contemporaneamente e portare comunque benefici e la risposta generica è si.

Se mi dici che vai “a caso” e ne fai prendendone un po’ di quà e un po’ di là, fai solo confusione e non fai che accrescere la compulsività e l’ansia.

Trasformi una tecnica utile e di grande sostegno per l’ansia e la compulsività come è la meditazione in una bulimia di tecniche random a supporto dell’ansia e della compulsività. Fermati a una o due suggerite dal tuo maestro o dal metodo che stai seguendo e approfondisci quelle. Non cercare con la mente compulsiva quella perfetta per te, immaginando che forse non va tanto bene quella che hai già fatto: sono tutti pensieri ansiogeni e compulsivi. Con la stessa mente che ti da ansia non troverai la risposta. Fermati a fare quella che ti dice un esperto, anche se con la mente credi che con “te non funziona”.

carmine

ho anche notato che giudicano tutti mio padre di più, mio fratello devo ancora vedere. vorrei se sapessi come, cambiarli e cambiare me se sono ange io così vorrei capire anche io come sono 😥

carmine

di me dicono che sono calmo, infatti di solito sono tranquillo, ma nell ultimo mese non sto letteralmente capendo nulla mi innervosisco per ogni cosa e non so che fare, a volte penso di andare da uno psicologo 😥

Claudio

accorgerti del nervosismo potrebbe essere una cosa buona, conosco molte persone nervose e “passive aggressive” che non sanno di esserlo. la consapevolezza trasforma. Non c’è una via per la pace la pace è l’unica via. Fai pace con quello che trovi in te mentre ti osservi, fosse anche nervosismo e rabbia

carmine

ho un padre pieno di rabbia e un fratello anche che si arrabbia spesso cosa posso fare ? (io non lo so come sono)
mia mamma invece è la persona più brava del mondo

Claudio

non puoi cambiare direttamente gli altri, ma puoi cambiare il tuo modo di stare al mondo e con loro questo necessariamente avrà effetti su chi ti sta intorno. Inoltre ognuno, da tua madre a tuo padre, hanno sia lati chiari che lati oscuri. Una cosa che ti può aiutare molto è praticare benevolenza: metta.
qui trovi una cosa simile gratis:
https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/risorse/la-meditazione-guidata-per-la-pace/
qui un corso completo su metta:
https://www.comemeditare.it/corsi/metta-presentazione/

carmine

vedo che tutti dicono che sentono il respiro per massimo 1 -2 respiri io nom sento nemmeno mezzo o lo sento sempre ma lo forzo di sentirlo boh non ci capisco più nulla e pure credo che a volte ho meditato bene ma ultimamente non mi va proprio

Claudio

Carmine credo che il tuo problema principale è che ti fai troppi problemi: rimani semplice, osserva senza giudicare o sviluppare aspettative

Claudio

se non ne hai abbastanza non riuscirai a osservare, se ne hai troppa finirai per agitarti. Se cerchi un “ideale di cosa sia giusto” finirai nel mondo dei concetti, e in te non ci sarà più osservazione ma ricerca di idee nel mondo delle idee e quasi certamente ti sentirai confuso. Osservare il respiro significa, come torno a ripetere, sapere che sai respirando e sentire il respiro nel corpo. Non ti accorgi che il corpo si gonfia e si sgonfia respirando? Allora sei morto.

carmine

ultimamente sono molto/troppo irascibile non mi riconosco più. ultimamente gli ultimi anni da quando medito ho notato che ero più calmo e non mi arrabbiavo ma ultimamente sono irascibile

Claudio

ciao Carmine “molto” è una constatazione (soggettiva), “troppo” un giudizio. Comunque sia, sposterei il focus dall’ irrascibilità al fatto che la noti e ti invito a continuare a osservarla.

Claudio

a parte che una osservazione non necessariamente esclude l’altra, poi dipende se sei in fase di samatha (concentrazione) o in vipassana (visione profonda).

carmine

vorrei leggere il potere di adesso di eckhart tolle, me lo consigli? Dopo di quello magari te ne consiglio anche uno che ho fatto io sull’ansia, ma meglio se cominci con il Potere di Adesso.

Claudio

buongiorno, ribadisco quanto ti ho detto solo ieri: quale parte del “stai con quello che c’è” non ti è chiaro, Carmine? Rasserenati ed accogli l’esperienza nel qui ed ora. punto.

Claudio

continuo a ripeterti: “stai con quello che c’è”.
Posso aggiungere: “fatti aiutare dal respiro a stare con quello che c’è se la mente vaga”; ma quello che conta rimane: “stai con quello che c’è”.

Claudio

quindi? dov’è il problema?
Se stai con quello che c’è nel qui ed ora e quello che c’è è assenza di prurito o sensazione, non c’è alcun problema. Il problema sorge quando te ne fai tu un problema cercando chissà quale situazione pensi dovrebbe emergere: sono ideali, pensieri, non è quello che c’è.
Da come mi scrivi mi viene da pensare che ti fai molti problemi, mentre il mio invito è di accogliere quello che c’è nel qui ed ora

Claudio

quando cerchi di capire se “è normale” una cosa, stai di nuovo cristallizzando e creando ideali standardizzati. L’esperienza nel “qui e ora” è fluida: lasciala fluire

Giuseppe

Mi è capitato di vedere gli arcangeli ed il loro regno, devo dire che dalla bellezza e beatitudine sia del luogo tutto in oro zecchino, così le figure che vedevo, sentivo nel mio corpo e soprattutto nel mio cuore una pace infinita. Tutto era incomensurabile di beatitudine che non volevo più ritornare indietro. Mi capitoò soltanto una volta dell’apertura del terzo occhio. Secondo lei è normale che non mi si è più avverato che immagini uguali o simili si prospettino ancora. Attendo un consiglio.

Claudio

Ciao Giuseppe, ogni esperienza meditativa è unica persino quando assomiglia a molte altre apparentemente noiose. Il mio caloroso consiglio è: “stai con quello che c’è”. Non andare alla ricerca di esperienze del passato, ma accogli ogni esperienza come un dono che ti si presenta nel qui ed ora fosse essa piacevole o spiacevole. Non è vero che le esperienze spiacevoli siano meno utili di quelle piacevoli. In ogni caso non andare a inseguire quel che è stato. Inoltre più cerchi di ottenere qualcosa di ideale del passato (o per come lo vorresti nel futuro), meno aderisci all’esperienza che si presenta nel qui ed ora e più ciò che vorresti si allontanerebbe come possibile nuovo quotidiano. La pace arriva a chi ha il cuore in pace, non a chi insegue freneticamente un preconcetto di pace o una esperienza passata. Ribadisco quindi: tieni nel cuore l’esperienze del passato perchè ti appartengono già, ma vivi ogni nuova esperienza come un dono. il Presente è un dono per questo si chiama “Presente”.

Claudio

ciao Carmine che domanda! Non so quanto tu ne sappia di narcisismo, se ne sai poco la mia risposta potrebbe risultarti strana e troppo tecnica ma a quel punto sarebbe una domanda inutile; se ne sai abbastanza allora immagino che tu conosca anche come funziona il sistema di diagnosi DSM.
La meditazione, o meglio la consapevolezza che ne deriva, è particolarmente di aiuto a livello delle nevrosi, moltissimi psicoterapeuti la consigliano ai loro pazienti. Quando parliamo di psicosi o, ad esempio di disturbo narcisista di personalità, allora parliamo di un soggetto egosintonico, ed in quanto tale, non sente il bisogno di meditare. Quindi a meno che non sia un terapeuta a indicargli questo strumento, conoscendone i benefici relativamente al soggetto, è altamente probabile che il narcisista non si metterebbe a meditare.
Ti invito, Carmine a pormi domande tecniche per aiutarti a capire come meditare laddove ci fossero dei dubbi, non so come possa esserti di aiuto sapere “che succede a” o “che succede se” sono tutte astrazioni e favoriscono il proliferare dei concetti e delle idee astratte e ti allontanano, questi discorsi, dalla pratica di presenza

Claudio

ciao Carmine, io non ne parlo da nessuna parte: dovresti chiederlo a colui che te ne ha parlato.
Per quanto mi riguarda ti invito a rimanere semplice e pratico.

Roberto

Ciao Claudio buongiorno.puoi dirmi come mai nonostante le ore di meditazione sono sempre incaxxato?Ed aggiungo che mi succede anche dopo un ora di meditazione e allora credo di essere super centrato ed invece poi basta niente che divento Hulk.Grazie

Claudio

Ciao Roberto posso azzardare una ipotesi basandomi sulla mia esperienza, ovviamento non posso sapere perchè sei arrabbiato tu.
Una volta dopo un ritiro di meditazione di diversi giorni nel silenzio ero in uno stato di grazia e di grande apertura e tranquillita, poi appena tornato nella normalità ero molto più irritabile e sensibile ai rumori.
Con la meditazione diveniamo più sensibili ed accoglienti rispetto i nostri stati d’animo, questo fa si che se ho un fastidio latente e soppresso o “tenuto a bada” meditando non lo sopprimo più e anzi si manifesta in modo più evidente. In altre parole ne divento più consapevole e smetto di soffocare la rabbia. Un po’ quando fai uscire del pus in una ferita di cui non ti eri preso cura prima, ciò che vedi non è piacevole.
Se rimani a meditare e attraversi questo fastidio, questa intolleranza e riesci a non smettere dicendoti cose del tipo “io non ci riesco mi sento un idiota a stare fermo così, mentre mi arrabbio” trovi una zona di te che rimane centrata. POtresti poterti dire: “so per esperienza che posso attraversare questa emotività” e solo questa consapevolezza, basata su esperienza vissuta, ti darà una tranquillità incredibile.
Il pus è sgradevole ma una volta che te ne prendi cura, dopo (dopo un po’ però) starai meglio.

Daniele

Ciao Claudio,
Come si comunica con l’inconscio nel momento di meditazione? Cerco di spiegarmi meglio: c’è un momento in cui ci si può trovare in una specie di tranche con l’obiettivo di non pensare, li in quel momento come possiamo comunicare con la nostra parte inconscia che ci governa per la maggior parte della giornata? Che messaggi possiamo trasmetterli per riprogrammarlo, farlo cessare?

Claudio

ciao Daniele la meditazione aiuta a integrare l’inconscio e a portarlo a coscienza, ma l’approccio che hai in mente potrebbe forviarti: non puoi modificare l’incoscio che rappresenta oltre il 90% con un 5% o poco più di conscio. La parte che vuole incidere sull’altra ti appartiene molto meno di quella che vorresti mutare.
Si tratta di darti tempo per sviluppare consapevolezza, la consapevolezza crea connessione tra gli emisferi e poco a poco fa emergere la tua vera essenza. Possono arrivare degli insight e piano piano integri le due parti.
Questo potrebbe voler dire che in parte effettivamente “aggiusti” delle cose nel tuo inconscio, in modo automatico (è la consapevolezza a trasformare non tanto un azione volontaria), ma potrebbe significare anche che sia la parte cosciente ad allinearsi con quella incoscia volendo più bene e rispettato meglio alcuni aspetti di te che nel frattempo possono essere stati messi in luce.
Eccoti un link ad un articolo sulla consapevolezza:
https://www.comemeditare.it/benessere-mentale/sapevi-che/consapevolezza/
ovviamente anche un percorso psicologico può smuovere le acque specie se si accompagna con una pratica meditativa costante nel tempo.

carmine

Buongiorno claudio, se mentre sto ripetendo un mantra viene un prurito, cosa faccio? rimango sul mantra , sul prurito o su entrambi o su quello che si sente di più?

Claudio

Buongiorno Carmine, dipende dalla tecnica che usi e dalle istruzioni che ti hanno dato con quella tecnica. Se ti dicono: “stai sul mantra” allora stai sul mantra; se ti dicono “esplora” allora esplori ciò che emerge.
Tendenzialmente col mantra potrebbero averti detto di dare poco retta al resto e rimanere focalizzato sul mantra, ma non è detto: segui le istruzioni che hai ricevuto e non confondere le tecniche se ti fanno fare tutte queste domande, altrimenti non ci capisci più nulla.
La meditazione è anche ricerca di semplicità e tendenzialmente rilassa: take it easy

carmine

mi sento come anestetizzato, non sento nulla senza emozioni, come se non guardassi in faccia la realtà, cosa mi consigli?

Claudio

di guardarla in faccia: la meditazione è proprio guardare la realtà senza mettere al testa sotto la sabbia e senza farsi accecare. Le emozioni vanno consapevolizzate e conosciute senza farsi accecare da esse, e allo stesso tempo standoci dentro

Carmy

Sono molto interessato a completare il corso che ho comprato sull’ansia stress e doc con quello delle 4 dimore sublimi.
Però prima di farlo oltre all’approccio che ho capito che deve essere disinteressato vorrei capire una cosa… Ma che cos’è questa consapevolezza che ricerchiamo? Consapevoli di cosa? Nelle.spiegazioni e video che ho potuto vedere c’è sempre qualcosa che non è chiaro al 100% di questa consapevolezza. Spero in una tua spiegazione chiara breve e diretta! Grazie

Carmy

Ciao Claudio grazie per la risposta e per i consigli. Ancora una domanda, che differenza c’è tra meditazione e training autogeno? È anche questa una forma di meditazione? La consigli nel mio caso?

Grazie

Claudio

ciao Carmy il training autogeno è un ottima tecnica per calmare la mente focalizzandoci sul corpo, facendo meditazione direi che hai in parte lo stesso effetto con qualcosa in più (la possibilità di sviluppare consapevoleza oltre a rilassarti) specie con samatha-vipassana. Direi quindi che se mediti il training autogeno diventa superfluo

Carmy

Ciao Claudio,

innanzitutto ti volevo ringraziare per questo corso che hai realizzato per l’ansia stress e DOC che ascolto e riascolto con attenzione ogni volta facendo attenzione a particolari diversi.

Ci sono delle volte che riesco a mettere in pratica i tuoi consigli ma altre volte che proprio non ce la faccio quando lo stimolo è forte. E li mi capita spesso di somatizzare il problema.

Quando capita infatti somatizzo allo stomaco ahimè anche con degli atti di conato. Il mio problema è che ultimamente faccio caso ai rumori di vita quotidiana dei miei vicini che non sarebbero degli schiamazzi musica o altro ma rumori di vita quotidiana. Questo problema già c’era ma si è amplificato durante il lockdown e purtroppo mi porto ancora gli strascichi. Abitando in un monolocale in pieno centro a bologna l’insonorizzazione degli appartamenti puoi ben immaginare che sia un pochino precaria. Ma per ora sono qui. La mia compagna si è trasferita qui con me da poco i progetti sarebbero quelli di trovare una nuova abitazione, speriamo, ma non è così semplice ovviamente. Ci vuole tempo fortuna e dedizione. Per adesso noto che lei non ha queste reazioni ai rumori del vicinato così avverse come le ho io anzi mi ha detto che non ci fa caso. Ma ovviamente ci sono ed è palese. Il mio problema è la somatizzazione a volte mi spavento un po’ quando sto male. Cosa mi potresti consigliare?

Un carso saluto e grazie

Claudio

Ciao Carmine sembra evidente che al di là della situazione esterna il vero problema è nella reazione interna.
Buddha parlava della “seconda freccia” qui trovi una descrizione: https://www.comemeditare.it/buddhismo/la-doppia-freccia-corso-buddismo/

Stai già lavorando bene, talvolta da quello che mi dici funziona e lo stai già verificando e altre volte purtroppo risubentra l’ansia di volere risolvere a tutti i costi. Nel corso parlo ampliamente di questa trappola e la conosci: in questo preciso momenti probabilmente ci stai cascando. Non esiste una pillolina che scaccia via con la meditazione ma il vero lavoro e risolverlo alla base: datti tempo e vedrai che andrà sempre meglio, mettendo in conto che in certi periodi l’ansia di cacciare via l’ansia torna a farti cadere in trappola.
Fai pace col fatto che ogni tanto ci puoi ricascare, altrimenti rinnovi l’ansia di cacciarla via alimentando la seconda freccia.
Non c’è una via per la pace: la pace è l’unica via

Claudio

ci sarebbe un corso che potrebbe aiutarti di metta o meglio ancora quello delle 4 dimore sublimi, ma non vorrei che lo prendessi come pillolina appunto, meglio che fai più pace nel tuo cuore piano piano con il corso che hai già prima di tutto.. e sei poi, con maggiore pace nel cuore, vuoi un aiuto per sviluppare ulteriore pace allora -e solo allora- ti consiglierei quei due corsi (specie il secondo). Se invece volessi acquistare questi corsi nell’ansia di volere cacciare questa tua reazione, beh sarebbe l’approccio sbagliato e butteresti via soldi e tempo.

Claudio

La risposta sarebbe: certo se hai paura ad esempio l’adrenalina potrebbe persino non farti sentire dolore.

Ma cosa c’entra con la meditazione? Ho l’impresione che ti fai troppe domande: stai con quello che emerge senza inseguire pensieri domande cognitive.

Claudio

Ciao Carmine dai tuoi interventi comincio a sospettare che il problema sia il modo in cui approcci le cose, inclusa la meditazione. La meditazione se approcciata nel modo giusto è di grande aiuto, ma siamo sicuri che l’approccio sia effettivamente quello giusto?
Facendomi un film tutto mio immagino una certa compulsività nel volere fare le “cose giuste”, sospetto una forma di approccio ossessivo compulsivo. Solo tu sai come sei realmente ma se ci fosse del vero nella mia immaginazione, ti consiglio di approcciare la meditazione come spiego in questo corso: https://www.comemeditare.it/ansia

carmine

Ciao Claudio, sto facendo delle sessioni di meditazione ma mi sento annebbiato troppo rilassato. diciamo che non vedo sento nulla come se dormissi quando medito

Claudio

Buongiorno Carmine trovi una immagine che spiega la meditazione proprio in questa pagina. L’immagine è questa: https://www.comemeditare.it/wp-content/uploads/come-iniziare-a-meditare.png.
Le risposte in audio-video che vedi sono per lo più risposte fatte e “rubate” dal come meditare coaching: http://www.comemeditarecoaching.it normalmente nel blog rispondo con email a meno che la domanda non sia troppo complessa da spiegare solo per iscritto e che non l’abbia già trattata: se vorrai abbonarti mi farà piacere sarà un modo per sostenere anche il blog gratuito

Paolo

Ciao Claudio ,

Esiste un accessibile audiocorso di Samatha , basato sulla focalizzazione.

Intendo qualcosa che possa funzionare anche per chi ha una mente “occidentale” , e al terzo termine indiano archivia il corso..

Grazie ,

Paolo

Claudio

ciao Paolo si c’è il corso di vipassana che è molto incentrato su samatha.

Ti ricordo, se non dovesse soddisfare le tue aspettative, che c’è la possibilità di richiedermi i soldi indietro. Non mi offendo se dovesse accadere, ma direi proprio che è un corso perfetto per capire Samatha (e andare anche oltre) specie per una mente occidentale come la nostra (leggi le recensioni), per questo ti esorto a provarlo:
https://www.comemeditare.it/vipassana

Claudio

Buongiorno Carmine, non so se ti sia chiaro cosa è vipassana.

Mettiamola così: Il retto sforzo è necessario ogni volta che tendi a distrarti.

Questa è la risposta “vera”. Poi dipende cosa intendi per vipassana.

Se intendi uno stato di Consapevolezza che emerge da uno stato di assorbimento allora non c’è distrazione e quindi non c’è bisogno di alcuno sforzo.

Se con “vipassana” intendi una etichetta del tipo “adesso faccio vipassana” e torni a distrarti allora il retto sforzo è necessario anche in vipassana.

Prendi in considerazione il corso di vipassana se vuoi approfondire: https://www.comemeditare.it/vipassana

Claudio

tra l’altro il retto sforzo benche inerente la meditazione, non è da usarsi solo durante la meditazione formale ma è utile cercare di essere presenti anche durante l’intera giornata

anna

ciao Claudio, da qualche tempo ho sempre malditesta/ stanchezza/ nervoso nel corpo e contemporaneamente ho avuto un diciamo risveglio spirituale. ho paura di avere risvegliato negativamente la kumdalini
consigli?

Claudio

Normalmente sconsiglio di fare attività che forziono il risveglo di certe energie ma invito a meditare sviluppando consapevolezza, con la consapevolezza se dovesse accadere qualcosa averrebbe su un terreno capace di sostenere le nuove energie.

Non so bene cosa ti stia succedendo se è quello che immagino ho due consigli per te di cui il primo è quello “vero” e col tempo risolutivo, il secondo invece è più delicato e legato a quello che immagino possa essere la circostanza e i suoi sintomi.

Il vero consiglio è: stai con quello che c’è fai tanta vipassana e metta e datti del tempo.

Parallelamente potresti verificare il tipo di energia che hai sviluppato e verifica che parta dal basso verso l’alto ed una volta in cima alla testa falla uscire come una fontana e -immagina di inaffiare come una fontana di energia- tutti gli esseri debilitati che hanno bisogno di buoni pensieri e buona energia. Non accumularla in testa ma falla sfociare. Ma attenzione perchè questo potrebbe sviluppare altra energia e se non riesci a farla uscire correttamente potrebbe peggiorare la situazione.

Vito

Claudio vorrei sapere se la meditazione “Metta” in che modo può realmente aprire il cuore e la mente agli altri. Mi spiego meglio: è come se (a differenza della Vipassana dove realmente
io avverto in modo fisico il beneficio che deriva dalla concentrazione sul respiro) avvertissi che nella Metta ci sia qualcosa di forzato ed innaturale. Nella Metta io ho difficoltà ad avvertire delle sensazioni fisiche come se il lavoro mentale fosse una sorta di auto-convincimento. Grazie.

Claudio

ciao Vito c’è del vero in ciò che dici, ma semplicemente perchè è un lavoro di tipo diverso. Non si tratta di stare con ciò che c’è ma di soffiare sulla brace dell’amore che è nel tuo cuore per farlo ardere di più. Tuttavia non si tratta nemmeno di “fare finta che”. C’è sicuramente uno stimolo a alimentare qualcosa e quindi un qualcosa di proattivo, di creativo, di stimolante ma basandosi su qualcosa che già esiste in te. In te esiste il seme dell’amore si tratta di allenarlo proattivamente: un po’ come andare in palestra.

Giambattista

Ciao Claudio ,ti volevo chiedere:
1)Se c’è una meditazione che consigli per “stimolare” la sensorialità e quindi sentirsi più parte di quello che senti coi tuoi sensi
2)Se con la pratica di metta di apertura del cuore è sbagliato o magari facile /“illusorio”indirizzare le proprie energie al cuore visto che è più facile da avvertire visto il battito
3)se è possibile sostenerti con una donazione senza comprare corsi ,visto il grande impegno che è presente anche solo nella creazione del sito e dei video YouTube ,oltre che alle numerosissime risposte qui nei commenti di cui ti ringrazio e che mi da gioia per la presenza di persone come te,
Ecco tutto, grazie in anticipo ,un bacio!

Claudio

Ciao Giovanbattista ecco le risposte:
1) sicuramente la meditazione Vipassana. Anche la meditazione col cibo può aiutare e in parte il body scan. Ma con Vipassana fai un lavoro più completo.
2) si ottimo indirizare l’attenzione sul cuore, ma più sulle sensazioni intorno al petto che non tanto sul battito in se. Quando ci sentiamo in sintonia con l’amorevolezza al petto potresti sentire una vibrazione o un calore o una luminescenza o cose simili (per ciascuno è diverso).
3) certo puoi sostenermi liberamente attraverso questo link: http://www.comemeditare.it/offerta
Grazie a te in anticipo 🙂
con metta

Giambattista

ti commento qua sotto solo per scusarmi del messaggio enorme e strabordante che ti ho inviato qualche mese fa, ahaha scusami davvero non volevo fare perdere del tempo a nessuno, e grazie per la pazienza e la risposta , un saluto e un abbraccio.
P.S.
medito tutti i giorni ,la meditazione ho scoperto essere anche un grande strumento per ascoltarsi quando ci si accorge di averne bisogno ,per vivere a pieno ciò che senti , e per mettere un po’ di ordine mentale rallentando i tempi, grazie e ciaoo

antonio

buongiorno claudio, ma con la meditazione si sente anche ad esempio il rumore del respiro, o se si sentono macchine che passano fuori? (anche con la finestra chiusa) oppure sento solo il respiro e se passano macchine o altri rumori non li sento proprio li escludo? ciao

Claudio

ciao Antonio, dipende dalla tecnica che usi.
Diciamo che se il focus è il respiro tutto il resto non va cacciato , ma semplicemente lasciato lì, a fare da sfondo, mentre la attenzione si focalizza sul respiro.
Quindi non dispderdi energia a cacciare nulla ma la usi per mettere attenzione sull’oggetto della tua meditazione (se la tecnica richiede un oggetto come il respiro: la meditazione che offro è così orientata)

Giambattista

Ciao Claudio,
innanzitutto voglio ringraziarti per l’aiuto che dai, sia rispondendo ai commenti che con le meditazioni gratuite ,o ai video su youtube ,che mi hanno aiutato tantissimo a migliorare il mio modo di meditare e che sono sempre davvero semplici e chiari anche grazie alla tua persona , a te , che nei video trasmetti sempre serenità e gentilezza.
Detto questo ti volevo porre qualche domanda:
Ho 19 anni e mi sono avvicinato alla meditazione circa 1 mese fa ,dopo la fine di un amore per me molto importante, non tanto perchè fosse il primo ,ma per la bellissima persona che ho incontrato e che ora ho perso, non vedo più.
Inizialmente utilizzavo la meditazione (una meditazione guidata di Scardovelli sul criticismo interiore e con la tua gratis) come ansiolitico momentaneo in vista dell’ultimo incontro con la ragazza, ma poi ho capito meglio cosa sia la meditazione ,anche grazie a tuoi video: ho capito che sarebbe dovuto divenire un allenamento per accettarmi ,volermi bene e far tornare la mente nella sua naturale dimora ,cioè la pace, e non un ansiolitico (da un mese a questa parte infatti la pratico quasi ogni giorno per la durata variabile da 10 fino anche a volte a 40 minuti, il tempo che sento giusto). I problemi che mi porto dietro sono principalmente 3, che poi fanno partire tutte le varie paure, come quella di non riuscire ad amare o a provare sentimenti ,emozioni e entusiasmo in generale, : i troppi pensieri che continuamente mi affollavano lapidariamente (ora sembra migliorare) la testa ,anche in momenti come mentre baciavo la mia ragazza,ero affollato da 1000 pensieri ,come una vocina fastidiosa che blatera e non riesci a cacciare, o a pensieri che mi volevano con motivazioni razionali sforzare di farmi piacere quella ragazza che già mi piaceva , l’ansia che mi opprimeva( ora anche questa sembra quasi sparita), mi faceva diventare apatico e mi sentivo con forza opprimere bocca dello stomaco e collo, e ultimo un senso di alienazione( in cui noto miglioramenti di giorno in giorno, piccoli ma felici) che mi faceva sentire proprio fisicamente ,materialemente, estraneo a tutto ciò che “vivevo”, come se tutto apparisse non reale. Questi problemi ,oltre che aver reso questi ultimi miei due anni circa privi di qualcosa ,grigi, chiusi, hanno rovinato la mia esperienza personale amorosa e nonostante ciò, nonostante tutti questi problemi che affrontavo o facendogli la guerra o con rassegnazione invece di farli vivere dentro di me e lasciarli passare come tu (e anche i video dello psicoterapeuta Raffaele Morelli che penso parli spesso con altre parole di pratiche meditative ,come quando dice di affidarsi al vuoto ,al buio dentro di noi e lasciar vivere tutto ciò che sentiamo) mi hai fatto capire, sono riuscito a provare qualcosa di grande per quella ragazza .Per l’aiuto che dai a tutti coloro che come me non stanno molto bene, ti ringrazio di cuore.
Le mie domande sono:
1)Quando passo un momento della giornata difficile, per esempio poco fa ho visto un nuovo post su instagram di quella ragazza e tutta d’un colpo è salita l’ansia e mi sono messo a piangere,per un momento ero tentato di evitare il pericolo di vedere nuove foto bloccando i suoi nuovi post, ma poi ho tolto il telefono ,mi sono messo seduto al buio completo e mi sono messo a meditare ,concentrandomi sul respiro ogni volta che un pensiero o un ricordo si affacciava, e ora ,finita la meditazione di 5/10 minuti sto decisamente meglio ,e appena finita ho guardato il suo post tranquillamente e ho riso di un post di un’altra persona in cui c’era una battuta (ho terminato anche ieri una meditazione sul dolore ,mentre stavo piangnedo ,durata circa 20 minuti, con un grande sorriso) ,ecco , la meditazione può essere in questi momenti un buon modo di guardare in faccia il dolore per affrontarlo e accoglierlo
o così lo evito e lo sopprimo(cosa che non volglio fare) ?
2)ho questo pensiero ,che sì cerco di accogliere e di lasciarlo passare ma magari una tua parola di esperienza ancora di più rafforzerebbe la meditazione di questo pensiero, ho paura che fare meditazione possa in qualche modo annullare le mie emozioni ,cioè farmi diventare un robottino che di fronte a ogni cosa non prova nulla, oppure che possa eliminare delle caratteristiche del mio carattere o della mia personalità, so già che è probabilmente una mia paura infondata ,ma magari sai dirmi qualcosa di più se ti è già capitato che qualcuno te lo chiedesse.
3)Come ho detto sto notando in me dei miglioramenti, con gli amici rido di più e molto, e sono risate sincere ,l’ansia a parte qualche debole, a volte un po’ più forte, e sporadica apparsa sembra scomparsa ,nei rapporti con tutti sono più sincero e soprattutto molto più spontaneo, durante la meditazione a volte mi sembra di pensare in modo limpido e capire cose in modo chiaro, penso meno ad alcuni miei problemi fisici e alle mie paure, continuo durante le giornate a sentirmi un po’ apatico ma a volte sento un calore al cuore e sento di volere bene, mi sento più fisicamente nel mondo,piano piano ,sai dirmi se sono segni di una buona meditazione?
4)Quando ho dei bei seppur dolorosi ricordi degli incontri con la ragazza con cui stavo e mi fanno stare giù oppure quando l’ansia sale, meditare è un buon metodo per affrontare questi problemi?
5)A volte ho la sensazione di stare troppo bene ,come se il mio corpo non ne fosse abituato e ne fosse stranito, come se dovesse abituarsi, potrebbe essere un momento di passaggio, di cambiamento e magari anche in questi momenti mi consigli di accettare e osservare la sensazione facendo qualche minuto di meditazione?
Mi scuso per la lunghezza del testo , non so se sono andato contro a qualche regola di lunghezza o prolissaggine visto che è la prima volta che ti scrivo e non ho visto appunto regole .
Grazie di tutto ,un saluto e un abbraccio
Giambattista

Claudio

ciao Gianbattistta:

1) focalizzarsi sul respiro porta pace. Focalizzarsi è come una macchina fotografica in cui metti a fuoco un elemento principale senza tagliare dallo sfondo il resto ma lasciando pure che passi sullo sfondo senza cacciare nulla. Non fai un photoshop per cancellare nulla dall’esperienza, solo il tuo focus è il respiro, nella fase di focalizzazione almeno (la meditazione di consapevolezza vipassana va poi oltre).

2) Gesù ci invitava ad essere NEL mondo senza essere DEL mondo. Non si tratta nè di essere chiuso alle emozioni nè di farti trascinare via. Non si tratta di mettere la testa dentro la sabbia a mo’ di struzzo ma al contrario di andare incontro all’esperienza emotiva per conoscerla e trascenderla. Il risultato è che una parte di te starà in preda delle emozioni come prima, ma contemporaneamente una parte di te respira e vede, testimonia l’esperienza in piena consapevolezza è una posizione molto serena in cui puoi veramente essere consapevole di quello che ti succede. Se non sei pienamente nell’esperienza ma ti isoli non sei consapevole ma neanche se ti fai trascinare dalle emozioni puoi esserne consapevole perche non sei presente ma solo passivo e trascinato via.

3) non cercare segni di un ideale meditativo ti perderesti l’esperienza del qui e ora per inseguire un ideale astratto

4) come ho detto osserva conosci realizza, non cacciare l’esperienza e non perdetici dentro. La sofferenza è un ottimo punto di partenza per conoscerci meglio. BUddha nel suo primo discorso da risvegliato l’ha definita “prima nobile verità”

5) si, osserva come tutto viene e va: momenti di piacere, come momenti di dolore. Nulla da cambiare ma tutto da comprendere e consapevolizzare. Osservare tutto è molto piacevole e ci alleggerisce l’anima scaldando il cuore

prego e ricambio l’abbraccio con calore
che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici

Giambattista

Grazie Claudio per la risposta ,a volte sembra non esserci via d’uscita ,a volte sì, cercherò di vivere quello che sento con gli occhi sereni e il busto dritto ,metaforicamente e letteralmente, e aspetterò che tutto faccia il suo corso.Grazie ancora ,un saluto

Gianluca

Grazie Claudio! Gentilissimo e fondamentali i tuoi consigli che completano il tuo fantastico libro sull’ansia e il doc! Un caro abbraccio e buona pratica a tutti noi!

Gianluca

Grazie Claudio per avermi risposto!
Seguirò semplicemente la voce guida:“Percepiscilo ovunque lo senti meglio nel corpo, individua un punto nel corpo in cui lo percepisci in modo più evidente”. Poi nel seguito della sessione di meditazione, porterò l’attenzione nell’addome.
Comunque come dici sempre, tutto il resto diventa inutile pensiero.
Per quanto riguarda invece la seconda meditazione, la Meditazione di Consapevolezza,
come dici nella voce guida: individuo un punto nel corpo dove percepisco più facilmente il respiro. Senza pensare alla meditazione successiva.
Infatti, paradossalmente alcuni maestri o insegnanti, fanno diventare la vipassana una marea di concetti che alla fine ostacolano la meditazione. Il qui e ora diventa un banco di prova di esercizio mentale, annullando la sua essenza, che è quella di essere solamente presenti a se stessi.
Un caro saluto.
Gianluca

Claudio

esatto rilassati nel qui ed ora, abbandonandotici senza cercare chissà quali prestazioni o iseguire preconcetti su “come si deve fare per farlo bene”.

Dimora ed esplora con curiosità quello che emerge nel qui ed ora e quando ti perdi e “non sai che fare” (che corrisponde anche a quando ti fai mille domande): torna al respiro.

Gianluca

Ciao Claudio,
ho già individuato il fatto che la mia domanda è sicuramente in stile “perfezionistico-ossessivo-compulsivo”, comunque ti rivolgo ugualmente la domanda. Ad un certo punto della Meditazione Calmante dici: “Percepiscilo ovunque lo senti meglio nel corpo, individua un punto nel corpo in cui lo percepisci in modo più evidente”

Poi in un altro punto dici di sentirlo nell’addome.
La mia domanda è questa: quindi se percepisco il respiro per esempio nelle narici, poi mi sposto verso l’addome?

Cioè se in una meditazione sento più vivido il respiro nelle narici e poi in un’altra lo sento più vivido nell’addome, è preferibile non cambiare tra una meditazione e l’altra?

Siccome mi è capitato di seguire istruzioni che dicono di percepire il respiro dove si percepisce meglio, vorrei capire se cambiare spesso possa non favorire le meditazioni.
Certo, sicuramente a lungo andare un meditante troverà un punto favorevole dove il respiro viene percepito meglio, ma specialmente all’inizio del percorso meditativo potrebbe esserci confusione.
Infatti alcuni lignaggi sono molto specifici: c’è chi dice di seguire nelle narici e altre tradizioni consigliano l’addome.
Altri ancora dicono che si può seguire il flusso senza focalizzarsi in un punto del corpo.
Quale è il tuo consiglio e punto di vista?
Un caro saluto

Gianluca

Ciao Claudio,
mi è capitato di leggere un libro di Bhikkhu Buddhadasa. Praticamente egli per i monaci non per i meditanti ordinari, dice che il praticante deve respirare intenzionalmente lunghi respiri per il primo passo, e dopo aver acquisito una visione sufficiente della natura e degli effetti del respiro lungo, si devono eseguire respiri brevi.

Ecco le istruzioni del Bhikkhu Buddhadasa:
Siamo giunti alla prima lezione, al primo passo, cioè la contemplazione del lungo respiro. Siamo in grado di
respirare a lungo ogni volta che ne abbiamo bisogno. Abbiamo imparato come allungare il respiro e come mantenerlo lungo. In questa prima
lezione studieremo esclusivamente il respiro lungo. Studiamo la natura di, tutti i fatti sui lunghi respiri. Quando un
respiro è lungo, quanto è piacevole? Quanto è naturale e ordinario? Quali tipi di calma e felicità sono coinvolti?
In che modo è diverso da un respiro corto? Ciò significa che ora studiamo solo il respiro lungo usando il metodo
sopra descritto, per scoprirne le proprietà, le qualità, l’influenza e il sapore. Studia solo il respiro lungo qui. Siediti e
indaga esclusivamente sul respiro lungo. Questa è la prima lezione, comprendere tutte le questioni legate al respiro lungo.

Tuttavia, ci sono quasi tutti gli altri maestri che dicono che il respiro dovrebbe essere naturale, piuttosto che controllato.
Proprio come consigli in modo preciso e chiaro tu nelle meditazioni.
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca il monaco si sta riferendo ad un discorso del Buddha sui 16 respiri in consapevolezza contenuto nell’ anapanasati sutta (discorso di consapevolezza del respiro).
Le indicazione del Buddha sono chiare e non mi sembra affatto che il monaco le stia travisando, semmai sta forzando un po’ la mano intenzionalmente.

Buddha dice che quando fai un respiro corto sai che lo stai facendo e se fai un respiro lungo, sai che stai facendo un respiro lungo, se non fai un respiro lungo sai che non lo stai facendo. Cronologicamente viene prima il respiro lungo e, probabilmente il monaco sta invitando a fare un passo alla volta (dei 16 contenuti)..
..della serie: stai facendo un respiro lungo o no? poi passi a quello successivo: stai facendo un respiro corto o no? eccetera. Anzi forse vuole che scopri intenzionalmente come funziona uno rispetto all’altro respiro;

è vero: Buddha non dice di cambiare il respiro ma di sapere come è.

Probabilmente il monaco sta suggerendo una forzatura della tecnica per volerne fare esperienza degli effetti di ciascun passo. Possiamo deviare intenzionalmente dalle “regole” principali se vogliamo sperimentare delle cose più particolari.

Se i libri ti risultano troppo tecnici e ti confondono ti suggerisco di cominciare con letture più basilari.

Gianluca

Grazie Claudio per la tua risposta in riguardo al respiro lungo o corto.
Infatti è proprio come scrivi tu: è un aspetto che consiglia ai monaci, non lo consiglia alle persone che a livello ordinario fanno meditazione.
Sicuramente è un aspetto della tecnica dei 16 passi e sono dei particolari per fare esperienza di come funziona un respiro lungo e poi uno corto.
Gianluca

mirko

claudio i pensieri mi stanno completamente consumando. per favore cosa posso fare, forse devo rilassarmi dimmi qualcosa per favore faccio quello che mi dirai. sento proprio che mi consumano i pensieri sono senza energia

Claudio

non è con la mente o con “cosa devo fare” che eliminerai i pensieri, piuttosto focalizzati sull’esperienza del respirare. Sii un tutt’uno con l’inspirazione e l’espirazione. Quando sorge un pensiero, lascialo fare non provare a cacciarlo via ma metti il tuo focus sul respiro e lascia che il pensioro rimanga sullo sfondo. Se dici “non lo voglio” il pensiero rimane in evidenza, inoltre anche “non lo voglio” o “non ci riesco” o “adesso lo chiedo a Claudio” o “a me succedono queste cose, perchè a me” sono altri pensieri, non crederci, non alimentarli, non reprimerli, cerca solo il respirare. Semplicemnte l’esperienza di respirare.
Ma sono anni che ti dico le stesse cose, falle, esercitati senza aspettative o aspettandoti dei risultati. Falle perchè ti aiutano, non perchè poi devi trovare chissà quale pace.
Respira sei vivo

mirko

mi vengono ricordi passati ed è come se fossi tornato li a 7 anni fa. non so davvero cosa fare forse è meglio che vado da uno psicologo. anche se so che ho sbagliato a fare qualcosa con la meditazione

Claudio

Mirko per te da anni se c’è qualcosa che non va è “colpa” della meditazione. Se vorrai fare un passo in più nella tua crescita ed hai veramente la voglia di andare a fare un percorso con un professionista come uno psicologo sicuramente te lo consiglio. Perchè dovreti continuare a meditare se credi che possa farti del male? io la posto tuo non lo farei. Poi, se è lo psicologo a consigliartela tanto di guadagnato.

mirko

non che mi faccia male.
partiamo dal fatto che la meditazione mi ha salvato. ora sono molto più calmo da 3-4 anni a questa parte rispetto a tanti anni fa che mi innervosivo ora riesco a mantenere di più la calma. però a volte capitano queste cose, ricordo che 2 anni fa mi è capitata la stessa cosa che la mente si fissò su una cosa fuori dal normale, infatti andai da uno psicologo e piano piano ni ripresi. adesso di nuovo mi è capitato che mi vengono ricordi malinconici passati e quando mi vengono è come se stessi a 10 anni fa. quello che vorrei sapere è il perché, se sbaglio a meditare alimentando o concentrandomi sui pensieri “inquinanti” e quindi aumentano, o che cos è. questo è tutto. buonasera.

Vittorio

Buonasera claudio ho visto dei video su YouTube su pian dei ciliegi che parlano di concentrazione errata. cos è in breve parole? se si sbaglia a concentrarsi puo essere dannoso in qualche modo?

Claudio

ciao Vittorio non so che cosa dicono gli altri, dovresti chiedere a loro cosa intendono.

Non mi spaventerei comunque dei “danni” relativamente allo sbagliare concentrazione, l’unico effetto collaterale che posso intravedere, oltre a non riuscire bene nella meditazione, può essere un lieve mal di testa nei rarissimi casi in cui ti sforzeresti troppo nella concentrazione come se guidassi un auto in mezzo alla nebbia piuttosto che focalizzandoti in quiete nel qui ed ora. Ma te ne accorgeresti,”danni” importanti non ne vedo, vai tranquillo.

Poi se uno ritiene “grave” prendere fischi per fiaschi e concentrarsi male al punto da non riuscire a meditare, a me non sembra grave, ma è una questione di giudizio personale. Rivolgiti a chi ha fatto il video per capire cosa intendono. Io posso rispondere per me, non per altri.

Claudio

ciao Vittorio, se vuoi consigli su come meditare poso aiutarti ma non posso entrare nella mente di altri, quindi non posso sapere per certezza cosa intendono. Posso dire la mia interpretazione, certo, ma “lascia il tempo che trova”: è sicuramente meglio rivolgersi a chi il video lo ha fatto per chiarimenti su di esso.
Per consigli su come meditare sono qui

Gianluca

Ciao Claudio,
ho ascoltato nel tuo video la spiegazione e la tua idea in riguardo alle posizioni in meditazione.
Ad un certo punto parli in riguardo ad una tecnica di Thich Nhat Hanh. Siccome ho letto e visto diverse cose di questo grande monaco zen, volevo sapere se questa tecnica di meditare alcuni minuti seduti, poi passare a sdraiati, camminare e in piedi; è una meditazione che ha praticato durante i ritiri, perchè non ho mai trovato nulla in riguardo. Siccome tu hai praticato anche in quella tradizione, mi piacerebbe sapere se l’hai svolta durante un ritiro.
A parte questo, ti volevo dire che sei veramente un grande. Nel senso che sai veramente entrare in rapporto cont tanti aspetti psicologici e portarli nella pratica.
Io che tendo ad essere ossessivo-compulsivo, trovo nelle tue parole tanta saggezza. Una saggezza fatta di pratica e capacità non comuni.
Un caro saluto.
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca, grazie per il supporto e i complimenti.

Non ricordo in quali occasioni e in che modo ho imparato questa modalita da TNH ma sicuramente non in un ritiro. Tuttavia se hai una tendenza ossessivo compulsivo, non te la consiglio: è troppo piena di “cose da fare” capisco che possano attirarti, ma è meglio “stare con le cose così come sono” evitando rituali del tipo “ora faccio questo, poi questo, eccetera”

tanta gioia a te e tutti gli esseri

Gianluca

Grazie Claudio per la tua risposta in riguardo a Thich Nhat Hanh.
Hai capito perfettamente le mie dinamiche ossessive che metto puntualmente in pratica anche durante la meditazione. infatti il tuo approccio verso la Pratica per chi ha problemi di ansia e ossessioni è veramente utilissimo.

Claudio

ciao Vittorio, faccio così tanti video, articoli e libri che non ricordo dove ne parlo, mi dispiace. hai guardato nella cronologia?
Che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici
Claudio

Selva

Buonasera ,
Ho scritto ieri ma non trovo più il mio messaggio sul sito…
Chiedevo ieri quanto chiedo oggi, ossia DOVE possa trovare le sue pratiche che nel suo libro “meditazione vipassana”, lei stesso esorta ad ascoltare ancora prima di incedere nella lettura del testo, acquistato da me in amazon.
Io vorrei poter procedere ma prima di leggere le appendici , cerco di ottenere indicazioni di quanto promesso in calce al suo libro.
Mi auguro ciò accada, perché altrimenti non capirei la tanta sicurezza nel dire di ascoltare prima di leggere.
Immagino ci sia un qualche disagio tecnico, visto che al mio chiedere, appare una scritta “oooops … La pagina non esiste”…
Con pazienza attendo una sua risposta che spero mi aiuti a camminare nei suoi suggerimenti, più agilmente di quanto possa fare ora, sennò andrò alle “appendici finali del testo”, ma con qualche punto interrogativo sul fatto che a mio vedere ciò che si scrive debba avere un risvolto esistente .
Molte grazie

Claudio

Buonasera Selva, in effetti ti avevo già risposto ieri nell’altro sito di meditazionevipassana.it, ma visto che non l’hai letta, mi chiedo se leggerai anche questa. Proverò a mandarti una email così riuscirai ad andare avanti col libro. Comunque ecco il contenuto della mia risposta:

ciao Selva grazie della segnalazione, abbiamo controllato ed il link scritto sul libro ti confermo che funziona regolarmente. Tuttavia ciò che digiti deve essere il link corretto, se sbagli a digitarlo appare la scritta che è apparsa a te.
Assicurati di digitarlo con Presenza e attenzione e vedrai che funziona se hai difficoltà scrivici su info@feliceadesso.it e scrivi cosa stai digitando in modo che possiamo controllare se effettivamente, come sembra, non stai digitando il link corretto.
Facci sapere, intanto congratulazioni per l’acquisto del libro
tanta gioia

Claudio

ciao Mirko, certo che ne parlo, ma si perde dentro tanti altri discorsi che faccio specifici sull’ansia, lo stress e l’atteggiamento compulsivo

Luigi

Ciao Claudio,

Ti seguo da qualche tempo sul canale youtube,
Volevo dirti che mi piace molto il tuo approccio e la cura che metti nella scelta delle parole che usi per comunicare i concetti che esponi in tutti i video che ho visto fino ad ora.
Ho percepito in te serietà e preparazione, per questo motivo ho deciso di comprare il corso di Vipassana. 😀

Domanda:

Quando medito, non sempre ma frequente, mi sento come cadere, diciamo come quando comincia a venire il colpo di sonno ondeggiando lievemente, in quel momento me ne rendo conto eppure non ho sonno.
Posso attribuirlo ad una buona riuscita della meditazione quando accade?

Ti ringrazio e a presto.

Claudio

ciao Luigi congratulazioni per l’acquisto del corso allora, vedrai che lo troverai estremamente chiaro.

Non è sintomo di una buona riuscita ma neanche del suo contrario. In ambito meditativo si dice che nel percorso di sviluppo della meditazione si affacia la sonnolenza (simboleggiata da un coniglietto) questa si affaccia proprio grazie al fatto che finalmente ti stai rilassando, tuttavia prima o poi dovrai lasciarla andare. La sonnolenza infatti non aiuta la consapevolezza.

Ricapitolando: ok si vede che finalmente ti stai rilassando. Al momento va bene così. Lavora comunque per lo sviluppo della Presenza. Metti e rinnova energia nella presenza, dopo comunque esserti focalizzato e quindi rilassato.

Buddha si è illuminato dopo avere scoperto l’equilibrio: “la via di mezzo”.

Claudio

non c’è nulla di errato nel fare dei tentativi. Noto che continui a dare responsabilità alla meditazione di quello che ti accade. La meditazione mette luce in quello che già c’è. Questo è il suo scopo più profondo. La pace che trovi meditando è già dentro di te così come l’agitazione.

Claudio

tranne rare eccezioni in meditazione lo scopo non è essere immobili ma consapevoli di quello che accade: atttenti osservatori ad esempio dei tic, senza ostacolare o favorire nessun fenomeno: pura osservazione e presenza

Claudio

ciao Vittorio, scusa se ti rispondo con questo ritardo ma ero ad un ritiro di vipassana. La lettura può portarti ad uno stato di coscienza tipo ipnosi, ma la meditazione direi che è diverso. Non c’è un lavorio della mente cognitiva come per la lettura piuttosto un assorbimento mentale

Claudio

beh si e no, ma più no che si..
Certo la lettura offre conoscenza e la conoscenza favorisce la consapevolezza..
tuttavia..
La consapevolezza è presenza nell’esperienza, non è perdersi nel cognitivo e la lettura è molto cognitiva.
Il fatto che ogni tanto ci facciamo assorbire dalla lettura ha più a che fare con una trance ipnotica che con una consapevolezza a tuttotondo

Gabriele Di Milia

Ciao Claudio,
Sono piuttosto confuso. Non capisco quali sono le meditazioni che offri. Io vorrei intraprendere un percorso serio di almeno una seduta settimanale. Avrei bisogno di capire meglio come si svolgono le sedute vipassana, durata, costi ecc.
Ti ringrazio
Gabriele

Claudio

ciao Gabriele, credo che tu abbia la voglia di fare degli incontri settimanali e li cerchi nei corsi singoli e completi quindi non a tempo, questo può generare confusione.

Come supporto nel tempo offro due soluzioni entrambe online, (al momento non prevedo incontri dal vivo anche se sto studiando se e come farli a Roma Restrizioni Covid permettendo):
1) un abbonamento mensile per chi è già deciso ad intraprendere un percorso nel tempo seguito da me
2) degli incontri settimanali in diretta online (su youtube ma non c’è bisogno di essere iscritti per parteciparvi, basta il link)

direi che essendo i secondi ad offerta libera potresti iniziare con quelli e poi se vorrai supportarmi maggiormente e allo stesso tempo fare un percorso più strutturato nel tempo potresti deciderti se e come abbonarti.

trovi dettagli sull’abbonamento al Come Meditare Coaching qui: https://www.comemeditare.it/proposta

mentre (ed è quello che ti consiglio per iniziare) trovi dettagli su come partecipare agli incontri settimanali qui: https://www.comemeditare.it/insieme

Claudio

il retto sforzo serve a ricordarci di essere presenti anoi stessi e a quello che ci accade. Se c’è un tic ok, ma non cercare il tic cerca quello che c’è nel qui ed ora sempre che tu sia presente e focalizzato nell’adesso grazie al retto sforzo

mirko

Ciao claudio vorrei acquistare il corso meditazione per l ansia.
mi puoi spiegare come si fa se mi arriva qualcosa a casa (perché ho visto che si deve mettere anche l indirizzo di spedizione) e inoltre cos è in pratica un video? o tante lezioni?

Katia

È normale che da quando ho iniziato a meditare durante il giorno sono più attenta a ciò che faccio ciò che il mio corpo mi trasmette, a volte sento la pelle più sensibile, sento il cuore che pulsa e il respiro senza pensarci? E in più mi capita di osservare le cose in un’altra prospettiva come se fossi estraniato dal mondo, come se fossi uno spettatore davanti a uno schermo…come se io fossi qui e tutto il resto mi passa davanti come una pellicola di un film..sto vivendo una strana sensazione ma molto bella…vedo le persone con altri occhi..

Claudio

ciao Mirko una persona consapevole sta con quello che c’è è consapevole di quello che c’è non di quello che idealmente immagina debba accadere. quella non è presenza è passato idealizzato e fantasioso.
Nel presente, con la consapevolezza si vedono i fenomeni mutare e mano a mano che sviluppiamo presenza abbandoniamo vecchi schemi e ne affiorano altri da osservare, comprendere e elaborare

Tiffany

Quando sono in preda a un evento, Come faccio a capire che è solo un pensiero passeggero dovuto all’impulso o è reale quindi fidarmi di quello che sento? Esempio se ho una discussione con qualcuno, e penso qualcosa ,cosa devo fare prima di parlare in modo sbagliato e capire se lo penso davvero o è una reazione è basta…scusa se sono così complicata…

Claudio

sii più semplice rimanendo con le cose così come sono o con il respiro, quando sei consapevole avrai pochi dubbi, rimani a stare con ciò che c’è senza perderti in questi pensieri e troverai chiarezza.

Katia

Ciao posso sapere la differenzavtra meditazione scientifica e vipassana? Vorrei che la meditazione mi accompagnasse nel mio cammino di vita per essere in pace con me è il mondo che mi circonda.grazie

Claudio

ciao Katia se come “meditazione scientifica” intendi la meditazione i cui benefici sono stati scientificamente dimostrati probabilmente non c’è nessuna differenza con la vipassana, in quanto gran parte delle ricerche scientifiche in campo meditativo, specie quelle effettuate negli ultimi anni si basano sulla meditazione di consapevolezza (mindfulness) che sono basate sulla vipassana. Ricerche meno recenti invece erano state condotte anche sulla meditazione trascendentale, ma è la consapevolezza intesa come mindulness-vipassana che sta interessando la ricerca scientifica degli ultimi anni:
https://www.comemeditare.it/meditazione/benefici-meditazione/i-benefici-della-meditazione-come-meditare-fa-bene/

Mirko

ciao claudio, ti spiego:

prima mi facevo una risata diciamo capivo di piu il black umor, i meme e tutte queste cose.

ora non so con i meme difficile che mi faccio una risata

Mirko

si Claudio però non so se è giusto o no, perché prima non mi arrabbiavo e ora mi arrabbio più spesso? la consapevolezza non dovrebbe far stare calmi le persone?

Claudio

ti calmerà se superi anche quella e ci riuscirai se porti la consapevolezza anche sulla tua rabbia, se cerchi di cacciarla via prima pensando che non sia giusta non funzionerà

Mirko

però quello che voglio dire io:
prima facevo un altro tipo di meditazione e non mi arrabbiavo subito come ora, ma avevo l’ansia.
Ora l’ansia è sparita con un altro tipo di meditazione ma mi arrabbio subito.
ecco tutto il discorso.

Claudio

si, ma a quel punto non stai più meditando con la sana presenza e consapevolezza, ma ti sei distratto ed il contare è diventanto un automatismo

francesco

Ciao claudio. Ogni volta che medito senza oggetto di meditazione mi passa la fame per molti giorni.ma dopo 4-5 giorni che medito con l oggetto di meditazione e mi sta quasi passando mi vengono dei pensieri che mi fanno rimeditare senza oggetto di meditazione. ma io sono convinto che la meditazione che mi fa male è quella senza oggetto di meditazione

Claudio

ciao Francesco mi pare nel leggerti che c’è molto attaccamento sugli effetti della meditazione: hai già delle idee precise sugli effetti che dovrebbe procurarti ogni sessione meditativa. Mediti sul serio quando ti apri a qualsiasi possibilità, altrimenti non stai veramente meditando ma stai fissandoti sugli effetti. Non stai nel qui ed ora ma hai già proiettato aspettative del passato nel futuro.

Mirko

Ciao Claudio forse ho sbagliato sessione ti scrivo qua riguardo quando vado per osservare il respiro e come ci fosse un peso e come se fosse bloccato.in più come citavo nel email sento di trattenere qualcosa,e questa cosa mi fa allontanare dalla meditazione fa un po’ paura non so quale consiglio pratico la Samantha e ho molto dolori e non riesco ad anvorarmi bene al respiro.

Claudio

ciao Mirko ti rispondo anche qui: Quando osservi ciò che ti succede va benissimo, anche se queste cose non ti dovessero piacere o fare paura. Nel corso che ho recentemente fatto sull’ansia dico anche che l’ansia stessa, persino se potrebbe sembrare che aumenti può essere osservata.
Questa osservazione che ci permette di immergerci in quello che c’è nel qui ed ora calma. Ma se hai ansia di fare passare l’ansia, non stai con quello che c’è ed il risultato che otterai è ulteriore ansia e paure che crescono.
insisto proprio su questo: qualsiasi cosa ti accada stacci. Persino il “non riuscire a starci” va bene se stai a questo fatto. A qualsiasi livello tu riesca a stare va bene, piano piano scoprira che in fondo è possibile stare anche con le paure e le ansie e questo ti darà una profonda calma.

Simone D'Ambrosio

Ciao, non so mai se sto mettendo il tipo di attenzione giusta, o qualità. Mi confondono anche i termini di osservare o fare attenzione al respiro, perché almeno per me hanno significati differenti. Vorrei mi spiegassi in che modo devo portare attenzione al respiro, che cosa si intende quindi per attenzione nella pratica, Grazie Mille, buona giornata

Claudio

Ciao Simone, più mettiamo dettagli, indicazione e speculiamo su cosa intendiamo per osservare o fare attenzione più ci allontaniamo dall’esperienza del respiro e tenderemo ad intellettualizzarla.
In soldoni, con semplicità ed in pratica, l’invito è respirare sapendo che stai respirando.

caterin

ciao mi potresti spiegare in che senso ci si deve abbandonare all’ espirazione ma nello stesso tempo mettere energia? è un controsenso o sbaglio?

Claudio

ciao, mettere l’energia dell’attenzione per abbandonarsi all’esperienza del respirare senza farsi distrarre dai pensieri.

Se non ci metti quell’energia ti perdi nei pensieri e ti fai trascinare via da essi.
Una volta che sei di nuovo attenta cosa fai? Non sostituisci il pensiero che se ne è appena andato con un altro pensiero, ma vivi pienamente l’esperienza del respirare.

trovi maggiori dettagli qui:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/9-errori-da-evitare-in-meditazione/
in particolare approfondisci la parte in cui parlo del “essere e non fare” e del “retto sforzo”

alfredo

Ciao Claudio mettere tutta l’energia al respiro ma nello stesso momento essere aperto a tutto quello che c’è puoi fare un video dove lo spieghi?

Claudio

ciao Alfredo, se fai questa domanda, focalizzati sul respiro. Al momento non ti preoccupare di altro che vivere l’esperienza del respirare.

Alessandra

Ciao Claudio, vorrei provare a meditare con un mantra.
Nella meditazione con il respiro finisco infatti o per perdere la concentrazione o per concentrarmi troppo sul respiro che allora diventa quasi affannoso.
Ho ascoltato il tuo video meditare con un mantra e vorrei chiederti se il significato del mantra Om Tare Tuttare Ture Soha può essere adatto per darmi la forza e la determinazione necessaria per affrontate un cambiamento importante nella mia vita, positivo ma molto faticoso da mettere in atto.
Grazie di cuore per l’attenzione.
Alessandra

Iacopo

Ciao Claudio, premesso che voglio acquistare il tuo metodo “meditazione per indaffarati”, vorrei anche fare un percorso approffondito con il tuo supporto.. Avendo già basi ed esperienze delle quali vorrei parlarti e non conoscendo ancora quale potrebbe essere il percorso che mi attende, vorrei prima contattarti in privato, per potere esporre e strutturare qualcosa di concreto e poter proseguire poi senza indugi. Ti ringrazio per l’ attenzione e per il lavoro che consapevolmente svolgi. Attendo una tua risposta, un caro saluto Iacopo

Claudio

ciao Iacopo, purtroppo privatamente riesco a seguire a stento i clienti a cui garantisco proprio il mio supporto. Tengo sempre del tempo libero per il blog per poere aiutare tutti in modo gratuito ma lo faccio pubblicamente proprio perchè rispondendo ad uno possono leggerlo anche in molti. Prova a dirmi di più e vediamo come possiamo fare. In che modo pensi che io possa aiutarti?

Luca

Buongiorno, pratico la meditazione mindfulness da diversi mesi, ero interessato a sapere per quanto riguarda la meditazione Vipassana, si presume dover appartenere ad un credo religioso, o si può praticare in maniera laica, o cmq seguendo una qualsiasi religione? Grazie…

Claudio

ciao La vipassana si può fare assulutamente in modo laico, la stessa mindfulnes si riferisce a questa antica tecnica. è una tecnica insegnata da Buddha, ma in quanto tecnica non richiede alcuna appartenenza religiosa specifica e si combina bene qualsiasi credo tu abbia già (persino agnostico o ateo). a me piace insegnarla in modo laico andando ad attingere qua e là dalle saggeze delle varie religioni o dall’approccio della psicologia moderna. Personalmente vedo molte similitudini quando si parla della ricerca di se stessi.

Ho fatto un corso laico sulla vipassana e puoi approfondirlo da qui: https://www.comemeditare.it/vipassana ma puoi anche vederne un anteprima gratuita da qui: https://meditazionevipassana.it/anteprima-gratis-scopri-la-vipassana/

mirko

Ciao Claudio, ho letto il tuo libro.
cosa intendi per “mettere tutta l’energia al respiro?
e se non lo sento e non sento nulla? a cosa do energia?

Gianluca

Gent.mo Claudio,
Grazie per tutto il tuo impegno e passione.Se mi permetti, ti faccio una domanda. Ho letto nel libro del Maestro Thanavaro “Meditare fa bene”, che “la meditazione di concentrazione, pacifica la mente, la rende calma e tranquilla. Molti maestri la ritengono più indicata per noi occidentali come pratica preliminare alla meditazione di consapevolezza”.

Praticamente mi ha spiegato che capita che gli Orientali facciano spesso Vipassana senza fare una vera e propria meditazione preliminare di Samatha.
Quindi, ho capito che almeno per gente molto concentrata o che vive magari in un monastero oppure fa un ritiro, si possa fare una meditazione Vipassana (Consapevolezza), senza l’ausilio della samatha. Chiaramente è una cosa anche molto soggettiva e legata allo sviluppo delle proprie capacità meditative,
Un caro saluto e grazie ancora di tutto!
Gianluca

Martino

Ciao, ho appena comprato l’ebook Come fare la meditazione Vipassana su Amazon. sul libro suggerisce di scaricare la meditazione 1 e 2 sul sito, su un indirizzo che non esiste. così ho scaricato la Meditazione_CalmoDimorare ma anche questa non riesco a caricarla su iTunes. le meditazioni sono disponibili altrove? su youtube? grazie

Claudio

ciao Martino, ti ringrazio della segnalazione ma ho controllato e tutto funziona perfettamente. Il link che trovi nel libro funziona e oggi è stato usato con successo da altri 3 lettori. Anche la meditazione del calmo dimorare funziona correttamente ed oggi è stata scaricata al momento da altre 5 persone.
Per itunes non so come aiutarti, io non lo uso e non sono un tecnico. Consiglio di usare un computer di casa piuttosto che un iphone, le cui limitazioni potrebbero non esserti di supporto se non sei un esperto.
Ho provato anche a scriverti in privato ma l’email che hai messo per il commento non risulta funzionante.

Claudio

Meditare normalmente non aumenta l’ansia, al contrario viene usata per gestire ansia e stress. Meditare ti fa stare essere più consapevole delle tue esigenze: quando hai fame sai di averla e mangi, cose col sonno eccetera.

Io non so cosa fai che chiami “meditare” ma ti esorto a smettere subito e andare da qualcuno, uno psicologo, che possa aiutarti sul serio, non usare la scusa di quella che chiami meditazione per evadere dai problemi, la meditazione non è questo.

Mirko sono serissimo: è venuto il momento che prendi seriamente in mano la tua vita e ti fai aiutare da un professionista che incontri a tu per tu e smetti di seguire questa cosa che tu chiami meditazione, lascia stare è evidente che non fa per te. Non puoi ritrovarti a non mangiare per via dell’ansia che quella che chiami “meditazione” avrebbe prodotto in te: se produce questi effetti perchè insisti a farla, vai a farti aiutare e lascia la “meditazione”!

Claudio

la meditazione ci rende meno reattivi e più consapevoli.

Più a contatto con le nostre emozioni ma meno in balia di esse.
Se dicessi “meno emotivi” darei una idea completamnte sbagliata benchè sarebbe giusta se con emotivi intendiamo qualcuno che si muove di pancia e d’istinto. Ma chi medita, nonostante non si lascia trascinare via dall’emotivo è pienamente a contatto con le proprie emozioni e non le nega o ne sfugge ma gli va incontro con coraggio e accoglienza.

Antonio

Ciao Claudio. Ho iniziato a praticare la meditazione Vipassana da qualche settimana e mi sto rendendo conto che a poco a poco sento delle energie. Volevo chiederti, i benefici di questa meditazione ovviamente si dovrebbero vedere nel lungo termine? Nel senso, l’utilità della meditazione si concretizza andando ogni giorno sempre più in profondità nell’osservazione della consapevolezza? E soprattutto, quand’è che si passa dall’osservazione del corpo a quella della mente? Ti ringrazio

Claudio

Ciao Antonio, non vorrei crearti aspettative rispetto ai benefici a lungo termine, ti invito a stare con quello che c’è.

Anche perchè sebbene più mediti e meglio stai, nel quotidiano e certamente nel corso di una sessione di meditazione, potresti non accorgertene. Te ne accorgi se ti ricordi di com’eri e come stavi prima di cominciare a meditare è nel paragone che i benefici si rendono evidenti. Anche se dovessi smettere potresti sorprenderti ad essere più nervoso ed ansioso.

Stai con quello che c’è non creare aspettative e coglierai dei frutti forse poco evidenti (se non in certi attimi estatici o di insight), ma molto pervasivi e profondi.

Si la meditazione è la palestra, l’allenamento, la “vera partita” è la vita di tutti i giorni (da qui ho realizzato il metodo di meditazione per indaffarati http://www.meditazioneperindaffarati.it ).

Non c’è una regola sul quando passar dal corpo alla mente, puoi anche rimanere solo sul corpo, dipende dalla tecnica che ti prepari a fare. Comunque spesso il passaggio da Samatha a vipassana avviene in modo assai spontaneo, una volta che la mente si è focalizzata. Tuttavia sarebbe improprio dire che corpo è samatha e vipassana è mente. Corpo e mente possono essere osservati anche in vipassana.

Certo se non ti è chiaro bene di cosa parlo con Samatha e vipassana, lascia perdere e serenamente focalizzati sul respiro nel corpo, è comunque molto funzionale come tecnica.

Se vuoi saperne di più ti suggerisco di approfondire la vipassana (valuta se fare il coro) http://www.meditazionevipassana.it ed anche il sutra di Buddha intitolato “Satipatthana” su come meditare col corpo e la mente, ma ti avviso non è semplicissimo se non hai già un po’ di esperienza con la vipassana. Nel senso che leggi il sutra, capisci abbastanza mentre leggi e quando hai finito ti potresti dire: “ma in soldoni come si fa?”

Comunque complimenti per il percorso che stai facendo e grazie a te per avermi scritto.

mirko

hai pienamente ragione claudio lo so. Mi consigli di stare occupato durante la giornata? di fare attivita sportiva o altro o leggere per distrarmi un po?

Claudio

è possibile che in parte tu lo faccia, anche adesso ho l’impressione che cerchi di etichettare mentalmente l’esperienza, ma ciò che apprezzo di te e che non ti arrendi, evidentemente in parte funziona, fai leva su questo

mirko

non mi arrendo perché la meditazione da quanto tempo la faccio mi ha sempre portato benefici. c’era un periodo che contavo tranquillamente i respiri e quando mi distraevo ritornavo da uno. ora quando conto i respiri non riesco piu come prima mi viene l ansia non so cosa mi è capitato cosa mi è successo credimi perciò ti mando sempre messaggi perché la meditazione mi ha salvato da una parte e dall altra no

Claudio

dipende se stai in samatha o in vipassana, ricordo di averti già dato risposte del genere in passato molto simile su altro, non era un tic, ma qualcos’altro.. qualcosa mi dice che ancora non hai capito cos’è la vipassana e come funziona.

Antonio

Ciao Claudio,
Ho trovato molto utile la tua guida per la meditazione sul “calmo dimorare”. Mi sto avvicinando alla pratica della meditazione e non avendo esperienza mi trovo davanti ad una cosa nuova che vorrei affrontare nel modo migliore. Volevo chiederti alcune cose relative alla pratica della meditazione, non so se hai il tempo per rispondere a questo commento ma mi farebbe piacere avere un tuo parere/consiglio in merito.
1) Per rendere efficace la meditazione, è necessario applicare la concentrazione sul respiro anche durante la vita quotidiana? Ovvero, la meditazione è un esercizio per lo svolgimento di qualsiasi attività della giornata?
2) un amico tempo fa mi consigliò di recitare con il mantra “nam myoho renge kyo”. Mi sono opportunamente documentato e ho scoperto che è legato al sutra del Loto, in particolare alla traduzione giapponese di Nichiren che ha rinnegato gli altri buddismi ritenendo quello del Loto l’unico vero buddismo. Ora, la recitazione di questo mantra ha senso solo se si “aderisce” a quel tipo di buddismo o è generalmente utile come forma di meditazione? e soprattutto, come si fa a regolare il respiro? Dopo tre o quattro ripetizioni devo riprendere fiato e “spezzo” il ciclo del mantra, non so se questa cosa è giusta o se ci sono soluzioni diverse… purtroppo mentre parlo non riesco a respirare 🙂
3) E’ possibile conciliare in Daimoku di Nichiren con la meditazione sul “calmo dimorare”? Si possono praticare entrambe? Purtroppo noto che in giro c’è tanto proselitismo verso questo o quell’altro buddismo, e ciò non so se è un bene, perchè determina una confusione nel capire ciò che è giusto o sbagliato, oppure se è meglio studiare e prendere un po’ da ogni scuola….
Intanto ti ringrazio per l’attenzione e la disponibilità 🙂
Un saluto e ancora grazie!

Claudio

ciao Antonio, benvenuto.

Alla domanda 1) personalmente insisto molto sul portare quanto più possibile la consapevolezza nel quotidiano ed è quello che insegno nel corso di meditazione per indaffarati.

per quanto riguarda il mantra di cui parli, sì puoi recitarlo pur non aderendo alla Soka Gakkai.

Buddha ha insegnato un modo di praticare e vivere mostrandolo per oltre 40 anni della sua vita (è “morto” a 80 anni). Alcuni buddisti (i Theravada) seguono ancora fedelmente quello stile di vita altri invece lo hanno rielaborato (in fondo Buddha stesso diceva di lasciare fluido l’insegnamento) mi sembra comunque difficile che un insegnamento recente rinneghi come buddista gli insegnamente del Buddha stesso. Il sutra del loto è un bellissimo sutra (sicuramente scritto da un grande illuminato, un Buddha) tuttavia postumo rispetto alla vita del Buddha storico, quella da cui è nato il cosidetto “buddhismo”.
Recitare un mantra è una forma di samatha. Puoi farle entrambe, cerca tuttavia di sapere prima cosa vuoi fare (se fare una, l’altra o entrambe) piuttosto che fare sempre a caso. Puoi anche decidere di fare “a caso” qualche volta, basta che sia sempre una decisione presa prima.
Non ti preoccupare dei respiri se ti focalizzi sul mantra lascia che sia il mantra a dominare, se invece vuoi sia il respiro non fare alcun mantra.
qui dettagli su come meditare con un mantra: https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-trascendentale/meditare-con-un-mantra/

Antonio

Ciao Claudio,

Intanto ti ringrazio molto per la risposta. Si, erano vari interrogativi che avevo da un po’ di tempo e mi sono rivolto a te perchè seguo i tuoi video su YouTube e i tuoi consigli utilissimi, basati sulla tua personale esperienza. Di conseguenza, ti dico anche che riflettendo bene e informandomi altrettanto bene (leggendo, cercando di capire, studiando anche) mi rendo conto che il buddismo di Nichiren, con tutto il rispetto per questo monaco e per chi fa parte della Soka Gakkai, non corrisponde storicamente alla dottrina di Shakyamuni. L’idea di meditare in ginocchio, a occhi spalancati davanti ad un testo in giapponese, con un rosario e ripetendo il “nam myoho renge kyo” come una radiolina modestamente non mi sembra un approccio realmente legato al Buddha. Mentre ascoltando Goenka e frequentando il tuo blog mi sono reso conto che la Vipassana, come anche il calmo dimorare, corrispondono alla vera meditazione delle origini che era tramandata oralmente tra i monaci ed oggi è a disposizione di tutti, ed effettivamente, con tutte le difficoltà di un neofita, mi porta ad una vera concentrazione: respiro, concentrazione sul qui e ora, sul corpo, etc. mentre il Daimoku mi sembrava più che altro una preghiera simile al rosario fine a se stessa o fine a… guadagnare tanti soldi, farmi la piscina e poi? Insomma, ho notato alcune contraddizioni. In più, mi confermi che il Sutra del Loto è posteriore a Shakyamuni, quindi parliamo davvero di qualcosa di successivo, modificato e non originale (tra l’altro ho anche letto che il Buddhismo giapponese aveva una connotazione di tipo militare, perchè usato come disciplina psicofisica per i Samurai e l’esercito, quindi lontanissimo dai presupposti originari).
Se posso, vorrei porti un’ultima domanda, un piccolo dubbio sulla meditazione. Quando medito, nella posizione ferma che bisogna tenere, può succedere (so che può far ridere) di avere che so… prurito alla gamba, o alla testa, o distrazioni corporee di questo tipo, insomma. Ecco, mi chiedevo, possiamo staccare le mani oppure per una questione di “energia” e concentrazione è meglio fare una piccola scelta di tipo “ascetico” e resistere alla tentazione e stare fermi? Ti ringrazio ancora!

Claudio

Nel Budddhismo ci sarebbe ampio spazio a dei miglioramenti, Buddha stesso invitava a non fissarsi su dottrine rigide e “zattere” che servono solo ad attraversare il fiume (e non da portarsi dietro).

Puoi muoverti, purchè tu lo faccia consapevolmente. Quindi evita di grattarti di istinto ma fallo pure con presenza mentale. Ti capiterà un giorno di decidere di rimanere ancora un po’ a vedere cosa accade e sperimentare come anche il prurito se ne andrà. Ma grattati pure, per il momento e lascia che tutto accada natuaralmente purchè in presenza ed in consapevolezza.

mirkock

che significa osservare il respiro per tutta la sua durata?io l espirazione non la sento proprio. se non la sento la mia attenzione dove va? sempre nel punto delle narici? e quando si dice attenzione al punto delle narici cosa si intende?

Claudio

Mirko, sono mesi che continui ad avere dubbi su ogni cosa. A cosa i servono questi dubbi? Che gioco stai facendo ogni volta che mi fai domande del genere? Sto per pubblicare un video sui dubbi appena disponibile guardalo, potrebbe esserti di aiuto.

Tiffany

Ciao Claudio , non riesco a capire se devo usare l’istinto o la mente, quando affronto una discussione devo essere me stessa, ma in meditazione bisogna osservare come ci fa stare una cosa quindi, io sono una sempre istintiva e agisco di petto ma a volte mi pento, ma a volte si dice che bisogna agire con il cuore, quindi la mente poi cambia la prospettiva…sono molto confusa, cosa dovrei ascoltare, istinto , impulso , il cuore o la mente, la ragione…cos’è quella cosa che ci permette di arrivare alla verità e alla pace con noi stessi

Claudio

cio che chiami cuore probabilmente non è realmente cuore ma è emotività, ti muovi di pancia reattivamente in preda alle emozioni non con consapevolezza o con il cuore aperto. Quando è presente la consapevolezza le azioni sono leggere e serene. Non darti fretta continua pazientemente a meditare e conoscerai per esperienza quel che a parole potrebbe non essere molto chiaro.

Mirko

in che senso ricentrarti in te . comunque mi sta capitando questo: faccio 2 tipi di meditazione perché sono convinto che uno dei due mi provoca pensieri compulsivi e l altro mi fa stare meglio. ma non riesco a capire quale dei due mi fa stare meglio e quindi mi ritrovo a cambiare tipo di meditazione ogni 4-5 giorni e non arriverò mai a nulla .

Claudio

ho proprio l’impressione che con te spreco parole, torni a dirmi sempre più o meno le stesse cose… mettiamola così:

..e se non dipendesse dal tipo di meditazione ma da come stai tu nel momento in cui la fai?

quando dico che tendi a dare la “colpa” fuori intendo che non guardi dentro: tu non la tecnica.

mirko

leggerò assolutamente il tuo libro. sto in una confusione totale. mi sento troppo strano. non capisco l attenzione su un solo punto tipo alle narici ma allo stesso tempo avendo un attenzione aperta a tutto quello che c è cioe ad accogliere quello che viene .

Claudio

ciao Mirko, vedo che riproponi sempre lo stesso dubbio. Ti ho già risposto altre volte, forse leggendo il libro ti si chiariranno meglio certi aspetti, anche se temo che il dubbio sia un ostacolo con cui hai famigliarità e potresti avere altri dubbi dopo.
Vedremo..
Comunque sia, provo a risponderti ancora una volta: il focus su un solo punto ti aiuta a ricentranti a rientrare in te, una volta fatto questo è più facile che la mente si espanda. Si chiamano: Samatha e Vipassana

mirko

nella mia zona non c è nessuno perciò ti contatto sempre a te.comunque dipende dalla meditazione che faccio. se faccio un tipo di meditazione mi passa la fame se ripeto un mantra mi viene la fame ma mi vengono pensieri cioe se vedo una cosa mi ricorda una cosa passata. Sono sicuro che è la meditazione sbagliata a farmi questo. ho sempre meditato tranquillamente e ho sempre contato i respiri tutto molto tranquillo.

Claudio

continui ad attribuire alla meditazione una qualità che non gli è del tutto propria. Il “vero” effetto della meditazione è la consapevolezza. Ovvero la capacità di stare con quello che c’è momento per momento, nel “qui ed ora”.

Se nel momento che mediti c’è fame, vedi fame. La noti al di fuori della distrazione del chiacchiericcio mentale.

Non è la meditazione a fartela venire, ma te la fa notare.
Così se non c’è fame o c’è ansia: lo noti.

La spia rossa nella macchina segnala un qualcosa nella macchina, non ne è la causa: è “solo” uno strumento di consapevolezza. Grazie alla spia puoi salvare la macchina dal fondere il motore, ad esempio, o dal rimanere senza benziana.

Ecco perchè è fondamentale la consapevolezza. Difficilmente una meditazione fatta bene ti fa venire fame -semmai il contrario visto che stai fermo e consumi meno energie anche a livello del cervello- ma non è neanche che te la fa passare in senso assoluto.

L’effetto che produce la meditazione- ed è il motivo per cui meditiamo- è sviluppare una maggiore sintonia e conoscezna con noi stessi.

Continui a preoccuparti di cosa “ti fa” o cosa “non ti fa” la meditazione, ma non è questo il punto. Non è dall’esterno che capitano le cose, ma tutto accade dentro, con la meditazione ne scopriamo i meccanismi.

mirko

ciao Claudio vorrei comprare il tuo corso di meditazione. credi che è un bene che lo compro? almeno capisco qualcosa in piu di meditazione ho troppa confusione. e inoltre questi pensieri non se ne vanno og i cosa che vedo un oggetto un odore mi ricorda unacosa passata

Claudio

Ciao Mirko, sicuramente il corso di Vipassana potrà aiutarti a capire meglio alcuni aspetti. Faresti bene a farlo. Allo stesso tempo quello che maggiormente ci vorrebbe per te, secondo il mio modesto parere, è qualcuno dal vivo. Guarda se nella tua zona c’è qualcuno che insegna vipassana o Mindfulness, e fai un bel percorso di meditazione di un paio di mesi almeno.

Corsi e libri da una parte possono portarti chiarezza, ma ho notato che tendi a dubitare di molte cose, quindi se da una parte delle istruzioni possono fare chiarezza dall’altro potrebbero diventare fonte di altri dubbi.

Ok quindi il corso di vipassana (non l’altro della meditazione per indaffarati), ma poi, appena questo periodo passa e si possono fare dei corsi dal vivo frequenta settimanalmente qualche maestro e fai un po’ di pratica con lui.

Fabio

Ciao Claudio, ho acquistato i tuoi corsi (meditazione Vipassana e meditazione per indaffarati) e mi sto trovando alla grande. Vorrei chiederti se è possibile in qualche modo imparare la meditazione delle 4 dimore sublimi, ho notato che c’è sul tuo sito a 47€ ma è stata una live già fatta. Da dove potrei imparare?, grazie.

Claudio

ciao Fabio esatto il corso delle 4 sublimi dimore è già acquistabile ed è la registrazione della live fatta il giorno della liberazione del 2020. Al momento devo ancora realizzre la pagina di presentazione del corso che si trovberà qui: https://www.comemeditare.it/corsi/4dimore-presentazione/ tuttavia credo che tu sappià già di cosa si tratta e non hai bisogno di alcuna presentazione quindi puoi già acquistarlo se è ciò che vuoi ed è un bel corso denso di insegnamenti preziosi: lo consiglio senz’altro!

Mirko

può essere che mi passa la fame perché faccio una meditazione sbagliata? perché se so che il motivo è perche ho problemi, allora vado da uno psicologo ma se è per una meditazione sbagliata e vado da uno psicologo non risolvo nulla

Claudio

una meditazione di consapevolezza non è sbagliata. La consapevolezza mette il luce quello che c’è: non è mai sbagliata. Se pensi di risolvere quel che ti succede eliminando (o cambiando o facendo solo) la meditazione sei fuori strada. Se ti accorgi che c’è qualcosa di profondo su cui lavorare, lavoraci sopra: prima lo farai meglio sarà il resto della tua vita. Rivolgiti ad un Terapeuta, con cui fare un bel percorso

mirko

ma io ho sempre meditato è sempre andato tutto bene.sembra che ogni tipo di meditazione mi faccia qualcosa. ad esempio se conto i respiri mi viene un pensiero ad ogni oggetto che vedo. se mi concentro sull area del respiro, io non sento nulla ma cerco di sentire l area, sembra che dopo mi sento troppo strano.

Claudio

continui a incolpare o dare i meriti alla meditazione che è solo uno strumento di consapevolezza. Ciò che accade a te rimane di tua competenza. Se mi dici che stai male al punto di non mangiare è utile farti aiutare da un professionista a prescindere dalla meditazione

mirko

sai qual è il mio problema? ad esempio ascolto una canzone che dice la parola cimitero e mi viene in mente un ricordo dovesono stato ad un cimitero. non sento la canzone.

mirko

claudio secondo me ho qualche problema. è come se stessero uscendo fuori tutto la roba che ho dentro. tipo ricordi passati emozioni e non sto nemmeno mangiando mi sta passando la fame. mi chiedo: è normale? ogni oggetto che vedo mi ricorda qualcosa di passato.

Claudio

ciao Mirko emerge nel qui ed ora quel che c’è nel qui ed ora. Indugiare nel passato non ci serve. Se ti sta passando la fame ed hai problemi è utile farsi aiutare da un professionista. La meditazione è un grandissimo supporto ma non è sostitutivo di una terapia Psicologica. Ti invito a valutare di recarti presso un Terapeuta con cui creare e fare un bel percorso personale.

Raffaele

Ciao Claudio, sto continuando a meditare, ho seguito il tuo consiglio e anche un po’ il mio cuore.
Volevo chiederti, sono sufficienti 20 min la sera? Prima che la mia relazione finisse meritavo anche 40 45 min. Ma ora la mente è completamente satura di immagini e meditare per molto tempo mi resta complicato…

Grazie come sempre

Mirko

io sbaglio proprio il modo di porre l attenzione. mi risulta difficile il fatto: attenzione aperta a tutto quello che c è ma in un solo punto? è un paradosso! o mi sbaglio?

Raffaele

Ciao Claudio, dopo 14 anni di relazione la m8a compagna mi ha lasciato dicendomi di nonnamarmi più. Vivo una fase quasi di lutto e meditare mi resta complicatissimo. Sto continuando a praticare 20 minuti la sera ma per un paio di giorni non sono riuscito e ho desistito. Non ti nascondo che tra le colpe che mi sono dato per la fine della relazione ho incluso anche il percorso spirituale, che lei non condivideva con me ma che tuttavia non disapprovava affatto, anzi ne era felice.

Hai consigli in merito alla pratica in questo periodo complicato? Mi resta complicato sedermi ad osservare tutto il dolore e i rimpianti e i sensi di colpa.

La tentazione onestamente è quella, dopo 3 anni di pratica, di abbandonare il sentiero. La vipassana avrebbe dovuto farmi vedere le cose più chiaramente e io non mi sono neppure accorto che la mia relazione stava andando in frantumi. Mi sa che la meditazione non fa per me. Un caro saluto

Claudio

Ciao Raffaele, non ho il potere di convincerti a fare qualcosa di cui non sei convinto, mi dispiace per il momento che stai attarversando, personalmente ritengo cha a maggior ragione, per quanto difficile ti possa sembrare, meditare ti possa essere di grande sostegno.

Tutto è impermanente, tutto viene, si sviluppa e poi finisce. Non abbiamo potere su questo ed anche questo momento cesserà. Praticare vipassana pensando che ci previene dalle leggi di natura non è praticare vipassana che al contrario ci permette di esere consapevoli testimoni delle leggi di natura.

Dal momento che stai prendendo la decisione di smettere non sarò io a oppormi, tuttavia visto che mi hai chiesto un consiglio eccolo.

La sofferenza è un ottimo strumento di comprensione della vita e dei suoi processi se rimaniamo centrati e consapevoli. Più c’è sofferenza più possiamo capire. Ma più c’è sofferenza e meno ne abbiamo voglia. Vorremmo smettere di vedere e attraversare quel dolore, vorremmo scappare via.

Lo capisco è umano, ma il mio consiglio non può essere altro che: stacci, guarda ad occhi pieni quel dolore, non fuggirne, abbraccialo.

Al contrario ti consiglio di praticare vipassana ed aggiungere semmai un’altra pratica spiegata mirabilmente in questo libro: nutri i tuoi demoni

Raffaele

Grazie infinite Claudio. La mia resistenza nei confronti della pratica è certamente una via di fuga dal dolore. Grazie per i consigli, proverò a stare con la sofferenza ed ad accoglierla. È un momento molto complicato. Confido nell’impermanenza. Questa sofferenza diverrà altro. È molto importante sapere di poter contare sul tuo prezioso aiuto. Grazie…

Claudio

se ti sembra così forse è proprio questa la direzione giusta da prendere per te: “rilassati nell’adesso” lasciare andare la voglia di controllare tutto ed abbandonarti all’esperienza del momento.

La voglia di controllare è viziata dagli schemi, dai pensieri, da elementi astratti e questo non ti rende libero ma “addormentato” se vuoi essere libero dovresti avere il coraggio di lasciare andare il bisogno di controllare tutto.

Ti assicuro che sei più passivo nel rimanere incastrato negli stessi preconcetti che aprirti all’adesso. Meditare non è un controllare con l’ego o con la mente, ma piuttosto un allenamento a smascherarne attivamente i meccanismi rimanendo imparziale osservatore.

Claudio

Ciao Mirko se dopo avere visto i miei video sul retto sforzo ancora non ti è chiaro, è inutile che ribadisca lo stesso concetto.

Dirti: “lo sforzo non è ‘faticoso’ è un costante e paziente richiamo alla presenza. è un modo di ricordarti di te” non ti servirà a nulla.

Quindi Mirko, ignora tutto quel che riguarda la parola sforzo perchè evidentemente ti mette fuori strada: dimenticati tutto quello che ti ho detto sullo sforzo e pratica la meditazione abbandonando l’idea di capirla intellettualmente – Pratica, sperimenta! Chi sperimenta “è” che cerca di essere non di conoscere o capire “come fare” intellettualmente.

Guarda piuttosto questo articolo con relativo video:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/meditare-non-e-fare/

Se poi ti senti confuso perchè non capisci: tranquillo, medita lo stesso e nota, mentre mediti tutte le volte che non capisci o che cerchi di capire perchè non è come ti “aspetti che debba essere” sperimenta com’è sentirsi incerti e confusi ed anche frustrati.

In questo modo torni ad essere a dispetto dei giochi mentali

mirko

anche se sento la sensazione della pancia che si alza e si abbassa faccio conflitto con i pensieri e forse li alimento. il fatto è che io ho sempre fatto queste meditazioni e le ho sempre fatte normalmente. ora non riesco a farle piu. cosa posso fare?

Claudio

noti che ti aspetti che le meditazione devono corrispondere a delle aspettative? Non lasci che la meditazione manifesti liberamente quello che c’è nell’adesso, la tua mente va al passato, non sta nell’esperienza. Tutto ciò riguarda il campo delle congetture nei preconcetti, ovvero dei pensieri.

i pensieri non sono di per se un ostacolo, a meno che non cominci a farci braccio di ferro o a perderdertici dentro e spesso si fanno entrambe le cose: volendoli eliminare -con la stessa mente che ha generato i pensieri, produci altri pensieri per eliminare quelli di prima- li alimenti.

Nell’adesso, noti che la mente è agitata? Ok continua a notarlo e torna pazientemente al respiro senza aggiungere altri pensieri (che non noti neanche tanto ti ci identifichi dentro) che ti fanno dire: “ma io non riesco più come prima..””come faccio?”.

Ci sono dei pensieri? Notali, permetti loro di eserci e di essere osservati. Non c’è bisogno di cacciarli via ne di perdertici dentro.

Ti ci perdi dentro quando ti dici che quell’esperienza che stai vivendo nel qui ed ora non va bene e dovrebbe esere diversa, lo dici tu: è un pensiero tuo che non vedì più perchè ci credi: ti ci identifichi, ti ci perdi dentro.

Permetti semplicemente a tutto ciò di esserci e torna a osservare tutto ciò, prima o poi, quando ci farai pace, tornerai alla pace. Poi la riperderai, poi ci tornerai..

Tutto viene e va e nell’adesso ogni esperienza è unica: stacci per quella che è senza volerla ricondurre a quella che vorresti che fosse.

Il pensiero non è un problema lo diventa quando non ti accorgi che lo alimenti tu.. lascialo essere e torna ad osservarlo: prima o poi si trasforma, osservane la mutazione come osserveresti nuvole nel cielo.

Finche aggiungi il pensiero “come faccio, non ci riesco” e gli dai retta -ovvero credi che sia la verità e non solo un pensiero- non ci riuscirai.

é solo un pensiero, non cacciarlo via, osservalo, prima o poi cesserà. Anche perche lo cacceresti via come? Con lo stesso identico pensiero: “questo non va bene devo eliminarlo”.. Ti accorgi del loop?

Claudio

la paura nasce da dei pensieri che vuoi continuare a nutrire, per questo ti rispondo allo steso modo: smetti di nutrire i pensieri e focalizzati sull’esperienza del respirare, vivi il tuo respiro e dai meno retta ai come e ai perchè.

La meditazione non è sbagliata se è meditazione. Se è prolifereare di “come fare” di “oddio e se mi succede che svengo” di ” e se si facesse in modo di verso” oppure “non capisco come” non è più stare col respiro e quindi non è più meditazione, ma semplice proliferare di pensieri mascherato da meditazione.

Capisco che tutti questi pensieri possano sorgere comunque, basta che non li alimenti cercando soluzioni mentali, ma torni a esperire il respiro 10, 100,1000 volte. Quindi ok che sorgano questi pensieri, ma ti prego non dargli retta cercando soluzioni con la mente, torna a vivere l’adesso: sperimenta il tuo respiro.

Abbandona il desiderio di “sapere come fare” e mettiti semplicemente a fare e come “fare” intendo osservare cosa succede in te mentre respiri, il movimento del tuo respiro. Torna a questo sperimentare ogni volta che ti accorgi che invece torna in te il desiderio di “sapere”

mirko

ciao claudio attenzione focalizzata, su questo faccio casino e non l ho mai capita da 5 anni. l attenzione focalizzata cosa significa, per favore te lo chiedo puoi fare un video su youtube doce spieghi cosa significa attenzione focalizzata

Claudio

leggi quello che ti ho già scritto, mi ripeterei: in realtà con te mi ripeto in continuazione è come se non accettassi le miei risposte e ne vorresti una diversa.

mirko

ho visto il tuo video del conteggio dei respiri. sei un grande. una domanda: ma nel momento del conteggio della fine dell espirazione col numero 1 ad esempio, non sono consapevole della pausa? visto che conto il respiro quando finisce l espirazione

Claudio

ahahah allora se hai visto il video tu saresti tra quelli a cui sconsiglio la tecnica del contare.. scherzi a parte davvero per te è meglio vivere l’esperienza del respiro anzichè contarli: pazienza se ti perdi.. succede a tutti.
Un mio allievo ricordava che per lui è stato liberatorio quando gli è stato detto di essere il respiro. è solo una suggestione se non ti è chiaro il significato non perderci tempo, viviti semplicemente l’esperienza del respirare

mirko

claudio mi faresti un video su youtube dove spieghi l’attenzione? e il retto sforzo dove va fatto al respiro? e l’attenzione se è solo al respiro o è un attenzione aperta a tutto quello che accade. e l’attenzione aperta ma focalizzata in un punto cosa significa? buona giornata

Claudio

ciao Mirko, normalmente faccio una sessione in diretta (che poi viene registrata) di domande e risposte per gli abbonati al come meditare coaching se sei interessato a questo tipo di servizio puoi valutarlo qui: http://www.comemeditarecoaching.it

per quanto riguarda la domanda ho l’impresione che ti stai infognando in concetti “da capire” a discapito dell’esperienza “da vivere” te lo sto ripetendo da un po’ ma vedo che insisti a “voler capire”: viviti l’esperienza del respirare senza sapere altre cose che accumuleresti in un mare di concetti e idee che si stanno sovraffollando.

Sperimenta il respiro: come viene viene. Ti distrai? ok viviti il fatto che ti sei distratto e torna al respiro.

Basta chiederti se fai bene o male: fai e basta. Mooooolto più semplicemente. Take it easy. Fai pace con la meditazione. La meditazione è una attività pratica che calma, la stai facendo molto teorica e complicata..

mirko

Claudio SOLO TU MI PUOI AIUTARE, al posto di andare da uno psicologo, io so che questi pensieri li creo io, io al posto di pagare lo psicologo pago te. per favore puoi capirmi 😪.
stamattina ho meditato. ho ripetuto il mantra so ham, ma ho come l impressione che quando lo ripeto è come se creassi conflitto. non so come ripeterlo sto mantra. Mi è successa la stessa cosa l’anno scorso e sono riuscito ad uscirmene, anche quest anno voglio farcela e vedere si non cascarci piú! 😪😪😪

Claudio

ciao Mirko premesso che uno psicologo fa il suo lavoro che in quanto tale è insostituibile. Io continuo a consigliare la meditazione del respiro se vuoi fare il mantra non ho molto da consigliarti in più di quello che già trovi in questo blog (tra cui di conoscere il mantra) ma è, secondo me, molto meglio il respiro, specie se vuoi fare un lavoro più “psicologico” a tal proposito è ancora più indicato, una volta famigliarizzato col respiro, passare a vipassana-mindfulness

mirko

sai perché ti chiedo del mantra? perché 3-4 mesi fa lo ripetevo senza alcun problema! ora non so quando lo ripeto creo conflitto con i pensieri, come se volessi, come dicesti tu, “controllare la mente con la mente”. perciò ti ho chiesto se col mantra si sente anche la sensazione del respiro.

mirko

claudio ma per caso la cosa sbagliata è che uso il mantra CONTROLLANDO la mente e le emozioni? puoi fare un video su come ripetere un mantra? credo che questo sia il problema. e non è la mia mente ma secondo me la realtá

mirko

io credo di sentire la sensazione del respiro anche controllando e non lasciandomi andare. boh confusione proprio. Col mantra invece non si sente nessuna sensazione quindi come si calma il corpo?oppure con un immagine o un suono?

Claudio

Mirko, mi scrivi in continuazione “che non riesci”, riesci a notare che c’è in te un pensiero ricorrente che dice “non ci riesco, io non riesco a meditare”? Notalo osservalo, osserva come ti fa stare e torna al respiro: tutto qua.

Tutto il resto è sovrastruttura mentale

mirko

ok. ma il tuo corso di vipassana quanto costa? comunque è normale che l inspirazione la sento di piu e l espirazione non la sento proprio?

Claudio

ciao Mirko, ho l’impressione che poni molti ostacoli davanti alla tua meditazione. Mi fai anche molte osservazioni e insisti su modi che ti sconsiglio. In altre parole è come se mi chiedessi di cambiare rimanendo nella tua posizione. Come puoi cambiare e rimanere lì allo stesso tempo? Se non vuoi aprirti al Presente sperimentandolo, non sarò certo io a obbligarti a farlo, sei liberissimo di proseguire a frapporre dubbi e congetture mentali mentre ti dico di sperimentare l’adesso.
Solo che se continui a dirmi le stesse cose posso solo ripetermi anche io a che serve?

mirko

faccio confusione troppo. ho letto talmente tante informazioni sulla meditazione che ogni cosa che faccio sembra contraddittoria. se mi abbandono come faccio a fare attenzione

Claudio

se fai attenzione alle sensazioni, a ciò che percepisci, tenderai a rilassarti, se vuoi controllare, no. ecco come fare attenzione: abbandonandoti ad essere presente del respiro e quando ti accorgi che ti sei perso torni a quello.

Se ti confondono le cose che hai letto privilegia solo una lettura: il potere di adesso di Tolle

mirko

claudio io quando faccio attenzione al respiro dall inizio alla fine è come se non mi osservassi. come se il respiro fosse un ostacolo per osservarmi, un intruso. se arriva un pensiero e torno al respiro mi sento come se questo pensiero non l avessi osservato, come se non ci fossi stato con il pensiero(quando si dice se viene un pensiero osserva il pensiero, ma se torno al respiro non lo osservo??) la stessa cosa con ad esempio l ansia o la paura : se arrivano ed io ritorno al respiro non sto con l’ansia o con la paura? riesci a capire cosa intendo claudio?

Claudio

Penso di capire molto bene cosa intendi, Mirko e direi che stai facendo molto bene.

Quando c’è ansia vuol dire che c’è qualche pensiero subdolo che ti sta trascindando via e il respiro è un buon alleato non per cacciarlo via, ma per tornare semplicemente all’adesso (i pensieri non ti fanno stare nell’adesso ma in un mondo di pensieri).

Quando sei nell’adesso il respiro va nello sfondo per aprirti all’esperinza, ok!

mirko

ciao claudio ho dovuto stoppare la meditazione. non sto meditando piú.Voglio capire se questi pensieri del passato ossessivi perché mi vengono. se è per una meditazione fatta male, oppure proprio perché la meditazione ti fa guardare dentro mi vengono questi pensieri.

mirko

ci proverò claudio. sono molto confuso perché non capisco chi dice l’attenzione alle narici poi dice ma anche a tutto quello che c è suoni eccetera. ma se l’attenzione è alle narici come si fa a portare l’attenzione anche ai suoni e altre cose?

Claudio

Come posso condensare un intero corso in poche righe..

Facciamo così, all’inizio focalizzati sul respiro e quasi solo su quello, piano piano, la tua attenzione sarà più viva e potrebbero emergere altre cose e non solo il respiro, senza perderti in esse autorizzati a osservarle.

Se tutto ciò non ti fosse chiaro tieni solo il respiro e lascia perdere il resto. Ma rilassato..

Se invece vuoi fare il corso di vipassana lo trovi qui: https://www.meditazionevipassana.it/corso

mirko

Attenzione a non usare questa pratica come un desiderio di controllo e sforzandoci a volere governare il presente. come faccio a sapere se sto governando il presente ?

Claudio

Semplice se vuoi sapere tutto come fare bene o male in teoria tendi a perderti l’esperienza (che nulla a che fare con la teoria) del momento presente.

Chiediti meno come fare a sapere e dimora nell’esperienza. Ora immagino che tu mi dica (magari con un altro nome ed un ennesima finta email): “ma come faccio a sapere come dimorare..”:

osserva come stai, cosa ti dici nella mente, scopri se invece che percepire le sensazioni corporee stai solo a cercare teorie sul “come fare” e nel caso te ne accorgi: ok ottimo lavoro, non cercare di cambiare lo stato delle cose semplicemente osserva tutte le tue dinamiche anche quelle mentali.

daniele

Buonasera Claudio, se l’oggetto di Meditazione è il respiro, l’attenzione va ai cambiamenti delle sensazioni del respiro, e se l oggetto di Meditazione è il mantra l’attenzione a quali cambiamenti va?

Claudio

io avrei detto semplicemente: “quando usi il respiro l’attenzione va al respiro, quando usi il mantra al mantra.

Ma se tu dici “l’attenzione va ai cambiamenti delle sensazioni del respiro! allora puoi usare i cambiare delle vibrazioni del mantra (se lo fai le prime volte ad alta voce ti sarà più chiaro anche quando lo farai silenziosamente dentro di te”.

Non ti fissare troppo sulle definizioni (chissà perchè ho l’impressione di avere già avuto a che fare con te): sperimenta prima di perderti nel perchè e nel come

Claudio

osserva attentamente la tua domanda e nota come ti fa stare pensare di volere sapere se stai alimentando l’ansia…

difatto ti stai pre-occupando di un problema che non c’è, ma è proprio questa pre-occupazione motivo di ansia.

Mi pare di averti già detto di lasciare perdere il volere sapere tutto a livello dei pensieri. Non è coi pensieri che risolvi un problema creato dai pensieri stessi: si tratta di spostare l’attenzione dai pensieri alle sensazioni, come il respirare. Occupati dell’esperienza lascia perdere il pre-occuparti.

caterina

Buongiorno Claudio volevo sapere come si fa la meditazione del conteggio dei respiri. basta contare semplicemente? o c è bisogno di un retto sforzo

Claudio

Ciao Caterina, ti ripeto quello che ho appena detto ad Alberto, proverò a fare un video ancora più dettagliato, tuttavia trovi già tutte le indicazioni necessarie qui: https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-col-sonno-e-la-tecnica-di-meditazione-del-contare/. Attenzione a non usare questa pratica come un desiderio di controllo e sforzandoci a volere governare il presente. Piuttoso è meglio lasciare fluire i respiri senza contarli e cercando di essere consapevoli di essi ogni volta che ci riusciamo.

Claudio

Buongiono.. Beh se conti i respiri la mente su cosa è focalizzata? Sui respiri, ovviamente!

Sto cercando tuttavia di comunicare che la tecnica del contare la consiglio raramente ed in poche occasioni da usare anche col contagocce.

Se poi, tu, Caterina e molti altri nomi usati qui siete sempre la stessa persona a maggior ragione sconsiglio l’uso di questa tecnica. anzi tenderei a “vietarla” perchè poco utile, anzi controproducente a chi vuole una tecnica per controllare ciò che li sembra gli sgugga di mano. meglio che ti sfugga piuttosto che alimentare una tendenza ossessiva compulsiva.

Fai una cosa: osserva il respiro e, semplicemente quando ti distrai, pazientemente accetta che ci si distrae facilmente (capita pressochè a tutti non solo a te) e torna pazientemente al respiro evitando di contarli

eduardo

Ciao claudio, sul fatto delle pause: se faccio attenzione solo ed esclusivamente alle pause tra i respiri? cosa puo succedere? è sbagliato?

eduardo

Ciao claudio quando medito e mi concentro sul respiro sulla pausa tra i due respiri mi inizia a battere il cuore piu veloce, è normale? sbaglio a fare qualcosa? puoi spegarmi meglio l’attenzione al respiro e alle pause tra un respiro e un altro?

Claudio

ciao Eduardo, non ti preoccupare se è normale o no: l’invito è stare con quello che c’è. Se è quello che succede osservalo: la consapevolezza non uccide, anzi, fa emergere quello che comunque c’era. Se osservare lo spazio tra u respiro e l’altro ti confonde, lascia perdere. Basta che sai che esiste uno spazio, e focalizzati solo sull’inizio, sviluppo e fine di ciascuna fase del respiro.

Se questa attenzione al respiro senti che fa cambiare qualcosa (esempio il battito cardiaco) questo video potrebbe aiutarti: https://youtu.be/6A2szH1XT_g

Veronica Girello

Ciao Claudio, mi chiamo Veronica e da non molto mi sono interessata e avvicinata alla meditazione. Cercando informazioni, ho scoperto il tuo blog e il tuo canale youtube che trovo densi di contenuti interessantissimi e di questo ti ringrazio.
Sarei interessata ai tuoi corsi on line di “Meditazione Vipassana” e “Meditazione per indaffarati”, vorrei chiederti però quale dei 2 mi consigli per iniziare.
Grazie in anticipo per un tuo consiglio e buona giornata.
Veronica

Claudio

ciao Veronica, complimenti a te per la spinta a volere approfondire! Tra i due cori consiglio sicuramente la meditazione per indaffarati, infatti è un corso più completo della vipassana. entrambi sono spiegati in modo semplice e ben si adattano anche a chi è agli inizi. Quindi il mio consiglio è di andare senza ulteriore undigio verso: http://www.meditazioneperindaffarati.it

Claudio

Buonasera Nicola.

Finchè ti fai questa domanda è prioritario il respiro, poi ti potrai abbandonare al resto.

Non puoi abbandonarti se prima non ti sei trovato e finchè siamo in balia dei pensieri siamo “persi” abbandonarci all’essere persi significa non fare nulla per ritrovarci.

Il respiro ci radica nell’adesso, grazie ad esso ci ritroviamo.
Quando, e solo quando e se ci ritroviamo possiamo aprirci ad altro, ma questo abbandono ha il sapore della liberazione, dell’espanzione.

è la differenza tra samatha e vipassana, tuttavia non c’è vipassana senza samatha. Cos’è più importante? Il respiro quando sei perso, abbandonarti quando ci sei. Nel dubbio è più importante il respiro, il resto potrebbe avvenire più spontaneamente.

Vipassana è più importante di Samatha ma non esiste senza Samatha.

Detta in altre parole: non esiste una cosa più importante in assoluto, ma una cosa più importante nell’adesso. Se sei perso, è più importante… e ricomincio da dove ho iniziato

Claudio

Buongiorno Davide, la tecnica di cui parli è una tecnica yogica che richiede una certa dose di concentrazione e sforzo: bisogna stare quanto più possibile con le palpebre aperte.

Questo fatto, benchè ci siano delle forti similitudini, mi fa dire che non è la stessa cosa. Soprattutto per quel che riguarda il tipo di sforzo richiesto e la qualità di “concentrazione” che in effetti non è sforzata, benechè comunque un “retto sforzo” sia necessario.

Per capire meglio cosa intendo per concentrazione clicca qui: https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/come-meditare-correttamente-5-concentrazione/

e qui per “retto sforzo”:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-correttamente/come-meditare-correttamente-6-meditare-non-e-sforzarsi/

Inoltre in vipassana si fa effettivamente uso del respiro , ad esempio, per ancorarci all’adesso, ma a quel punto non la si chiama più vipassana ma Samatha.

Samatha è parte integrale della Vipassana ma è anche una tecnica a sè che esula da Vipassana.

Per capire meglio come funzionano le due ecco un’altro approfondimento: https://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-vipassana-come-funziona/

Difatto lo stato meditativo di vipassana (ammesso che sia separabile da Samatha) è priva di un oggetto fisso di concentrazione, come il respiro o la candela, e l’attenzione viene espansa a tutta la sfera del percepibile (pensieri inclusi), ma Samatha è lì, pronta ad intervenire anche in Vipassana quando ci si rende conto di avere bisogno di ricentrarci perchè dispersi e trascinati via dai pensieri.

Se il video precedente non rendesse chiare le parole che ho appena usato allora questo video su come fare la meditazione vipassana potrà esserti di aiuto: https://www.comemeditare.it/meditazione/come-fare-la-meditazione-vipassana/

Raffaele

Ciao Claudio, che importanza riveste nel sentiero l’idea di liberazione? Di Nirvana? È normale dopo anni sentirsi ad un punto morto della pratica? Non ho potuto, per diverse ragioni, seguire il tuo consiglio di partecipare ad incontri e ritiri. Tuttavia continuerò a praticare, nonostante quel senso di scoperta, a tratti esaltante degli inizi sia un po’ svanito lasciando il posto ad una pratica che ora è più simile ad una specie di ginnastica mentale. Medito con uno scopo: ricongiungermi al tutto. Forse è proprio qui l’errore, nello scopo. Grazie come sempre. Che tu sia felice.

Claudio

Ciao Raffaele credo che ti sei dato da solo le risposte: in effetti l’idea di qualcosa da raggiungere fuori da noi e posta nel futuro non ci aiuta a ritrovarlo nel presente. Il mio maestro ricordava: “non cercare: trova!”.

Anche per rinnovare la pratica e dare un vigore importante hai già anticipato l’ovvia risposta: ti caldeggio un bel ritiro o di partecipare a qualche gruppo meglio se dal vivo. Altrimenti può comunque esserti di sostegno anche il come meditare coachin: http://www.comemeditarecoaching.it.

Buono comunque che nonostante senti un calo stai continuando a praticare.

Vedrai che se farai un bel ritiro o trovi un gruppo da cui andare nel tempo ne trarrai bei benefici

Domenico

Buongiorno Claudio,
mi è capitato casualmente di ascoltare una conferenza in cui si parlava di alchimia trasformativa, e si parlava di come questo processo fosse composto da varie fasi ed una di quelle iniziali fosse proprio l’ osservazione. L’ osservazione di noi stessi e di quello che ci capita secondo l’ alchimista è necessario per poter progredire come essere e riuscire a riconoscere i vari Io di cui è composta la nostra personalità, e quindi riuscire a creare un IO osservatore, quello finale e definitivo che debba poi guidarci nella vita…(ho cercato di spiegarla nel più breve possibile ed in base a quello che sono riuscito a capire :)..). Ovviamente ho trovato subito molte similitudini con la meditazione e quella vipassana nello specifico, lo scopo e i mezzi per raggiungerlo sembrano i medesimi. Volevo un tuo parere su questo argomento, se possibile, nel caso tu fossi mai venuto in contatto con queste realtà. Grazie sempre per la tua disponibilità e attenzione,
Ti saluto

Claudio

Buongiorno Domenico: si conosco molto bene anche l’approccio alchemico trasformativo e anche ì si tratta di sviluppare la presenza, il “ricordo di se” il “testimone” tutte cose che cerchiamo di sviluppare con la vipassana, in particolar modo con il mio approccio di meditazione per indaffarati dove si enfatizza ancora di più l’attenzione all’esperienza quotidiana piuttosto che i momenti di pratica formale seduti a gambe incrociate.

In particolare (e mi permetto di fare una leggera correzione semantica, sulla definizione che hai dato) in alchimia non si dice che i vari IO fanno parte della personalità quanto il contrario: è la personalità che è solo uno degli aspetti (per altro molto basso e limitato) del nostro vero “se”.

Il testimone, la presenza che si sviluppa con questo tipo di lavoro, fa si che ad esempio in caso di sofferenza (piombo) si crei quell’attrito, quel fuoco che permette la trasmutazione della sofferenza (piombo), in oro. Il testimone permette di trascendere la personalità e fare da ponte all’Anima che è un passo più vicina all’Uno di cui è espressione.

Volevi che ne parlassi un po’ e ti ho accontentato, ma chi ci legge e non sa nulla di tutto ciò, può prenderci per pazzi e, a mio avviso, avrebbe pure ragione 🙂

comunque si la meditazione di consapevolezza (vipassana-mindfulness) favorisce proprio questo processo.

Conosco un insegnante di questo approccio Alchemico trasformativo che prende spesso in giro la meditazione in generale. ed in effetti, se per meditazione si intende una pratica da timbrare il cartellino “perchè sono stato fermo a scaldare il cuscino per 20 minuti” non serve a nulla cio che conta veramente è sviluppare il “ricordo di se”. (che è alla base come ti dicevo del mio approccio in meditazione per indaffarati). Ma come vedi anche questa è semantica.

L’importante è capire che è la consapevolezza quotidiana che vogliamo esercitare e su questo non ci sono dubbi e tutte le “vere” scuole convergono.

Claudio

Buongiorno Giovanni, si l’attenzione va al mantra, ma attenzione a quando parli di mente a non confonderla con la testa.

Innanzitutto in oriente si parla di mente-cuore quindi potresti immaginarla al petto.

Tuttavia recita per la prima volta il mantra ad alta voce e percepiscine le vibrazioni e le senzazioni su tutto il corpo: ti sarà più facile quindi recuperare queste sensazioni corporee anche una volta che reciti il mantra mentalmente. Sensazioni corporee non “cervellotiche”.

Mattia

Il caffè influisce su I risultati della meditazione intendo in maniera negativa anche se presi in orari molto lontani ,intendo per il cortisolo ?

Claudio

ciao Mattia, il caffè influisce sulla meditazione: sì certamente.

Sul cortisolo? immagino di si, ma non sono un esperto di farmacologia per sapertelo dire con certezza.

Io bevo volentieri il caffè tuttavia Siddartha Gotama -passato alla storia come Buddha- indicava 5 linee guida, chiamati 5 precetti, per una condotta etica e funzionale al risveglio, uno di questi è quello di evitare sostanze che alterano lo stato della mente.

I praticanti di meditazione di matrice buddista, quindi, tendono a evitare il caffè, l’alcool ed altre sostanze. Benchè in molte forme di Buddismo è usato e tollerato il tè..

chissà perchè.. (forse perchè una antica leggenda di un importante saggio che ha portato la meditazione in oriente che non riuscendo a meditare si è tagliato le palbebre e da quelle sarebbe nata la pianta del tè)

Io consiglio, innanzitutto di non abusarne per questioni di salute, e poi di sperimentare come cambia la nostra attenzione o irritazione in presenza od in assenza del caffè.

Ognuno poi è maestro di se stesso ed ha modo di giudicare cosa è meglio per lui.

Quindi piuttosto che continuare a prenderlo meccanicamente o eliminarlo per “sentito dire” consiglio di sperimentare e trasformare l’uso del caffè in una occasione per sviluppare consapevolezza ed agire di conseguenza.

qui c’è un video apposta su questo argomento: https://youtu.be/P1cIUVotOFc

Claudio

ciao Marika, credo di si, ma no sono nè un fumatore, nè un medico o farmacista per poterlo dire con convinzione. Posso però affermare che la meditazione può acuire la sensibilità.

Fabio

Ciao Claudio, cosa ne pensi del kundalini yoga? Tu personalmente fai solo meditazione non associando nulla ad essa? La meditazione Può avere in qualche modo effetti benefici anche sul fisico? E un ultima curiosità, cosa ne pensi degli incensi durante la meditazione? Grazie.

Claudio

Ciao Fabio penso bene dello yoga ma trovi maggiore dettagli qui: //www.comemeditare.it/meditazione/meditazione-e-yoga/. Trovo la meditazione uno strumento molto fondamentale e utilissimo tendo a insistere sulla meditazione ma associo anche altre tecniche focalizzate sulla presenza e la consapevolezza (dal counseling, ai sogni lucidi, dal ricordo di se alla meditazione per indaffarati).

Credo che mente e fisico siano molto più connessi di quanto immaginiamo: uno influenza l’altro reciprocamente, tuttavia la mente è la “vera” motrice della realtà anche se, dovremmo poi intenderci sul significato della parola mente.

Sugli incensi in meditazione forse creo una video risposta.. In sintesi: mi piacciono gli incensi, creare un rituale per meditare può avere i suoi benefici, tuttavia tendo a non parlarne quasi mai perchè non vorrei che il rituale prendesse il sopravvento alla sostanza. Inoltre non vorrei che senza rituale uno smettesse di praticare magari perchè a corto di incensi :), o perchè poi fare il rituale diventa un impegno in più che sommato alla meditazione, diventa una buona scusa per non praticare..

ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=StJiMdn23t4

Raffaele

Ciao Claudio, ultimamente durante la pratica, i miei pensieri sono illogici, slegati dalla quotidianità per così dire, come se fossi in dormiveglia. Eppure non credo di essere preda del torpore, perché mi accorgo di essere portato fuori e torno con gentilezza al respiro, ecco però che dopo un attimo la mente torna a quelle immagini apparentemente senza senso. Mi sorprende il fatto che tali immagini non riguardino i miei impegni giornalieri e questa caratteristica dei pensieri mi fa temere di essere nel torpore senza accorgermene. Te cosa pensi in merito? È solo uno stato diverso e più vago della mente? Nel frattempo ho imparato a non giudicarmi e mi godo il percorso. Grazie di tutto.

Claudio

Ciao Raffaele, ottimo che ti godi il percorso è questa la chiave giusta (nonch’è la risposta alla tua domanda)!

Quello che tu descrivi mi capita quando medito in preda al sonno:

delle immagini mentali, diverse da quelle logiche del giorno, si affacciano alla mente con una creatività caleidoscopica quasi onirica..

Il fatto che tu sia consapevole non ne prescinde l’esperienza proprio per la tua conclusione: impariamo a stare nel percorso.

E se il percorso fosse la fase ipnagogica? Ovvero la fase di addormentamento in cui si manifestano immagine creative, talvolta anche realistiche,che possono addirittura sfocaire nelle “famose” allucinazioni ipnagogiche. (Dalì ed Edison sfruttavano appositamente quella fase per uscire dalle idee ordinarie e aprirsi ad una nuova dimensione della mente meno strutturata e più creativa)

Ebbene possiamo essere presenti e consapevoli anche di tutte le fasi del sonno incluso quella REM in cui sogniamo

ma anche quella di addormentamento (ipnagogica), quella di risveglio (ipnopompica), quella in cui sognamo (REM) in cui governiamo i nostri sogni (sogni lucidi) e persino in quella del sonno profondo dove sperimentiamo il vuoto assoluto: una specie di buio luminoso.

Possiamo passare dalla meditazione formale al sonno mantenendo la consapevolezza sempre presente come -probabilmente è accaduto- nel tuo caso.

Di tanto in tanto faccio delle classi in cui insegno anche queste cose nel percorso di “sogno consapevole” sui sogni lucidi e molto altro: //www.comemeditare.it/sognilucidi/

Tutto ok, quindi, se continui ad essere testimone del “percorso”

antonio

Ciao Claudio volevo sapere un informazione sulla meditazione con il mantra. ripetendo mentalmente so ham ci si deve mettere l’attenzione sulla “recitazione mentale”? ah e poi un altra cosa come ci si fa a concentrare e abbandonarsi nello stesso momento

Raffaele

Ciao Claudio, al mio terzo anno di pratica, la meditazione sembra divenuta stantia. Una routine. Anche le divagazioni della mente sembrano essere sempre le stesse, come in una specie di meccanicità. Inoltre ultimamente mi sono accorto che ho un maggiore assorbimento. Tuttavia la pratica sembra essersi appiattita. L’entusiasmo dei primi mesi svanito. È normale tutto ciò?

Claudio

ciao Raffaele da una parte si è normale. Se ti guardi indietro, pensando a quello che eri 3 anni fa, tuttavia troverai molte differenze. Ma sul quotidiano tutto può apparire “banalmente” normale.

Allo stesso tempo può esserti di sostegno frequentare qualche corso, intensivi di una giornata o ritiri: hanno una potenza rinnovativa. Se li avessi già fatti sai cosa intendo dire altrimenti sperimentali e vedrai come può rilanciare la tua pratica quotidiana.

Raffaele

Claudio io sono pieno di pensieri, prima durante e dopo la pratica. La mia mente è colma di immagini che si susseguono. Questo mi da l’impressione, anche dopo diversi anni, di non saper meditare. Nonostante credo di aver compreso che la pratica non ha lo scopo di “silenziare” la mente ma di osservarla nei suoi movimenti. È davvero così?

Claudio

ciao Raffaele, sarebbe come dici ma il rischio quando si usano le parole è quello di poterci fraintendere.

Vediamo se riesco a fare chiarezza..

Le immagini che si sussseguono possono essere osservate attivando il “testimone” o l'”osservatore” che è pro-attivo e non passivo (o reattivo) rispetto ai pensieri o le immagini.

Il rischio è quello di permettere ai pensieri di avere il sopravvento senza che noi ci sforziamo di attivare l’osservatore.

Un conto è osservarle senza cacciarle: sapendo che ci sono, come ci fanno stare sia d’umore che fisicamente;
Un’altro è autorizzarle a fare come gli pare ed a governare la nostra esistenza lasciandoci completamente passivi.

Nel primo caso autorizzi immagini e pensieri ad esserci, senza fare nulla per cacciarle, ma tu sei protagonista della tua vita presente a te stesso e comsapevole dei meccanismi che accadono in te, nel secondo tu sei perso nell’oblio di fantasie.

Il tuo sforzo non è quindi quello di cambiare la realtà ma è quello di ricordarti di te, di essere presente a quello che vivi e che pensi.

i pensieri non sono dei nemici: sono degli ottimi servitori ma pessimi padroni.

Spero di essere stato più chiaro: sii presente, non distrarti

Raffaele

Salve Claudio, volevo intanto ringraziarla per l’aiuto fondamentale che mi ha gentilmente dato nel corso di questi anni di pratica, un sostegno che mi ha permesso di proseguire nel percorso nei momenti nei quali i dubbi sebravano potermi allontanare dallo stesso. Avrei un’ulteriore e spero per un po’ di tempo almeno, ultima domanda: io iniziai a meditare a occhi chiusi e per due anni è stato così. Ora, da un anno a questa parte, ho iniziato a meditare ad occhi aperti/socchiusi dopo consiglio di un’insegnante di lignaggio shambala. Stamani ho meditato di nuovo ad occhi chiusi per la prima volta dopo un sacco di tempo e devo dire che c’è un maggiore senso di raccoglimento, di stare con se stessi. Tuttavia molti insegnanti ritengono che meditare ad occhi chiusi sia come ritirarsi nel fondo di una cavera buia, mentre meditare ad occhi aperti ci aiuterebbe ad accrescere la consapevolezza nella vita di ogni giorno che effettivamente viviamo ad occhi aperti. Scusami se sono stato prolisso. So che mediti ad occhi chiusi, tuttavia volevo chiederti: c’è un modo ideale o giusto di tenere gli occhi durante la meditazione? Se si medita ad occhi chiusi vanno tenuti chiusi per tutta la durata della sessione? Grazie ancora e buona giornata.

luca

Ciao Claudio ho seguito i tuoi corsi per circa un anno…poi per motivi vari non riesco più a seguirti.. Nonostante ciò cerco di portare a termine 2 sessioni di 30 minuti al giorno… Un sacco di ansie mi sono sparite… E la tua frase che porto sempre con me… È.. Stai con quello che c’è… Ho sviluppato una pazienza fino ad un anno fa impensabile e tutte le critiche che prima mi facevano arrabbiare ora creano un sorriso sulle mie labbra…. Ho una domanda da porti.. Durante le mie sessioni di meditazione noto che i pensieri sul passato sono rari… Quelli sul futuro sono molteplici… Ma mi accade spesso di fare innumerevoli fantasie… Senza senso pensieri immaginari… Un mix di sogni anche se son ben sveglio…. Premetto che sono visioni senza sfondo positivo o negativo… Apparentemente senza senso…
Ciao e grazie per il lavoro che svolgi

Claudio

ciao Luca, congratulazioni per la pazienza!

La domanda qual’è? non vedo domande.
Comunque anche a me succede di fantasticare più sul futuro che rimuginare sul passato.

Prego è un piacere!

michela

questa è la mia domanda: ad esempio se mi viene un prurito durante la meditazione, e mi viene la voglia di grattarmi, torno al respiro continuamente?
oppure osservo la sensazione che mi produce la voglia di grattarmi

Michela

io volevo sapere se bisogna tornare al respiro quando viene un prurito. cioè quando arriva la sensazione del prurito torno al respiro oppure osservo la sensazione?

pellegrino

ciao scusami. forse sbaglio a concentrarmi troppo sul respiro? in poche parole devo stare con quello che c è giusto? ad esempio il respiro, se arriva un prurito o un dolore osservo il dolore
e torno al respiro quando passa.
oppure se arriva un pensiero lo osservo , quando sparisce torno al respiro ovvero a quello che c è

Claudio

dipende da che tecnica usi tendenzialmente, in vipassana, è ok così come dici: stai con quello che c’è

per piacere Pellegrino usa indirizzi email tuoi e non di altri o che non conosci altrimenti mi rendo complice di un sistema di spam – penso di averti anche già detto queste cose quando usvi un’altro nome: nessuno vedrà il tuo indirizzo a parte me.

Claudio

se non fai attenzione al 99,99% non ne sei ne consapevole ne cosciente: ti ritrovi asorbito in un loop di pensieri e il respiro avviene senza che tu te ne renda conto.

Claudio

ciao, da un punto di vista esperienziale non c’è nessuna differenza se si è presenti nel respiro, mentre si respira.

La differenza è pura semantica, che, almeno per chi si approccia alla meditazione lascerei da parte: specie all’inizio.

troppa semantica rischia di offuscare la pratica e inficiare l’esperienza.. Ecco perchè ti invito a stare con il respiro a prescindere delle parole che puoi usare per definirne l’esperienza.

Spero di esserti stato di aiuto

Raffaele

Ciao Claudio, medito da più di due anni. Ultimamente, medito dalla mezzora ai quaranta minuti. Ogni tanto però mi assale il torpore, i pensieri sono simili a quelli tipici del dormiveglia.
Accetto il torpore come accetto tutto il resto, ma temo che a lungo andare possa divenire un grosso impedimento sulla Via. Che fare? Che consiglio puoi darmi? Grazie e buona giornata..

Claudio

ciao Raffaele, la sonnolenza o il sonno sono fasi che influenzano moltissimo la pratica. I tibetani rappresentano la mente naturale come un elefante da domare che prima insegue una scimmia: la nostra mente discorsiva, quella che mente..

poi piano piano la scimmia si calma e si mette dietro l’elefante. Nel frattempo sorge un’altro animaletto: il coniglio che rappresenta il torpore.

quindi è un contesto ben noto ai praticanti, bello che dici che lo accetti.

ecco degli accorgimenti tecnici che possono eserti di supporto:
https://www.comemeditare.it/come-si-medita/come-meditare-col-sonno-e-la-tecnica-di-meditazione-del-contare/

Luca

Ciao Claudio ho iniziato da alcuni giorni a meditare la mattina con il tuo audio meditazione del calmo dimorare. Una domanda tecnica forse un po’ stupida ma a cui non trovo risposta: come si respira? inspiro dalle narici ed espiro dalla bocca? inspiro ed espiro dal naso? solo dalla bocca?
Grazie

Claudio

ciao Luca, nessuna domanda è stupida, specie se ci aiuta a risolvere dei problemi. 🙂

Tu come respiri normalmente? Io normalmente solo col naso (poi in certi rari casi anche con la bocca). Osserva il respiro come respiri normalmente non c’è bisogno di cambiarlo: osservalo per quello che è.

Nello yoga ci sono delle tecniche varie che implicano anche diversi modi di respirare, ma anche in questo caso parliamo di casi rari e specifici. Forse questo ti potrebbe avere confuso.

In meditazione cerchiamo di stare con “quello che c’è”: specialmente in samatha-vipassana

Michela

Buona Sera. E a cosa serve la concentrazione? Non puo bastare solo la consapevolezza!?. Senza nessun oggetto di meditazione.
Che ruolo ha la concentrazione

Claudio

Ho il dubbio che possiamo non capirci su cosa intendiamo con “consapevolezza”.

Il punto è che se non sei concentrata (raccolta in te senza sforzo)non c’è consapevolezza.
Per concentrarci serve un oggetto su cui spostare la parte cognitiva altrimenti in balia dei pensieri.

La maggioranza delle meditazioni fa proprio questo.

La vipassana comincia sempre in questo modo, ma poi espande lo stato di consapevolezza.

Claudio

l’attenzione non è fissa sull’ essere concentrati, se è questo che intendi.

La consapevolezza è espansa, consapevole anche di essere centrati (più che concentrati) e di infinite altre cose: specie di quello che dallo sfondo emerge nell’evidenza del nostro campo esperienziale.

Tuttavia per centrarci porgiamo volontariamente la nostra attenzione su un oggetto contemplativo, come il respiro: non sulla concentrazione stessa

Claudio

Buongiorno Michela, sicuramente un po’ di pratica ti sarà di aiuto e col tempo troverai un equilibrio.

Tuttavia mi piace “istradarti” nella “giusta” direzione: attenzione alla parola “concentrazione”.

Si tratta di esercitare una rilassata attitudine di raccoglimento, non una concentrazione simile a quella di un pilota di formula1 che richiede molto sforzo.

Lo sforzo è equilibrato è “retto sforzo” come lo chiamava Buddha che di meditazione se ne intendeva.

è più un ricordarsi di tornare al respiro ogni volta che riesci, piuttosto che qualcosa che “ti fa sanguinare le tempie”.

Se vuoi saperne di più dai una occhiata qui: https://www.feliceadesso.com/2012/08/ComeSemplificarsiLaMeditazione.html

con una dose di raccoglimento (ovvero di Presenza) la consapevolezza emerge, senza indurre uno sforzo eccessivo in un naturale equilibrio.

Claudio

ciao Luca, tecnicamente si può fare, ed è corretto.

Solo non è quello che consiglio: ti lega tantissimo sia al respiro che al mantra e tantopiù al legame tra i due, temo potresti sviluppare un eccesso di sforzo concentrativo.

Sperimenta pure, tuttavia io ti consiglio di usare la meditazione gratuita del calmo dimorare

Gennaro

Buongiorno Claudio la meditazione mi rende “completamente” distratto. Dopo meditato mi risulta difficile anche parlare con qualcuno. Invece di concentrarmi mi da l effetto opposto.

Claudio

ciao Gennaro, quindi pensi di smettere?
So per esperienza, mia e di migliaia di persone, che la meditazione aiuta a concentrarti e -soprattutto- a renderti consapevole di quello che c’è.

io non sono al tuo posto e non so cosa ti accada realmente: se che se accadesse a me, questa apprente distrazione sarebbe soltanto una maggiore conspevolezza su uno stato distratto di cui prima non mi sarei accorto.

Ovvero scopro che in me c’è distrazione e ne divento più consapevole.

Tuttavia non posso affermare che questo valga anche per te, proprio perchè non sono al tuo posto, tuttavia ti invito ad insistere: prima o poi ti accorgerai di molte cose e ti ritroverai più centrato e focalizzato.

Di questo sono invece certo.

giuseppe

Ciao Claudio, comunque quando si osserva il respiro, tutte le altre cose, i rumori i suoni le sensazioni, si osservano nello stesso momento che si osserva il respiro?

Claudio

No?

🙂

1) se hai aspettative rispetto alla meditazione lasciale andare a beneficio di quello che avviene nel presente.

2) se hai aspettative rispetto alla meditazione lasciale andare a beneficio di quello che avviene nel presente.

3) se hai aspettative rispetto alla meditazione lasciale andare a beneficio di quello che avviene nel presente.

4) respiri certamente -a meno ce tu non sia morto- metti una mano sul petto ed uno sulla pancia e notane il movimento.

4bis) se preferisci usa le percezioni del corpo anzichè il respiro (dai una occhiata qui: meditazione body-scan)

5) abbandona virgole, concetti e preconcetti a beneficio di quello che avviene nel presente.

🙂

Luca

Ciao claudio molto bello questo sito spiega tutto quello che c’è da sapere sulla meditazione.
Però nonostante io abbia letto tutte le spiegazioni: quando medito la sensazione del respiro non la sento. Non sento nulla.

Giuseppe

Okay hai ragione claudio. Mi faccio troppe domande. Maa causa che mi faccio tutti sti problemi può essere che sto spesso a casa senza far nulla?

Giuseppe

Claudio spiegami solo l’attenzione al respiro, attiva o passiva cosa significa?.
Te lo dico perché molti su youtube dicono che ci si deve concentrare tutta l’attenzione alla punta del naso e richiede uno sforzo. Quindi devo sforzarmi?

Claudio

Giuseppe, ti ho risposto poco sotto (non so se ti facevi chiamare Giuseppe o come) sul retto sforzo.

Per il resto lo vedi da te che le risposte non ti soddisfano: hai costantemente bisogno di cercare altre risposte e vai anche a sentire video diveri che potrebbero crerti ancora più confusione.

Ad esempio, benchè non sia sbagliato il respiro sul naso, se ti dicessi che nel tuo caso è meglio osservare il respiro sulla pancia: non saresi soddisfatto. Immagino che te ne andresti a cercarti altre risposte sia da me che in giro.

Più parole uso con te, meno bene ti faccio.

Cercati un corso dal vivo nella tua zona ma soprattutto: datti alla pratica senza inseguire troppo i dettagli.

Giuseppe

Salve Claudio, ho visto su internet che l’attenzione al respiro può essere attiva o passiva. Cosa cambia? Come faccio a sapere se la mia attenzione è attiva o passiva?

Claudio

ciao Giuseppe, continui a farmi domande su domande, ma non ascolti le risposte: specie quelle che reputo salutari per te e che ti trasmetto con tutto il cuore: sei arrivato persino a scrivermi con altri nomi pur di avere risposte.

Ma vuoi risposte ad un bisogno di conoscere prettamente mentale, come se conoscere i segreti della meditazione richiedesse un controllo cognitivo.

Te lo dico ancora una volta (mi auguro l’ultima: me lo auguro specialmente per te): fai esperienza di meditazione: trova risposte interiori e focalizzati meno sul perchè e i percome fare la meditazione: ascolta cosa succede al tuo interno.

Pensi davvero che se ora rispondessi a questa tua ultima domanda non ce ne sarebbero altre che sorgono? Guarda “quanta sete” hai di conoscere i dettagli, osservati realizza i meccanismi piuttosto che attendere risposte che non ti soddisfano e che, mi pare, neanche ascolti

osservati, contemplati, realizza con il corpo più che con la mente: lascia andare il bisogno di conoscere concettualmente i dettagli della tecnica e esercitala: sperimentala su di te.

che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici

Claudio

ciao Michele se continui a meditare il respiro prima o poi trova il suo flusso naturale: è più facile che il respiro vada naturale che farsi controllare: alla lunga torna normale.

Altrimenti fai un bodyscan

Lara

Scusa claudio ma focalizzarsi sulla punta del naso non è concentrazione? Secondo me io non so bene cosa significhi concentrazione e attenzione. Focalizzarsi sulla punta del naso è attenzione o concentrazione?

Lara

Te hai detto: non necessariamente, tra le due preferisco la punta del naso, ma non è detto sia quello il punto.

Quindi per tutta la durata della meditazione la focalizzazione va sulla punta del naso e nello stesso momento sentiamo la sensazione del respiro?

Claudio

ciao Giuseppe, sono felice che finalmente usi il tuo vero nome, ti rispondo qui e vale anche per Lara (nei prossimi messaggi) e tutti i nomi che hai usato (spero che le email non corrispondano a qualcuno di esistente):

medita! fai la pratica e smetti di fare teoria sulla meditazione: non ti sevre sapere mille sfumature e dettagli trascurabili o dire che “non riesci”.

Medita medita medita e non farti domande sul come o cosa: davvero sono schemi mentali che non ti aiutano a fare pratica della meditazione.

Te lo ripeto con enfasi e con tutto il cuore: smettila di inseguire il “manuale perfetto di meditazione” e medita la meditazione va replicata, se pensi a come meditare smetti di meditare.

Butta nel secchio tutte queste inutili domande e dubbi sulla meditazione e medita: semplicemnte: credi di non riuscire? hai mille dubbi? Stai con tutto ciò continuando a meditare.

Luca

Ciao Claudio, su internet dicono che si può ripetere mentalmente quando inspiriamo dentro uno e quando espiriamo fuori uno, dentro due, fuori due fino a 10 e poi ripartire da 1. Io quando lo faccio mi viene il panico. Mi viene ansia e paura

Lara

Ciao Claudio
Ho letto su internet che quando porto l’attenzione al respiro mi devo focalizzare sulla punta del naso? O nello spazio tra le sopracciglia? Richiede un piccolo sforzo? Puoi darmi una spiegazione un po completa su questo argomento? Grazie tante

Simone

Ciao Claudio, tu hai detto
”- è un richiamo un “retto sforzo” ovvero il ricordarti di riportare l’attenzione al respiro (e-o al corpo).

Ricordatene il più possibile e dimora il più possibile con l’attenzione al respiro

Cosa intendi con retto sforzo?
Dimora il piú possibile con l’attenzione al respiro? Puoi spiegarmi piu dettagliatamente questa cosa?

Claudio

la schiena dritta e non rigida aiuta a stare in presenza e rilassare il resto del corpo: lo fai rilassare.

Spesso il fisico rilassato favorisce una mente rilassata e lucida e viceversa. Quando abbiamo dubbi sul dove porre la nostra attenzione poniamola sul corpo.

Se segui bene le istruzioni di questa pagina potresti favorire questo equilibrio. Tuttavia ti ricordo di concederti di stare con quello che emerge anche se questo volese dire stare con l’agitazione.

Solo se accogliamo l’agitazione possiamo calmarci: Fare guerra con l’agitazione ci agita ulteriormente.

Tornando all’abbandono: la schiena dritta ma non rigida ti aiuterà a mantenerti vigile mentre ti abbandoni, e poi -il resto del “lavoro”- è un richiamo un “retto sforzo” ovvero il ricordarti di riportare l’attenzione al respiro (e-o al corpo).

Ricordatene il più possibile e dimora il più possibile con l’attenzione al respiro, in modo raccolto, senza uno sforzo concentrativo, ma senza nemmeno indugiare nei pensieri: trova anche l’i un equilibrio: la ripetizione ti aiuterà a capire cosa fare (che è sempre diverso -sebbene simile- da esperienza ad esperienza)

Claudio

certo che puoi, tuttavia mi sento di consigliarti di farlo senza ripeterlo mentalmente: osserva senza bisogno di traformarlo in una sfilza di parole.

va benissimo se lo fai, intendiamoci, ma a lungo andare potrebbe risultare freddo, astratto e.. ci sarebbe dell’altro.. ma non vorrei confonderti..

.. vabbeh ormai ti ho incuriosito quindi te la lascio come domanda aperta (per favorire una indagine) chi che è che osserva e chi è osservato?

se ti confonde questa domanda torna pure a osservare: privilegia l’esperienza al “comando” concettuale

Claudio

Sara il fatto che tu ti accorga di “non riuscirci” vuole già dire che sei consapevole della presenza dei pensieri.

Il più delle volte ci lasciamo trasportare in balia dei pensieri senza nemmeno rendercene conto.

Insisti, senza avere troppa fretta o aspettative e vedrai che riuscirai a fare almeno mezzo respiro in consapevolezza. Sei sulla buona strada..

Gianluigi

Ciao Claudio, mi capita spesso che quando vedo degli oggetti, sento qualcosa, o qualsiasi altra cosa, mi viene in mente il passato. Cosa posso farci? La meditazione puo essermi d’aiuto?

Claudio

La meditazione può esserti sicuramente di aiuto, anche se, ti confesso, non mi è chiaro quale sia il probema.

Da una parte è “normale” avere pensieri sul passato e sul futuro, e ciò genera ripensmenti e turbolenze sul passato e pre-occupazioni ed ansie circa il futuro. La meditazione ci allena a smascherare questi meccanismi e a riportarci più facilmente al “qui ed ora”.

ED è nell’adesso che troviamo la pace

Matteo

Quindi se quando medito un pensiero non se ne va mai significa che lo sto inseguendo, mi sto preoccupando. Mi è capitato di avere lo stesso pensiero in una sessione di meditazione per molto tempo

Claudio

“mi sto preocupando” appunto!! 🙂

lascia andare i pensieri e le pre-occupazioni.

Se un pensiero, insiste, non è detto che lo stai inseguendo, magari insiste “di suo”, tu semplicemnte osservalo quando lo noti. Ad esempio puoi notare come ti fa stare a livello di sensazioni corporee, di emozioni e sentimenti.

Ed è un modo per recuperare lo sguardo interiore.

Non inseguire ne respingere: stai con quello che c’è, anche un pensiero insistente.

Lascia che sia, e quindi, lascia andare

Claudio

questa che hai appena detto è una classica pre-occupazione.

Non è con il pensiero cognitivo che controllerai te stesso. Perchè al contrario generi fantasie su fantasie (questo fanno i pensieri).

Cerca di stare nel qui ed ora. Occupati delle sensazioni corpore, del respiro e smetterai di pre-occuparti.

occupati non pre-occupati

Matteo

Quando osservo il respiro è come se stessi in uno stato di torpore. I pensieri non arrivano o veramente in rari casi. Cosa posso fare? Sapendo che medito da 3 anni e che nei primi anni di pensieri ne arrivavano moltissimi. Adesso non ne arriva nemmeno uno

Matteo

È come se la mente per fuggire dai pensieri si concentri da sola sul respiro. Come se non volesse che osservassi i pensieri. Come posso fare? Grazie in anticipo claudio

Claudio

l’intensità è quella che è nel qui ed ora: non ce ne è una “ideale”, ma si prende nota ad esempio se un respiro è lungo o corto o come è.

Giuseppe

Ciao claudio puoi fare un video dove spieghi in particolare l attenzione al respiro? Quanta attenzione devo metterci?
E come mai quando osservo il respiro o ripeto un mantra i pensieri non arrivano? Forse mi concentro troppo su di esso? Ho provato anche la scansione del corpo ed è lo stesso. Aspetto un tuo video grazie in anticipo

Claudio

ciao Giuseppe, non credo di fare un video, ma ti rispondo testualmente.

Quanta attenzione metterci? Beh non è tanto una questione di sforzo, non ti devi sforzare le meningi per rimanere concentrato sul respiro, piuttosto si tratta di ricordarsi quanto più possibile di ritornare al respiro ogni volta che ci rendiamo conto che ci eravamo distratti e di cercare di mantenere questa dolce attenzione al respiro quando ce l’abbiamo.

Idealmente i pensieri, quando siamo nel “qui ed ora” non trovano spazio, quindi perfetto, ma vedrai che prima o poi fanno capolino: niente male, il lavoro è quello di tornare all’adesso.

Nell’adesso ci occupiamo del presente coi pensieri ci pre-occupiamo per il futuro o piangiamo sul “latte versato” del passato: nel presente non c’è spazio per le fantasie dei pensieri, ma troviamo la pace dell’esperienza che ci viviamo.

La meditazione è un’allenamento a ritrovare e a dimorare nel presente.

David

Namastè Claudio ho scaricato la guida gratuita della Meditazione in 10 minuti, io è da 1 anno e 2 mesi che ho cominciato Yoga ed invece la meditazione in casa da solo da poco più di una settimana, so che la meditazione con il tempo fatta quotidianamente o almeno 2-3 volte ala settimana, rende “Liberi” per capirci, soprattutto dal Goblin come lo chiamo io in testa. Grazie di tutto per ora comunque, ti ho richiesto anche l’amicizia su Facebook, sempre se ti fa piacere, ci sentiamo. Buon proseguimento.

Claudio

ciao David, questo è il luogo in cui rispondo a tutti pubblicamente sulla meditazione, qui sei il benvenuto per qualsiasi domanda, privatamante sarei di aiuto solo a te e non a chi ci legge. Comunque accetetrò la tua amicizia appena andrò su facebook lo faccio

Michele De luca

Ciao Claudio,
Voglio provare a cambiare l’oggetto dell’attenzione focalizzandomi su un immagine:
come funziona? quali immagini vanno meglio? ha comunque benefici ai fini dello sviluppo della concentrazione?

Grazie in anticipo!!

Michele De luca

Ciao Claudio,

L’unico modo che conosco per meditare e quello di concentrarmi sul respiro e conteggiare lo stesso respiro.
Volevo chiederti: c’e qualche tecnica che sia in grado di aumentare la concentrazione? (soprattutto per lo studio)
Se si, potresti indicarmi qualche pagina o altro per imparare in autonomia?

Grazie in anticipo!!

alessio

ciao claudio io ho bisogno di un grosso aiuto vorrei praticare bene la meditazione soffro di doc vorrei capire cme tu mi puoi aiutare anche se conosci a palermo o in zona o se farai mai un ritiro nelle zone qui da solo nn riesco fai anche delle lezion i su internet nn so ai qualche video da solo nn riesco ho bisogno di qualche maestro

Claudio

ok Alessio, ti devo delle scuse, invito chi ha domande di meditazione a farle qui e così ho fatto con te, ma ho bisogno di capire meglio con te cosa è meglio per te.. ti contatto in privato..

Claudio

in generale si, e nell’articolo qui sopra trovi i link su come sceglierli e come usarli, ma net tuo caso Giuseppe lo sconsiglierei.

Immagino che ti senti frustrato ad usare il corpo o il respiro, ma non vorrei che il mantra diventi una inutile cantilena utile solo a mantenere il pensiero e a fargli solo da cornice.. UN po’ di frustrazione fa parte del gioco..

Sperimenta pure se vuoi per un po’ i mantra e verifica tu. Di mio, specie a te, consiglierei di focalizarti più sul corpo.

Claudio

beh intendo evitare ad esempio di parlare eccessivamente di una esperienza da fare con il cuore. Il cuore sente il cervello etichetta, spiega, ragiona, specula ma non sente.

Giuseppe

Si ho capito ma che ci posso fare con questi pensieri che non mi fanno mangiare il mandarino? Se mi concentro o mi osservo mentre mangio il mandarino è come se reprimessi i pensieri che non mi fanno mangiare il mandarino, e quindi mi provocano minore tranquillitá.

Claudio

quando parli di “reprimere” mi fai pensare che forse vuoi usare la mente per controllare se stessa. Non è questo tipo di lavoro, non c’è nesuna repressione ma un abbandono totale all’esperienza senza bisogno di usare la mente. Si tratta semmai di bypasarla o di metterla al servizio dell’esperienza.

HO l’impressione che forse pensi di poter controlare tutto coi pensieri e vuoi usare i pensieri per governare i pensieri… Così ti sforzi inutilmente. Abbandonati rilassandoti nell’esperienza.

Claudio

il respiro esiste le sensaioni esistono quando mangi senti il gusto del cibo?

Se tutto ciò esiste e tu non lo percepisci dov’è la tua attenzione? su ciò che esiste o ti lasci trasportare dal mondo delle idee, delle fantasie di ciò che non esiste se non nel mondo inventato dalla mente?

Quando mangi un mandarino cosa succede?

Dai una occhiata qui: https://www.comemeditare.it/comemeditare-consapevolezza/meditazione-sul-cibo-mangiare-un-mandarino-con-consapevolezza/

Giuseppe

Claudio, grazie dell articolo che hai fatto per me. Volevo chiederti: si può osservare il respiro mentre si osservano i pensieri? Oppure quando si osserva il respiro i pensieri normalmente non ce me devono essere?

Giuseppe

Buongiorno claudio,
Mi risulta difficile osservare il respiro, se tento di osservare il respiro è come se non riuscissi a lasciarmi andare. Quindi devo oeservare il respiro o lasciarmi andare?

Giuseppe

Buongiorno Claudio,
Quando medito e tento di osservare il respiro è come se non mi lasciassi andare perchè sono occupato a osservare il respiro. Quindi la mia domanda è devo osservare il respiro o lasciarmi andare?

Claudio

vedo che hai lasciato più volte la stessa domanda, mi fa pensare che è una cosa a cui tieni molto, mi ci è voluto un po’ ma ho preferito offrirti una risposta ben articolata e quindi ne ho fatto un vero e proprio articolo.

Mi piace pensare che ti sarà di aiuto, mi farai sapere

Giuseppe

Quando faccio meditazione e osservo il respiro è come se reprimessi i pensieri. La base principale della vipassana è osservare il respiro o lasciare andare? Devo lasciarmi andare o osservare il respiro?

Claudio

scusa, non ho capito, puoi riscrivere?

Se cerchi un corso specifico a Barletta, non saprei se invece la vuoi segnalare puoi aggiungerla qui

Federico Caruso

Salve da poco mi sono appassionato alla meditazione,e ho notato che la meditazione zen è più facile da praticare rispetto alla samatha ch’è più concettuale e astratta,quella zen la trovo più pratica.E’solo una mia impressione?Grazie

Federico

Claudio

ciao Federico, mi sembra che mi hai già fatto questa domanda e ti ho anche risposto..

Secondo me,più che una tua impressione è una tua esperienza e quindi fai bene a proseguire a fare la tenica che ti sembra più adeguata.

In fondo non c’è tutta questa differenza.

Da un mio punto di vista usare il respiro come ancoraggio della mente (l’ancoraggio è prerogativa della Samatha) è la cosa più semplice da fare ma siamo tutti diversi.

Non mi sento di dirti che la tua è solo impressione e che una cosa è meglio dell’altra in assoluto.

Siamo tutti diversi e ciascuno di noi cambia dalla mattina alla sera, quel che è giusto per me non è detto lo sia per te e quello che funziona la mattina non è deto che funzioni alla sera.

Solo tu sai il fatto tuo: continua, sperimenta, fai quello che ritieni più funzionale per te stesso.

che tu sia felice
Claudio

loredana grappasonni

Buongiorno Claudio,
vivo a Spoleto ed avrei piacere di poterla incontrare.
Cortesemente chiedo un appuntamento .
Saluti.
Loredana

Gianluca

Ciao Claudio, ho visto il video e hai scritto:
“Può essere comunque carino, se vuoi Marco, premesso che va bene come stai facendo, se ti va ogni tanto di sperimentare una cosa un po’ più rigida, quindi usare un ancoraggio che rimane quello, beh sperimenta…sperimenta o solo il naso o solo la pancia che sono due ancoraggi semplici e potenti tutti e due, oppure questo che ti ho detto, cioè di vedere dove lo senti prima e mantenere quello.
La domanda è questa: ma quello che si percepisce prima, può variare tra una sessione e l’altra?
Cioè intendi una cosa stabile nel tempo, oppure la sensazione che si nota per prima nella singola meditazione?
Gianluca

Claudio

sbaglio o me lo hai già chiesto? ogni sessione è nuova e lo sentirai in modo diverso.

Ma mi sembra che stai prendendo con molta disciplina, attenzione a non fissarti su questi aspetti, cerca di stare con quello che c’è.

magari sperimenta un paio di volte ma sentiti libero! altrimenti non è più una meditazione ma un esercizio faticoso e la tua attenzione rimane sul cognitivo con pensieri del tipo “ma faccio bene?”, “devo tornare al respiro”,”dove era il punto?”, “questa cosa la devo chiarire” e ti perdi l’esperienza del momento..

Gianluca

Grazie Claudio, sei veramente in gamba nel percepire anche le ansie del meditante. Mi sei di grande aiuto!
Sei veramente una persona molto gentile e preparata!

Claudio

prego Gianluca, una buona sessione di meditazione è gioiosa persino lo “sforzo” è gioioso. la stessa fatica, i dubbi, i fastidi, possono essere osservati con un occhio divertito.. in questo modo convivono sia gli aspetti “umani” sia una sorta di trannquilità leggera che osserva tutta questa “umanità”

Gianluca

Claudio, hai centrato in pieno la mia problematica, che poi prende la stessa strada anche nella meditazione.
La soluzione che diventa il problema. Credo di essere ossessivo compulsivo o magari “perfezionista”.
Quando qualcosa mi interessa molto, e la meditazione e tra queste, è come se la mia mente dovesse trovare ogni minimo aspetto da risolvere, non tollero nessun dubbio…mi crea una sofferenza che non auguro a nessuno…rimango a rimuginare per trovare la soluzione.
Spero di trovare aiuto anche nella meditazione. Mi piacerebbe parlarne anche con te, per quanto riguarda l’aspetto meditativo, ma come tu dici…bisogna praticare e fare…

Rob

Ciao Claudio, sono molto attratta dalla meditaZione, soprattutto per problemi di ansia. Nella mia città purtroppo nn c’è nessuno bravo da poter seguire, ma sn rimasta molto soddisfatta dal tuo sito. Ho provato a scaricare la meditaIone guidata gratis ma nn ho ricevuto email. Comunque per iniziare in caso quella sarebbe perfetta vero?? Grazieee

Claudio

ciao, si Roberta per iniziare quella sarebbe perfetta! in caso d’ansia qui, in questa stessa pagina trovi i link a degli articoli specifici sull’ansia.

che tu sia felice
Claudio

Fabio

Ciao qualche tempo fa ti ho chiesto visto che pratico meditazione trascendentale se potevo abbinarla alla tua per “indaffarati”perche mi interessa…in realta’ visto che laMT mi sembra piu una meditazione per rilassarsi che di consapevolezza t volevo chiedere con il corso che hai fatto ora di vipassana se credi possa alternare la MT con la vipassana stessa…lo so che bisognerebbe fare solo una tecnica..ma sono curioso per trovare poi quella che va bene a me.grazie

Claudio

ciao Fabio, sia la meditazione per indaffarati che la vipassana si integrano bene con la Meditazione Trascendentale.

La meditazione per indaffarati include la vipassana e si spinge agevolando la consapevolezza nel quotidiano ed è il percorso che suggerisco normalmente più di ogni altro. In questo suggerisco di fare 7 minuti di meditazione da seduti, quindi tu puoi usare quei 7 minuti (o tutti i minuti che vuoi) facendo la tua meditazione trascendentale proprio come rilassamento-ancoraggio, durante la giornata invece seguirai gli altri stimoli suggeriti nel corso.

Infatti, e passiamo alla Vipassana, in ogni vipassana che si rispetti c’è una fase (sicuramente la fase iniziale ma non solo) di rilassamento-ancoraggio chiamata “Samatha”. Nel corso di vipassana spiego bene la differenza tra le due e come si integrano assieme.

Tra le “Samatha” si può usare un mantra, e quindi ecco che puoi integrare la tua pratica con il mantra (come da indicazioni date dalla meditazione trascendentale)con la tecnica di visione profonda. é ovviamente utile sapere “cosa stai facendo” nel momento che usi una delle due e quando passi dall’una ad un altra e viceversa.

In altre parole, la risposta è sì! puoi integrarle! Anzi mi piace pensare (mi darai un feedback dopo anche tu) che ti sarà anche più chiaro il senso della pratica che stai già facendo, dopo avere fatto il corso di vipassana.

Fammi sapere..

Rosanna

Penso che sul tuo sito ci sia tutto ciò di cui uno ha bisogno per apprendere la tecnica della meditazione.
Mi sembra molto chiaro, come anche le tue esposizioni e i tuoi consigli.
I ritmi frenetici non sempre mi consentono di meditare quotidianamente, ma quando posso cerco di fate tesoro delle tue indicazioni.
grazie.

Lucia

Ciao, spero ti sia rimesso. Studio ciò che invii e anche altro sul tema. Non mi trovo con la tecniche di meditazione. Io medito (???) senza fare nulla di particolare, dove e quando mi viene, senza tempi fissati a priori. Ho provato con le tecniche classiche delle varie correnti di pensiero: un fiasco. Pongo attenzione a una molteplicità di cose semplicissime, bellissime: esperienze ordinarie, particolari presi per caso, apparenti banalità. Che bello, mi ci immergo, fine. Sono molto ricca.
Grazie, un abbraccio

Giovanni Nani

Il tuo sito, Claudio, è molto ricco e bello.

E’ davvero l’immagine di quello che sei, e si percepisce dai contenuti l’immensità della tua esperienza e delle tue conoscenze in materia.

Ho avuto il piacere di conoscerti dal vivo, di incontrarti piu’ volte, e di aver prova di questo, per questo motivo ti chiamo scherzosamente “GURU”, e in verità lo penso davvero! Sei una vera guida, ed è una ricchezza, un dono grande avere questo sito a disposizione per approcciarsi ed approfondire il complesso ed interessante mondo della meditazione.

Non siamo vicinissimi, ma col tuo lavorone sul web io mi sento li con te, per fortuna c’è http://www.comemeditare.it!

maria

Ciao Claudio esponi tutto con molta chiarezza e sicuramente sai di cosa parli. Ciò che manca nelle nostre realtà è un punto di riferimento, una persona che aiuti a scoprire la tecnica della meditazione. A volte non basta seguire sul web. Cmq in tutti gli altri casi i tuoi suggerimenti sono davvero utili. Grazie

Luigi Anguissola

Quello che hai scritto sulla meditazione è molto interessante perchè allarga il campo delle conoscenze.
Ammiro molto la tua passione per l’arte della meditazione. Io la uso molto per rilassarmi. Ho 84 anni ma
conduco ancora una società e mi concedo tutto quello che mi aiuta a stare bene in salute. Come ho detto
prima, la tua esposizione sulla meditazione aiuterà molto a fare una scelta su quella specifica che può
giovare al meditante. Raccomando che l’italiano, la ns. lingua, sia perfetta nella esposizione.
Per quanto riguarda i crampi di Nico, consigliali di mettere un sapone nella calza quando medita. Spesso funziona ma non sò perchè.

SIMONA

Il tuo sito è un ottimo strumento per chi come me ha poco tempo per riuscire aa stare con se stessi, personalmente ho avuto davvero dei benefici bel seguire i tuoi consigli,
Buona vita
SIMONA

Stefano

Mi sembra un’ottima pagina con tutte le prime informazioni per meditare esposte in modo chiaro e una buona navigabilità. L’unica cosa, se può essere utile, la peciotta arancione “scarica gratis” in alto e in alto a dx e in altri punti è un po’ ripetitiva, ma capisco la call-to-action. A me il tuo audio è servito molto anni fa. Grazie per il tuo grande lavoro e la tua dedizione ciao ciao

Luciano

Ciao Claudio,medito da anni e studio psicologia vorrei dirti da esperto nel settore che la pagina del tuo sito è ben descritta in ogni settore e molto comprensibile anche per il neofita.Grazie per tutto questo perchè mi fa molto piacere leggere i commenti delle altre persone e complimenti a te per la tua esperienza in ambito meditativo.Confermo tutto ciò che descrivi e concordo di non avere aspettative, la consapevolezza giungerà quando una persona meno se lo aspetta.Un abbraccio.

marina

Ciao Claudio ,la pagina di presentazione è buona con la spiegazione di quello che fai tu con meditare.it e poi sui vari tipi di meditazione da praticare ; per sapere tutte queste cose ci vuole tempo e dedizione e così l’elenco risulta chiaro ed esaustivo. Che dirti..ispiri fiducia e mostri cultura cuore presenza quindi va bene. Che altro vorresti sapere?

Piri

Ciao Claudio, complimenti per le belle spiegazioni semplici chiare e versatili! Mentre leggo sembra quasi di averti accanto! .
Ti auguro ogni bene

Mario Thanavaro

Ciao Claudio, complimenti per la tua presentazione. E’ molto articolata ed esaustiva. Sarà sicuramente di grande aiuto a molti. Ti auguro di non mollare! Ti auguro una Buona pratica/Buona vita! Con stima e affetto.
Mario Thanavaro

Claudio

Prezioso Maestro, grazie per le tue belle parole ed il tuo incoraggiamento, da parte tua questo incoraggiamento significa molto per me!

con gratitudine e metta
Claudio

Daniele

Ciao e complimenti , molto dettagliata . Penso che stai facendo un ottimo ” lavoro” . Stai imparando ad educare la ” mente” e questo è in sintonia con i tempi . Una mamma che vuole insegnare al piccolo a camminare , lo fa mettendosi un metro avanti a braccia aperte , perché sa che il desiderio di abbracciare la mamma farà il resto. Meditare sarà per l’uomo , ciò che camminare sarà per il piccolo. Questa è una buona cosa.

Alessio

Claudio ciao io sn di palermo solo nn riesco a meditare ho provato tranite internet o altro ma nn riesco ho bisogno di un vero è propio maestro qui in sicilia ho a palermo conosci qualcuno

Claudio

ciao Alessio, mi spiace non conosco nessuno direttamente a Palermo, prova a cercare “meditazione vipassana a Palermo” o “mindfulness a palermo”.

Ho provato a farlo io per te ma poi la scelta spetta a te. Infatti appare anche un centro tibetano che mi sembra essere serio ma poi ti deve piacere l’approccio tibetano. se vai sulla vipassana è più inizialmente approcciabile laicamente. Con mindfulness finisci per fare vipassana vera e propria (da li deriva) magari con qualche psicologo che la diffonde. Vedi tu..

Sono felice che vuoi farla dal vivo io rimango comunue a disposizione per un supporto online sia con i corsi a pagamento che con questo blog gratuito.

che tu sia felice

ps e se trovi e ti trovi bene condivisi la tua esperienza a beneficio di altri?

Angela

Ti faccio tanti auguri divero cuoreper l’intervento,e un grazie infinito per tutto il tuo lavoro, che tu sia benedetto ti mando un forte abbraccio e tranquillo andrà tutto bene…..…

Gmk

Ciao e complimenti per il sito ricco di risorse utili. Una domanda è questa: io medito gia da qualche tempo e di solito riesco a farlo (bene o male) ma mi capita di avere nelle prime ore del mattino presto un brusco risveglio agitato e sono in preda a mille pensieri (a raffica) e a stati d’animo molto travolgenti: cerco di meditare ma in questo stato mi riesce quasi impossibile tornare a stare sul respiro. C’e che resto in balia dei miei pensieri. Mi chidevo se quando capita questo possa fare qualcosa.

Raffaele

Ciao,sono Raffaele . Volevo chiederti se si puo meditare piu volte al giorno e soprattutto se è necessario tenere una posizione ben definita,oppure se si puo meditare mantenendo una posizione comoda ,ad esempio sedendosi e ovviamente con la schiena dritta . Ciao e grazie in anticipo x la risposta

Francesca

Salve.ho letto qualcosa sul mondo della meditazione e devo dire che ne sono rimasta affascinata! Non ho mai veramente cominciato per stanchezza,pigrizia ecc…però ora sta cambiando qualcosa! Sono al sesto mese di gravidanza e vorrei tanto cominciare a meditare per essere più serena e trasmettere questa serenenità e amore alla mia bambina e a chi mi sta intorno!! Come posso iniziare? Grazie

Claudio

ciao Francesca Complimenti: ottima scelta servira a te e al bambino specialmente adesso che è dentro la pancia ma poi, se continuerai, ti servirà a mantenerti più serenza negli alti e bassi della vita e nei momenti stressanti che una mamma attraversa naturalmente.

Comincia pure usando questa meditazione guidata gratis

Ti aiuterà ad attraversare meglio anche gli sbalzi d’umore che con gli scombussolamenti ormonali potresti avere e soprattutto a provare meno dolore durante il concepimento.

In tutti questi casi ti caldeggio di allenarti a rimanere focalizzata sul respiro e notare tutti i pensieri per tornare dolcemente al respiro.

Congratulazioni Francesca, tuo figlio è fortunato ad avere una mamma che si pone queste attenzioni!!

tanta gioia!!
Claudio

Claudia

Scusami tanto Claudio, ma ne approfitto per chiederti un altro paio di cose: esiste in tipo di meditazione per la sfiducia in se stessi? Oppure una meditazione dell’accettazione? Queste domande mi sono uscite fuori guardando il tuo video di come fare quando non si hanno pensieri positivi, e mi ha illuminato perchè giusto una settimana fa io ho cercato disperatamente di essere positiva (andando in contro al mio naturale pessimismo) ed è andata a finire in un gravoso malumore, soprattutto perchè ho flagellato la mia mente di “non voglio, non voglio…”. Cosa puoi consigliarmi?

Claudio

ciao Claudia ho paura che a forza di cercare meditazione “Per Cambiare” lo stato delle cose finisci per perdere il senso della meditazione che è di stare con quello che c’è.

Radica l’attenzione nell’adesso e vedrai che molte cose, piano piano, andranno al loro posto.
Sul pensiero positivo guarda qui:
http://www.comemeditare.it/meditazione/cosa-fare-quando-si-smette-di-avere-pensieri-positivi/
e qui:
http://www.feliceadesso.com/2014/01/pensiero-positivo.html

Claudia

Ciao di nuovo Claudio! Ti ringrazio per avermi consigliato quei video su come meditare per l’ansia, d’ora in avanti li seguirò, ma c’è un particolare che mi incuriosisce: hai detto che quando un’emisfero lavora, l’altro si puo’ dire più spento, ed è buffo perchè anche la mia psicologa mi ha detto qualcosa di simile rispetto al mio problema! Il punto è che a me le pippe mentali vengono soprattutto in presenza di altre persone, e in questi momenti non riesco davvero a concentrarmi sul mio respiro o sulle mie sensazioni. Cosa puoi consigliarmi per fra fronte a queste situazioni?

Claudio

Ciao Nadia, mi dispiace che ti senti delusa e che addirittura senti il bisogno di un sostegno per “prendere in mano la tua vita”.

Cosa succede, come stai e come pensi che possa esserti di aiuto?

Posso rimandarti a qualche risorsa gratuita a meno che non vuoi qualcosa di più mirato, nel caso prendi in esami questa eventualità (sempre che ricada in un lavoro che possiamo realmente fare assieme): http://www.claudiopadovani.it/incontri-di-crescita/

che tu sia felice
Claudio

giovanni

ciao Claudio, mi sono reso conto che la meditazione potrei trovare la pace che cerco da molto tempo. come si fa a scegliere una meditazione piuttosto che l’altra (es. vi passa a, mia, etc). Quale potrebbe essere un percorso da seguire per dare un segnale di inizio alla mia testa? ho già scaricato e ascoltato più volte la tua meditazione gratuita
ti ringrazio
giovanni

Claudio

ciao Giovanni, le meditazioni, mi piacciono un po’ tutte e vanno quasi sempre tutte bene. Sono davvero poche quelle che tendo a sconsigliare e quelle poche che sconsiglio talvolta possono persino andare ben per qualcuno.

Se ti trovi bene con me, io ti caldeggio la meditazione per indaffarati: http://www.meditazioneperindaffarati.it è un metodo che si basa ed include la vipassana e la samatha ed è incentrata sul renderla una abitudine di attenzione quotidina.

Lì suggerisco di fare anche solo 7 minuti tutti i giorni (purchè poi segui degli esercizi di consapevolezza quotidiana che trovi all’interno) ma, se te la senti, puoi anche fare tutti i giorni (quando puoi) la vipassana da 20 minuti che trovi all’interno.

Il percorso è strutturato con approfondimenti, meditazioni guidate e meditazioni “cogli l’attimo” ed è un corso completo dalla A alla Z.

Se il tuo scopo è invece quello di iniziare per essere seguito nel tempo da me, puoi iscriverti direttamente nel programma di abbonamento mensile pensato per darti stimoli e sostegno mese dopo mese, dentro trovi anche la meditazione per indaffarati e puoi interromper il programma quando vuoi (fin dal primo giorno).

si chiama Come Meditare Coaching e lo trovi qui: http://www.comemeditarecoaching.it

Arianna

Ciao ho guardato i tuoi video sull’ansia e ti ringrazio mi hai dato nuove nozioni di conoscenza,sono in un periodo dove non ho certezze lavorative e questo mi procura ansia insicurezza che tra l’altro detesto ma devo accettare perché hanno una loro funzione. Ci sono giorni più positivi e giorni meno….che fare con la mente che sappiamo mente….quando ti propone pensieri negativi e come dici tu pippe mentali che mi rendono insicura….come fare hai una tecnica per questo?

Arianna

Ti ringrazio no non ancora, ora scarico tutto sia la meditazione guidata, che il link che mi hai consigliato. Comunque ho già provato a fare meditazione due volte….Spero di imparare bene seguendo le tue indicazioni. Grazie mille Claudio.

Federica

Ciao Claudio,
conosci un modo per usare la meditazione per studiare meglio? Per studiare più concentrati? Oppure per studiare anche quando si è troppo stanchi per farlo?

Per ora medito qualche minuto tutte le sere, mi aiuta a tenere a bada i pensieri e medito quando devo andare da qualche parte a piedi con la meditazione camminata.
Un saluto, a presto

Claudio

ciao Federica, non so perchè ma ho ritrovato questo commento nello spam.. scusa il ritardo.. veniamo a noi..

meditare col calmo dimorare sicuramente ti aiuta, specie per ritrovare un minimo di vigore ed attenzione in più quando sei molto stanca e deconcentrata, anche fare la meditazione camminata, ti aiuta: bene quindi

eccoti un’altra pratica:
http://www.feliceadesso.com/2012/07/MeditazioneCampanaIndaffarati.html

e questa:
http://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/tecniche-di-rilassamento/

che tu sia felice

Pam

Ciao Claudio, grazie per i materiale che metti a disposizione gratuita, di grande qualità benchè nongli sia dato un valore monetario, ti seguo da tempo e la tua cortesia nello spiegarti allieta la ricerca e ti fa sentire incluso
Ho una domanda però … io ho una mente molto attiva, di quelle che borbottano continuamente e spesso ahimè me ne accorgo troppo tardi e mi son già avvelenata… quindi meditare mi ha permesso di zittirla per un pò, ma lei chiede conferme e veridicità per cui la domanda è la seguente: alla parola MEDITARE mi viene in mente il detto ‘MEDITATE GENTE, MEDITATE’ il cui significato è principalmente ‘PENSACI BENE’ ma se voglio MEDITARE SU CIO’ CHE MI FA SOFFRIRE per me significa che alla fine penso tutto il tempo a qualcosa che speravo meditando di dargli quello spazio per risolversi, finisco con il sentirmi ancora più frustrata perchè non sono proprio riuscita ne a realizzare ciò che desidero ne ad uscirne rilassata… invece se mi lascio andare e non penso a niente sono rilassata ma poi cmq frustrata perchè con relax ma passa il tempo per non realizzare ciò che desidero

insomma che significa MEDITARE SU QUALCOSA, come si fa a raggiungere i propri obiettivi? praticamente voglio dire

Christian

meditare su qualsiasi esperenza significa trovare in ogni avvenimento la sua verità e con essa l’insegnamento ricevuto. Ogni cosa che ci accade,sia essa concettualmente positiva o negativa ci modifica,ci reincarna in qualcosa di differente , non vedendo alla radice la verità di ogni avvenimento siamo solo passeggeri di questo viaggio. Meditando su ogni causa ed effetto generato da ogni avvenimento e vedendo in ogni errore o dolore provocato da altri come una madre che pur amandoci ha commesso sbagli ,possiamo usare tali errori come esempio ed insegnamento di crescita . Per imparare. l’errore è quasi necessario ma solo se lo vediamo nella verità del suo insegnamento

Sergio

Salve Claudio,
ho scopetrto da poco i tuoi video che seguo con molto interesse. (scusa se mi permetto di datri del tu)
Mi chiamo Sergio ho 60 anni e volevo rubarti una decina di minuti di tempo per raccontarti una mia esperienza e conoscere il tuo parere di maestro di Yoga.
Una trentacinquina di anni fa, circa nel mese di Novembre, ho fatto un’esperienza particolare.
All’epoca ero interessato ai tarocchi intesi come via iniziatica. Per studiarli e comprenderli, mi ritirai nella nostra casetta di campagna (di famiglia). Una piccola casetta immersa nel verde, completamente isolata, sensa strade vicino e in assoluto silenzio. Dopo tre/quattro giorni che ero assorto in lettura davanti al caminetto, è cominciata l’esperienza.
Improvvisamente, con la mente, ho cominciato a comprendere e vedere tante cose che prima non era nemmeno concepibile sognare. Ho cominciato a vedere il mondo come una enorme piovra che con i suoi tentacoli tiene la persone relegate a se. Ho visto che per fare questo usa il desiderio di possedere che fa percepire alle persone un mondo irreale.
Era come se fosse caduto un velo e vedessi la vera realtà e comprendendo che la vita vissuta fino a quel momento era stata vissuta con falsi valori basati sull’avere, possedere, apparire, una sorta di teatrino che coinvolge tutti, e in cui ogni essere umano è un attore calato così profondamente nella propria parte da essere inconsapevole di recitare una commedia inesistente.
Mentre ero assorto in questi pensieri sentivo fuori la pioggia che cadeva. Essendo una casa di campagna con il tetto privo di grondaia, l’acqua cadeva direttamente dal tetto sulla terra creando delle pozze di varie dimensioni. Il plin, plan, plon, dell’acqua che cadeva, creava una sinfonia perfetta e mi rendevo conto che nessun uomo avrebbe mai potuto scrivere, immaginare o concepire una musica così bella. Fra me e me mi chiedevo “chi sono confronto Mozart, Verdi, Rossini, Bach”.
All’alba, quando uscivo a raccogliere un po di legna per il fuoco, vedevo le foglie d’erba con addosso le gocce di rugiada e sentivo che quelle erano molto più prezioese delle perle che vendono gli orafi. Le perle uno le compra e le può ammirare tutti i giorni mentre quelle gocce di rugiada, ereno li, in quel momento e non ci sarebbero mai più state per l’eternità. Questo mi faceva piangere di gioia.
Solo il fatto di incrociare persone mai viste prima, totalmente assorte nel loro ruolo di impiegati, operai, casalinge ed altro, che mostravano una totale indifferenza per tutto e tutti, era per me una gioia immensa, perché l’attimo in cui le incrociavo era unico, sarebbe passato per non tornare mai più.
Ogni istante ero coscente di essere tutt’uno con la natura, parte del creato, in perfetta armonia con tutto e tutti tanto da amare anche gli alberi.
Il passato e il futuro erano svaniti, erano solo una illusione che l’uomo crea per attaccarsi a ricordi e speranze. Tutto basato sul materialismo.
Comprendevo che le mie miserie, le mie paure, i miei errori e le speranze non erano differenti da quelle degli altri e, cioò che portava me ad avere dei mancamenti e dei difetti allo stesso modo induceva tutte le persone del mondo ad averne.
Ho provato una gioia indescrivibile, una pace interiore che percepivo all’altezza della pancia mai provata prima.
Ero consapevole che avrei potuto lasciare il corpo per sempre, se solo avessi voluto.
Quando sono tornato a casa, i familiari e gli amici, dicevano che avevo il volto radioso e quando parlavo loro, era come se parlasse un vecchio saggio, erano tutti affascinati e impauriti allo stesso tempo. Quando cercavo di parlare loro della vera realtà, mi brillavano gli occhi. Non capivo perché cose talmente ovvie non fossero comprese nessuno.
Quasi tutti mi hanno fatto credere che in quei giorni avessi sbroccato di testa, ma in questi giorni, mi sono imbattuto in un tuo video che parlavi di Vipassana ed ho compreso che non era così.
Inconsdapevolmente potrei aver avuto una esperienza di Vipassana (solo, lontano dal mondo di tutti i giorni, concentrato su un libro).
Cercando su youtube, ho compreso cosa è Maya, e coloro che parlano di meditazione, non sembrano così distaccati da essa. Forse non hanno mai raggiunto uno stato di coscienza superiore?
E il mio… credi sia stato uno stato di coscienza superiore?
Grazie e scusami per il tempo che ho sottratto ai tuoi affetti e ai tuoi interessi. (spero che il tutto sia comprensibile)
Buona vita
Sergio

Claudio

ciao Sergio quello che descrivi è uno stato di totale assorbimento e presenza, una forma di “illuminazione momentanea” chiamiamola così.

Si la meditazione vipassana aiuta a creare quello stato di assorbimento e consapevolezza.

La consapevolezza è molto diversa dalla semplice concentrazione perchè non è “concentrata” ma è diffusa e omnipervasiva.
Hai avuto una esperienza che molti nella vita non riescono a cogliere.. In quei momenti vedi gli altri addormentati e ti accorgi di come tutti dormiamo e ci muoviamo nel mondo come dei morti viventi e non come esseri pienamente vivi.

Anche io il più delle volte dormo e mi muovo nel mondo come un morto vivente. La meditazione ci aiuta quindi a risvegliarci ad allenare quello stato di consapevolezza, di attenzione divisa, dove ogni particolare è magico e meraviglioso per come si svolge nel momento presente.

ben lo descrive questo spezzone del film “Paceful warrior” (la forza del campione) il film è completo e consiglio di vederlo tutto ma ho fatto in modo che cliccando ti appaia direttamente la scena in cui -in modo cinematografico- provano a rendere una esperienza di “presenza a 360°”: https://youtu.be/uCa6DEnmwew?t=30m49s

ho apprezzato molto il tuo commento e mi piacerebbe dedicare più tempo a questa esperienza magari ne faccio in futuro un articolo specifico, ma nel frattempo o voluto risponderti qui, pubblicamente anche a beneficio di ci ci legge

grazie per la tua bellissima testimonianza

Rossella Dellacasa

Ciao Claudio Grazie sempre per i consigli Sono tanti anni che medito nella tradizione del maestro Thich Nhat Hanh alternando l’ascolto del respiro / corpo e med. metta Ogni tanto faccio incursioni nella med.con mantra secondo le indicazioni del dott. Deepak Chopra Mi ascolto e scelgo che cosa mi risuona in quel momento Un abbraccio in tre respiri Rossella

Claudio

adoro THich Nhat Hanh, qualche incursione con Chopra le ho fatte anche io.. ma Apprezzo ancora di più l’abbraccio in tre respiri che ricambio in virtuale presenza

Claudio

lucia gloria

medito da più di 26 anni – per tanto tempo MT e poi meditazioni di Pranic Healing di master Choa Cok Sui e meditazioni di arhatic yoga – da un anno soffro di problemi agli occhi e ho sospeso tutte le meditazioni legate al P.H. – ora pratico solo medit.trascendentale convinta che non possa aggravare il mio problema – hai esperienza in merito? grazie! un abbraccio

Claudio

ciao Lucia, ho poca esperienza relative a quelle da te descritte, meditare con un mantra comunque non può farti del male, di questo sono convinto.

Tanto bene
Claudio

Emilio

Attraverso lo yoga ho appreso della meditazione e dell’importanza di tale “disciplina”. E’ vero che la meditazione è , alla luce dei principi cristiani della Bibbia, una pratica esoterica non ammessa?

Claudio

ciao Emilio, premesso che la Bibbia è ebraica e non crisitana eheheh, dubito altamente che “non ammetta” una pratica praticata da moltissimi nella chiesa.

La crisitanità stessa ha molte pratiche meditative, solo non sempre le chiama così: recitare il Rosario ad esempio,o come fanno diversi tipi di religiosi che coltivano il silenzio e chi addirittura lo fa in clausura (spesso frati, suore con approccio mistico).

Altri preti sono molto più espliciti, chiari ed invitano chiaramente all’uso della meditazione come strumento di autoconsapevoleza e di conoscenza del divino. Padre Anthony De Mello, Raimon Panikkar, anche in Italia ce ne sono molti e ci sono anche dei siti di meditazione cristiana.

Ma c’è una vechia diatriba, non solo interna cristiana, ma trasversale a tutte le religioni tra teoretici e mistici.

I primi parlano di concetti e sulle parole è facile ci siano malintesi, i secondi fanno esperienza del Trascendente e sull’esperienza si capiscono.

I mistici parlano la lingua dell’esperienza e si capiscono tra di loro a prescindere dalla loro fede religiosa di riferimento, i teorici possono arrivare, in caso di estremismo, ad un vero e proprio fanatismo anche all’interno della stessa fede.

Posso dire che il limone è aspro e posso dire che è dolce: chi conosce il sapore del limone concorda con me in entrambi i casi perchè ne ha fatto esperienza, ma chi parla solo del sapore del limone senza averne fatta esperienza non può che essere in disaccordo se qualcuno asserisce che è aspro mentre lui sostiene che è dolce e viceversa.

Non a caso San Francesco era un mistico e poteva parlare di pace con il feroce saladino in piena crociata rimanendo incolume.

chi vuole mantenere un popolo sotto controllo usa le parole per minacciare e mantenere la massa nell’ignoranza, inibendo l’autorealizzazione, chi fa esperienza del Trascendente è libero da qualsiasi parola e minaccia e non è controllabile da un potere temporale: San Francesco è stato molto scomodo a certi livelli ecclesiali del suo tempo.

Questo è successo e succede nella cristianità, come in tutte le religioni, specie -ma non solo, purtroppo- quelle che non coltivano una visione “non duale”.

La meditazione è una pratica, una tecnica che favorisce la comprensione di se stessi, degli altri, e delle cose così come sono e può portarci ancora oltre. è una tecnica che libera l’individuo dalle gabbie dottrinali e questo non piace a chi le gabbie le difende.

Buddha diceva che la dottrina è come una zattera che serve per attraversare il fiume: una volta nell’altra sponda non dobbiamo portarcela sulle spalle ma lasciarla lì: attaccarsi alla zattera significherebbe rimanerci incastrato come prima di attraversarlo.

quindi la pratica meditativa da alcuni cristiani è ammessa e caldeggiata, da altri è “messa al rogo”. Vorrei evitare di “mettere al rogo” chi “mette al rogo” e semplicemente meditare, credo che la vera libertà sia fare del bene a se e agli altri: che dovrebbe essere il principio primo di ogni religione 😉

che domandona!!

Gianluca

Ciao Claudio,
hai scritto anche:Un altro giorno potresti scegliere di non averne uno fisso, ma di spostare l’attenzione nel punto in cui lo senti in quel preciso momento.

Se ho capito bene, quindi nella seduta, posso anche scegliere di sentire dove il respiro si sposta, senza avere un punto preciso, ma seguendo dove si localizza: es. All’inizio potrebbe essere nell’addome e dopo qualche minuto seguirlo se fosse presente nelle narici?

Claudio

Gianluca, ho paura che a risponderti su questi particolari ti faccio focalizzare troppo su aspetti molto marginali e di poca importanza: mi sento di suggerirti di lasciare perdere questa dinamica..

fai un po’ la meditazione guidata audio che hai ricevuto gratis.. allenati con quella..

poi, quando vuoi fare da ste, senza guida, ok, semplicemente osserva il respiro..

Sentiti libero di osservarlo dove e come viene, senza stare troppo a pensare a dove “devi” sentirlo e se stai “facendo bene”.. (questi sono inutili pensieri)

ok? 😉

che tu sia felice

Gianluca

Che dirti Claudio…mi sa che queste che hai scritto, sono le parole migliori. Hai capito in pieno il problema.
Grazie! Spero di non farmi invadere come sempre dalla mia ossessione di perfezione.
Sei un grande!!!

Gianluca

Ciao Claudio, ti faccio una domanda sulle istruzioni della pratica. Prima si consiglia di sentire il corpo nelle sensazioni legate alla postura e al contatto sulla sedia o cuscino, poi so fanno alcuni respiri per sentire in quale punto il respiro è più vivido e successivamente seguire il flusso in quel punto.
Queste istruzioni vanno eseguite ogni volta? Oppure dopo che fai una prima seduta, vai sempre in quel punto del respiro che hai sentito più forte la prima volta?
Cioè, se dovessi avere un punto diverso in ogni seduta, perché in quella seduta è più vivido in quel punto, non si corre il “rischio” di non avere mai una parte del corpo come riferimento?
Cioè ogni volta bisogna osservare come se fosse la prima volta? Osservando le sensazioni del respiro in quel momento?
Grazie!
Gianluca

Gianluca

Ciao Claudio, ho letto che tu consideri un buon metodo, quello di concentrarsi sul respiro dove le sensazioni sono più intense nella singola seduta. Ma se volessi avere un punto di ancoraggio del respiro, diciamo ogni qualvolta mi voglio sintonizzare con esso nelle normali cose della vita, cosa consigli? Anche in questo caso, sarebbe meglio sentire dove è più vivido? Cioè se ora lo sento nell’addome, se quando mi rifocalizzo,per esempio tra un’ora, lo sento nelle narici, seguo questo altro punto? Così facendo, non si “rischia” di non avere mai un proprio punto, se chiaramente questo fosse importante da avere come riferimento? Semplificando, non sarebbe più “comodo” che ogni volta si debba porre in primo piano il respiro, uno vada direttamente sul punto che sceglie e non sul punto che sente?
Grazie!

valerio

Ho difficoltà a focalizzare mia attenzione sullo sguardo e a reggerlo esiste qualche esercizio in proposito? non sono molto abituato a seguirlo e questo mi rende un po’ difficile relazionarmi con gli altri in modo sereno e tranquillo
e di conseguenza tendo a distrarmi di piu’ non trovando questo importante riferimento

Claudio

incrociare gli sguardi significa entrare in intimo contatto con un altro essere -è una cosa che cambia da momento a momento- avrei difficoltà a dire che esiste una regola sempre valida.

Continua a meditare e stai con le cose così come sono: svilupperai maggiore sicurezza in te e l’approccio con lo sguardo rispetterà sia il tuo bisogno di guardare gli altri, sia quello di rispettare un bisogno di ritirarti rispetto al contatto con gli altri.

ti consiglio, se trovi qualcosa online, di approfondire le 4 fasi del contatto sano nella Gestalt

valerio

ok grazie ma per quanto riguarda la meditazione mi sembra di riuscire ad assimilarne meglio l’importanza della presenza attraverso ad esempio i tuoi video e le le letture per es ho letto “il potere di adesso” di eckart tolle, mentre se mi metto semplicemente ad osservare il mio respiro con la vipassana faccio fatica necessito di essere un po’ accompagnato forse nel meditare

valerio

Le Meditazioni Silenziose Segna Tempo
da questo non è stato visibile si sente solo il suono di una campana uguale e senza immagini tramite sia gogle chrome e sia firefox

Claudio

ciao Valerio queste meditazioni si chiamano “silenziose” e “segnatempo” non a caso..

Non sono delle meditazioni guidate, quando le hai trovate, se avessi letto la loro presentazione, forse non ti saresti meravigliato ;).

Leggendo qui ti sarà chiaro perchè sono “silenziose” e capire qual’è la loro funzione (“segna-tempo”):

http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/come-meditare-il-tempo-e-la-costanza/

grazie comunque della segnalazione

valerio

ciao potrei avere un consiglio su una cosa? ” quando mi trovo sugli autobus, quando ci penso mi sento frastornato dalla confusione emotivamente mi destabilizza un po’ … rumori autobus e tutti che parlano insieme un brusio a volte molto travolgente a livello emotivo… puo’ servire mettermi le cuffie o devo solo accettare?

Claudio

ciao Valerio: meditare significa stare con ciò che c’è nel “qui e ora”.

Questo “qui ed ora” è sempre diverso quindi una risposta alla tua domanda non può che essere: “dipende”

ti faccio un esempio.. Immagina che tu mi avessi chiesto se per vedere le cose come sono devo tenere gli occhi aperti o chiusi?

ed io ti avessi risposto “aperti”.

cosa accadrebbe? che probabilmente mi prenderesti alla lettera e ti sforzeresti di tenerli sempre aperti, anche quando il tuo corpo: proprio per vedere, ti chiede di chiuderli.

Non possiamo sempre tenere gli occhi aperti: ogni tanto chiudiamo le palpebre per proteggere o lubrificare l’occhio ed ogni tanto abbiamo bisogno di riposare l’occhio e tenmerli chiusi più a lungo.

Allo stesso modo se vuoi vedere le cose come sono con mente aperta dovresti accettare la realtà per quella che è anzichè isolartri da quella.

Ma se, accettando che in quel momento hai bisogno di isolarti dal resto per ritrovare te stesso: va bene metterti le cuffie!

Stare con ciò che c’è significa anche sapere come stai tu rispetto a quello che ti capita e decidere cosa è meglio per te.

valerio

Salve, mi sembra molto profondo e interessante. Prendere consapevolezza che ci si sta allontanando dal presente mi sembra molto utile, quello che mi chiedevo che ruolo puo’ avere la meditazione in un momento ad esempio in cui ci si puo’ annoiare… come puo’ interveniire in questo frangente? grazie spero a presto..

Claudio

Stando con quel che c’è in piena consapevolezza.

Appena raggiunta l’illuminazione quell’uomo conosciuto come Buddha (che era un uomo proprio come me e te e non un dio) ha insegnato 4 “semplici” nobili verità

1 esiste la sofferenza (come ad esempio lo è la noia)
2 esistono le cuase della sofferenza
3 esiste la cessazione della sofferenza
4 esiste un percorso che conduce alla cessazione della sofferenza.

con la consapevolezza piano piano conosci le cause della sofferenza che è un primo passo fondamentale per affrancarti anche dalla noia.

se ti sembra molto utile essere consapevole di quando ti allontani dal presente (per tornarci) ecco che stai già facendo bene

valerio

Sto provando a meditare ma la meditazione non mi da sensazioni e questo mi scombussola un po’
forse è perchè mi aspetto di provare delle sensazioni ed il fatto di aspettarle non le fa arrivare..
cque quando non provo sensazioni mi sento vuoto in quei momenti ed osservare il mio respiro non mi fa sentire piu’ vivo che mi puoi consigliare? grazie

Claudio

ciao Valerio, la meditazione serve a portare a consapevolezza ciò che c’è.. Le cose “così come sono”, non a cercare qualcosa che nel “qui ed ora” non esiste.

contrariamente a quanto credi tutto ciò ti farà sentire ancora più vivo.

Quando sei consapevole di quello che ti succede istante per istante: sei vermanete vivo.

Se sei consapevole di mangiare un mandarino e ne senti il sapore il mandarino è vivo e la tua esperienza è viva.

Esperire equivale a vivere.

se non sei consapevole di quello che mangi e t”butti giu” il mandarino distrattamente, senza consapevolezza: quel mandarino potrebbe essere cartone e non fa molta differenza.

ti consiglio questo:
http://www.comemeditare.it/comemeditare-consapevolezza/meditazione-sul-cibo-mangiare-un-mandarino-con-consapevolezza/

certi parlano di sensazioni particolari durante la meditazione: ok succedono, ma ogni meditazione è diversa: non aspettarti nulla se non di essere in contatto con quel che ti succede anche il semplice “nulla”

in questo spezzone di film vedi come in un rallentatore succedono molte cose mentre non sta succedendo “un bel niente”: https://www.youtube.com/watch?v=X0TbCB2GLjE

Gianluca

Grazie ancora Claudio per la puntualizzazione sul fluire del respiro. Siccome tu hai ricevuto anche insegnamenti da Thich Nath Han, ti posso chiedere se anche per lui è importante il flusso del respiro, e non ha come prescrizione un punto del corpo preciso come ancoraggio?
Grazie
Gianluca

Gianluca

Ciao Claudio, ho letto alcune cose sulla Consapevolezza del respiro, oltre a quelle che tu esponi con grande precisione (tra le più complete e chiare le tue). Ho comunque letto, che in fin dei conti, il Budda, prescrive di seguire il respiro nel suo andare e venire, se era lungo o profondo, etc. Insomma non aveva prescritto un area del corpo in particolare, ma consigliava il processo. Un pò come credo, consigli anche Thich Nath Han. In alcune cose che ho letto, va bene anche per te. Ed è quello che spesso faccio anche io.
Grazie!

Claudio

si Gianluca, va benissimo ed è vero che Buddha non dava come indicazione un punto preciso ma indicava di seguire il respiro in consapevolezza notando se era corto o lungo: cìè un suo discorso (sutta) che descrive la consapevolezza del respiro (sati= consapevolezza ana-pana= insiprazione ed espirazione) in 16 fasi: si tratta dell’anapanasati sutta.

Il punto preciso è un modo semplice per aiutare a trovare un punto di ancoraggio: è molto usato ad esempio nella meditazione mindfulness

Cinzia

Giorno Claudio, ho un grande problema, ho iniziato a meditare da un mesetto (senza maestro, guardando i tuoi video) e durante la meditazione ho pensieri molto negativi verso le persone, non è odio ma paura, paura di vederle morire, paura che possa succedere un incidente paura di perderle.
Questi pensieri sono molto forti che mi impediscono di meditare, ho paura che avendo questi pensieri si possano realizzare e la cosa mi innervosisce parecchio. cerco di concentrarmi sul respiro, ma non serve a nulla, vedo le immagini e smetto.
è normale? c’è qualcosa che posso fare?

Claudio

Ciao Cinzia, nel “qui ed ora” tutto è pace.

Quando hai pensieri catastrofici del genere, come tu stessa scrivi sono “pensieri” quindi immaginazioni e fantasie riguardo il futuro. Ovvero la tua mente non è nel presente ma in un futuro fantasioso e catastrofico.

Solo tu sai perchè accade forse non sei abituata a “fermarti” e quando ti fermi quello che prima emerge è quello che già cova dentro di te (queste paure).. Ma la mia è solo una immaginazione, ripeto: solo tu sai cosa.

Una cosa è certa: continuando a meditare concentrandoti specialmente sul respiro o sulle sensazioni del corpo aumenterai uno stato di pace e benessere e togli enegie alle ansie.

Questo non vuol dire che non esisteranno più se tendi ad averle ma saranno piano piano sempre più rare e meno imponenti.

A maggior ragione ti consiglio di meditare!!

Un unico consiglio se vedi che queste ansie con i tempo non calano: non smettere semplicemente di meditare facendo finta che “non esistano queste paure”: non sono legate alla meditazione che si limita a fartele notare.

Piuttosto, se vedi che insistono, affrontale: magari fatti aiutare da un professionista (uno psicologo o altro professionista delle relazioni di aiuto).

Ma se, al contrario,vedi che piano piano riesci a osservare queste paure e andarci oltre: allora perfetto!

Un po’ come nel film Monster & co: i mostri fanno paura finchè non li “tocchiamo per mano” non li tiriamo fuori dall’armadio portando la luce della nostra consapevolezza a quel punto si sciolgono come neve al sole.

cosa fare? Ha scaricato la meditazione guidata gratuita? Bene falla!

Dici: “i pensieri sono forti che mi impediscono di meditare” è una percezione che conosco bene anche io, allo stesso tempo posso dirti che è vero anche che: “la meditazione è tanto forte da potere riportare i pensieri alla loro natura”

I pensieri non sono nemici ( hai visto questo: “non riesco a meditare”? ecco come con la tecnica di meditazione Vipassana?)

qualcuno diceva: “I pensieri sono dei pessimi padroni, ma degli ottimi servitori” non permettere ai pensieri di padroneggiare il tuo essere: non lo sanno fare, ma osserva come funzionano: con la meditazione potrai riuscirci sempre di più: giorno dopo giorno

Luca

Grazie Claudio. Quindi se ho capito bene, in linea teorica, i sedici esercizi sarebbero la completa singola seduta meditativa? Chiaramente da sviluppare con molta PRATICA.

Claudio

si, ma puoi farne anche una serie alla volta.

Forse per iniziare va bene, poi magari, quando ti senti pronto, lo fai tutto assieme.

Per questo pensavo di fare (per me) una meditazione guidata ad hoc.. sull’anapanasati e le sue fasi complete. Un giorno forse ne faccio un articolo..

Luca

Ciao Claudio, ho letto alcune cose sulla meditazione del respiro, cioè l’Apanasanisutta, e se ho ben capito, si svolge in sedici esercizi. La mia domanda è questa: in teoria un mediante dovrebbe seguire queste istruzioni come una sequenza in un’unica sessione? Chiaramente parliamo di situazione ottimale e teorica.
Un caro saluto
Luca

Claudio

L’anapanasati è la meditazione sul respiro, e il satipatthanasutta è un sutra sui fondamentali della meditaione.

il mio maestru sulle fasi della meditazione mi suggeriva di leggerle prima e poi seguirle ad occhi chiusi andando a memoria.

Io ho sempre desiderato farmi un audio guida, ma alla fine non l’ho fatto perchè è difficile fare combaciare i tempi del respiro (che sono individuali e legati al momento) con le istruzioni registrate.

Quindi direi che rimangono valide le indicazioni del “mio” prezioso maestro

Luca

Ciao Claudio,
ti faccio una domanda sulla Meditazione del respiro:
ho letto che prevalentemente si consiglia di focalizzarsi in un punto, come l’addome, le narici o il petto.
La mia domanda è questa: se volessi, posso seguire solamente il processo del respirare, senza avere necessariamente un punto?
Solo l’entrare e uscire dell’aria, concentrandomi nel suo flusso?
Grazie Claudio per il tuo splendido lavoro.
Luca

Claudio

Ciao, si Luca, spesso faccio anche io come te.

Avere un punto preciso tra quelli che hai detto, oltre a singoli benefici, ti da la possibilità di essere più precisamente “ancorato”.

In altre parole se sei più distratto, il respiro ti riporta ad essere focalizzato e se conosci un punto preciso non ti disperdi a capire “dove” cercare il respiro.

ma se riesci a non disperderti ritornando semplicemente al fluire del respiro – senza un punto preciso: va bene lo stesso.

prego 🙂

Luca

Grazie Claudio per la tua gentilezza, conoscenza e disponibilità.
Le tue “istruzioni” sono sempre molto chiare e precise.
Tendi a rendere naturale, quello che in fin dei conti naturale è, come spesso appunto ricordi nelle tue spiegazioni.
Luca

Stefano

Ciao Claudio, innanzitutto grazie per il tuo gran lavoro sul Web, rappresenti una risorsa luminosa in un vasto mare non sempre chiaro e limpido! Ho iniziato a meditare da pochissimo, ed ecco la mia domanda più impellente: io ho notato la mia tendenza ha “sgridare” i miei pensieri ogni volta che mi distraggono durante la meditazione… capisco che li dovrei semplicemente osservare per come sono arrivati, poi ritornare all’attenzione sul respiro: e a volte succede in modo spontaneo; ma più spesso, invece, mi rivolgo al pensiero stesso, dicendo: “No! sei un sogno a occhi aperti, una fantasia sul futuro, qualcosa che non esiste qui adesso e, francamente, sei anche un po’ ridicolo” (sopratutto pensieri ansiosi su qualcosa che dovrò fare o dire a qualcuno). Come è meglio affrontare queste situazioni? Grazie!! Stefano

Fabrizio

Mantra, respiro ecc… (la famosa ancora…) Visto che sono in fase iniziale, cerco di meditare quando posso o appena posso, e soprattutto di essere nel qui e adesso anche se mi rendo conto sempre di non esserci.. Benedetta consapevolezza… Quello che faccio fatica a comprendere è la sera ho un po’ più tempo, faccio la meditazione per indaffarati a volte guidata a volte non, o 10′ di musica o timer, nei quali sono concentrato sul respiro, e cerco di liberare la mente, una volta riuscito, tento di continuare rimanendo semplicemente in relax e in ascolto di tutto, valutando sia cosa mi passa per la mente, sia suoni rumori esterni ecc. del quì e ora e cerco di capire che sensazioni mi danno (un po come gli stimoli della strada)? Questa fase mi è meno chiara… Soprattutto su come filtrare i pensieri… Perchè è vero che son nuvole che vanno e vengono, però a volte sono nuvole indotte… Più che casuali e passeggere…Quindi non so se e come valutarli o se devo riconcentrarmi sul respiro ecc… Difficile da spierare…?

Claudio

ciao Fabrizio, osserva o “ascolta” senza bisogno di aggiungere o sottrarre alcunchè dalla esperienza che vivi.

I pensieri sorgono, si sviluppano e svaniscono: osservali senza nè trattenerli, nè respingerli.

Quando “non sai che fare” semplicemente torna al respiro.

“benedetta consapevoleza” 🙂 mi diverte come espressione.. rende l’idea… “benedetta consapevolezza” 😀

Daniele

Grazie claudio, potrei aprire un quesito sulla meditazione con mantra ?
Nello specifico vorrei sapere , per proseguire con l’ intera domanda, se conosci una forma di meditazione esoterica , quella riconducibile ai trattati di h.p.b.
Grazie ciao intanto daniele

Claudio

Ciao Daniele, no mi dispiace: se non avessi curiosato in internet non avrei neanche capito che ti riferivi ad Helena Petrovna Blavatsky

Daniele

Grazie ,
Questo aspetto renderebbe più obiettiva la tua opinione in merito .
Questa signora h.p.b scrisse
Oltre 20 trattati , a cavallo tra l’800 e il 900 , ovviamente come
Canalizzatrice o medium se preferisci, sulla genesi , sulle energie che muovono tutta la creazione.
Ovviamente la meditazione è il portale d’accesso a queste energie o forze .
Queste energie , sono dotate di logos , quindi sono in un certo senso entitá, come del resto l’anima ,alla quale cerchiamo di connetterci possiede un logos pure lei, è viva in un certo senso.
Fino qua penso che convieni con ciò che ho scritto (almeno credo).
I miei dubbi sono casomai sul prosegui di queste scuole di esoterismo.Ma non voglio andare oltre, se hai piacere ti espongo , ció che non mi appartiene di questa scienza esoterica , e a quel punto, chiederti in quale altro percorso
Meditativo Proseguire .grazie ciao

Claudio

Mi incuriosisce il fatto che vuoi da me, e proprio da me, un parere rispetto ad un uso della meditazione lontano dall’uso che ne faccio io.

Ma visto che ci tieni ad una mia indicazione ti offro proprio la mia 🙂

Io uso la meditazione come tecnica di consapevolezza.

Non posso negare che quando si scoprono le “cose così come sono” (che è il frutto della consapevolezza) alcuni scoprono delle verità ad altri poco evidenti.

C’è chi usa la meditazione per ottenere difatto dei poteri”

Buddha stesso metteva in guardia dalla ricerca dei poteri.

Lo chiamavano il “conoscitore dei mondi” perchè era in grado di andare anche in “reami” apparentemente non visibili.

Ma secondo questa filosofia sarebbero anch’essi dei reami legati alla legge karmica di causa ed effetto.

Esistenze destinate alla fine proprio come la nostra dimensione umana.

A me non interessa: sono più orientato alla comprensione profonda della realtà per uscire dalla ruota dei condizionamenti, non per spostarmi all’interno di essa.

quindi il mio consiglio è: studia con attenzione la ruota del tempo (o la ruota della vita).

Studiala con accurata attenzione: in essa ci sono ben descritti degli stati anche psicologici in cui possiamo ritrovarci in questa stessa vita.

Se ti piace l’esoterismo, sono convinto che apprezzerai anche questa rappresentazione della vita.

che tu sia felice e libero dalla sofferenza

Gianluca

Grazie Claudio, come appunto scrivi: “è meglio scegliere un punto di ancoraggio ad ogni sessione e mantenere quello per tutta la durata di meditazione.”
Ti chiedo solo una puntualizzazione: 1)durante la meditazione, se perdo quel punto che ho scelto all’inizio, e ne sento un’altro, è meglio rimanere con quello iniziale?
2) Il punto che sento più vivido durante una sessione, potrebbe cambiare in un’altra?

Cioè il punto dove la sensazione è più intensa, è oscillante, non è una cosa fissa?
Oppure è una sensazione legata alla sensibilità biologica? Una persona è sensibile nel naso, un’altra nell’addome e un’altra nel petto per sempre?
Grazie
Gianluca

Claudio

mi hai fatto 2 domande, ti do 3 risposte delle quali la più importante è la 3
1) ti ho già risposto: mantieni quello iniziale (se parliamo di ancoraggio)
2) certo: siamo diversi in ogni istante anche se i condizionamenti ci spingono a rifare quasi sempre le stesse cose

ma soprattutto:
3) sii leggero! Non ti fissare su questi tecnicismi.

STAI SEMPLICEMENTE CON CIO’ CHE C’E’, senza domandarti “devo fare così o cosa? Claudio dice questo, Tizio quest’altro, io cosa devo fare?”

semplificati la vita: non dare troppo peso a questi aspetti, fai la meditazione guidata gratis e segui quelle indicazioni.

Quando l’avrai fatta tua, fai pure senza.

Gianluca

Grazie Claudio per i tuoi preziosi suggerimenti e spiegazioni sul metodo.
Ti faccio, se mi permetti, un’ulteriore domanda per l’altro dubbio che avevo in riguardo; se ho capito bene, quando scrivi”:Un altro giorno potresti scegliere di non averne uno fisso, ma di spostare l’attenzione nel punto in cui lo senti in quel preciso momento.”; significa che posso iniziare una sessione di meditazione, percependo meglio le sensazioni nell’addome, poi nella stessa sessione, posso passare nel punto in cui in quel momento si sente più vivido? Cioè seguire nell’unica seduta, il respiro dove le sensazioni sono più evidenti momento per momento?
Grazie!
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca, è meglio scegliere un punto di ancoraggio ad ogni sessione e mantenere quello per tutta la durata di meditazione.

cos’è l’ancoraggio: è una samatha (scopri cosa è qua: http://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/la-meditazione-samatha-del-calmo-dimorare/) e serve sia per fermare la mente all’inizio della sessione, sia più avanti, quando sei in vipassana per rifermarti qualora la tua mente vagasse tropo.

tradotto in pratica:
1. prima scegli il tuo punto di ancoraggio
2. ti ricentri mantenendo l’ancoraggio
3. quindi esplori le sensazioni che emergono (vipassana)
da notare che in questa fase di esplorazione può succedere che emerge una sensazione legata al respiro anche altrove e va benissimo, ma perche sei in esplorazione
4. ogni volta che invece ti accorgi di esserti distratto torni al punto di ancoraggio definito all’inizio

questo è quello che ti suggerisco di fare, è un buon modo: ma non è una regola “fissa”

Gianluca

Ciao Claudio, grazie per gli splendidi consigli e insegnamenti sul metodo per meditare. Se non ti dispiace, vorrei chiederti alcune puntualizzazioni.
Tu scrivi di cominciare a sentire il respiro, dal punto in cui si sente meglio. Chiaramente, ti stai riferendo alla singola seduta?
Anche Kornfield scrive: Ora porta l’attenzione a percepire le sensazioni che ti dà il respiro. Fai alcuni respiri profondi per sentire in che punto percepisci il respiro con più facilità. A questo punto lascia che il respiro fluisca spontaneo.

Questo è quello che scrive Rosenberg: Avendo lavorato nel corso degli anni con un certo numero di studenti, penso che i meditanti debbano seguire il respiro dove gli sembra più vivido e tranquillo, dove è più probabile che catturi la loro attenzione. Nessuna di queste aree rimarrà sempre, in ogni seduta, la più vivida.Ma è importante non continuare a passare da una all’altra, alimentando una mente già agitata.Fissate la vostra attenzione sul naso, sul torace o sull’addome, e rimanete lì con una certa costanza. Via via che la pratica matura, può non essere più necessario delimitare con esattezza la vostra attenzione.Potete stare con il respiro mentre emerge e scompare in tutto il corpo.

Cioè, mi sembra di capire, che il punto può cambiare nella singola meditazione, ma sarebbe preferibile tenere come riferimento l’area dove lo sentiamo meglio all’inizio della stessa in quella seduta.

Cordiali saluti e grazie
Gianluca

Claudio

ciao Gianluca: la tua osservazione è acuta e puntuale.

Si mi riferisco alla singola seduta, tuttavia non esistono regole fisse anche se quello che dici è in generale un buono strumento.

Ad esempio posso scegliere deliberatamente di usare, come zona di ancoraggio al respiro, non un ponto che emerge di più ma l’addome per otterenere un bon livello di rilassamento (ottimo nei casi di ansia).

Oppure la zona tra il labbro superiore e la punta del naso per raffinare le percezioni sensoriali (si nota una sottile differenza di temperatura tra l’aria che entra e che esce).

Come vedi posso usare l’ancoraggio al respiro in modo sempre diverso. anzi posso anche scegliere di usare altro come ancoraggio e non il respiro.

Nelle mie indicazioni cerco di essere il più semplice possibile: ho notato che un eccesso di informazioni, specie per chi comincia, può produrre più confusione che essere di sostegno

Prego e grazie a te del contributo

che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici
Claudio

antonella

ciao Claudio vorrei chiederti una cosa è vero che con la meditazione si arriva percipire oltre ?…insomma non ho piu mia mamma e sono disperata mi hanno detto che farei bene a fare meditazione…che tipo di meditazione fai? che differenza c’è tra questa e quella zen?
grazie

Claudio

Ciao Antonella, con la meditazione si arriva a “percepire oltre”.

Io consiglio la meditazione per stare con le “cose così come sono” ovvero come tecnica di consapevolezza.
Non mi è chiaro che cosa ti aspetti con “percepire oltre” se vuoi uno strumento per contattare “L’al di la’” io non ti posso aiutare.

Posso consigliarti di contattare tua madre “nell’al di qua” ascoltando il tuo cuore dove lei vive ancora dentro e grazie a te (e a tutti quelli che l’hanno conosciuta).

Io mi riferisco culturalmente alla meditazione vipassana di consapevolezza e quela zen, benche derivi dalla stessa matrice d insegnamenti buddisti, si differenzia un po’ specie se focalizzata sulla postura.

ma sono solo questioni tecniche: la scuola zen è un ottima scuola.

L’unica cosa che mi sento di dire è che meditare ti aiuta sicuramente e ti mette a contatto con te stessa.

che tu sia felice

alex

buonasera.. vorrei farti una domanda…lo scopo della meditazione non è collegarsi con il proprio se divino?
esistono tecniche per potersi collegare?
ti ringrazio anticipatamente…

Claudio

La meditazione può connetterti al “proprio se divino”, ma non funziona come una “fantasia guidata”.

La meditazione “pura” è una tecnica di consapevolezza: ti riconnette con lo stato naturale delle cose, con le cose “così come sono”, ti fa essere Presente nel “quì ed ora”.
ed è nel “qui ed ora” che ti “connetti col divino”.

Per questo puoi usare la meditazione gratuita di comemeditare.it
buonasera Alex che tu sia felice

alex

cosa intendi per fantasia guidata?
diciamo che ho bisogno di risposte…ho bisogno di leggermi dentro per una scelta…
come potrei leggere dentro di me senza le illusione della mia mente?

Claudio

leggere dentro significa leggere quello che c’è, non metterci tu qualcosa: quello che ci metti è illusione, fantasia.

Puoi usare la fantasia per “ottenere” qualcosa, ma è diverso dalla medtazione: è una tecnica che rientra tra le tecniche immaginative.

Io qui consiglio innanzitutto di imparare a stare con ciò che c’è, a sviluppare la consapevolezza.

alex

un po fuori tema… un giorno dissi alla sciamana che mi segue… mi piacerebbe quando finisco questo ciclo sulla terra visitare ogni stella …. e ogni pianeta…
lei mi rispose… pensa che ci sono persone che riescono a farlo da vive in meditazione….
la mia domanda è se è possibile secondo te in meditazione visitare l universo… e che tecniche o che tipo di meditazione per poterlo fare???
ti ringrazio anticipatamente..x la tua disponibilita e per offrirci il tuo sapere

Claudio

Secondo me è possibile, ma non sono io a poterti aiutare per questo: il mio lavoro è incentrato sul portare alla luce della consapevolezza quello che ci accade “qui ed ora” non “altrove” per cui non mi sono mai focalizzato su questo tipo di esperienze.

marco

Ciao claudio sono Marco di brescia è un po’ che ti seguo e apprezzo io sono sulla strada da un po’ del miglioramento personale e ogni tanto ho come delle illuminazioni su come sono e quello che mi manca o ho di troppo quello che ti chiedo è come faccio a convincermi di mollare le aspettative nel mio lavoro ? hai esercizi a riguardo sono identificato nel risultato pena l’autocritica e la frustrazionee l’essere bloccato per paura di non ottenere il risultato voluto pensato aspettato mi spiego cosa intendo ?

Claudio

Ciao Marco, felice di vederti qui :), Le aspettative appartengono al passato e vengono proiettate nel futuro, con la meditazione ci alleniamo a stare nel presente.

Quando meditiamo, inoltre ci alleniamo ad osservare che è molto molto diverso da “giudicare”. Quando giudichiamo ci sono di nuovo schemi passati e idee preconcette.

Ti invito ad usare queste intuizioni al positivo, ad esempio intuisci che il bicchiere è mezzo vuoto (o 3/4 vuoto) puoi vedere la stessa cosa come è (senza fare finta che è diversa) in positivo: è mezzo vuoto ma è anche mezzo pieno (o è 1/4 pieno e posso riempirlo di più), ma anche questa analisi, falla dopo avere meditato mentre mediti osserva se nasce un pensiero un concetto, uno schema e nota come ti fa stare

che tu sia felice

marco

quelli che mi dici è che sto ancora giudicando ??? giusto e non osservando per quello che è ? quella del bicchiere in questo contesto scusami ma non la capisco la capisco come principio ma nel contesto no puoi spiegarti meglio ?? grazie

Claudio

Quello che sto dicendo non è che stai giudicando in senso assoluto (solo tu puoi saperlo)dico di osservare come funzionano certi mecanismi: quando osservi tutto va bene anche la tua parte giudicante, quando giudichi provi repulsione e vuoi modificare le cose “così come sono” anzichè osservarle.

nel bicchiere a metà puoi vedere ciò che manca (tu hai parlato di “quello che mi manca”)essendo a metà il bicchiere L’intuizione è giusta e stai osservando il fenomeno per quello che è (ad esempio appunto vedi che il bicchiere è a meta)solo che ci spruzzi un poco di giudizio dal momento che parli di quello che manca al bicchiere anzichè quello che c’è (ci sono entrambe le realta: sia il mezzo pieno che il mezzo vuoto)

come fare a mollare le aspettative? Osserva.

Allenati ad osservare: persino le aspettative puoi osservarle.

nota come ti fanno stare e scopri anche come funzionano. Potrebbero essere anche utili oltre che disfunzionali.

In un unica parola la soluzione è: osserva nel qui ed ora come funzioni.

Gianluca

Ciao Claudio.. dunque la mia piu che una domanda su qualcosa e’ un parere :
sono diventato zen dipendente.. sento che sto facendo un viaggio affascinante dentro me stesso ma non so dove mi portera’, se sto scavando troppo e se tutto cio’ sia un bene o un male .. ho paura a volte ma non posso farne a meno, la ricerca della verità e’ diventata il mio principale interesse.
Sto impazzendo ? o cosa mi succede ? grazie

Claudio

Bulimia di informazioni? Tranquillo quando stai con le percezioni ed osservi quello che stai vivendo momento per momento tutto andra bene. Questa tua è una classica Pre-occupazioni anteponi il futuro: stai con quello che c’è ora e vedrai che è tutto ok.

che tu sia felice (scusa se ti rispondo con ritardo: non so perchè mi ero perso questa domanda)

Dario

Ciao Claudio complimenti per il sito e per il tuo lavoro.
Ti scrivo perchè sto cercando un chiarmento.
Pratico Vipassana da poco piu di un anno, un pratica regolare una due volte al giorno .
Mi è sempre stato detto e ho sempre letto che uno dei punti diciamo fondamentale è la non identificazione con pensieri ed emozioni osservare come questi appaiono cosa suscitano in noi il loro permanere e il loro scomparire poichè di fatto noi non siamo i nostri pensieri ne le nostre emozioni.
Alcuni giorni fa però leggendo mi sono imbattuto( premetto che non sono Buddista ) in una frase del buddha che dice :
“Tutto quello che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato.
La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. ”
Mi è venuto così spontaneo chiedermi se questo non fosse in conflitto che l’assunto iniziale : noi non siamo i nostri pensieri.
Ho forse frainteso io : il Buddha voleva farci intendere che diveniamo ciò che pensiamo se ci identifichiamo con questi pensieri ?
Spero di esser riuscito a esprimere il mio dubbio al riguardo.
Grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità.
Ciao

Claudio

Ciao Dario è esatto.

Indagare rispetto alla teoria è la cosa migliore che un praticante possa fare per scoprire come funzionano “le cose così come sono”.

L’atteggiamento è quindi quello dell’accogliere le cose teoriche che ci vengono dette per verificarle peronalmente e capire come si traducono nella pratica ovvero nel nostro vissuto quotidiano.

Che vuol dire che tu non sei i pensieri? è vero? fino a dove è vero? quando in vece non lo è? Sono tutte domande la cui risposta sta già prendendo forma in te.

Dario

Ciao Claudio grazie per la risposta e l’incoraggiamento.
Continuerò così indagando e sperimentando
ciò che mi si presenta momento dopo momento.
Grazie ancora.

Marco

Buongiorno Claudio,

recentissimamente ho letto il libro “The Buddhist Way to Peace of Mind” (ho scoperto avere anche un suo sito internet che ti indico nel caso non lo conoscessi:
http://www.dhamma.com/the-buddhist-way-to-peace-of-mind/ ).
Devo dire che la lettura di questo libro ha generato in me molte perplessità circa la meditazione Vipassana, con mio grande dispiacere.
Il motivo è che su questo libro si legge, ad esempio, che se ritengo che dal mio corpo fisico possano derivarmi talora esperienze piacevoli talora esperienze dolorose allora non ho ancora compreso la verità, cioè che dal corpo fisico non può derivarmi altro che dolore (dice espressamente così).
Oppure si legge che praticando Vipassana potrò raggiungere quel livello di comprensione della realtà che mi farà capire che io non sono il mio corpo fisico, che io non sono la mia mente, che a dirla tutta non esiste proprio quell’io col quale mi identifico… e così proverò sollievo, perché tutto ciò che accadrà al mio corpo fisico e alla mia mente non accadrà a me, bensì a quel “flusso”, a quel “processo”, con il quale erroneamente mi identificavo.
E allora vivrò tutto con equanimità (è il termine giusto?). Un bel tramonto, un buon profumo, un buon sapore, una piacevole melodia, la brezza marina li vivrò consapevole che in realtà non stanno accadendo a me, tanto quanto un brutto panorama, uno sgradevole odore, un cattivo sapore, un rumore fastidioso, il vento gelido invernale.
Ma tutto ciò non è appiattente? Mi chiedo se sono disposto a non soffrire più per le cose spiacevoli della vita al costo di non godere più per quelle piacevoli, in virtù di una equanimità, di un distacco, di una corretta interpretazione della realtà, che mi evita di identificarmi col mio corpo fisico e con la mia mente ma così facendo mi priva anche delle belle esperienze fisiche e mentali che possono capitarmi nella vita.
Quasi quasi mi tengo il dolore per poter godere del piacere quando mi accadesse di incontrarlo.
Insomma come avrai capito sono confuso.
Mi aiuteresti per piacere a fare chiarezza?
Porta veramente “lì” la Vipassana se praticata fino alle sue ultime conseguenze?
Quando tempo fa avevo letto il libro di William Hart “Un’arte di vivere – La meditazione Vipassana come insegnata da S.N. Goenka” ne avevo tratto una impressione completamente diversa e positiva, purtroppo quel libro non dava indicazioni pratiche su come meditare.
Proprio per questo ero contento di essere capitato qualche mese fa “per caso” sul tuo sito; ho scaricato l’mp3 con la meditazione samatha e la sto praticando.
Ma ora questo “benedetto” libro “The Buddhist Way to Peace of Mind” mi genera confusione…

Help!

Marco

Claudio

Tranquillo Marco, quello che descrive in quel libro è solo una descrizione: parole.

A parole è facile interpretare le cose in un modo diverso dalle intenzioni di chi le ha scritte.

Con la Vipassana impari a stare con le cose così come sono e anche a gustartele di più.

Come mangiare un mandarino in presenza te lo godi di più anziche a non gustarlo.

Un distacco in qualche modo c’è ma in presenza. Tu sei presente mentre mangi un mandarino come mai lo saresti stato senza presenza a quel punto poteva essere cartone.

Quello con cui smetti di identificarti è quel “io” che alcuni chiamano corpo di dolore. Insomma smetti di identificarti con le pippe mentali.

I concetti di “non se” sono molto astratti lasciali perdere e guarda come ti fa stare la vipassana: immagino bene.

se così continua con fiducia, non ti capiterà nulla che non abbia a che fare con una maggiore presenza nella vita anche se con una leggerezza legata ad una forma di non attaccamento: ma la Presenza sarà il cardine.

Presente nella vita

Marco

Grazie mille Claudio per la tua risposta.
In effetti meditare mi fa stare bene e dopo le tue parole mi riconfermo nella mia intenzione di continuare.
Mi impegnerò di più nel fare e di meno nel teorizzare (meno pippe mentali).
Grazie per tutto il lavoro che porti avanti con un entusiasmo che contagia chi ti segue.
Marco

Gianluca

Ciao Claudio
Approfitto del Blog per chiederti un altro dubbio che ho riscontrato durante la meditazione.
Dopo un anno che medito, credo di sentirmi una persona diversa, credo di esser diventato piu solitario, ho tagliato i ponti con tante persone che improvvisamente ho ritenuto amicizie inutili e superficiali, sto apprezzando di piu la solitudine in generale, e sono diventato piu esigente nella scelta delle compagnie,
Oltre questo mi sento piu intransigente verso chi non mi porta il dovuto rispetto, diventando anche antipatico e piu spietato nelle risposte.
Ho sempre sentito parlare di meditazione come pratica per favorire compassione, ed empatia ma.. sto sperimentando invece altre cose, e’ normale? puo essere’ una fase di evoluzione per approdare a qualcosa, o sono diventato semplicemente piu arrabbiato? Non vorrei essere io a sbagliare qualcosa.
Grazie per l’eventuale risposta. Ciao

Claudio

Ciao Gianluca, da una parte va bene se c’è una maggiore selezione delle amicizie in effetti dopo un po’ si tende a privileggiare chi è più in “contatto con se stesso”.

Ma questo non vuol dire isolarsi, anzi… (dedichi più tempo a chi senti più affino ma dispensi amorevolezza in modo equanime anche a ti senti più distante da te)

Puoi essere più sensibile a cosa succede intorno a te, ma in equilibrio con quello che succede dentro di te.

Da un certo punto di vista non c’è differenza (se non nella tua mente) tra dentro e fuori: puoi capire i difetti dell’altro solo se conosci gli stessi difetti in te.

“Dovuto rispetto” di chi? di un Ego che è tuo e che si scontra con gli ego degli altri: osserva come funziona il tuo ego, come difendi tutto cio che è “tuo”.

Un buon esercizio è vedere quante volte usi le parole “io” e “mio”. Quando familiarizzi di più con il tuo ego e su come lo difendi, potrai capire meglio come agiscono gli altri e da questo parte la compassione (prima da te stesso)

Mi piacerebbe che tu vedessi il video contenuto in questo articolo: http://www.comemeditare.it/meditazione/la-meditazione-per-sviluppare-la-pace-il-video-sulla-pace-interiore-ed-esteriore/

se conosci la pratica di metta: inseriscila per un periodo nelle tue meditazioni

che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici

Claudio

i pensieri sono solo pensieri, finchè si limitano a quelli, ti invito comunque a parlarne a qualche professionista. Spesso negli istituti scolastici ci sono dei consultori: informati e vacci a fare due chiacchiere, vedrai che potrai trarne grandi benefici

Francesca

Ciao
..
Sono francesca..volevo un consiglio…sono più di una settimana..che soffro di ansia…ho paura di uccidere le mie persone più care…e ogni volta che mi viene in mente questo pensiero negativo mi agito di brutto..comincio a tremare,battito accelerato…la meditazione mi può aiutare ????

Claudio

ciao Francesca: si la meditazione ti può aiutare, specie se mediti osservando il respiro a livello addominale. Io ti consiglio di non limitarti alla sola meditazione, se vedi che il problema persiste, ma cerca anche un appoggio di qualche professionista nelle relazioni di sostegno ed aiuto.

che tu sia felice
Claudio

Gianluca

Ciao Claudio, grazie per avermi risposto su Youtube, non conoscevo questo blog, come da te consigliatomi, ripropongo il mio quesito qui, in modo tale che tutti possano beneficiarne.
Dunque , io ho letto in diversi blog , che la meditazione puo far emergere traumi repressi, e che meditare da soli puo essere pericoloso..
Io pratico da circa un anno la meditazione zazen , che si basa sul respiro consapevole. Ho frequentato per circa 6 mesi un gruppo condotto da un monaco zen, ma non mi sentivo in empatia con lui, ne mi sentivo di fronte a una guida illuminata.. Le mie domande sono tre, si puo meditare da soli senza pericoli ? Come riconoscere un vero maestro illuminato ?

Claudio

Ciao Gianluca hai fatto bene a postare la domanda qui: questo è il luogo in cui “ragioniamo” assieme..

Pericoli con la meditazione di consapevolezza ne vedo davvero pochi, anzi di per se oserei dire quasi nessuno.

Il punto e che a volta si fa affidamento alla sola meditazione quando i problemi personali richiedono maggiore supporto, magari da parte di amorevoli professionisti nelle relazioni di aiuto.

Non credo che sia questo il tuo caso.

Puoi meditare da solo, io lo faccio spesso, ma avere un maestro di riferimento ti può essere di grande supporto. Come sceglierlo? segui il tuo cuore e “lui” apparentemente troverà te o te lo ritroverai davanti.

Io tendo ad essere più un agevolatore di tecniche ma puoi trovare dei bei maestri spirituali magari, meglio, se in carne ed ossa.

Certo meglio una guida online di qualcuno di cui ti fidi piuttosto che uno in carne ed ossa che non ti ispira (non cercarne uno “illuminato” piuttosto uno che favorisce che tu ti illumini)

che tu sia felice
Claudio

stefano

ciao claudio, ho appena trovato il tuo sito e scaricato l’mp3 che domani provero’ ad applicare (stasera partecipo ad una “presentazione” della meditazione trascendentale). precisando che sono totalamente estraneo all’argomento cui mi avvicino con grande curiosità, per ora ti scrivo queste poche righe per farti i complimenti per l’ottima accoglienza che offrono le tue parole e per la sensazione di grande passione e onestà che fai trasparire. quindi: complimenti!!!

marco

ciao claudio,
ho scaricato la meditazione guidata gratuita del “calmo dimorare” (e anche le meditazioni silenziose) e ho iniziato a praticare con grande contentezza.
ricevo regolarmente la tua newsletter, che leggo sempre con molto interesse.
tempo fa ho letto un libro sulla meditazione vipassana e mi sembra che la tua meditazione del “calmo dimorare” (che mi piace tantissimo) si possa riferire fondamentalmente alla tecnica di anapanasati (consapevolezza del respiro), mi sbaglio?
e così giungo alla domanda che vorrei farti: per quanto tempo è bene praticare anapanasati (soprattutto a quale livello occorre saperla praticare) prima di poter pensare di passare a tecniche successive? se vuoi, in altri termini, per quanto tempo mi consigli di impratichirmi con il “calmo dimorare” prima di pensare di affrontare un cammino come quello che proponi con la tua “meditazione per indaffarati”?
ti ringrazio in anticipo per la risposta e per il grande lavoro di divulgazione che stai facendo.
grazie!
marco

Claudio

ciao Marco, esatto la meditazione del calmo dimorare è tecnicamente una forma di Meditazione Samatha (la meditazione del calmo dimorare o di concentrazione) e nello specifico è proprio una anapanasati (consapevolezza del respiro) ed è parte fondamentale e iniziale di una Meditazione Vipassana di cui ne diventa cornice e ancoraggio (scoprine di più qui: Meditazione Vipassana: come funziona).

La meditazione Per indaffarati è un percorso che trasforma le 24 ore della tua gionrata in una “meditazione Vipassana” che dura tutto il giorno: meditando soli 7 minuti al giorno e cogliendo quanti più momenti di consapevolezza durante le tue normali attività quotidiane.

Puoi iniziare anche subito, basta andare su: http://www.meditazioneperindaffarati.it/

emanuele

ciao claudio, vedendo casualmente i tuoi video su you tube li ho trovati molto interessati e cosi ho dato un’occhiata alla tua pagina web.
Io ho scaricato il contenuto mp3 per poter iniziare a meditare ( tecnica che mi ha sempre affascinato ma che non ho mai avuto modo di poterla praticare con giusta dedizione)
ho seguito alla lettera tutto quello che dicevi nell’audio e mentre meditavo ho sentito un formicolio che partiva dal viso e si estendeva lungo il mio petto sentendo anche una leggera pressione. Volevo chiederti se ti fosse mai capitato una cosa simile e se potevi darmi spiegazioni.
Grazie

Claudio

Ciao Emanuele, il campo di esperienze che viviamo quando siamo nel “qui ed ora” è molto vario, la risposta che ti offro è la stessa che ho dato a Giusy (la leggi proprio prima della tua domanda): ovvero di non spaventarti o cercare risposte o spiegazioni: sono solo “etichette” che non ci aiutano a guardare con piacevolezza cosa ci accade momento per momento.

Quello che posso dirti è che spesso ho dei formicolii anche quando non medito ma il più delle volte sono distratto e me ne accorgo di più quano sono in presenza, in meditazione.

Se poi questi dovessero essere legati ad una postura troppo rigida, puoi sempre modificarla (in consapevolezza) e lasciarli andare

giusy

Ciao, io sto praticando la meditazione da circa solo un mese, ma ultimamente quando sono rilassata vedo chiaramente per un istante delle immagini per nulla brutti (tipo un cielo stellato o un volo di uccelli) ma mi spavento talmente tanto che mi ci vuole un pò per riprendermi… e spesso non riesco più a rilassarmi. Perchè succede questo? Non sono sogni… io sono sveglia, rilassata ma cosciente… grazie

Claudio

Ciao Giusy, ci sono 2 aspetti diversi in quello che dici:

1) Le immagini che ti appaiono chiaramente
2) La paura che ne consegue

corrispondono anche a 2 momenti e atteggiamenti mentali diversi.

Ora immagino che tu vorresti essere tranquillizzata sul primo aspetto e non sul secondo e conoscerne “il perchè”, tuttavia per essere tranquillizata posso parlarti sel secondo aspetto: laddove subentra la paura. Anche perchè “i perchè” succedono delle cose dentro di te non li posso conoscere, inoltre “trovare per forza un perchè” non sempre ci è di aiuto (ti consiglio di leggere questo mio articolo: Perché i “perché” non aiutano a capire perché)

Il secondo aspetto riguarda la “paura”.. ebbene questa sorge probabilmente proprio perchè ti sei detta qualcosa del tipo “che mi sta succedendo? Cos’è questa roba strana? è pericolosa? PERCHE’ accade?”… ebbene questo è un pensiero che ti proietta nel futuro anzichè permetterti di goderti “il panorama” delle cose che emergono nel “qui ed ora”.

Nella pura presenza c’è pace ed i pensieri non trovano uno spazio troppo fertile. Come dico sempre possiamo comunque riconoscere un pensiero quando sorge per poi, dolcemente, lasciarlo andare.

Anche quello “che mi sta sucedendo, che sta per succedermi?” è un pensiero che puoi lasciare andare: non è reale, solo un pensiero.

Francy

Ciao Claudio, innanzitutto grazie mille per i consigli.
C’è una cosa che mi risulta difficilissima nella pratica: lasciare che il respiro fluisca libero e senza condizionamento.
In pratica appena mi focalizzo sul respiro o sui movimenti della pancia o del naso che ne derivano smetto di lasciar libero il respiro e lo controllo. Non riesco ad evitarlo, tranne in rarissimi casi.

Come fare a risolvere?

Claudio

Se ti ordinassi: “sentiti libera!” cosa succederebbe in te? Semplice che falliresti per forza: se seguissi il mio ordine non saresti libera, se non lo seguissi non saresti libera lo stesso…

Respirare liberamente non necessiata una volonta che controlla ma l’assenza di un controllo.
“Osservare” è molto diverso da “controllare”

al di là di queste parole (che sono solo “parole”) continua a meditare senza preoccuparti del respiro e vedrai che prima o poi respirerai naturalmente: visto che è appunto naturale. Se credi di non riuscirci, va bene lo stesso, abbanona la volontà di cambiare quello che ti sucede e sii clemente con te stessa.

Non c’è nulla da “risolvere” solo da osservare

Osserva ad esempio le sensazioni che il respiro produce vicino le narici: tra la punta del naso ed il labbro superiore… nota la differenza di temperatura tra l’aria che entra e quella che esce..

che tu sia felice Francy

nico

Ciao Claudio, molto spesso mi perdo nella comprensione della meditazione. Il Budda dice vi insegno una cosa sola, la sofferenza e la liberazione della sofferenza, sono due cose, ma in realtà è una sola perche è con la sofferenza che ci si può liberare dalla sofferenza.
Da quello che ho capito, anche in centri di meditazione, in asia o in europa, si dorme per terra, si mangia seduti per terra ci si medita per terra in una posizione che per noi è molto scomoda, i maestri dicono che ci deve essere sofferenza, anche se io ne ho da vendere e non ho bisogno di aggiungerne.
Dunque bisogna soffrire, quando si medita si cerca la calma, la maggior parte, penso io, che medita è perche soffre e dunque in generale agitata, e quando si medita questa agitazione non se ne và anzi si amplia, questo cosa vuol dire, vuol dire che in questo caso, visto che non si trova la calma, uno non può meditare perche è solo con la mente calma che si possono avere intuizioni profonde? Ma allora se io stò bene e sono calmo, forse non sono nemmeno interessato a passare ore su un cuscino, e proprio perche stò male e cerco di uscirne da questa sofferenza se stessi bene e fossi felice non credo che mi metterei a meditare, visto che tutto va bene, si lo so è un benessere poco profondo, il Budda dice anche che è meglio vivere solo un giorno in piena consapevolezza che vivere 100 anni senza. Ti dico tutto questo perche io quando medito ho tantissima energia e sono agitato, vuol dire che non so o non serve a niente continuare a meditare?, però i maestri dicono anche che è meglio soffrire e restare in meditazione con la sofferenza per potersene liberare, non capisco, calma….. sofferenza….., sono confuso.
Grazie e scusa se sono stato un pò lungo.

Claudio

Nico è tutto molto semplice: medita e stai con ciò che c’è

non c’è bisogno di aggiungere alcuna sofferenza o alcun piacere: basta quello che c’è.

Ho l’impressione che ti arrovelli su capire cosa devi fare.. ebbene non devi fare nulla: basta osservare
La consapevolezza non è cercare di capire intellettualmente qualcosa o volere cambiare lo stato delle cose: è semplice osservazione di ciò che sperimenti nel qui ed ora

nico

Ciao Claudio, quando medito ho molta energia, il corpo é rilassato ma sento molta energia sopratutto sul lato destro della testa, come posso fare per farla circolare. Grazie

Claudio

Il punto non è tanto di modificare ciò che c’è, ma di accogliere quello che sperimentiamo per quello che è.

Se ti può essere di aiuto puoi dire a te stesso: “adesso è così e va bene così!”

Mary

Una piacevole scoperta su youtube. Ascolto volentieri i tuoi video, mi sono di aiuto per la mia meditazione, per vivere in modo più sereno possibile nonostante le difficoltà che si hanno nel quotidiano…..
Grazie Claudio. Un abbraccio Mary

nico

Ciao Claudio, mi chiedevo come funziona il pensiero positivo o negativo. Come sai c’è la meditazione Metta, pensiero di benevolenza, la domanda è: i maestri di meditazione vipassana dicono che non siamo i nostri pensieri è la mente che semplicemente pensa, ma allora se è così perche fare la Metta, in questo caso ci si identifica con il pensiero, da quando sono nato mi hanno sempre detto ma guarda quei bambini in africa e vedi che riuscirai a valorare quello che hai, cioè paragonandomi a qualcuno che stà peggio per sentirmi meglio, mi capita che penso ad un amico e vedo che ha problemi con la sua donna allora mi dà una certa soddisfazione, la cosa non mi piace affatto, e poi mi dico che non sono i pensieri, come dicono i maestri, ma allora perche dovrebbe funzionare solamente in una direzione quando si fà la Metta? Se ci si crede nel bene allora ci si deve credere anche nel male.

Claudio

Metta non è una vera e propria meditazione ma è una pratica di benevolenza.

Con la meditazione tradizionale sviluppi la presenza e osservi i pensieri (o le sensazioni in generale)

Con la pratica di metta orienti il pensiero a favore della apertura del cuore

Due tecniche diverse con obiettivi diversi

Luca

Ciao Cluaudio, ti ho scritto già altre volte, è da un pò che medito (7/8 mesi) ma ho ancora dubbi e incertezze riguardo la tecnica vipassana. In pratica io non ho ben capito quale deve essere l’atteggiamento mentale.
Ad esempio, vedo immagini di persone che meditano ed hanno un volto rilassato ed alcune volte anche disteso e sorridente. Ma se io medito con questo atteggiamento la mente dopo pochi istanti se ne va per “fatti suoi” e difficilmente riesco a stare sul respiro ed acorgermi che la mente vaga.
Invece se mi pongo con un atteggiamento serio, concentrato, determinato ed anche con un minimo di sforzo nella concentrazione riesco a seguire il respiro piu facilmente e per piu tempo e riesco ad accorgermi piu facilmente quando sorgono delle distrazioni e la mente inizia a vagare.
Cioe, il mio dubbio che è quello che poi noto nella pratica è che se si sta rilassati e beati mentre si esercita diventa quasi impossibile porre ATTENZIONE a tutto quello che emerge. Diversamente mi capita che comunque per rimanere vigile e attento a quello che emerge e seguire il respiro devo fare anche un certo sforzo di concentrazione.
Cosa ti senti di dirmi e consigliarmi in merito a ciò?
Grazie.

Claudio

ci vuole quello che i meditanti chiamano “retto sforzo”.

Ci vuole lo sforzo necessario a non indugiare e farsi trascinare dai pensieri, ma abbastanza leggero da non trasformarsi in un “dovere” o in un impegno difficile da mantenere.

Si tratta di accogliere con dolcezza il campo esperienziale .

se ci fosse troppo sforzo non ci sarebbe più accoglienza, se non ce ne fosse per nulla perderemmo l’attenzione alle esperienze che stiamo vivendo nel qui ed ora

Matteo

Ciao,volevo sapere se nelle meditazioni attive di Osho la musica é fondamentale o è solo diciamo un aggiunta in più alla pratica non essenziale?Grazie mille,complimenti.

Matteo

Ciao,volevo chiederti se nelle meditazioni attive di Osho la musica é fondamentale,o se hanno effetto diciamo anche senza musica? Grazie mille, complimenti.

Claudio

la musica è sicuramente un buon mezzo di riferimento per passare da una fase ad un altra. In generale penso che la consapevolezza non abbia per forza bisogno di musica, anzi..

Claudio

ciao Ines qui c’è una spiegazione di come puoi trovare il tuo mantra personale e qualche esempio di mantra:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/meditazione-trascendentale_come-scegliere-un-mantra/

Il mantra è molto in voga nella meditazione trascendentale, se fosse quella la tua spinta nella ricerca forse ti possono interessare anche questi articoli correlati:

come meditare con un mantra: http://www.comemeditare.it/meditazione-trascendentale/meditare-con-un-mantra/
meditazione trascendentale: http://www.comemeditare.it/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale/
Meditazione Trascendentale: risposte a Federica: http://www.comemeditare.it/meditazione-trascendentale/meditazione-trascendentale-risposte-a-federica/

Antonio

Ciao Claudio ti volevo semplicemente fare i complimenti perchè è raro trovare una persona come te che spiega per bene cosa fare e come farlo nel migliore nei modi. Oggi ho incominciato la mia prima meditazione e credo proprio di continuare grazie mille.
Complimenti ancora

Richie

Ciao Claudio ti scrivo per avere un consiglio sulla pratica della mindfulness .
Ho notato negli ultimi giorni che quando sposto l’attenzione ai pensieri che noto durante la pratica sopratutto nel momento di pausa tra l’espirazione e l’inspirazione il flusso del respiro nel momento in cui “identifico” il pensiero rimanenedo per un attimo con questo rallenta … a me non sembra di trattenere il respiro o di modificarne il flusso volontariamente ma pensi che potrebbe essere così invece?
Grazie mille per il tuo tempo.

Claudio

ciao Richie: se anche fosse? Stai semplicemente con quello che c’è cercando di non alterare le cose: se il tuo respiro cambia naturalmente che problema c’è? osserva tranquillamente come tutto cambia

Andrea

Cia, mi chiamo Andrea. Sono molto contento del sito e della traccia audio scaricata, sento già molte buone vibrazioni dopo la prima meditazione, ti ringrazio dal profondo per l’aiuto che mi hai dato, ti faccio tanti auguri 🙂

roberto

Grazie davvero . Seguirò il tuo consiglio e un altra cosa : Credi sia “normale” che mi trovi a osservare pensieri molto spesso cioè ogni massimo due inspirazioni e espirazioni mi trovo a veder sorgere un pensiero … Con il tempo la capacita di prestare attenzione alla sensazione del respiro aumenta o é proprio questa la normale attività della pratica. Grazie ancora . Ciao

Claudio

ciao Roberto, la strada è quella giusta, forse è utile che ti dica un dettaglio:

Una volta che osservi il pensiero spesso il pensiero si effievolisce in modo naturale non la fa più da padrone come quando occupava tutto lo spazio della tua mente.

Non c’è bisogno né di trattenerlo, né di respingerlo: basta osservarlo.

se a esempio una volta notato “cosa ti dice” il pensiero, puoi notare “come ti fa stare” specie a livello corporeo e così torni naturalmente al corpo ed al qui ed ora, registrando anche gli effetti che un pensiero produce in te sotto forma di sensazioni, emozioni e sentimenti.

roberto

Ciao Claudio complimenti per il tuo fantastico lavoro.
Ti scrivo per un problema o meglio un dubbio
Da alcuni mesi mi sono avvicinato da autodidatta al mondo della meditazione nello specifico del metodo mindfulness.
Adesso ho un dubbio Pero durante la pratica porto l attenzione al respiro e quando sono distratto da un pensiero o un emozione li noto portando su di loro la mia attenzione.
Con i pensieri accade pero che quando io mi accorgo di essere di distratto nel notargli li ripeta notando e osservando di fatto la ripetizione del pensiero iniziale . Mi chiedevo quindi se fosse un metodo corretto poiché mi risulta molto difficile spostare l attenzione sul pensiero stesso senza ripeterlo per focalizzarlo . Spero di essere star chiaro e di non aver fatto una domanda sciocca . Grazie e buona giornata

Richie

Grazie mille per la risposta e per il tempo dedicatomi cercherò di sperimentare i tuoi consigli nelle prossime pratiche .
Grazie ancora !!!

Claudio

le sensazioni sono come le spie: segnalano qualcosa che succede in noi. Da quelle puoi scoprire se è partita una sequenza di pensieri e che tipo di pensieri.

Ma puoi scoprire mille altre cose.

Le sensazioni sono corporee ed il corpo vive sempre nel “qui ed ora” i pensieri hanno il potere di portarci nel passato o nel futuro.

Ma sono fantasie: la nostra vità è solo nel Presente.

Guarda cosa succede nel tuo corpo: scopri anche se ci sono dei pensieri,e dopo averli osservati, -senza ne trattenerli ne cacciarli- torna pure al corpo.

Richie

Ciao Claudio i penseri piu ricorrenti nelle pratiche di questi giorni sono stai proprio riguardo la pratica stessa dapprima riguardo all’imminenza della sensazione di nausea e tensione che però ancora non c’era del tipo “speriamo che non ritorni ” … quando poi le sensazioni si sono ripresentate nel loro malessere a distogliermi dal respiro ho notato pensieri come ” che cos’è? come mai? ” … ” perchè non mi passa ? e se non mi passa ? ” … ” così non va bene ” .
Ho però avuto l’impressione che volgendo l’attenzione al pensiero che si sviluppava piuttosto che alla sensazione questa si sia affievolita prima rispetto alle prime volte che si presentava .
Quindi mi consigli di osservare si i pensieri ma di continuare anche con l’osservazione dell’effetto per capire da che pensiero puo essre o puo generare fino a che qst magari non diventa troppo invadente allora ritornare al respiro .
Spero di aver capito !!! grazie ancora !!!!

Alessia

Caro Claudio,

oggi, casualmente, ho trovato il tuo sito e ho scovato proprio quello che è adatto a me in questo momento.
Da un po’ di tempo desidero meditare, ma non ho mai trovato una pratica che mi piaccia.
Oggi ho scaricato il tuo file e questa tecnica mi è piaciuta molto.

Mi sono sentita un po’ strana durante l’ascolto, probabilmente perchè non sono abituata a concentrarmi sul qui ed ora ed è la prima volta che medito realmente.
Ho avuto la sensazione di andare oltre e subito mi ha agitata un pochino, ma poi mi ha incuriosita e penso che inizierò a praticare questo tipo di meditazione….

Ti ringrazio molto per questo file e per gli argomenti che tratti!

Un caro saluto, Alessia

Richie

Grazie Claudio per la tua risposta.
Stamani le sensazioni era piu lievi ma sempre presenti .
Effettivamente hai ragione preso e, anche un po”spaventato”da queste sensazioni ho dato subito attenzione all’effetto e su quello mi sono concentrato tralasciando e forse forzando via anche il pensiero che era sicuramente presente.
Cercherò da ora di seguire il tuo consiglio e di portare l’osservazione al pensiero come di norma!!!
Ciao e grazie mille di nuovo.

Claudio

non vorrei essere frainteso: monitorare le sensazioni è proprio il lavoro giusto. Ma se c’è una ansia o una paura vuol dire che c’è un pensiero: scovalo! cosa ti dici?

Richie

Ciao Claudio ricollegandomi al messaggio di prima stamani avendo a disposizione tempo libero ho deciso di praticare anche prima di pranzo dopo circa un quarto d’ora ho dovuto interrompere oltre ai soliti sintomi che ti ho descritto in precedenza mi ha preso un sensazione di ansia e agitazione e malessere a livello fisico dislocata in tutto il corpo una sensazione difficile da descrivere che non riuscivo a seguire e che mi ha fatto fermare ! Dopo poco che ho terminato e mi sono alzato stavo già meglio .
E’ il caso di insistere ( come vorrei ) o rallentare un po e da cosa puo dipendere stavo cercando anche notizie simili su libri che ho letto sulla meditazione di consapevolezza del respiro non ho trovato casi simili.
ciao e grazie di nuovo per il tempo e la disponibilità.

Claudio

ciao Richie, ci sono due cose che mi colpiscono:

1) una attenzione alle sensazioni coorporee molto attenta che ti consiglio di portare avanti: la stai facendo veramente bene

2) l’assenza nelle tue affermazioni di pensieri o “frasi che ti dici da solo” che secondo me sono invece presenti. L’ansia ad esempio è probabilmente legata a una frase-pensiero del tipo “che mi sta succedendo? Mi farà male?” e se smetti non è la meditazione che ti fa smettere ma un pensiero.. Un pensiero del tipo: “Secondo me è pericoloso, meglio smettere”.

Spesso le sensazioni corporee sono la manifestazione di qualcosa che succede in noi: indaga su cosa sta succedendo in te da quelle sensazioni, verifica se ti “stai dicendo qualcosa” quando scoprirai i tuoi pensieri, senza cacciarli o trattenerli, ma osservendoli e lasciandoli andare, verai che piano piano troverai delle trasformazioni.

Non c’è nulla di pericoloso nel meditare, ne nelle tue sensazioni, ditro quelle può esserci qualcosa che è comunque meglio conoscere che ignorare. Ad esempio se ho mal dischiena è meglio che io lo sappia anziche fare finta di nulla: altrimenti il mal dischiena peggiorerà.

Fai bene a spostare l’attenzione sulle sensazioni se hanno un particolare rilievo, purchè siano sensazioni corporee, attento a evidenziare i pensieri: “sgamali” come si dice da queste parti: mettili a nudo: portali a consapevolezza: sono loro le causee delle ansie.

Sono i pensieri che invece di farti vivere nel “qui ed ora” ti portano ad esempio nel futuro (esempio: “cosa mi starà per succedere?”)

continua con fiducia

Richie

Bungiorno Claudio ancora complimenti per il tuo lavoro e il tuo impegno.
Ti riscrivo con un nuovo dubbio :
da circa una settimana durante la meditazione dopo alcuni minuti comincio ad avvertire un senso di nausea e fastidio allo stomaco e una strana sensazione come una sorta di impulso dall’interno della nuca .
Negli ultimi giorni questa sensazione si è un pò affievolita ma permane comunque per gran parte della meditazione . Avendo quindi difficolta a rimanere consapevole sul respiro cerco di utilizzare queste sensazioni come il focus della mia attenzione ma alle volte è proprio difficle.
Queste sensazioni comunque mi lasciano dopo poco che è terminata la sessione .
Quindi volevo sapere se periodi con questi avvenimenti possono essere normali durante la meditazione …. se puo essere d’aiuto pratico regolarmente due volte al giorno per 20 minuti mattina appena sveglio e a sera prima di cena .
Grazie mille di nuovo.

Fabio

Grazie mille per il consiglio e per la lettura consigliatami
Penso che la mente di fatto non possa vedere se stessa perche
essendo legata all’esperienza questa esiste solo e soltanto in funzione di qualcosa di tangibile di materiale che si puo provare … ma si puo osservare la natura della mente del nostro io … che si esprime qiuindi attraverso il pensiero e le emozioni … osservando con consapevolezza pensieri ed emozioni vediamo come questi spariscano dal campo della nostra consapevolezza portando via con se anche il concetto di mente lasciando quindi di fatto solo quello che è l’esperienza vera poiche se osservassimo senza consapevolezza osserveremmo le cose attraverso il filtro della nostra mente quindi in maniera distorta da cio che la nostra mente ha accumulato. quindi quando mi dici che siamo quel processo intendi che siamo un in continuo cambiamento ? non essendo quindi la nostra mente il nostro io o nostri pensieri siamo qualcosa in costante cambiamento attimo per attimo ? spero di essere riuscito a spiegare quello che volevo dire senza intrecciarmi .
Grazie ancora di tutto

Claudio

tutto è impermanente
insoddisfacente (nel senso che i sensi non vengono mai soddidfatti definitivamente)
e non sè

diceva il Buddha e invitava aindgare per scoprire da se come sono vere queste parole anzichè prenderle per buone: questa è una indagine preziosa per te, ti assicuro che scoprire se la mente puo osservare se stessa o meno ed i perchè non hanno mlta importanza rispetto al resto. complimenti

Fabio

Può essere che partendo dal presupposto che non siamo i nostri pensieri ne le nostre emozioni quando io osservo il mio pensiero o le mie emozioni di fatto sto osservando non la “mia mente” ma il suo processo creativo frutto di esperienze e del vissuto quotidiano ????
quindi la mente non puo osservare se stessa ma bensi il processo del suo pensiero da cui scaturiscono pensieri immagini ed emozioni !!!

Claudio

Caro Fabio stai ponendoti delle domande molto molto importanti: complimenti.

Rispondere a queste domande con delle fredde parole sarebbe per me sminuire il processo che stai sperimentando.

Continua ad indagare. stai già “realizzando”.

Un aiutino te lo do solo enfatizzando che noi potremmo essere proprio quel “processo”.

Ogni volta che vuoi definire un processo in evoluzione è come fare una foto a qualcosa che si sta muovendo: la foto non rappresenta più il fluire della realtà ma solo un attimo che ormai appartiene al passato e non corrisponde più al presente. La definizione è approssimativa la percezione è più nel presente: avere entrame contemporaneamente aiuta..

guarda questo articolo che ho scritto tempo fa:
http://www.feliceadesso.com/2012/08/fenomenologiacapirelarealtaperche.html

Fabio

Ciao Claudio eccomi con un nuovo dubbio :
durante la meditazione come di consueto osservo il respiro ma quando la mia attenzione si sposta sui pensieri i quali dopo poco abbandonano il campo della consapevolezza
pensieri che però sono frutto della mente ( correggimi se sbaglio )
com’è possibile quindi che la mente osservi se stessa ?
Spero di esser riuscito a spiegare questo dubbio.
Ciao e grazie ancora per il tuo aiuto.

Matt

Quando lavoro al PC, ho continui pensieri che mi rallentano il lavoro, mi chiedevo se la meditazione può aiutarmi a tenere la mente libera da questi pensieri continui.
Grazie

Claudio

Ciao Angus, anche per te rispondo come per Patrizia:
Consiglio: La meditazione.

L’ansia deriva da prospettare qualcosa che è nel futuro (anche imminente) anzichè stare con quello che c’è realmente nel qui ed ora. La meditazione è una palestra per allenarti a stare nel qui ed ora.

può interessarti questo:
http://www.feliceadesso.com/2013/06/curare-lansia-con-la-meditazione.html
e questo:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/comemeditare-i-benefici-della-meditazione-in-quanto-tempo-risolve-problemi-come-lansia/

Fabio

Grazie mille della risposta continuerò a osservare per scoprire a
nche se credo che il”rumore”dell’aria che passa ci sia sempre e che certe volte magari essendo ancora nuovo della pratica tendo a infatizzare il respiro e quindi il”rumore” risulrti piu pronunciato.
Grazie mille ancora.
Ciao

Fabio

Ciao Claudio complimenti per il sito e per il tuo lavoro
premetto che sono un neofita della meditazione e magari questa domanda potra sembrarti scontata
ma da alcuni giorni ho un dubbio e dopo aver guardato i tuoi video ho pensato di scriverti…
è normale che quando osservo il respiro nel naso questo si faccia piu “rumuroso” in termini proprio del normale passaggio dell aria nella fase dell’espirazione o sono io che inconsciamente lo forzo…o è solo che portando la mia attenzione del momento al respiro mi accorgo di un suono che c’è sempre ma a cui non presto attenzione …? dico questo perchè generalmnete non mi accorgo del suono del respiro se non quando lo osservo … e ora che ci porto la mia attenzione mi è venuto questo dubbio … Grazie mille Ciao

Claudio

ciao Fabio, potrebbero essere giuste tutte e due le ipotesi forse anche un mix delle due. Sta a te, con l’attenzione scoprirlo. Consiglio di osservare il respiro nel suo fluire naturale senza alterarlo. Se hai difficoltà inizia pure con 2 respiri profondi e poi lascia che sia il corpo a respirare come vuole e tu osserva e basta.
Prego mille
Claudio

Mary

Ciao Claudio, complimenti per questa tua missione, dai consigli e aiuti le persone nel proprio benessere… Ti fa onore….

Ho bisogno di avere più lucidità per quanto riguarda le attività del cervello….Onde beta – Alpha – theta – e delta…

Sai dirmi qualcosa?
Grazie
Un cordiale saluto
Mary

Claudio

Ciao Mary la prima volta che ho studiato queste onde era quando studiai i cicli del sonno: ti consiglio di partire proprio da lì: cerca su google “cicli del sonno”

Richie

Ciao Claudio
rieccomi con un altra domanda che potrà sembrarti banale ma che ultimamente diciamo mi si assilla un pò …
negl’ultimi tempi ho allungato i tempi dedicati alla mia pratica
ho notato cosi una cosa che non succedeva prima e cioè che focalizzando l’attenzione sul respiro a livello dell’addome dopo un pò quando l’inspirazione si fa piu lunga comincio a provare diversi dolori a livello proprio fisico nell’addome …ora il mio dubbio è questo : questi dolori possono essre determinati da un troppo “sforzo” nel respirare facendomi quindi trovare in una situazione non piu di totale osservazione del respiro o potrebbe essere come dici te solo una “pippa mentale” … spero di essere riuscito a spiegare il mio dubbio …grazie mille ancora per il tuo tempo e il tuo aiuto !!! Ciao

Claudio

da quello che scrivi mi viene da pensare che tu sforzi il respiro.

Puoi succedere che all’iniziono i rpimi respiri siano un po’ “voluti”.

Tuttavia il nostro lavoro è quelo di osservare la realtà, osservare il respiro, senza volerlo alterare.

Respirare è una cosa molto naturale, basta osservarlo nel suo normale fluire.

Con lo spirito dell’osservazione possiamo osservare anche eventuali dolorini: si tratta di prendere atto dell’esistente nel qui ed ora, non di alterare il qui ed ora.

spero di esserti stato utile

Luca

Ciao Claudio, grazie per la risposta. Bè diciamo che forse la mia inesperienza legata al sentire (anzi leggere) tante cose
mi ha portato a esprimermi male. Magari ho usato parole solo perche le ho lette da qualche parte o sentite.
Comunuque pero quello che ho notato nella mia esperienza è che l”esercizio di oosservare su un solo oggetto come il respiro è un po piu faticoso rispetto all’ osservare e cercare di sentire ogni cosa a 360 gradi. Comunque seguiro il tuo consiglio per il momento e meditero sul respiro.
Grazie.

Luca

Ciao Claudio, come va tutto ok? … spero di si. Volevo scriverti riguardo a delle cose che ho notato nella mia espperienza di meditazione e volevo qualche consiglio. Sono 8 mesi che mi sono avvicinato al mondo della meditazione e 2 mesi circa che medito tutte le mattina una 30ina di minuti.
In questi due mesi ho notato alcune cose riguardo l’atteggiamento mentale. In pratica ho notato che mentre sono in esercizio meditativo se mi pongo con un atteggiamento mentale di osservazione totale, nel senso che con “gli occhi della mente” osservo tutto intorno a me, le parti del mio corpo, le cose intorno a me, ma anche i pensieri che mi passano per la mente ed il respiro, riesco ad essere piu rilassato mentalmente e di conseguenza queste cose che osservo riesco a vederle in modo DISTACCATO… come se mi disidentificassi da loro. In pratica con questo atteggiamento mentale riesco ad osservare tutto in modo distaccato.
Invece se mi pongo con un atteggiamento mentale di voler osservare un solo oggetto come ad esempio solo il respiro, oppure qualsiai altro oggetto diventa un pò piu difficile il lavoro (o esercizio). Diciamo come se diventasse un esercizio di concentrazione su quell’oggetto e non riesco ad osservare poi le cose in modo distaccato. Non so, ad esempio, osservo il respiro poi magari la mente inizia a pensare quello che succede e che mi accorgo di questa cosa però non risco a farlo in maniera distaccata quindi poi ritorno sul respiro. Mi accorgo che la mente si distrae ritorno sul respiro ma non mi riesce farlo in modo distaccato. Magari sarà solo una questione di pratica ed esercizio. Oppure sarà solo un fatto mio mentale… pero ho notato questa cosa.

Volevo un tuo parere su questa cosa o un tuo consiglio su come procedere.

Grazie.

Claudio

ciao Luca, è difficile rispondere così a questa domanda, inoltre credo che la parola “distaccato” potrebbe farci fraintendere.

Si dice che dobbiamo “essere nel mondo senza essere del mondo” ma nel mondo ci devi essere.

Buddha diceva di meditare su un ogetto da dentro di esso. Ad esempio: mediti sul respiro da dentro il respiro.

Osservare produce una forma di apparente “distacco” ma non è una separazione dal vissuto, al contrario è un modo di esserci ancora più dentro. Non è un “rifiuto” del vissutto, ma una integrazione totale con lo stesso. Spesso agiamo di intinto senza sapere bene cosa facciamo, osservando ne siamo più consapevoli. Quindi osservando possiamo essere più pienamente nll’esperienza e vederla per quella che è effettivamente, senza fuggirle.

Quando parli della osservazione ti chiedo di domandare a te stesso: dove sei tu? Sei dentro l’esperienza o ne sei separato?

Se hai anche solo dei dubbi, nel riponderti, ti consiglio di tornare a meditare sul respiro: ti sembrerà forse più “fatico”, forse un poco “frustrante”, ma vedrai che svilupperà quella infinita pazienza che permette di accogliere ogni fenomeno, ed avere allora una forma di “distacco”, non intesa come separazione ma come non attaccamento.

alessandro

ciao senti avrei bisogno di un consiglio! io ho 54 anni e da parecchi anni mi rosicchio le unghie, vorrei sapere che tipo di meditazione praticare! non ce la faccio piu! arrivo a farmi sanguinare le mani quasi! tra l’altro da una decina d’anni assumo la serotonina anche se in bassa dose 50 mg x ch’ soffro di depressione!! io sto bene generalmente ma ho questo problema anche estetico che mi affligge! grazie anticipatamente ciao!

Claudio

qualsiasi meditazione va bene specie quelle di consapevolezza come la vipassana.

Infatti si tratta di mettere dello spazio di consapevolezza prima di rosicchiarti le unghie e scoprire piano piano cosa succede in te. Ovviamente la meditazione ti servirà effettivamente anche per il resto.

Puoi benissimo iniziare con quella che trovi in alto a destra

Claudio

la consapevolezza non è fissare un fenomeno e lasciarlo congelato ma essere presenti e consapevoli nel fluire degli eventi.

Non ho dato indicazioni sul meditare con una immagine al momento. Ma qualora usassi una immagine come oggetto di meditazione, come col respiro, torna all’immagine quando ti accorgi di esserti distratto.

Non viene “mai” male perchè lo scopo non è fissare una immagine quanto piuttosto,essere presenti anche mentre la perdiamo

Mario

Buonasera Claudio,
complimenti per il sito e grazie per i consigli che offri generosamente. Complimenti anche per la chiarezza espositiva, dote fondamentale di chi fa counselling.
Avrei una domanda, anzi più di una: qual’è il procedimento migliore per visualizzare correttamente durante una meditazione, e come posso accorgermi se la visualizzazione è stata ben eseguita? Te lo chiedo perché, per me, non è facile tenere il focus per più di qualche secondo senza , magari vedere l’immagine modificarsi. E’ corretto comunque?
Ho notato inoltre che durante la meditazione la mia percezione dello scorrere del tempo è, per così dire, alterata, ovvero a me sembra di aver meditato ( visualizzato) pochi minuti e invece riaprendo gli occhi scopro che è trascorsa mezz’ora. E’ normale?
Grazie, in ogni caso

Richie

Ciao Claudio complimeti per il sito e per il tuo lavoro ho visto negl’ultimi giorni molti dei tuoi video.
Vorrei farti alcune domande :
mi sono avvicinato da diversi alla meditazione perchè ho iniziato a soffrire di attacchi di panico cosi consigliato dal mio dottore ho letto diversi libri sulla mindfullnes di diversi autori e ho portato avanti un medititazione (per come l’avevo capita) composta di un parte di visualizzazione del corpo e i suoi vari punti – concentrazione sul respiro – poi visualizzazione di pensieri- riconoscimento delle emozioni che da questi derivano – alternati sampre da momenti di ritorno alla meditazione sul respiro – detto in parole povere e veloci.
Il mio dubbio è questo nei momenti in cui mi concentro sul respiro ho l’abitutine di “reperti mentalmente” nella fase di inspirazione e di inspirazione : sto inspirando o sto espirando a volte anche contando . Alcuni giorni fa ho però incontrato un altro ragazzo che fa meditazione da piu anni e scambiandoci impressioni e approcci mi ha detto che ripetersi queste cose era assolutamente sbagliato e che dovevo solo sentire il respiro.
Mi sembrava però che questo mia forma di meditazione mi avesse aiutato lo stesso negl’ultimi tempi a controllare le mie emozioni .
Onestamente ci ho provato ma senza un “appiglio” non riesco a tenere questa concentrazione.
Sto quindi sbagliando ? cosa dovrei fare ?
Inoltre questo ripetremi mentalmente sto inspirando o sto espirando lo faccio anche quando sento che gl attacchi si manifetsano nei momenti piu disparati lasciandomi l’impressione di rimanere senza fiato …la cosa mi aiuta molto …. ma sbaglio anche qui ? dovrei annche in questi casi focalizzarmi solo sul respiro o sensazioni corpore ?
Spero di essermi spiegato.
Grazie per avermi dedicato del tempo.
Ciao

Claudio

stai facendo bene tranquillo, anche se il tuo amico ha anche le sue ragioni per dire quello che ha detto.

Continua come ti riesce bene specie sul corpo e sul respiro.

Anche contare può essere di aiuto specie nei momenti di distrazione meno quando senti l’ansia crescere, a quel punto meglio il respiro.

Molto efficace nel tuo caso, può essere di focalizzarsi sul respiro specie a livello della pacia: nota come si gonfia e si sgonfia.

Prego Ciao

Flavio

Caro Claudio,
mi chiamo Flavio, ho 49 anni, sono sposato da 25 anni ed ho un figlio di 24.
Mi sono avvicinato alla Yoga a 19 anni per poi praticare la Meditazione Vipassana ogni mattina da circa 8 anni.
Attualmente sono Responsabile Acquisti in un Laboratorio di Analisi ma i ritmi di lavoro stanno diventando insopportabili: lavoro 12 al giorno e spesso lavoro a casa fino alle 02.00.
Mi piacerebbe mettermi in contatto con Lei per scambiare le nostre esperienze e per ricevere qualche consiglio per trovare il modo di ridurre gli impegni lavorativi a far diventare la meditazione una seconda occupazione,

Ringraziando anticipatamente La saluto con affetto.
Flavio

Claudio

Caro Flavio, oggi il mio calendario riporta questa frase di Gandhi:

“La vita non è aspettare che passi la tempesta… ma imparare a ballare sotto la pioggia.”

Io prima ho imparato a ballare sotto la pioggia e poi, dopo anni, ho anche deciso di cambiare vita. ma è stato secondario: cambiando il modo di vivermi “la tempesta” potevo benissimo continuare a fare il Produttore teatrale, ma con ritrovato piacere e Presenza Mentale.

Con la “meditazione per Indaffarati” punto proprio a condividere degli strumenti semplici da applicare per portare la pace e la consapevolezza nell’arco dell’intera giornata.

ricambio di cuore il saluto con stima e affetto

Flavio

Caro Luca,
in effetti quando penso alla mia giornata lavorativa mi vedo che stessi facendo rafting in una tumultuosa rapida: seguo la corrente stando attento a non mettermi di traverso.
Il fine settimana lo trascorro invece con papà, alla casa di riposo; visto che è da anni che non mi riconosce a causa dell’Alzheimer cerco di farlo sorridere stuzzicandolo un po’.

Buon week end & arrivederci a presto.

Luca

Ciao volevo chiedere se leggere la sera un libro in modo consapevole (perche a volte capita anche di leggere e pensare ad altro), quindi prestando attenzione alla lettura ed anche al respiro (se si riesce) e quando ci accorgiamo che qualche pensiero ci passa per la testa riportiamo attenzione alla lettura, può essere una forma di meditazione e può essere un esercizio per sviluppare consapevolezza.
Grazie.

Claudio

si e no, Luca…

si perchè:
Qualsiasi cosa fai in consapevolezza è una forma di meditazione, tuttavia come unico esercizio meditativo te lo sconsiglio.

no perchè:
Il cognitivo alimenta il mondo dei concetti, delle idee, delle fantasie anche se sono in grado di creare delle sensazioni che puoi percepire nel corpo, ti possono portare altrove rispetto al “qui ed ora”

Continua pure a leggere in consapevolezza: è ottimo! Anzi più cose fai in consapevolezza e meglio è!

Ma se vuoi allenare la consapevolezza,facendo esercizio, focalizzati direttamente sulle sensazioni a livello del corpo o al respiro.

In altre parole:
Fai tutto quello che riesci in consapevolezza (ottimo quello che fai col libro) e tieni un esercizio quotidiano (anche breve) in cui mediti tradizionalmente, come allenamento.

Antonio

Ciao ho 24 anni e sono stato sempre un ragazzo molto nervoso fin da piccolo ma da circa 7 mesi mi sono venuti gli attacchi di panico e l’ansia, ho notato che tutto quello che prima mi poteva dare felicità o stare bene ora mi fa l’effetto contrario per esempio uscire a divertirmi con i miei amici (non riesco neanche a bere una birra che mi agita subito) non riesco ad uscire con nuove ragazze e ho sempre paura di stare male ed ho sempre seghe mentali.Ho iniziato a prendere delle gocciole per riuscire a guariti ma hanno fatto il giusto! ora non le prendo quasi più perché non sono tanto per i farmaci,non riesco più a sta tranquillo ed ho notato che quando qualche mio amico mi parla di cose brutte vado nel panico quando prima non mi facevano ne caldo ne freddo!
Mi hanno consigliato fare meditazione perché è molto utile ! e da qualche giorno ho provato ma vedo che mi fa poco anche quando inizio mi sento tutto ansioso poi dopo riesco un po a rilassarmi ma nel giro di poco mi entrato mille pensieri per la testa e mi perdo! Sapresti aiutarmi darmi qualche consiglio perché così non riesco a fare più nulla ! Grazie per l’interesse e scusami per lo sfogo ! ciao aspetto una tua risposta !

Claudio

ciao Antonio, si la meditazione va molto bene per gli attacchi di ansia e di panico, specie se accompagnati da un percorso che mi pare tustia già facendo.

Anche ai meditatori più esperti capita di avere dei pensieri: questo è normale. Il lavoro consiste nell’accorgersene e tornare al qui e adesso, ovvero al corpo e al respiro.

ad esempio supponiamo che mi accorgo che ero in balia dei pensieri, ottimo, ho l’occasione per tornare alle sensazioni del corpo.

Posso domandarmi come sta il mio corpo adesso mentre c’erano i pensieri? Quali sensazioni (freddo, clado, contrazioni, percezioni, pressioni, eccetera) quali emozioni?

E poi torni al respiro.

In realtà non c’è nessuna prestazione o risultato da ottenere se non quello di osservare tutto quel che ti succede: quando ti accorgi che non osservi più perchè eri in balia dei pensieri torna ad osservare specie il corpo ed il respiro a livello della pancia

Fabrizio

Ciao Claudio

ho letto e sto leggendo con interesse il tuo sito. Penso sia una risorsa importante nel web, per fare cultura e dare indicazioni pratiche sulla pratica meditativa (scusate il gioco di parole).

Io di base sono un “marzialista”, ho frequentato diverse palestre di diversi stili marziali (quasi sempre cinesi o giapponesi) e ahimè non sono mai riuscito a trovarne una dove si potesse instaurare una pratica continua sul discorso “meditazione”. Vuoi per motivi diversi (impronta più sportiva o semplicemente scelte diverse da parte dell’istruttore) alla fine ho raccimolato in quasi una decina d’anni, un insieme di nozioni un pò sparse e qualche base pratica di cui sono più o meno certo.

Il tuo sito è stato importante nel chiarirmi molti dubbi “pratici” (come porsi nella posizione di meditazione, come tenere le mani, etc), me ne rimangono però altri di tipo più “teorico”.

Su un libro di Chi Kung cinese (per chi non lo sapesse Chi Kung è il cosìdetto lavoro sull’energia complementare a diverse arti marziali, se è necessario e vorrai citerò anche titolo e autore) c’è una parte dedicata al Nei Dan (il lavoro interno) e un capitolo molto dettagliato riferito alla meditazione (sia da un punto di vista pratico che teorico).

In tal capitolo si viene messi di fronte all’eventualità (rara ma pur sempre presente) che una pratica medidativa condotta nel modo sbagliato, possa portare a problemi di natura varia, anche duratura, nel corso degli anni.

L’autore in modo particolare si concentra sul discorso della respirazione diaframmatica usata come “mantice” per carburare “Chi”, o energia, nel basso ventre, che dopo molto molto tempo (si parla di anni) potrebbe portare il basso ventre, letteralmente a “traboccare” di energia, al punto che questo “chi/energia” accumulata, andrà indirizzato con la mente attraverso i vari punti meridiani del corpo per fargli compiere un percorso particolare. Un mancato controllo mentale dell’energia attraverso i vari punti del corpo potrebbe portare a una dispersione o deviazione del flusso (che l’autore chiama se non erro “Grande circolazione”) al punto da impedire una corretta circolazione del “chi/energia” causando anche gravi problemi di salute.

La cosa che chiedo a te (e scusami per l’eccessiva prolissità della mia premessa, ma dovevo porre la questione in maniera dettagliata) ci sono rischi a lungo termine di trovarsi, meditanto, in una situazione simile e non saper che fare di fronte a una situazione del genere?

Un saluto

Fabrizio

Claudio

Ciao Fabrizio, in tanti anni di meditazione non mi è mai successo di avere un eccesso di “qi”.

In generale il problema è una diffusa mancanza di “qi”, mi piacerebbe molto avere questo problema, se mai dovesse capitarmi nella vita. Comunque è un approccio culturale che conosco solo marginalmente e quindi non so esattamente cosa potesse intendere l’autore di queel libro.

Quello che posso dirti e di stare nel “qui ed ora” e di usare la meditazione per sviluppare la consapevolezza: la consapevolezza non è MAI troppa!

Quando hai consapevolezza sai anche quello che ti sta accadendo e trovi anche le soluzioni più adeguate per risolvere eventuali problemi.

I molti studi scientifici sulla meditazione hanno (e stanno) scoprendo benefici incredibili e nessuna controindicazione, se ti va dai una occhiata a questo articolo: http://www.comemeditare.it/meditazione/benefici-meditazione/i-benefici-della-meditazione-come-meditare-fa-bene/

Un caro saluto
Claudio

Luca

Ciao Claudio, io sono Luca e sono capitato qui sul tuo sito facendo un pò
di ricerche su internet e sono contento di averti trovato.
Essendo un neofita della meditazione ogni consiglio o diritta anche piccola può essere di grande aiuto.
Sono circa 4-5 mesi che mi sono avvicianto alla meditazione cercando di praticarla in maniera costante ma sono abbastanza confuso perche non sono riuscito ancora a capire fino in fondo cosa significa meditare e se riesco a praticare nella maniera giusta.
In realtà questa mia confusione probabilmente nasce dal fatto che preso dalla “foga” di capire leggo ogni giorno una marea di cose su internet legate alla meditazione e, visto che ci sono una infinità di tecniche, più leggo e più mi confondo le idee perche ogni volta leggo cose differenti.
Anche se alla fine probabilmente tutte queste tecniche avranno un minimo comune denominatore.
In ogni caso quella che ho iniziato a praticare è stata la tecnica vipassana, forse perchè credo che sia la più semplice (almeno da un punto di vista teorico) visto che richiede di ascoltare il proprio respiro ed osservare le cose cosi come sono.
Da un punto di vista pratico mi sono accorto che poi non è cosi semplice.

Comunque volevo raccontare la mia breve esperienza e magari sentire qualche tuo parere in merito.
Quando medito la maggior parte delle volte mi accorgo di essere teso e mi accorgo che il mio respiro è bloccato e non è fluido, regolare e profondo. Per cui a intervalli cerco di fare dei sospiri profondi per
vedere se ho ancora il respiro bloccato e se vedo che non riesco a rilassarmi e noto che ho ancora il respiro non fluido e regolare allora cambio posizione e passo da seduto a disteso sul letto.
Una volta passato sul letto disteso IL PIU DELLE VOLTE (MA NON SEMPRE) il respiro di sblocca e diventa fluido regolare e profondo e cosi vado in uno stato di rilassamento spaventoso. Entro in uno stato di rilassamento cosi profondo dal quale non vorrei piu uscire. E’ una sensazione difficile da descrivere la si deve provare,
la mente non pensa a nulla ogni tanto affiora qualche pensiero che io osservo e lascio andare. Sto con me stesso e basta, come se non ci fosse nulla intorno a me ed ascolto il mio respiro che entra ed esce.
Sembra di stare in un’altra dimensione. E’ un qualcosa di indescrivibile.
Comunque alcune volte quando ne ho voglia riesco anche a restare seduto senza dover per forza distendermi sul letto.

Ora volevo sapere questo stato di rilassamento profondo cosa è, se è normale ed è una forma di meditazione e se il fatto di cambiare posizione è come se volessi cambiare lo stato delle cose e non rimanere in ascolto con le cose così come sono e cioè non essere rilassato ma teso in quel momento. E in tal caso se devo portare qualche accorgimento perchè sto sbagliando in qualcosa o posso continuare cosi.

Grazie per la tua disponibilità.

Claudio

Ciao Luca, direi che stai facendo bene. Sia a cercare la calma (del respiro) sia a stare con con le cose così come sono, non tanto perchè queste cose sono entrambe “giuste”, ma perchè quando le fai ci metti la tua consapevolezza.

Ovvero sai quello che c’è e quello che sta succedendo in te. ad esempio immagino tu possa riconoscere una vocina che ti dice: “ok adesso questo non lo voglio” e magari è associata ad una forma di repulsione. Oppure tu ti dica: “ok voglio vedere le cose così come sono e non c’è bisogno di cambiarle: sperimento come è accoglierle”.

La vipassana funziona proprio così: all’inizio è necessario fare una tecnica (samatha) di rilassamento-concentrazione-raccoglimento solo dopo un minimo di centratura può partire la vipassana (di visione profonda delle cose così come sono) vera e propria.

Quando la mente vaga molto meglio tornare a Samatha.

Insomma ok vai bene così.

Una nota sulla confusione: ascoltare molte voci all’inizio è normale, dopo un po’ è meglio se ne scegli una principale: perchè se è vero che c’è un minimo comune denominatore ognuno parla “lingue diverse” e potresti non riconoscere questo “comune denominatore”. Una volta scelta la tua strada maestra, a quel punto, sentendoti più sicuro, puoi tornare a divagare sapendo che se qualche strada secondaria ti confonde puoi tornare alla tua autostrada maestra

Nico

Ciao Claudio, ci sono meditanti che soffrono di torpore e si addormentano, io questa esperienza non l’ho mai avuta, al contrario, io direi che soffro di agitazione, ho sempre tantissima energia nel corpo e sopratutto in testa, ho l’imprssione, durante la meditazione, di camminare in salita con un peso nel corpo, e chiaro che é molto stancante, mi potresti dare una dritta per potere sopportare questa situazione senza che durante la seduta mi senta esausto. Grazie

Claudio

verifica se hai una postura rigida e verifia anche se c’è in te un senso di prestazione. Qualcosa che ti fa dire “devo farla bene” piuttosto che: “ok, ero in balia dei pensieri ma adesso me ne sono accorto e con infinita pazienza torno alle sensazioni”. C’è una mella differenza di attenzione tra le due

Adriano

Ciao Claudio,
volevo sapere se hai avuto qualche esperienza diretta di Kundalini.
Se si, mi piacerebbe condividere la mia esperienza con te affinchè tu possa darmi dei suggerimenti in merito. Sono all’inizio di questo “percorso” e non ho un maestro, o comunque qualcuno che possa consigliermi. Non sono riuscito a trovare nessuno, in carne ed ossa, che abbia fatto questa esperienza, ovvero che abbia avuto il risveglio di Kundalini.

Grazie

Claudio

Mi spiace, non sono un esperto di apertura dei chakra, mi occupo più della consapevolezza.

Un compagno di corso mi ha raccontato la sua esperienza e finchè una insegnante di yoga esperta non gli ha spiegato che si trattava dell’apertura della kundalini era molto preoccupato.

Vedo che sai che cosa ti sta succedendo: questo potrebbe già darti tranquillità: se vuoi qualcuno con cui parlarne, che giustamente ne abbia esperienza diretta, ti consiglio di cercare tra gli insegnanti di yoga: quelli più esperti.

Se hai problemi fammi sapere: vedo se posso fare qualcosa

Nico

Ciao Claudio,eccomi di nuovo qui con una domanda.Tutto é impermanente,insodisfacente,e non sé, e la consapevolezza, é impermanente o permanente?, si dice che é come uno specchio che non fà altro di riflettere quello che gli passa davanti senza esserne macchiata, e che é sempre uguale dalla nascita alla morte, che non invecchia, di conseguenza mi viene a pensare che allora qualcosa c’é che é permanente o sbaglio. Grazie

Claudio

eheheh qui la faccenda si fà molto raffinata…

Qualsiasi cosa dica merita una indagine approfondita e non va presa alla lettera (questo vale in generala e specialmente quando le faccende si fanno così raffinate)

tutto è impermanente. se esistesse qualcosa che non lo è, sarebbe la stessa impermanenza! .. forse.. ma è un sofismo.

Quando parli di consapevolezz parli di una esperienza della Coscienza.

L’esperienza di per se è neutra, come dici tu fa semplicemente da specchio riflettendo il fluire dei fenomeni.

Chi osserva-registra questa esperienza è una Coscienza che non esiste in Sè ma è anchessa mutabile continuamente e quindi impermanente

immagino il fumetto sulla testa tua e di chi legge “mumble-mumble” almeno nella mia accadrebbe questo dei bei “mumble mumble”

La strada che stai sviluppando è nella direzione giusta, cerca di indagare oltre che con la teoria anche con l’esperienza diretta delle cose, è proprio quella che ci permette di capire la Realtà al di la delle parole che usiamo per descriverla.

Come sai cerco di essere un po’ più terra-terra queste cose sotili preferisco lasciartele approfondire altrove.

Forse la chiave Buddista è quella che meglio potrebbe rispondere più esplicitatamente alla tua domanda.

se vuoi saperne di più ti suggerisco di cercare e approfondire: “i 5 aggregati” per scoprire come funziona una coscienza rispetto agli stimoli esterni e come si forma l’idea di un “sè”

e di cercare ed approfondire un concetto, forse non di immediata comprensione, ma meritevole di approfondimento ed indagine: il concetto del “non sé” o “anatta”

se invece preferisci il mio approccio più “terra terra”..

…ecco come uso la chiave psicologica per qualcosa di vagamente simile a come funziona la nostra percezione della realtà (secondo me è spiegata meglio nei 5 aggregati” ma forse questa chiave te li rende più comprensibili):
http://www.feliceadesso.com/2013/03/diventa-padrone-delle-tue-emozioni.html

..ed ecco come descrivo il processo fenomenologico:
http://www.feliceadesso.com/2012/08/fenomenologiacapirelarealtaperche.html

Buona indagine 🙂

pietro

caro Claudio,
come altri che ti scrivono ho trovato il tuo sito per caso. avevo provato a meditare spesso in precedenza sempre pensando che meditare volesse dire estraniarsi completamente dal mondo aspettando che accadesse qualcosa di magico che mi aiutasse a risolvere i problemi di tutti i giorni.
alla fine mi sono sempre stufato presto continuando tuttavia a fare i miei esercizi yoga piu che altro per migliorare il fisico e fondamentamentalmente il mio diventava un bello stretching prima e dopo l’allenamento sportivo.
grazie al tuo metodo da un mese pratico 20 minuti tutti i giorni (prima non li trovavo e ora li trovo sempre) ma soprattutto se nel corso della giornata mi trovo confuso, con mille cose da fare senza sapere da dove iniziare (io dico come sbucciare un fico d’india che nn sai mai da che parte prenderlo), riesco a fermarmi per pochi minuti e concentrandomi sulla respirazione torno ad essere focalizzato.
continuo ad avere gli stessi impegni e problemi di sempre e di tutti, ma non mi sento piu sopraffatto.
una delle cose che mi ha davvero colpito (e che io uso come ancora) e’ forse la piu banale di tutte ma a cui nn avevo mai pensato e cioe’ la consapevolezza che nella mia vita da quando sono nato l’unica cosa costante e’ la respirazione, un filo continuo ed ininterrotto.
con tutto questo volevo solo ringraziarti e farti i complimenti.
ciao
pietro

Claudio

ciao Pietro, io mi complimento con te.

Sono davvero felice che da “aspettare” che qualcosa accadesse da fuori, hai trasformato la tua vita in qualche cosa che pur avendo il “sapore di sempre” ti da la facoltà di stare con la tua vita di tutti i giorni con maggiore presenza mentale, al punto di permetterti di sapere “come sbucciare un fico d’india”.

La vera illuminazione o trasformazione avviene cessando di aspettare qualcosa dall’esterno, in una visione dualistica, ma cominciando ad accettare quello che siamo e dall’interno.

Mi piace pensare che anche il mio contributo possa essere stato di aiuto per te ed altri e mi incoraggia ad andare avanti.
Grazie quindi del tuo commento e della condivisione dei tuoi successi.

ciao
Claudio

Simone

Ciao Claudio,
cosa pensi delle meditazioni per fare viaggi astrali? sono cose effettivamente funzionanti? mi pare di capire che le meditazioni di cui parli siano volutamente “con i piedi per terra”, ma trovo molto interessante approfondire anche questo tipo di meditazione fuori dal corpo.

Hai qualche suggerimento sul come entrare in questo mondo?

Inoltre, ti volevo chiedere se sai dirmi con quale criterio scegliere il proprio mantra per meditazioni tipo la trascendentale.

Grazie di tutto.

Claudio

ciao Simone,
si esatto, la mia parte pratica mi spinge a rimanere con i piedi per terra, tuttavia ricordo con interesse un incontro sull’argomento con i coniugi Giraudoux avvenuto ormai nei primi anni ’90.

Mi sono sembrati seri e molto convincenti le loro esperienze, quindi ti consiglio di informarti su di loro: digita “giraudoux viaggi astrali” sui motori di ricerca e troverai sicuramente il loro sito

sul modo in cui in meditazione trascendentale si scelgono i criteri posso dirti che favoriscono una natura speculativa, da una parte, ma anche una forte motivazione dall’altra: paghi profumatamente un loro insegnante che con una cerimonia ti da il mantra in modo segreto e che custodisci segreto.

Se vuoi recitare un mantra, in internet trovi sicuramente uno che fa per te (sono in sanscrito io ritengo utile che tu ne conosca il significato). Se, invece, vuoi approcciare speficatamente la meditazione trascendentale, devi rivolgerti ad un maestro riconosciuto (credo che ci sia anche il copiright)come ti dicevo sarà anche per l’importante transazione economica ma è un approccio di cui ho sentito ben parlare.

Io quelle volte che ho meditato usando mantra ne ho tratto un gran beneficio

prego 🙂

Pietro

Ciao Claudio! sono una persona molto spesso nervosa e non riesco a fare una giornata senza arrabbiarmi o prendermi male, quindi , ho deciso di scaricare il tutorial della meditazione per provare a vedere se questo riuscirà a calmarmi e soprattutto a capire cosa c’ è doetro tutta questa frustrazione!

Daniela

Ciao Claudio, ho gradito e fatto la meditazione del sole è stato un viaggio interessante grazie, ora vorrei acquistare la meditazione per indaffarati ma essendo io poco tecnologica ti chiedo se il pacchetto è un qualcosa che scarico sul mio computer o in che modo mi arriva,scusami ma è la prima volta che acquisto in questo modo quindi non so come funziona,grazie della pazienza!

Daniela

Caro Claudio ciao, ho ricevuto la tua meditazione guidata grazie. Io medito da circa un mese e mezzo……pochissimo lo so ma lo faccio tutti i giorni. Per ora sto facendo solo meditazioni guidate perche’ non so fare da sola.Mentre faccio queste meditazioni oltre ai miei pensieri molesti mi giungono immagini che non appartengono alla mia vita sembrano ricordi di altre persone e questo mi accade anche nel dormiveglia, deduco che la mia tecnica non vada bene perche meditando vado in una condizione che forse non è quella giusta,hai qualche consiglio da darmi?Felice di questo incontro.

Claudio

ciao Daniela, si ho qualche consiglio da indagare non da prendere alla lettera:

e se quello che dici fosse vero al contrario? (o anche al contrario)
se quando dici che c’è un modo “giusto” ed uno “sbagliato” fosse un “giudizio” o un “pre-giudizio” di “qualcun altro”?
se quando dici che le immagini “non appartengono alla tua vita” fossero invece prodotte dalla tua mente?

La tecnica la stai facendo bene quando e quante più volte ti accorgi che immagini e pensieri ti hanno distratta e torni ad esserne consapevole. La stai facendo male quando non te ne accorgi e lasci che il fluire dei pensieri sia il solo protagonista della tua vita.

Questo accade ma la tecnica serve per tornare ad “OSSERVARE” semplicemente osservare senza giudizi, preconcetti, aspettative, prestazioni (faccio bene o faccio male), e senza etichette o senza “perchè?”.

pura osservazione nel “qui ed ora”

va bene tutto: pensieri, immagini che sembrano di altri, eccetera eccetera, basta che li osservi
Qu

Gianmarco

Ciao Claudio, ho 15 anni ma sono molto affascinato dalla meditazione. Ultimamente mi sto interessando anche del Buddhismo e dei suoi insegnamenti. Sento il bisogno di fermarmi un momento e di vedere e sentire le cose così come sono.
Secondo me non c’è un età minima per cominciare a meditare, non credo che sia troppo presto, anche perchè sono un ragazzo che ha sempre mostrato più anni di quelli effettivi, spesso qualcuno mi dice che sono troppo “vecchio” per la mia età e per le cose che dico.
In sintesi, per te c’è un limite d’età? Posso cominciare fin da adesso?
Ti auguro molta felicità

Claudio

certo che puoi cominciare: non c’è un limite per iniziare. Normalmente è una esigenza sentita di più da chi ha già un po’ di anni di vita alle spalle, ma prima inizi e meglio è!

un caro saluto

norberto

Ciao Claudio, sono Norberto. Sto provando ad eseguire da circa una settimana la meditazione guidata che ho scaricato dal tuo sito. Ho notato, però, che ho difficoltà nel passare dalla fase iniziale di rilassamento delle varie parti del corpo alla fase di consapevolezza del respiro: è come se il fisico il cervello si assopisse e non riuscisse ad avere la dovuta lucidità ed energia per svolgere la consapevolezza, che in ogni caso mi sembra che richieda un minimo di forza mentale. Ecco allora la domanda: potrei saltare gli esercizi di rilassamento? oppure se essi sono necessari, sbaglio io nell’eseguirli e vi è un altra modalità per praticarli? Ti ringrazio per la tua risposta e ti auguro felicità. Norberto

Claudio

no non la saltare: serve a radicare la mente rispetto alla vita frenetica. Va bene lo stesso: vai avanti.

indaga che significa “avere la DOVUTA lucidità e energia”: Stai con le cose “così come sono”? o le vuoi incanalare in una aspettativa? Stai vivendo nel “qui ed ora” o stai obbligando il fluire dell’esperienza in un idea proveninte dal passato, preconcetta?

i pensieri vanno e vengono: non si tratta di cacciarli ne trattenerli ma osservarli nel presente. Non cercare la “prestazione”, non c’è nulla “da fare” semplicemente osserva. Vedrai potrebbe essere più “leggero” come atteggiamento

che tu sia felice Norberto e che tutti gli esseri siano felici

Alex

Ciao Claudio,
questo è il secondo commento che scrivo qua su “come meditare” e per la seconda volta ti ringrazio per il tuo lavoro.

Iniziare a meditare è stata una bella svolta per la mia vita. E’ più di un anno che medito ma è diventata una vera e abitudine quotidiana da qualche mese a questa parte. I benefici sono veramente tanti e, inutile dirlo, penso che la meditazione mi accompagnerà per tutta la vita.

Torniamo a noi, documentandomi su internet sono nate un paio di curiosità.

Mi ha incuriosito la pratica della meditazione dinamica. Di cosa si tratta e quali sono i pro e i contro rispetto alle meditazioni “statiche”?

Cosa mi sai dire rispetto ai suoni binaurali? Può essere utile accompagnare una seduta di meditazione con questi suoni?

Mi farebbe piacere sapere cosa mi sai dire e cosa ne pensi al riguardo. Ciao e grazie ancora!

Claudio

ciao trovi la risposta sulla meditazione dinamica qui:
http://www.comemeditare.it/meditazione/tecniche-di-meditazione/meditazione-dinamica-osho-tecnica-meditazione/

sui suoni ne so poco per darti delle indicazioni, ma io tendo a meditare senza troppe “interferenze” o “appoggi” esterni: prediligo il “conosci te stesso”.

Se ho modo proverò a fare un video sui vantaggi e svantaggi dell’andare “random” sulla rete, quando è utile e come è utile

Nico

Ciao Claudio e grazie per tutte le tue sagge informazioni, grazie anche per la video ” Come so se medito nel modo giusto?” che ho guardato con molto interesse. La mia domanda è semplice: e poi?,
voglio dire, so che stò meditando sono consapevole delle cose qui e ora, e poi cosa?, il semplice fatto di sapere che respiro o qualsiasi altra sensazione e esserne consapevole cosa c’è dietro questo sapere o esserne consapevoli?
Con amicizia e simpatia
Nico

Claudio

Vediamo l’alternativa… Se sei consapevole di quello che stai facendo: esempio stai mangiando un mandarino, ti stai vivendo pienamente il mandarino, ovvero STAI VIVENDO. Se non sai quello che stai facendo non stai vivendo. Viviamo solo in un flusso costante di “qui ed ora” solo quando stai in questa dimensione “vivi” altrimenti vivi nel mondo dei pensieri fatto di futuro e di passato, fatto di “pippe mentali”.

In altre parole vivi.

altro esempio pratico:

ad uno schiaffo “Tizio” reagisce sempre con un altro schiaffo: è più forte di lui, parte in automatico. Un giorno “Tizio” riceve lo schiaffo, e per un attimo sente il dolore alla guancia, la pancia che si tende e la rabbia che sale, si accorge di tutto questo e not anche che la mano sta per partire. In quel momento “Tizio” è libero: non è costretto a rispondere allo schiaffo con un altro schiaffo e può scegliere di fare qualsiasi cosa: anche di dare quello schiaffo, ma è LUI a deciderlo in piena libertà.

claudio

Ciao Claudio, una mia amica medita recitando un mantra,nam myoho renge kyo, e vuole convincermi a provare …io non so niente su questo tipo di meditazione.tu cosa ne pensi???

Claudio

come meditazione in se non ho nulla da eccepire, l’organizzazione che c’è dietro è molto controversa. è una organizzazione molto strutturata e alla ricerca di adepti (a me piacciono poco le strutture) che si ritiene buddista ma l’associazione di tutte le forme di buddismo non la riconosce. Tra i suoi intenti c’è la voglia nobilissima di sviluppare la pace del mondo.

Meditano per ottenere qualcosa. a me piace meditare per sviluppare la consapevolezza. Insomma tu segui il tuo cuore, il mio personale parere è una grossa forma di diffidenza e di stima per la costanza allo stesso tempo. Io per me non li seguo

Dalida

Ciao Claudio, grazie per il tuo sito, ti scrivo perché ho un problema. Tutte le volte che inizio a meditare seguendo la tua meditazione, tempo 5 minuti e mi addormento. Non importa se sono seduta o sdraiata, mi addormento e mi risveglio a fine meditazione.
Vorrei seguire le tue parole ma mi rilasso cosí tanto che cado in un sonno profondo e quando mi risveglio ho solo voglia di coricarmi a letto.
Che cosa posso fare?
Grazie per i tuoi preziosi consigli 🙂

Claudio

Ciao Dalida, cosa puoi fare? eheheh dormire!!

Voglio dire è possibile che hai molto bisogno di riposo e in fondo per un po’ e ogni tanto va anche bene.

Certo questo non è esattamente meditare, ma rilassarsi…

Cosa puoi fare:

A) finchè capita un poco va bene, non fare nulla ed accogli questa cosa: ci sono dei monaci che piompono da sonno per anni.

B) dopo un po’, se continua il sonno però è meglio cambiare qualcosa… ecco degli esempi:

1) cambia orario: se mediti dopo i pasti o prima di coricarti sarai piu preda del sonno, meglio prima dei pasti o a inizio giornata.

2) cambia guida, segui un’altra meditazione guidata o fai senza magari con un ororlogio: puoi usare le meditazioni segna-tempo. Oltre a 3 campane a inizio-fine hanno il suono di un “toc”,un tocco di legno ogni 5 minuti, che ti richiama l’attenzione.

3) inizia facendo meditazioni più brevi

4) fai la meditazione camminata

5) trova tu una idea che permetta di cambiare qualcosa.

Roberto

Ciao Claudio posso farti una domanda?
per prima cosa voglio specificare che io soffro di attacchi d’ansia da circa 2 anni grazie ai tuoi consigli sto imparando ad uscire dalle ” pippe mentali” …
però alcune volte mi sorgono dei dubbi leggendo altri articoli, volevo scriverti il mio schema mentale che adotto…
sto lavorando e mi accorgo di essere in preda a pensieri giramenti di testa e confusione allora mi dico che sto pensando e subito dopo mi concentro sul respiro o sulle cose che sto facendo come metodo va bene ?
perchè leggendo in altri post o letto che bisogna immedesimarsi nel pensiero e accoglierlo …. a me sembra piu efficace la prima…
Aspetto un tuo consiglio..

Claudio

si: è proprio così. Va benissimo. Tanto più che mi dici che stai vedendo che funziona.

Quando dico che possiamo accogliere il pensiero non dico di immmedesimarsi, ma di accoglierlo come una parte di noi (il pensiero è un nostro strumento) è poi utile LASCIARLO ANDARE e tornare al respiro: comunque!

Quindi se questa cosa ti sembra contraddittoria e le mie parole possono confonderti tranquillo: tornare al respiro specie a livello della pancia (anche alle sensazioni del corpo) è ottimo!!

Va benissimo quello che stai facendo, Roberto: vai avanti così!!

Nives

Ciao Claudio,
Mi sono imbattuta sul tuo sito casualmente perché cercavo di capire se il mio percorso di meditazione appena iniziato stesse effettivamente servendo a qualcosa, in quanto mi ero sorpresa a chiedermi: ma a cosa devo mirare durante e alla fine di una meditazione? Il tuo sito mi é venuto in aiuto e anche le risposte che hai dato tramite video a persone con il mio stesso dubbio mi hanno lenito la sensazione di inutilità.
Già che c’ero ho scaricato la tua lezione di meditazione e debbo dire: venti minuti spesi benissimo! Sono riuscita a fare ciò che da sola non sono riuscita: non accorgermi del passare del tempo, entrare in contatto con il mio corpo, non sentirmi in colpa per il sopraggiungere dei pensieri nel corso della meditazione.
Pertanto grazie! 🙂
Brevemente: ho iniziato un corso di meditazione la scorsa settimana ed é stato molto interessante, fermo restando che mi sia risultata molto piu semplice ed efficace la parte dove si poteva meditare suonando la campana tibetana. Ahimè la parte di meditazione “inattiva” non é stata il mio forte invece! Ma credo sia normale per una mente prettamente occidentale riuscire ad estraniarsi dai pensieri facendo materialmente qualcosa. Ad ogni modo non demordo e riproverò seguendo il tuo consiglio di dedicare almeno dieci minuti al giorno a meditare.
Grazie ancora! 🙂

Alex

Ciao Claudio, piacere, Alex :).
Ti scrivo perchè avrei un paio di cose da chiederti ma prima ci tenevo a ringraziarti perchè grazie a te ho conosciuto la meditazione.

Tempo fa ho passato un periodo della mia vita emotivamente intenso e burrascoso. Per colmare i miei disagi interiori, ho dovuto fare ricorso alla psicoanalisi e ai farmaci.
Ora questo brutto periodo è finito, non seguo più sedute psicoanalitiche e non prendo più alcun farmaco; ora medito e basta :). Grazie alla meditazione riesco a conoscere ogni giorno me stesso e a gustarmi di più la mia vita.
Quindi, grazie ancora.

Arrivo al dunque: quasi sempre, quando medito, sento che le gambe mi si addormentano e incomincio ad avvertire un fastidioso formicolio. Questo piccolo disagio spesso mi deconcentra e, quando finisco di meditare e mi alzo, devo sempre aspettare un paio di minuti che le gambe si “sveglino” prima di riprendere le mie normali attività. Ecco: è normale questo disagio? Posso continuare a meditare anche con i formicolii, oppure possono nascere dei problemi?
Un altra cosa che ti volevo chiedere è come devo comportarmi quando sento le orecchie che fischiano. Questo perchè quando mi iniziano a fischiare non smettono più a meno che sono preso dal respiro o da qualche pensiero e quindi non penso più al fischio.
Infine…più volte, quando medito, sento che ho una postura fastidiosa e spesso bisogno di aggiustarmi, di mettere dritta la schiena, spalle e braccia in simmetria. Quando mi aggiusto sento le vertebre (quasi tutte) scrocchiare sincronicamente e quando faccio dei respiri addominali profondi, sento dei leggeri dolori sulla schiena appena sopra la zona lombare.
E’ utile aggiustare spesso la postura e sentire questi dolorini mentre si respira? Come devo comportarmi rispetto a questi disagi?
Grazie e buon proseguimento.

Claudio

ciao Alex piacere mio 🙂

complimenti per il tuo percorso e grazie per la bella testimonianza, mi ha riempito il cuore..

dunque dunque, in sintesi: non c’è bisogno di soffrire, agitarti troppo non serve ma stare immobili a soffrire equivale ad agitarti troppo. muoviti pure basta che lo fai con consapevolezza

rispetto ai disagi ti rimando a questo articolo specifico:
http://www.comemeditare.it/meditazione/disturbo-e-meditazione/

mentre ti scrivo ancora non è disponibile ma tra poche ore sul blog uscira un altro articolo con un bellissimo video che ti consiglio: l’articolo si chiama: La meditazione per sviluppare la pace?
Buona pratica

dimenticavo di dirti “prego”: io ho solo offerto dei semini.. poi c’è chi come te, fa il vero lavoro vero e propio e li fa crescere, io ne sono contento e plaudo al lavoro che hai fatto su di te (anche mettendoti in gioco con dei professionisti quando ne avevi bisogno) e che stai facendo ancora con la meditazione

namaste (un saluto rispettoso)
Claudio

maurizio

Ciao Claudio,
come tanti, per caso, sono giunto nel tuo sito. Mi sono scaricato il video e mi sono iscritto alla newsletter.
Son giunto qua perche’ non sono sereno, perchè non riesco ad esser felice come vorrei. Ansie e paure mi travolgono.
Ho letto molti articoli del tuo sito, ma pero’ non riesco ad individuare un percorso da seguire.
Ci sono tanti spunti, ma per chi è inesperto, è facile il rischio di perdersi tra le varie tecniche e le varie metodologie consigliate.
Potresti cortesemente aiutarmi a trovare un percorso chiaro da seguire come principiante.
Ho letto tanto di Osho, Tolle, Morelli, Dalai lama, ecc ecc Ho appreso i concetti ma non riesco, proprio non ci riesco, a tradurli in pratica. E questo mi scoraggia, Perchè sono certo della correttezza dell’approccio.
Spero di poter ricevere un tuo aiuto.
Grazie
Maurizio

Claudio

Ciao Maurizio, sono felice di dirti cosa ne penso che in sintesi è: lascia andare per un po’ le teorie e datti di più alla pratica.

Le coincidenze non esistono e sei capitato quì un motivo c’è. Questo mi spinge ad informarti che io ho un mio sistema e tengo un corso che però ti sconsiglio di seguire (http://www.meditazioneperindaffarati.it). Non è che non ti voglia come allievo, anzi ne sarei felice, ma l’impressione che ho e che, benchè cerco nel mio approccio di essere il più semplice e pratico che posso uso sempre la parole per esprimermi e la parola, se non tradotta in pratica, finirebbe per diventare un ennesimo concetto astratto.

Buddha diceva: non fissarti sul mio dito che indivca la luna ma fai l’esperienza tu stesso della luna e, anzichè guardare al dito, alza gli occhi e guarda la luna.

Prendi una meditazione, quella gratuita mia va benissimo, anzi se la fai per conto tuo focalizzati soprattutto sul respiro, cerca di percepirlo soprattutto a livello della pancia. Falla tutti i giorni, almeno una volta al giorno. se salti un giorno pazienza, ricomincia il giorno dopo.

“se non è zuppa è panbagnato” si dice. Solo se hai mangiato da quel piatto puoi dire: poco importa come la chiami il sapore è simile. Mangiare significa farne esperienza.

L’alternativa è leggere Osho che parla di panbagnato, il Dalai Lama che parla di Zuppa, quell’altro parla di Ribbollita; potresti nobn capirci più nulla ma stanno parlando della stessa identica esperienza.

Immagina di chiedere che sapore ha il mango a chi l’ha mangiato, ti darebbero tutte descrizioni diverse a parole, apparentemente in contrasto, ma se assapori il mango alla fine, capisci cosa tutti intendessero dire.

Da quello che mi dici in questo momento hai la testa piena di concetti che seppur utili e saggi, hanno poi bisogno di essere compresi con la pratica. Da qui il mio consiglio, lascia andare per un po’ (solo per un po’) i vari approcci, scegliti una meditazione (meglio un approccio che ha a che fare con il respiro) e datti più alla pratica, una pratica quotidiana.

Se riesci a infilare, durante la giornata tre respiri in consapevolezza ogni volta che riesci, specie quando senti che le ansie cominciano a sorgere, poi fai bingo!

maurizio

Ciao Claudio,
grazie. Grazie per la correttezza e integrità morale in ciò che mi hai scritto.
E’ vero….mi sto “ribollendo” il cervello con tutte queste letture. E la mia avidità di lettura è tale che già ho preso il libro di De Mello che hai citato nel sito.
E via ancora concetti, esperienze (degli altri), consigli, ecc ecc.
Farò come dici tu. Stop alle letture e mi prenderò l’impegno a meditare almeno 10 minuti una volta al giorno. E se poi trovo ulteriore tempo potrò meditare estemporaneamente.
Grazie ancora…..per adesso! 🙂

Nico

Ciao Claudio,quando si ha una sensazione come la paura, cosa bisogna fare, continuare il bodyscan, andare sul respiro oppure restare sulla paura? e come si resta sulla paura? mica è una sedia, una cosa concreta, e poi sò che c’è la paura e la riconosco come paura ma questa mica se ne và, non capisco?, si osserva, si sà, si sente, e ci si aspetta (parola chiave) un cambiamento, come può essere diversamente, siamo degli esseri umani.Con Amicizia Nico

Nico

Ciao Claudio, sono molto confuso e ti spiego il perche: la vipassana mi sono accorto che non é una sola tecnica di meditazione, alcuni la insegnano come Goenka altri diversamente e ho visto almeno una decina di modi diversi. Perfavore mi potresti spiegare il tuo modo, meditazione di 1ora, si comincia per calmarsi e restare sul respiro(addome o narici), dopo si fa il bodyscan e dopo? Per essere sincero mi piacerebbe conoscere nel dettaglio la pratica Goenka ma visto che faccio uso di ansiolitici, soprattutto per poter dormire la notte, non c’è modo di poter fare un corso con Vipassana Goenka e sul web non ho trovato nessuna iformazione per spiegare passo per passo la tecnica, questa cosa mi dispiace tanto visto che a casa potrei comunque praticare la meditazione. Mi potresti dare delle idee, oppure consigli. Molte Grazie

Claudio

la tecnica Vipassana è una tecnica. La tecnica ha uno scopo, scopo che da il nome alla tecnica stessa: farti fare una ESPERIENZA: l’esperienza di “visione profonda”.

Se continui a cercare tecniche in giro cercando di capire quale “è la tecnica giusta” rischi di smettere di fare la cosa essenziale: l’esperienza. Per carità cerca pure tutte le tecniche che vuoi purchè vivi l’esperienza.

Se ti senti confuso, puoi sospendere la ricerca di tecniche e farne UNA: segui una sola meditazione e falla ogni giorno per diversi giorni.

Scrivi un diario di come sei stato, quali sensazioni e, se vuoi anche le difficoltà. è possibile che tu abbia delle aspettative, osservale e nota come cercano di non farti vivere l’esperienza, che è sempre nuova, libera ed unica, volendola indirizzare incanalandola nei binari stretti limitati e preordinati dell’aspettativa stessa.

Insomma, fermati e medita: semplicemente. Fai esperienza e lascia andare le teorie, gli schemi, le strutture: non sono altro che strumenti. Assapora la pietanza e gustane l’aroma, osserva i colori, lascia stare la forchetta e il coltello, quelle servono solo per agevolarti nel mangiare, non è in se l’esperienza, solo lo strumento per accedere ad essa.

Se continui a cercare coltelli e non ti siedi a tavola a mangiare non fai esperienze stai nella mente e nel mondo vago delle idee

quindi: medita, medita, medita, porta l’attenzione al corpo e al respiro anche durante tutta la giornata

Nico

Ciao Claudio e grazie per le informazioni utili che dai, cosa ne pensi della tecnica Goenka, 3 giorni sul respiro e poi il bodyscan, mi sembra diverso da altre tecniche, normalmente si và dove c’è la sensazione mentre invece con la tecnica Goenka si continua a fare il Bodyscan e non dargli più importanza a una o all’altra sensazione, e quando c’è una forte sensazione nel corpo in questo caso la mente lo sa ma continua ugualmente con il Bodyscan, un po’ come un bambino capriccioso se si và sempre da lui questo continua a fare i capricci mentre invece se si è coscienti che stà facendo i capricci ma non si dà più importanza che agli altri bambini, questo lo capisce che non serve fare i capricci e si calma, questo è per quando riguarda la pressione forte che ho sul lato destro della testa e che stò provando con diversi modi di capirlo, certo che non è facile. Tu cosa ne pensi?

Claudio

Ciao Nico, Goenka è un grande maestro di vipassana, ho apprezzato molto diversi suoi insegnamenti.

Il Bodyscan è una ottima meditazione propedeutica alla vipassana, si te la consiglio caldamente (nelle mie meditazioni facciò sempre un riferimento al corpo: sarebbe un “bodyscan sintetizzato 🙂 )

Nico

Ciao Claudio, grazie per la tua risposta che cercherò di mettere in pratica, poi ti farò sapere. Sai vivo in Francia a Montpellier e qui purtroppo non ci sono centri Vipassana così colgo l’occasione per chiederti un’altra cosa, poiché hai molta più esperienza di me. Mi è sempre stato detto che il pensiero di mia madre non è mia madre ho un pensiero d’acqua non vuol dire che sono bagnato, cioè che il pensiero è giusto un pensiero, ok fino a qui ci siamo, quando ho dei bei pensieri e ci s’identifica al pensiero la cosa è piacevole ma quando i pensieri sono brutti, allora la cosa fa piuttosto male e quando i pensieri sono ricorrenti, non ne parliamo proprio e sofferenza pura, adesso chi decide che questo pensiero è brutto e allora si mette da parte e invece quando è bello, si accetta, quando si hanno pensieri di Metta allora tutto ok, e quando si hanno pensieri con malizia, allora non va bene, io pensavo che belli o brutti non facesse nessuna differenza e che non ci s’identifica né con uno né con l’altro. E troppo semplice se no, questo è brutto via, questo è bello allora lo tengo. Non so se afferri il concetto, devo dire che anch’io ho difficoltà a seguirmi dunque se non hai capito, non fa niente. Ciao e grazie

Claudio

Infatti Nico non funziona così: non è che quando un pensiero è brutto lo elimini o quando è bello lo tieni.

Rispetto al brutto o bello il lavoro che puoi fare è su tutte le sensazioni, pensieri inclusi di vedere come ti fa stare senza giudicare, ne emergeranno 3 diverse sensazioni: neutra, piacevole spiacevole. Queste sono gli effetti di 3 veleni: lo spiacevole crea repulsione, rabbia. Il piacevole, eccitazione, brama e attaccamento. Il neutro distacco, ignoranza menefreghismo. Come vedi “non se ne salva uno”. Non si tratta di cambiare o eliminare o filtrare, ma di osservare come ci fa stare. Questo nella fase della vipasssana

quello che fai normalmente col pensiero è qualcosa di sottilmente diverso.

quando ti accorgi di esserne in balia, riporti il pensiero al’oggetto di attenzione (ad esempio il respiro).

In sintesi non si tratta di filtrare i pensieri ma di spostare la nostra posizione rispetto ad essi: dall’esserne in balia a esserne protagonisti. Tu orienti il pensiero anzichè esserne trascinato via dal loro proliferare incondizionato.

La pratica di metta è n pochino diversa da una meditazione tradizionale (infatti spesso viene definita solamente “pratica”) ma anche in questo caso orienti il pensiero da protagonista.

Ci sono anche delle meditazione in cui orienti il pensiero a cose “spiacevoli” come la decadenza del corpo. Ma te la sconsiglio se sei all’inizio.

in sintesi una vipassana è fatta dprima di una altra meditazione la samatha. Questa prima orienta i pensieri ad un oggetto di attenzione e successivamente , diventando vipassana, osserva ogni sensazione prodotta dai sensi e dalla mente “registrando” senza filtri o giudizi, come ci fa stare: solo consapevolezza, pura consapevolezza.

se vuoi guarda questo articolo:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/come-meditare-non-riesco-a-fermare-i-pensieri/

Nico

Ciao Claudio, mi chiamo Nico e vivo all’estero, volevo chiederti come fare per liberarmi di una sensazione spiacevole, sopratutto quando medito, seguo la meditazione vipassana da 4 anni e da ca. 3 anni mi è parsa questa sensazione, adesso ti spiego, la parte destra della testa direi intorno alla tempia incomincio ad avere una leggera pressione e poi con il passare del tempo che medito si fa sempre più forte fino al punto, questo di sera, diventa insopportabile, la sento come una palla con un’energia fortissima con dei raggi che vanno fino al lato destro del viso e tutto sembra molto teso e duro. Di conseguenza, puoi immaginarti, è difficilissimo concentrarsi sul respiro, il respiro a confronto è un granellino di sabbia e praticamente impercettibile. Ho cercato, malgrado tutto, di forzarmi a restare sul respiro ma questo non fa altro che intensificare questa spiacevole sensazione, se rimango sulla sensazione mi rendo conto che cambia a volte diminuisce per poi riprendersi, un po’ come le onde del mare, si ritirano e ritornano a schiantarsi sulle rocce. A presto

Claudio

Ciao Nico in effetti fai bene, quando emerge questa sensazione a spostare l’attenzione su questa sensazione. Anzi se riesci prova ad “attraversarla”. Mi spiego meglio. Dici “come faccio per liberarmi… spiacevole”. Più ci fai a braccio di ferro più si intensifica e rimane lì.

Ovviamente non posso parlare per te e per la tua esperienza posso raccontarti di alcune mie ad esempio del crampo al piede. Spesso ne soffro. La mia tendenza e non volerlo e irrigidirmi “per contenerlo”. In effetti quando faccio così non succede nulla e il dolore non diminuisce. Un giorno (e da allora il più delle volte faccio così) mi sono permesso di osservare il dolore senza contrastarlo. Non mi sono irrigidito ed il dolore si espandeva. Esatto mi faceva più male e la sensazione era acnhe che stava peggiorando. Un crampo è già molto doloroso e quando si espande, apparentemente senza freni fa anche paura. Lasciandolo espandersi per un momento sembra esplodere e poi… puff i muscoli hanno smesso di accavallarsi e tutto è ritornato tranquillo.

Il mio consiglio tuttavia è di spostare si l’attenzione dal respiro alla sensazione, ma di tornare a sentire fluire per bene l’aria. Al limite immagina di portare il respiro proprio in quel punto.

Fammi sapere

Buona esperienza
ciao
Claudio

federico

ciao claudio!! avevo una piccola domanda da farti.
recentemente su un articolo in rete, ho letto di una certa arte che riguarda i rapporti interpersonali, chiamata “arte del distacco”.
chiedendo anticipatamente perdono se tale dubbio è pertinente all’argomento della meditazione, volevo appunto sapere se quest’arte del distacco ha qualche legame con la meditazione, e se si quale..
ti ringrazio anticipatamente della risposta!!!! 🙂

Claudio

ciao Federico non conosco questa arte, a meno che non si tratta del processo di separazione-individuazione della Mahler. Ovvero le fasi che intercorre tra un bambino e la madre che si ripropongono nella interazione tra le coppie adulte. Ma anche in questo caso con la meditazione ha in comune solo il minimo comune denominatore della “consapevolezza”. Insomma non so se con quella arte si intenda quello ma c’entra poco con la meditazione in senso stretto

Claudio

Ciao Daniele, grazie per la fiducia, al momento sto dedicando ogni residuo di tempo al mio primo corso online di meditazione ( http://www.meditazioneperindaffarati.it ) in cui offro anche la mia assistenza telefonica, per cui, almeno al momento non riuscirei a seguire anche nuovi clienti di counseling. Sarei felice di proporti dei colleghi con cui puoi iniziare intanto a fare un primo incontro (anche via skype) gratuitamente e poi, se ritenete opportuno, potreste proseguire. che ne pensi? nel caso ti contatto in privato e ti do i contatti 🙂

Simone

Claudio,mi è venuto un dubbio:
ma quando meditiamo,bisogna sempre stare in uno stato di veglia,come si dice solitamente,e quindi attenti a quello che sentiamo o comunque accade attorno e dentro di noi,oppure dobbiamo stare in uno stato di abbandono totale come quando si dorme,ovviamente evitando di addormentarci del tutto?
Grazie

Claudio

“bisogna” stare con cio che c’è mettendoci un poco di “sforzo” (non eccessivo, ma lieve) nel cercare di non abbandonarsi del tutto e recuperare ogni volta che ci riusciamo la posizioni di chi osserva.

In poche parole se ti addormenti non succede nulla solo che hai smesso di meditare :).

Per rispondere in modo ancora più chiaro: entrambi gli stati che descrivi sono stati osservabili durante la meditazione. Se stai con ciò che è ogni meditazione è diversa come esperienza dalla precedente.

Semplicemente perche la nostra vita in quel momento è unica! Satre con cio chè c’è significa rinoscore l’unicità di quel momento unico e irripetibile.

Ogni tanto sarai più vigile altre volte più asonnato: va bene tutto, corrisponde alla nostra vita

La meditazione significa adoperarsi con un minimo sforzo lieve a repurerare l’osservazion e ridiventare protagonisti in prima persona di cio che ci succede.

Bello no 🙂 Anche semplice 😉

Simone

Infatti il mio dubbio era proprio questo xchè avevo sentito parlare delle diverse fasi possibili della meditazione,nella quale si può riuscire a entrare nelle onde alpha,tetha e infine delta,ma mi sfuggiva appunto come potesse essere che posso entrare in uno stato profondo di sonno,se devo rimanere vigile.
Ad ogni modo non ho molte difficoltà nella meditazione,anche se penso che mi fermo alle onde beta:),+ che altro ho difficoltà a capire come fanno quelli che la utilizzano come stile di vita,e quindi cercano di rimanere (a meno che non sia necessario ovviamente) senza pensieri in testa.
E’ difficile abituarsi a tutto quel silenzio;credo ci si annoi parecchio:),ma probabilmente è anche quella questione di abitudine,anche xchè solitamente si tende a crearli apposta i pensieri,o xlo- delle musichette,in modo da tenere la mente occupata e non annoiarsi appunto!

Claudio

Vivere Pienamente il momento presente non è mai noioso, anzi!

Ti annoi quando non sai come “ammazare il tempo”.

Quando sei nel presente sei semplicemente in una dimensione, l’unica in cui viviamo veramente, priva del concetto del tempo (esatto il tempo è solo un concetto)

Ricorda un momento in cui eri totalmente preso dall’esperienza che stavi vivendo, il tempo in quei casi scorre veloce!

Nicola

Ciao Claudio, complimenti per il sito. Ho provato la tua meditazione guidata trovandola piacevole e ben realizzata.
Mi sono avvicinato a questa pratica da poco più di due mesi ed ho le idee un po’ confuse a causa delle numerose tecniche reperibili qua e là sulla rete. Mi sono soffermato sul tuo sito perché risponde ai miei canoni di chiarezza e semplicità. In questi tempi di tuttologia e grande abbondanza di nozioni avere un porto sicuro nel quale approdare non è cosa facile. Per me la meditazione rappresenta questo porto dello spirito, un luogo in cui ripararsi dal mare in tempesta dei pensieri.
Fino ad oggi ho praticato la meditazione trascendentale con la seguente tecnica:
-Occhi chiusi e silenzio mentale per un minuto
-Recitazione mentale del mantra per 20 minuti (La gestione dei pensieri è tale e quale a come la descrivi tu)
-qualche minuto di silenzio mentale poi dischiudo lentamente gli occhi.
Secondo la tua esperienza, questo tipo di meditazione è efficace? Che differenza c’è con una meditazione guidata? Ed infine, è bene soffermarsi per molto tempo su una meditazione guidata o è necessario sviluppare la capacita di farla in completa autonomia?

Cordialmente Nicola.

Claudio

Ciao Nicola, mi fa piacere che hai colto del mio sito proprio il mio obiettivo: spiegare con semplicità come meditare evitando paroloni complicati, religiosi o new ages.

Quello che fai mi sembra efficace: la tua esperienza come è? Questo è quello che conta di più. Non c’è una grossa differenza se non nell’uso del mantra. Io prediligo, specie all’inizio, una maggior focalizzazione su ciò che emerge, dal “silenzio” o dal brusio delle cose dentro e fuori di noi.

Il mantra è un ottima tecnica specie per le “vibrazioni” che percepisci nel corpo che per le suggestioni che suggeriscono il significato delle parole che usi. Per questo lo trovo molto personale: le parole che uso per me potrebbero non piacere a te e viceversa. Se per te va bene continua pure con questa tecnica il procedimento è buono.

Fare in autonomia è, secondo me, quanto di meglio possiamo fare per noi stessi. Questo non vuol dire “cacciare via” gli strumenti che funzionano: significa usarli fintanto che servono e riusarli ogni tanto quando sentiamo di averne bisogno.

Se ad esempio fai tua la mia meditazione guidata puoi farla senza la mia voce magari mentre stai seduto in autobus o in fila ad aspettare. Col mantra risulteresti parecchio “strano” 🙂

a proposito la tecnica che personalmente trovo più “potente” la tecnica “per eccellenza” è, sempre secondo la mia esperienza: la vipassana: ovvero la meditazione di visione profonda. Qulla che hai scaricato guidata da me è una vipassana.

A me piace spaziare da una tecnica all’altra ma effettivamente potrbbe confonderti. Il mio consiglio è scegliti un punto di riferimento stabile, segui quello ed integra pure, ma dando priorità ad una strada: in questo modo, in caso di messaggi apparentemente contraddittori sai quale seguire prioritariamente. Quando poi avrai acquisito una maggiore comprensione ti sarà più facile abbinare cio che prima ti sembrava contraddittorio. Io faccio così: ho più di un maestro ma uno solo è il “mio” maestro. (a proposito se sei di Roma te lo consiglio si chiama Thanavaro lo trovi su google, se non sei di Roma te lo consiglio lo stesso fa ritiri in tutta Italia)

Normalmente il maestro lo riconosci: ti si palesa davanti in modo chiaro. Evita quelli che si proclamano grandi ed usano paroloni, scegli quelli che sanno sedersi affianco a te e ti offrono le tecniche per permettere a te di fare la stessa loro esperienza, senza indottirnamenti da prendere per buono concettualmente e basta.

Io almeno è quello che voglio offrire, da compagno di viaggio, non da guru, sia gratuitamente con questo blog, sia offrendo un corso completo più avanzato a chi lo volesse.

Prima di spendere soldi (non spenderli nemmeno con me in questa fase) vedi se tra le risorse gratuite che trovi qui ti aiutano a delinearti una strada e poi vedi cosa succede, magari ti si palesa il tuo maestro fisicamente davanti a te, o magari ero proprio io a farti da compagno di viaggio: chissà.

Vedi, fai chiarezza, scegli un percorso, poi integri.Forse in cuor tuo sai già da chi andare: ascolta il tuo cuore. Questo è quello che faccio io e questo è quello che mi sento di suggerirti.

Che tu sia felice, Nicola e che tutti gli esseri siano felici

Gio

Ciao Claudio io ti volevo chiedere se meditare aiuta chi soffre di attacchi di panico e volevo anche sapere che differenza c’è tra lo yoga e la meditazione.

E’ possibile scriverti in privato?

Claudio

Ciao Gio, si la meditazione è un ottimo strumento per prevenire gli attacchi di panico.

Lo yoga si focalizza di più su delle figure da fare con il corpo, la meditazione osserva di più i processi mentali. Ma sono entrambe valide per focalizzare l’attenzione sul qui e adesso.

Purtroppo faccio molta fatica a rispondere a tutti in privato 🙁

Spero di avere risposto alle tue domande 🙂

Simone

Ciao Claudio,ti volevo chiedere una cosa che non ho ancora capito sulla meditazione; e nello specifico sulle ‘famose’ onde alpha che si dovrebbero poter raggiungere con essa.
Si dice che una volta raggiunto questo stato la mente può avere importanti intuizioni ed interrogarsi x trovare soluzioni a quesiti,e quindi vagliando le varie ipotesi può creare soluzioni ai problemi.
Ma io non ho capito: questo vuol dire che allora nello stato alfa si possono avere dei pensieri?

Claudio

Quando siamo nella veglia possiamo scegliere consciamente cosa pensare, quando siamo nel sonno, lo fa l’inconscio. Nella fase intermedia possiamo orientare meglio il nostro subconscio.

Siamo più a contatto con un abbassamento delle oscillazioni cerebrali e più vicini alla zona inconscia ma siamo ancora potenzialmente consci. Più riesci a essere consapevole in quella fase e più riesci ad integrarti con la fase successiva. Sei più a contatto con la tua zona d’ “ombra”.

In adolescenza avevo fatto degli studi per orientare la mente concentrandoci e allennandoci a stare in quella fase.

Ora che medito francamente mi piace vivere l’esperienza nel suo fluire anzichè etichettarne il processo. Ovvero preferisco “percepire” anziche stare lì a dirmi “adesso staro nella fase alpha o…” Per questo mi piace distinguere tra “pura consapevolezza” e tecniche per “cambiare lo stato delle cose”

Nel primo caso sei a contatto con la realtà nel secondo te la perdi per volerla condizionare.

Claudio

ciao Maurizio, portala con te nel cuore.

Ogni volta che siamo in lutto (lasciarsi è una forma di lutto) la cosa migliore che possiamo fare è portare e recuperare momenti di vissuto assieme nutriente per te dentro al tuo cuore.

a parole sembra facile ma il lutto va comunque elaborato: possono volerci mesi

che tu sia felice
Claudio

Leonardo Giorda

Ciao Claudio. La mia domanda è questa. Ormai come sai pratico vipassana abbastanza regolarmente da circa 2 anni. Mi chiedevo cosa si può fare per portare quella consapevolezza che si ha nella pratica anche nel quotidiano? Come mi consigli di proseguire nella ricerca? Hai Libri o corsi da consigliarmi? Oppure io pratico intorno ai 20 minuti al giorno. È importante quanto tempo si pratica o anche pochi minuti hanno valore? Grazie

Riccardo

Ciao Claudio,
anche io ho trovato il tuo sito per caso navigando in cerca di sollievo a tutti i problemi che mi affliggono.
Era tanto che volevo meditare ed avevo provato altri sistemi, sempre trovati via web.
Per la prima volta, grazie al tutorial che ho scaricato ed anche alle istruzioni dettagliate che ho trovato su questo sito, sono riuscito a provare sollievo.
Lungi da me dire di “saper meditare”… credo che sia un percorso di autoapprendimento praticamente infinito… ma penso di aver trovato un buon punto di inizio grazie al quale la mia costanza e la mia perseveranza (sperando di averle…:-) mi potranno portare verso una consapevolezza che era quello che mi auspicavo.
Grazie di tutto e spero che questo sia solo l’inizio di un dialogo costruttivo.
A presto

Claudio

sono molto felice Riccardo che tu sia riuscito a trovare sollievo. Come hai detto giustamente è un percorso infinito, ogni tanto riperderai questo “sollevo”, ma lo ritroverai, il bello di questo percorso e che piano piano questo sollievo sarà più la tua dimora abituale.

federico

ciao claudio! sono federico, forse credo tu abbia letto la mia mail dunque, emm,…niente volevo sapere un pò appunto dopo quanto tempo si iniziano a vedere i risultati concreti della meditazione, e poi se il problema che ti ho detto io e possibile superarlo con questa tecnica..

Francesca

ciao claudio, sono Francesca. Mi sono trovata casualmente in questo sito… anzi..direi che lui ha trovato me.. già, perché è incredibile cosa accade quando impariamo ad osservare la realtà in modo oggettivo, accettandola semplicemente e facendosi trascinare dalla vita. Era da un po’ che ti cercavo e finalmente ti ho trovato.. e già.. perché ho proprio bisogno di qualcuno che mi aiuti in questo percorso.. ti ringrazio per i piccoli ma grandi consigli che ho ricevuto leggendo il tuo blog. mi piacerebbe potermi confrontare con te..dove posso scriverti? a presto.

Claudio

Ciao Francesca benvenuta su comemeditare.it! Se vuoi rimanere in contatto con me basta compilare il modulo in alto a destra, riceverai una mia email (con relativo indirizzo) e una meditazione guidata. Se non vuoi la meditazione guidata nella stessa barra a destra, ma in basso, trovi un altro “box” in cui puoi ricevere la email di conferma di adesione alla newslettere. Ovviamente sei completamente tutelata nella privacy e puoi cancellarti con un semplice click.Sono felice che “ci siamo trovati”. è una sensazione piacevole che ho provato quando incontrai il mio maestro e che continuo a provare anche per tutti i compagni di percorso che incontro. è bello sapere che non sono il solo a praticare queesto cammino di consapevolezza e benessere. Benvenuta e che tu sia felice

Claudio

Ne approfitto per ricordare che la Meditazione puoi farla da subito scaricandoti gratis la meditazione guidata in mp3.

è secondo me il modo più veloce per iniziare. Visto che la meditazione è una pratica è meglio farla (praticarla) anzzichè riempirsi di troppe teorie.

Certo anche le teorie sulla meditazione possono essere utili ma le più utili sono quelle che ti aiutano a metterle in pratica…

Ricapitolando scarica (e falla) la meditazione guidata audio gratis che trovi compilando il form in alto a destra e…

Buona meditazione! 🙂

Claudio

La meditazione.
L’ansia deriva da prospettare qualcosa che è nel futuro (anche imminente) anzichè stare con quello che c’è realmente nel qui ed ora. La meditazione è una palestra per allenarti a stare nel qui ed ora.

può interessarti questo:
http://www.feliceadesso.com/2013/06/curare-lansia-con-la-meditazione.html
e questo:
http://www.comemeditare.it/meditazione/come-meditare/comemeditare-i-benefici-della-meditazione-in-quanto-tempo-risolve-problemi-come-lansia/

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